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Autore: Pollon98    17/05/2013    0 recensioni
Denna Hollis è una ragazza diciassettenne con due migliori amici: Zoe e Dustin. Se nella vita è sempre stata piena di certezze, arriverà a dover affrontare una situazione che non credeva possibile. E se aveva creduto di conoscere i suoi amici, si sbagliava. Amore, avventura, paura e azione diventeranno i suoi migliori amici. Per sempre.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dustin aveva vinto la scommessa. O almeno in parte. A tirare un cazzotto ad Alex c’era riuscito più che bene; in quanto alla mira si poteva definire alquanto scarso, dato che il povero ragazzo al posto di trovarsi due denti in mano si trovava un naso rotto. Comunque la buona volontà c’era da parte di Dust, e questo bisognava riconoscerlo.

Ma la preside Powers non era del mio stesso parere e forse non aveva tutti i torti, in effetti. E l'avevo capito dal fatto che Dustin si era preso quasi la sospensione, che aveva scampato dicendo che gli dispiaceva molto, che non sarebbe più successo, bla bla bla.

Quando quel cretino del mio migliore amico uscì dalla porta del preside, notai che per quanto si sforzasse di assumere un’aria sconsolata e dispiaciuta, non poté trattenersi dal fare un sorrisetto trionfante che, per cara grazia, vidi solo io.

<< Mi devi i soldi per un gelato >> mi disse mentre tornavamo a casa.

<< Non mi pare di aver scommesso qualcosa. >> ribattei divertita << Hai parlato con Zoe dopo aver preso a scazzottate il suo ragazzo? >>

<< Se per chiacchierata intendi uno schiaffo in piena faccia e un “ Ma sei fuori di testa?!” allora sì, Zoe sembrava ansiosa di parlarmi. >> mi informò mettendo le mani in tasca con aria sconsolata.

<< Non puoi biasimarla… Ma credo che se le spiegassi tutto, in fondo potrebbe perdonarti. Anche se personalmente non credo che tu ti possa accontentare solo del suo perdono. >>

<< No, infatti. Cos’ho che non va? >> mi chiese alzando le braccia al cielo in segno di disperazione.

Avrei tanto voluto rispondergli: “Immagino sia il fatto che vi conoscete da quando eravate bambini” oppure “Non credo che lei ti abbia mai visto come qualcosa di più che un amico…”, ma mi limitai a rispondergli: << Non lo so Dust. Una cosa però è certa: lei ti vuole un bene inimmaginabile. >>

<< Sai che mi frega. Per lo meno non quando mi piace da matti e quando c’è un bambino dall’aria pidocchiosa che mi mette i bastoni tra le ruote. Andiamo! Si può sapere cos’ha in testa Zoe per stare con un imbecille come Alex? >>

Bisogna tener conto, però, che Dustin su una cosa aveva ragione: a Zoe non piaceva Alex, ci stava solo… a dir la verità non lo so nemmeno io, ma conoscevo Zoe tanto da capire che non le piaceva davvero.

<< Senti Dust, non ho idea di cosa passi per la testa di Zoe, ma di certo mi preoccuperei di più per cosa passa nella tua, di testa. O vuoi venirmi a dire che adesso va di moda tirare pugni a destra e a manca per salutarsi? >> gli lanciai un’occhiata accusatoria, che lui incassò abbassando lo sguardo. Dustin era un ragazzo educato e brillante, ma molto impulsivo e non ragiona mai, o quasi, prima di fare qualcosa.

<< No, certo che no. Ma lo ha capito secondo te? >> mi domandò speranzoso.

E che ne so?” avrei voluto rispondergli. Non era mai stato il mio forte dare consigli d’amore a qualcuno. Per quanti ragazzi avevo avuto l'occasione di frequentare non avevo ancora imparato a distinguerne gli effetti, men che meno a dispensarne consigli.

<< Facciamo che non ci pensi più? Da me non avrai nessun aiuto, caro. Se ci tieni a fare una dichiarazione d’amore, falla. Però se vuoi un piccolo consiglio te lo posso dare: non farle fare la figura della deficiente davanti a tutta la classe. È penoso. >> gli confidai con aria disgustata.

<< E che cavolo centra, scusa? Ah, certo! Chi è stato l’imbecille? Scommetto Craig! >> . Ovviamente non si limitò ad una risata per prendermi in giro, ma dovette pure tirarmi una pacca violenta sulla schiena che per poco non mi fece perdere l’equilibrio (di certo Dust non era il rispecchio della delicatezza). Io, non da meno, ricambiai con uno scappellotto sul collo.

<< Pari. >> lo avvertii.

<< Pari. >> disse alzando le mani in segno di scusa << È oggi che esci con Craig, vero? >>

<< Non me ne parlare. Comunque sì. >> lo guardai con aria disperata. Lo stesso pomeriggio avrei dovuto spiegargli che tra noi due non poteva andare. Ovviamente mi sarei trattenuta dal dirgli che non mi interessava perché era troppo appiccicoso, sarei stata troppo cattiva.

Ma non ci avrei messo la mano sul fuoco. No, per niente.

<< Faccio un salto dal signor Huser perché devo prendere un libro per mamma. Ci vediamo domani? >>

<< Sicuro. Divertiti con Craig! E cerca di non spezzargli il cuore, come al tuo solito. >> mi ammonì puntandomi l’indice contro.

<< Quando mai l’ho fatto? >> gli risposi con aria innocente, anche se ero pienamente cosciente di aver traumatizzato l’adolescenza di qualche ragazzo con gli ormoni impazziti. Lo salutai con la mano per poi dirigermi verso la Libreria Huser. Era molto antica a dir la verità, ma ci potevi trovare qualsiasi libro stessi cercando.

Quando entrai un campanello avvisò il bibliotecario della mia presenza. Il signor Huser era un uomo alto e rinsecchito, doveva aver superato da tempo l’ottantina e aveva l’aria da tartaruga. Non era molto loquace, si limitava a indicarti corridoio e scaffale in cui trovare il libro, dopodiché si volatilizzava finchè non ti era necessario il suo aiuto. Mi piaceva.

<< Buongiorno Mr. Huser! Sono Scarlett! >> mi annunciai urlando dato che non ci sentiva fin troppo bene. Come risposta ottenni uno sbuffo. Ovvio. Dopo pochi minuti la testa calva e rugosa del signor Huser spuntò da dietro uno scaffale.

<< Miss Hollis . >> mi fece un cenno in segno di saluto.

<< Salve. Le posso chiedere dove posso trovare “Il giardino segreto” ? Purtroppo non ricordo l’autore… >> mi scusai.

Il signor Huser fece schioccare la lingua per poi continuare con un: << Questi giovani! Non riescono a ricordare neanche un nome! >> di disprezzo. Mi guardò e mi spiegò dove potevo trovare quello che cercavo.

<< Corridoio D, fila otto, scaffale due. >>

<< Perfetto. Grazie. >> Mi diressi verso lo scaffale indicatomi abbastanza in fretta, dato che mancavano venti minuti all’appuntamento con Craig. Quando trovai il libro mi diressi alla cassa dove il signor Huser mi stava aspettando.

<< Tesserino? >> mi chiese tendendo la mano.

<< Come no! Tenga. >> gli porsi il tesserino della biblioteca.

<< Deve riportare il libro il prossimo mese, gentilmente. >>

<< Sicuro. >> gli rivolsi un sorriso che venne ricambiato con un occhiata impassibile. Mi trattenni dall’alzare gli occhi al cielo. Davvero un simpaticone. Dieci minuti all’appuntamento. Stavo decidendo cosa potevo fare in quel breve tempo, quando mi squillò il telefono. Craig.

<< Pronto? >>

<< Scarlett! Ehi, ciao. Senti volevo dirti che oggi non riesco a venire perché è successo un casino a casa. Comunque sappi che io non avevo intenzione di provarci con te. È ovvio che rimarremo solo amici! Se per te va bene, intendo… >>

Mmmh, okay, mi ero persa decisamente qualcosa. Perché adesso Craig se ne usciva con il fatto di non voler affatto provarci con me, quando qualche ora prima mi aveva descritta come se avesse davanti la ragazza più bella del mondo? Qualcosa non andava. Ma non ci feci troppo caso dato che, a pensarci bene, mi aveva appena risparmiato la fatica di scaricarlo. Ottimo.

<< Ehm…No, okay. È tutto a posto, va bene. Ci vediamo a scuola, allora? >>

<< Certo. Grazie. Ciao! >> detto questo chiuse la telefonata.

Mah. Valli a capire gli uomini.

In mancanza di qualcosa da fare decisi di tornare in biblioteca, supponendo che Zoe si stesse sbaciucchiando con Alex e che Dustin stesse trovando il modo di conquistare la sua amata. Al pensiero mi venne da ridere. A Dustin piaceva una ragazza? Zoe? Il mondo stava andando a scatafascio.

Quando entrai per la seconda volta nella biblioteca, il signor Huser mi guardò storto.

<< Dimenticato qualcosa, signorina? >>

<< No, niente. Dato che non ho niente da fare pensavo di leggere un po’ se non le dispiace. >>

<< Si accomodi >> mi invitò con la mano tesa a indicare un poltroncina color caramello nell’angolo della piccola stanza.

<< Grazie. >> gli sorrisi di nuovo senza alcun risultato. Caso disperato.

<< Ha già in mente cosa leggere? >>

<< Veramente no. Darò un’occhiata in giro, credo. >>

<< Come preferisce. >>

Lo ringraziai nuovamente. Optai per una storia fantasy, le mie preferite. Mentre girovagavo per gli scaffali impolverati, notai un volume vecchio e sgualcito che mi incuriosì. Il titolo citava: “La Guerra del Mondo”, ma non era quello ad aver attirato la mia attenzione, bensì la copertina. Si trattava di un rivestimento di pelle decorato con fili apparentemente d’oro che s’intrecciavano fino a formare una spada elaborata e antica.

<< L’ha trovato. >> La voce cavernosa del signor Huser mi fece sussultare. Dopo essermi ripresa dallo spavento domandai con apparente noncuranza: << Trovato cosa, signor Huser? >>

<< Oh, bè… Il libro della Grande Guerra. Non lo trovavo da tempo, pensavo di averlo smarrito. >> Con mio grande stupore scorsi uno scintillio negli occhi del bibliotecario. In effetti aveva l’aria soddisfatta. Sì, okay, ma soddisfatta per cosa?

<< Signor Huser? Il libro era appoggiato sullo scaffale, come ha fatto a non vederlo? >> gli chiesi prima di accorgermi di essere stata un po’ maleducata.

<< Mia cara, mi sembra ovvio che non l’ho visto perché il libro non c’era. E credo che lei lo abbia trovato perché era destino che lo notasse. Come doveva essere, d’altronde. >>

Sì, oppure il libro aveva deciso di nascondersi perché gli stava antipatico il bibliotecario. Come no!

<< Signor Huser io non ho idea di cosa stia parlando… >> lo informai con voce scioccata.

<< Lo so, miss. Per questo le regalo il libro, così avrà modo di capire. >>

Mi accorsi di aver aperto la bocca per lo stupore. Mi affrettai a richiuderla. Non avevo capito.

<< Mi sta prendendo in giro? >>

<< Perché mai dovrei, miss? >>

<< Non lo so… ma il fatto che lei mi regali un libro…be’… >>

<< Sì? >>

Che scema! Non potevo mica dirgli in faccia che era uno spilorcio!

<< Niente signor Huser. Niente. >>

Il bibliotecario mi fissò con aria curiosa.

<< Allora la pregherei di uscire, oggi chiudo prima. >>

<< Certo. Arrivederci. >> Presi il libro sottobraccio e quando arrivai alla porta della libreriami voltai e urlai: << Grazie! >> poi aprii la porta e mi avviai verso casa.

Erano le sei meno venti quando suonai il campanello. Ad aprirmi la porta fu Jack.

<< Ciao scricciolo >> lo salutai scompigliandogli i capelli << Mamma? >>

<< Non è ancora arrivata, Den, ho fame! >>

<< E che che vuoi da me? Mangia. >> Dopo avergli dimostrato il mio enorme affetto, salii in camera. << Jack non rompermi, che adesso leggo! >>

<< Okay! >> mi rispose il mio fratellino.

Mi sfilai lo zaino dalle spalle, mi buttai sul letto e aprii il libro.

 

Le cronache della Guerra del Mondo o Grande Guerra.

Scritte da Frysian Amixus, consigliere del Re.

 

Sapere o morire,

amare o perire,

proteggere o cadere,

qualsiasi sia la scelta,

terminerà con la morte.

 

Il Viandante é stato avvisato.

 

 

Viandante? Che roba era? Non feci in tempo a pensarci su, che dopo aver girato pagina venni risucchiata dal libro.

Letteralmente.

 

  
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