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Autore: zaynsjawbone    17/05/2013    19 recensioni
Credo che tutti abbiamo delle passioni nascoste, e la mia è quella di scrivere. Devo ringraziare anche la mia amica che mi ha supportata e aiutata, accelerando i tempi di scrittura!
Niall è un ragazzo che sta per avere successo dopo aver inciso il suo primo album. Viene chiamato in Germania per lavorarci meglio ed è lì che fa esperienze importanti, ma è anche lì che trova l'amore. Una ragazza semplice che nega la sua esistenza da sempre, ma anche una ragazza decisa e debole allo stesso tempo. Gli ostacoli non mancheranno. Il problema sarà scoprire se li affronteranno con successo o falliranno. Un amore coinvolgente ricco di alti e bassi, di gioie e di delusioni. Spero che vi piaccia e che non vi aiuti a vedere Niall sotto un altro, e completamente diverso, punto di vista.
Volevamo essere coerenti alla sua personalità. Speriamo di esserci riuscite! Buona Lettura c:
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: AU, Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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Non riuscivo a stare calma neanche per una manciata di secondi, sentivo troppe attenzioni su di me, per non parlare della voglia matta di vedere dove si fosse cacciato quel ragazzo. Volevo assolutamente capire se mi stava guardando e soprattutto se si fosse accorto della mia presenza. Ero ferma a pensare e lontanamente nel mondo delle nuvole sentii mio padre chiamarmi:
"Emy sei pronta? Manca poco, mi raccomando a te!"
 
Io annuii cercando di ritornare con i piedi per terra, perciò mi alzai e mi avvicinai al palco.
 
Per poco sembrava che la mia agitazione si fosse calmata, ma non durò molto, visto che mi stava per capitare una delle disgrazie più impensabili.
 
Mi guardai intorno per rendermi conto di quanta gente potesse ospitare quella sala e scorrendo lo sguardo fra un centinaio di persone mi soffermai, nuovamente, su quel ragazzo meraviglioso, che anche questa volta beccai a ridere sempre con gli stessi uomini. Stavolta però non stava ridendo di cuore come notai prima, questa volta stava guardando altro, in mia direzione. Istintivamente mi girai alle spalle per assicurarmi che dietro di me non ci fosse nessuno, e infatti non c'era nulla. Se dietro di me viveva il vuoto e davanti a me c'erano una miriade di uomini eleganti, evidentemente stava guardando me. Quando poi mi fece un mezzo cenno con la testa capii che ero io il soggetto di quello sguardo, ma il mio imbarazzo si fece di gran lunga visibile quando si girò per bisbigliare qualcosa nell'orecchio dell'amico continuando a tenere gli occhi puntati nei miei. Non riuscii a sostenere il suo sguardo e cercando di non strizzarmi gli occhi indietreggiai cercando un'ulteriore distanza e magari riuscire a confondermi tra la gente.
 
Invece di confondermi tra la gente non feci altro che catturare l'attenzione di tutti!
 
Inciampai nella gonna lunga del vestito e persi l'equilibrio, non mi accorsi neanche dove stavo per cadere. Pensavo di riuscire a tenere il controllo del mio corpo, ma lo chef mi aiutò a cadere continuando a trasportare la grande torta, noncurante della mia presenza difronte a lui. Successe. Caddi sulla meravigliosa torta rovinando per sempre la mia vita e offrendo a uomini, in vena di ammirare belle donne, la vista del mio decoltè mischiato con la torta.
 
Ero rovinata, il mio vestito era rovinato, quella sera era rovinata. Avevo addosso gli occhi di chiunque, ma quelli che pesavano di più erano quegli occhi azzurro oceano che per un secondo fulminai sperando di incolparlo per l'accaduto.
 
Cercai di fuggire quasi scavalcando la gente, volevo evadere da tutti quegli occhi puntati su di me e una volta uscita da quella stanza che per me era diventata una camera a gas raggiunsi il primo bagno del piano. Ero così nervosa che non mi accorsi neanche ch'era il bagno degli uomini. Mi guardai allo specchio scioccata, non avevo parole, ero incapace di fare qualsiasi cosa.
 
D'un tratto sentii la porta aprirsi e chiudersi con violenza, come se ci fosse fretta di nascondere qualcosa. Alzai lo sguardo e dallo specchio vidi il volto di quel ragazzo, ero sbalordita. L'unica idea quasi intelligente che mi venne in mente era chiedergli perchè era lì nella stessa stanza dove speravo di essere sola. Ma l'unica cosa che uscì dalle mie labbra fu:
 
"Che ci fai qui?"
Lui mi rispose:
"Bhe questo è il bagno degli uomini quindi dovrei essere io a farti questa domanda!"
 
Ero molto nervosa, ma sentendo quella risposta con la quale mi aveva stravolta, ero senza speranze. Potevo andarmene, o rimanere in silenzio aspettando una sua mossa. Scelsi la seconda opzione. Volevo vedere fino a che punto sarebbe arrivato.
 
Imbarazzata risposi:
"Ah ok"
Lui continuò:
"Come stai? Mi dispiace per quanto accaduto.."
Io gli dissi:
"Non mi serve la tua compassione e se proprio ti interessa, non hai necessità di chiedermi come sto. Non lo vedi?"
 
Lui abbassò la testa per realizzare che quella appena fatta era una domanda stupida. E io con aria vittoriosa decisi che era troppo, e me ne andai lasciandolo da solo.
 
Raggiunsi la mia camera sperando che nessuno mi vedesse e in un momento di debolezza scoppiai in lacrime. Aprii la porta della camera e mi accasciai sul letto. Volevo rimanere da sola, tanto che non feci entrare neanche mio padre.
 
Ci volle un po' prima che mi calmassi, ma quando la serenità ricominciò a diventare parte di me mi feci una doccia veloce e senza neanche asciugare i miei lunghi capelli chiari accesi un la TV per distrarmi, ma il sonno mi catturò presto portandomi in un altro mondo.
 
Sognai i suoi occhi azzurri, facevano quasi paura per la velocità con la quale sembravano seguirmi, ricordo che cercai di scappare da quello sguardo ma era evidente che tutte le mie mosse erano prevedibili. Iniziai a sudare e a lamentarmi nel sonno cercando aiuto nel mondo reale, d'improvviso sentii il battito del mio cuore accelerare, il respiro farsi sempre più pesante, il sudore sempre più freddo, stavo per collassare. Mi svegliai di colpo ritrovandomi seduta sul letto con i capelli più bagnati di come li avevo lasciati prima di addormentarmi, il letto era diventato un lago e sentivo di annegarci dentro. Vidi l'orario e mi resi conto che non era passato molto. Erano le 2 di notte. Erano passate più o meno due ore ma era come se fosse passato un tornado in una tempesta infinita. Rimasi per una mezz'oretta a fissare il soffitto cercando di riprendermi, poi mi riaddormentai. 
   
 
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