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Autore: Pollon98    17/05/2013    0 recensioni
Denna Hollis è una ragazza diciassettenne con due migliori amici: Zoe e Dustin. Se nella vita è sempre stata piena di certezze, arriverà a dover affrontare una situazione che non credeva possibile. E se aveva creduto di conoscere i suoi amici, si sbagliava. Amore, avventura, paura e azione diventeranno i suoi migliori amici. Per sempre.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Abitavo a Monterey, California. Città famosa per il Monterey Bay Aquarium, uno dei più grandi acquari dell'America del Nord.

Mare, sole, sabbia. Andavo a scuola, avevo degli amici, una mamma e un fratello. Una vita così normale da apparire quasi monotona e noiosa.

Ma dato che questa storia non lo sarà affatto, provate a seguire le richieste seguenti, così avrete una vaga idea.

Immaginate tre cose orribili che non vorreste che vi capitassero mai. Bene, moltiplicatele per tre.

Adesso sommatele tra di loro: il risultato? Quello che mi è successo.

 

 

La sveglia esalò il suo ultimo respiro proprio quando la stavo per scaraventare giù dal comodino. Dopo tutti i voli che aveva fatto contro il mio armadio o pavimento, ero rimasta sorpresa che avesse potuto resistere così a lungo.

Il solo pensiero di dover alzarmi per andare a scuola mi fece venire un colpo di sonno. Come un riflesso condizionato, non chiedetemi il perché. Ero tentata di seppellirmi sotto le coperte, ma mi arresi davanti al mio orologio che segnava già le sette e dieci.

Scostai le coperte e buttai le gambe giù dal letto con fatica. Dopo essermi alzata mi trasferii in bagno, dove il mio riflesso mi svegliò del tutto dato che somigliavo ad un Umpa-lumpa de La Fabbrica di Cioccolato. Avevate presente quei nanetti? Ero uguale. Due borse giganti sotto agli occhi e le palpebre che non ne volevano sapere di alzarsi. Fantastico. Mi sfilai il pigiama e mi infilai dei jeans e una t-shirt di pizzo. Scesi le scale che mi portarono direttamente in cucina dove ad aspettarmi c’erano mia madre e mio fratello Jack, un rompiscatole per eccellenza. Mangiai i biscotti imbevuti nel latte. Dopo aver terminato la mia colazione chiacchierando del più e del meno con la mia famiglia e dopo essermi preparata, presi il mio zaino e feci per uscire dalla porta, quando una voce pacata mi giunse alle orecchie: << Un bacio non me lo dai? >> Mia madre. Sorrisi e le schioccai un bacio sulla guancia, ma non prima di aver tirato un cazzotto affettuoso a Jack che purtroppo non ricambiò con altrettanta delicatezza. << Scemo. >> dissi massaggiandomi il braccio << La prossima volta te ne tiro cinque come i tuoi, poi vediamo. >> Come risposta ottenni una sghignazzata malamente trattenuta. I bambini di dodici anni sono proprio dei poppanti, pensai alzando gli occhi al cielo.

<< Mamma, questo pomeriggio vado da Zoe, dobbiamo fare una ricerca per scuola. Torno per le sei. >>

<< Va bene tesoro! Buona scuola! >>

Sì, come no. La scuola che frequentavo, la Bennol High School, era per lo più un covo di drogati. Poche persone potevano ritenersi normali ed io fortunatamente rientravo il quel piccolo gruppo, ovviamente insieme alla mia migliore amica Zoe e al mio migliore amico Dustin. Eravamo un terzetto davvero inseparabile, il che è strano per dei ragazzi di diciassette anni. Venivamo chiamati “ I fantastici tre”, ma ovviamente poco importava dato che questo soprannome ci era stato dato dalla persona più demente di questo mondo: Cristina Bunt. La ragazza, se così si può definire dato che assomigliava di più a un porcospino con i brufoli, era stramaledettamente gelosa del nostro insuperabile trio e ne voleva far parte a tutti i costi. Purtroppo il porcospino – era il suo soprannome non aveva ancora afferrato il concetto che non-la-volevamo, per questo continuava a fantasticare che in un futuro prossimoprossimo, prossimo, se non inesistente – sarebbe potuta diventare almeno una nostra amica. Oh, povera me. Ovviamente io, Zoe e Dustin non permetteremmo mai a qualche porcospino o a qualunque altra persona o animale di entrare nel nostro mitico, fantastico e insuperabile gruppo. Mai.

<< Scarlett! >> mi voltai udendo il mio nome.

<< Dust! >>

<< Ciao! Tutto a posto? >>

<< Direi di sì. Sto escogitando un nuovo piano per ammazzare mio fratello. >>

Conoscevo Dustin da circa quattro anni e mi faceva sempre un grande effetto vederlo, era un ragazzo veramente carino, biondo con gli occhi azzurri. Ma ovviamente non era il mio tipo, troppo classico.

<< Accidenti! Ti sei messa bene oggi, con chi ti vedi? >>

E poi lo adoravo per il semplice fatto che capiva sempre quello che mi passava per la testa, non c’era modo di nascondergli niente.

<< Con Craig, quello dell'ultimo anno. Mi ha chiesto di uscire insieme. Ovviamente ho detto a mia madre che vado da Zoe se no va a finire che lo invita a cena e gli chiede se ha intenzione di sposarmi. >> mormorai alzando gli occhi al cielo.

Dust scoppiò in una fragorosa risata e mi mise un braccio intorno alle spalle.

<< Ah, povera Scarlett. Possibile che ogni settimana devi uscire con un ragazzo diverso, mentre a me toccano sempre le stesse ragazzine? >>

<< Ragazzine? Dust, hanno la tua età e per di più l’ultima con cui sei uscito non mi sembrava tanto male, o no? >>

<< Certo che no. Se non tieni conto dello zaino di Hello Kitty. >>

Ci guardammo e ci mettemmo a ridere.

<< Andiamo a prendere Zoe? >> chiesi cercando di recuperare il fiato.

<< Certo. >>

Zoe ci stava aspettando fuori dalla porta di casa sua e non fu per niente difficile individuarla grazie alla sua folta chioma fulva e riccioluta che le ricadeva sulle spalle. Era una ragazza allegra e simpatica e anche molto carina; okay diciamo che eravamo tutti e tre molto carini.

<< Ragazzi! Vi dispiace se andiamo a prendere anche Alex? >> Ci salutò stampando un bacio sulla guancia a me e battendo un sonoro cinque a Dustin.

<< No, certo. >> rispondemmo in coro.

<< Grande. >>

Alex abitava a tre minuti da casa di Zoe, ma in quel breve tempo riuscii comunque a farle una domanda.

<< Perché lo stiamo andando a prendere? >>

<< Mmm… ieri siamo usciti di nuovo e così ho pensato…be'…sì, insomma…>>

Quando Zoe balbettava voleva dire che era in imbarazzo. Ma per un ragazzo? Oh-oh.

<< Zoe? Cosa avete fatto ieri? >> le chiesi con voce divertita.

<< Niente! E comunque ora siamo arrivati, quindi state zitti >>

Pensandoci bene mi ero resa conto che molto stranamente Dustin non aveva proferito parola.

Ci trovammo davanti a una casetta graziosa e quando Zoe citofonò, il campanello emise un dolce tintinnio. Il ragazzo che uscì dalla porta era alto e aveva i capelli neri con gli occhi marrone scuro e per quanto potesse sembrare banale era proprio un bel ragazzo. Alex.

Con mia sorpresa, no anzi, con mia enooorme sorpresa salutò Zoe con un bacio sulla bocca, per poi accorgersi che c’eravamo anche noi e quindi rivolgerci un cenno con la testa.

Un’altra cosa che notai e di cui rimasi notevolmente stupita era che Dustin aveva serrato le mascelle e stretto i pugni fino a farsi sbiancare le nocche.

<< Dust? Stai bene? >> gli domandai preoccupata. Finalmente si accorse che lo stavo fissando, così si rilassò all’istante.

<< Come? Certo che sto bene, perché? >> mi rispose con aria innocente. Forse mi credeva scema.

<< No, così. Ti ho visto un po’ teso. >>

<< No, affatto. >>

<< Okay >> Sì, mi credeva scema.

Ci incamminammo verso scuola che raggiungemmo in pochi minuti. Ero felice perché alle prime due ore avrei avuto arte, la materia che preferivo.

<< Ci vediamo dopo, Zoe? A pranzo? >>

<< Sì, certo. Viene anche Alex. >> mi confermò per poi allontanarsi mano nella mano con il suo ragazzo.

<< Dust? >> Mi rivolsi a lui.

<< No. Mangerò con Myriam, le avevo promesso un ultimo pranzo. >> il tono con cui disse questa frase era del tipo: “ Ho inventato questa scusa all’ultimo momento, spero non si sia notato troppo”.

<< Mmm…come vuoi. >>

Mi avviai nella classe del professor Shine per iniziare la lezione. Mentre camminavo sentii chiamarmi.

<< Ehi, Scarlett! >>

<< Craig! Ciao, come stai? >> lo salutai mostrando il mio sorriso.

<< Benissimo, direi. Tu, piuttosto? >> intanto si affiancò a me per fare la strada insieme dato che anche lui frequentava il corso di arte.

<< Me la passo piuttosto bene >> gli sorrisi.

<< Ottimo. Ho sentito dire che oggi inizieremo a lavorare sui ritratti e che si lavora in coppie. Lavoriamo insieme? >>

<< Con piacere. >> mentii.

Non ero troppo sicura della mia scelta, perché a dire il vero Craig, pur essendo un ragazzo carino e dolce, era anche molto opprimente: gli tendevi la mano e lui ti prendeva il braccio.

<< Fantastico! >> mi schioccò un bacio sulla guancia e io non potei impedirmi di sussultare. Gli stavo dando qualche speranza, cosa da non fare quando non si è sicura su un ragazzo. Questa era una delle tante regole che avevamo stabilito io e Zoe su di loro.

Quando entrai nella classe mi vidi costretta a sedermi accanto a Craig. Incominciai a tirare fuori dallo zaino pennelli, colori e quaderno degli appunti. Dopo pochi minuti entrò in classe il professor Shine.

<< Buongiorno ragazzi! >> ci salutò allegramente come era sua abitudine << Oggi iniziamo a lavorare sul ritratto. Come posso notare alcuni di voi hanno già provveduto a formare delle coppie. Ottimo. Gradirei che chi non avesse ancora un compagno si decidesse a trovarsene uno, dopodiché possiamo iniziare. >>

Prevedevo una lunga lezione accanto a Craig.

<< Bene, >> continuò il professore non appena tutti ebbero preso il loro posto << adesso vorrei che una persona di ciascuna coppia venisse qui a spiegare il perché ha scelto proprio quella ragazza o quel ragazzo come soggetto da ritrarre. Chi vuole iniziare? Il signor Honter? Perfetto. >>

Con mia grande sorpresa, o orrore, non saprei, mi accorsi che Craig aveva alzato la mano per proporsi. Oh, mamma. Per prima cosa si alzò e mi sussurrò nell’orecchio: << Tranquilla, dirò solo cose carine. >>, poi si schiarì la voce e iniziò uno dei più imbarazzanti discorsi della mia vita.

<< Ho scelto la mia compagna Scarlett Hollis per il semplice fatto che la trovo un ottimo soggetto per un ritratto. I suoi capelli neri come l'inchiostro risalterebbero su uno sfondo chiaro e luminoso, gli occhi azzurro opaco talmente brillanti esploderebbero nell’intero dipinto, il suo naso e le sue lentiggini darebbero un tocco raffinato su un volto perfetto come il suo. Per di più le sue labbra carnose sarebbero a dir poco sublimi da disegnare rosse come il sangue. La trovo una bellissima ragazza quindi intendo ritrarla. >> Poi tornò a sedersi << Ti è piaciuto? >> mi chiese.

No, mi ha fatto più schifo che altro, pensai, spero di trattenermi dal vomitare. Purtroppo non potei fare altro che annuire, nessuno mi aveva descritto così come aveva fatto Craig. Il suo discorso somigliava tanto a quello di uno scienziato che lodava la propria creatura, come se fosse un’opera d’arte. E lo odiavo. Se volevate sapere come poter spaventare una ragazza, dovevate alzarvi davanti a tutta la classe e descriverne tutti gli aspetti come se ne foste dei drogati.

<< Grandioso signor Honter, davvero grandioso. Signorina Hollis se fossi in lei mi sentirei molto lusingata. Che ne pensa? >> Di certo il professor Shine non migliorava le cose.

<< Come? Oh, sì certo. Lusingata. >> dissi l'ultima parola più disgustata che piacevolmente sorpresa. Mi aveva fatto schifo. Per fortuna Mike mi salvò, raccontando a sua volta il perché aveva scelto Janice.

Per me il resto della lezione consistette nello stare immobile e farsi ritrarre da Craig, che per ogni pennellata che faceva mi ricordava quanto fossi bella. Al suono della campanella un grande sollievo si impadronì del mio corpo, tanto che mi accorsi di essermi accasciata sullo sgabello sul quale fino a pochi minuti prima sedevo eretta e composta.

<< Bene ragazzi, per oggi abbiamo terminato. Continueremo i disegni la prossima volta, e nel caso qualcuno avesse già terminato proseguiremo con il ritratto dell’altro compagno. Buona giornata. >> Detto questo il professor Shine si allontanò barcollando lievemente a causa dell’enorme peso che doveva trasportare. La sua pancia.

<< Ci vediamo questo pomeriggio, allora? >> mi chiese Craig.

<< Contaci. >> gli risposi esibendo la mia migliore faccia da innocente, che purtroppo non doveva essermi uscita particolarmente bene dato che mi chiese: << Perché quella smorfia? Tutto okay? >>

<< Oh, sì certo, certo. Mi hanno pestato il piede. >>

<< Va bene. Ciao! >> mi salutò con la mano per poi allontanarsi in corridoio. Non ero più sicura di volerci uscire, ma non era lui il problema. Ero io. O meglio, il fatto che per adesso non volevo ragazzi. Glielo avrei spiegato quello stesso pomeriggio.

Mentre mi incamminavo verso il bar per prendere la merenda, scorsi una testa bionda. Dustin.

<< Dust! >> gli diedi un bacio sulla guancia.

<< Ciao Den! Che fai? >>

<< Niente di che… Pensavo di voler mangiare, ma a pensarci bene non ho fame. E tu? >> gli risposi mentre mi sedevo sulla sedia di plastica della Coca Cola.

<< Sto cercando di capire quale ragazza della scuola posso invitare alla festa che organizza Cristina. >> mi informò sorseggiando un cappuccino.

<< Dust, uno: quale festa? Due: ci sono davvero un sacco di ragazze che potresti invitare, perché cercarla adesso? Tre: chi cavolo è Cristina? >>

<< Quella che c'é tra tre settimane. Ci sono poche ragazze che non ho mai invitato a uscire, ancora carine. Cristina è il porcospino. >>

<< Ah, ecco. Ora ho capito, credo che mi abbia pure invitata. Comunque le ragazze farebbero la fila per uscire con te, quindi non fartene un problema. Piuttosto è tragico che io non abbia ancora idea di con chi andarci! >> Battei la mano sul tavolo per dare enfasi alla mia disperazione e come risposta ottenni una risata ironica da parte di Dust.

<< Den? Qui ci sono milioni e milioni di ragazzi che si ammazzerebbero in un incontro di box pur di uscire con una ragazza bella come te! Andiamo! Perché non ci porti Craig? >>

<< Quello? No, ma va! Si metterebbe in testa chissà cosa. E poi tutti quelli della scuola sono drogati o spacciatori, gli unici normali fanno parte del “Club dei Fumetti”. Per l’amore del cielo. Comunque grazie del complimento. >> gli dissi battendogli una sonora pacca sulla spalla.

<< Figurati. Senti, tu non è che magari sai con chi ci va Zoe? >>

Conoscevo da troppo tempo Dustin da non capire cosa non andava, ma lui si ostinava a non parlarmi, così mi decisi ad affrontare l’argomento per prima.

<< No. Ma immagino ci porti Alex. >> gli risposi, cercando di tradurre ogni suo movimento per trovarne qualcuno che rivelava i suoi sentimenti.

Trovato.

Dust aveva appena stretto e riaperto i pugni un paio di volte, segno che fremeva dalla voglia di tirare un cazzotto a qualcuno. E io avevo una mezza idea su chi potesse essere. No, okay, sapevo chi era.

<< Dust, non è che ti da’ fastidio che Zoe porta Alex alla festa, vero? >>

Attesi una risposta, ma ottenni solo un sonoro sbuffo disperato.

<< È così evidente, Den? >>

<< Abbastanza… >>

Si passò una mano tra i capelli per ravviarseli, per poi alzarsi di scatto dalla sedia fino a rovesciarla a terra.

<< Le devo parlare. Ora. >> Aveva uno strano sguardo negli occhi, probabilmente capace di incenerire qualcuno a distanza ravvicinata, che mi preoccupò.

<< D’accordo. Basta che non privi di qualche dente nessuno ragazzo di nome Alex >>

Mi fece l’occhiolino.

<< Scommettiamo? >>

 

 

  
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