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Autore: bells swan    17/05/2013    4 recensioni
Bella Swan, ragazza carismatica, è fidanzata con Jacob Black.
Edward Cullen, stimato uomo d'affari, è sposato con Tanya Denali.
Cos'hanno in comune Bella e Edward? Niente, a parte poche ore di sesso settimanali...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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E siamo arrivati all’ultimo capitolo. Visto che stavolta ho mantenuto la promessa? C: vi ho fatto penare, lo so: promettevo una cosa e poi me la rimangiavo. A mia discolpa, posso dire che ho avuto SERI problemi, e che chi conosce questi problemi anche tra voi di EFP mi ha sempre dato supporto, proprio perché erano talmente seri da farmi passare la voglia di tutto.
Ma basta tristezza, godetevi il capitolo c:
 
 
Due anni dopo
 
Sospiro per l’ennesima volta, ravviandomi i capelli con una mano.
“Dai, Alice, smettila di insistere” si intromette Edward, avvicinandosi a me e facendomi alzare, per poi sedersi lui e invitarmi a sedermi sulle sue gambe.
“Ma Bella!” esclama Alice, ignorando suo fratello. “Non puoi volerti sposare entro due mesi, non avrò il tempo di organizzare nulla!”
“Alice,” provo a convincerla. “Ti ho già detto che potrai occuparti tu dei preparativi, ma anche di non volere nulla di troppo appariscente. A che ti servono minimo sette mesi se ti ho chiesto un matrimonio semplice?”
Alice sembra presa alla sprovvista. “Sì, be’... c’è il catering! La sala, la chiesa, le fedi, i vestiti...”
“Sono cose che posso benissimo aiutarti a fare, due, tre mesi basteranno. Posso concedertene quattro, non di più” sentenzio alla fine, decisa.
È il mio matrimonio, mio e di Edward, e per quanto voglia un bene dell’anima a Alice, dobbiamo essere noi a decidere come sarà il nostro matrimonio.
Alice sospira. “Va bene. Quattro mesi, non di meno.”
“Non di più, vorrai dire” la corregge Edward.
Alza le mani in segno di resa. “Okay” risponde con il broncio.
Chiudendo gli occhi, sospiro poggiandomi contro Edward. Immediatamente, mi stringe a sè, quasi non facendomi respirare. Le sue labbra si posano sulla mia fronte, le sue mani che si intrecciano alle mie.
Sorrido pensando al lato positivo di tutta la faccenda avvenuta due anni fa. È vero, ho sofferto, anche lui ha passato il suo brutto momento, e per un attimo ho davvero temuto di poter riuscire a dimenticarmi di lui quando sono partita per New York lasciandolo a Forks, ma... Adesso, con la mente sgombra da ogni pensiero, innamorata e felice di esserlo, posso anche pensare al lato positivo della cosa.
Edward ha fatto, e fa, il possibile affinché continui a fidarmi di lui e non mi penta di averlo perdonato.
Di giorno è dolcissimo, e la notte a letto è puro fuoco, passionale come non mai. È l’uomo perfetto, perché sa unire la dolcezza alla passione in modo sublime.
Non ci è voluto molto tempo per perdonarlo. Edward era sinceramente pentito e con ogni gesto, parola e sguardo, voleva dimostrarmi che potevo affidare la mia stessa vita a lui senza pentirmene nemmeno per un secondo.
Non c’è stato un momento in cui ci siamo messi a sedere e io gli ho detto ‘Adesso mi fido di te’. È venuto tutto spontaneo.
Partire insieme, da soli, e dover necessariamente affidare la mia vita a lui anche per le più piccole cose è stata un’ottima idea. Una seconda possibilità si da a tutti, no? E nella vita si può cambiare, giusto? Sì. Edward ne è la prova.
La vita è fatta di rischi; se esci, affronti mille pericoli senza che tu te ne accorga. Un auto, un taxi, una motocicletta… Dieci minuti prima ridi e il tempo di un secondo e BAM. Ti può finire bene, ti può finire male. Nel male, puoi essere fortunata. Puoi ritornare più forte di prima. Ma non per questo rimani in casa barricandoti dentro per paura. Affronti il rischio inconsapevolmente, ma lo affronti.
Edward è stata la mia auto. Mi ha distrutta, mi è finita male. Per un certo periodo. Perché poi sono ritornata più forte di quanto già non lo ero prima.
Inconsapevolmente, stavo già affrontando il rischio. L’ho affrontato accettando la proposta di Edward, il suo volermi dimostrare quanto sia cambiato. E se ho fatto trenta, posso benissimo fare trentuno.
Non me ne sono mai pentita.
Le mani di Edward mi accarezzano piano, languidamente.
Apro gli occhi, scoprendo l’assenza di Alice. Siamo soli.
“Edward...” mormoro divertita.
Le labbra di Edward si racchiudono intorno al mio lobo. “Ti ho già detto che ti amo?” chiede dopo.
“Me l’hai detto stamattina” rispondo, richiudendo gli occhi.
“Mmh... dato che sono le sette di sera... è troppo poco” sussurra, baciandomi lievemente il collo.
“Dai, Edward, siamo dai tuoi...” gli dico, tentando di allontanarmi.
Cosa alquanto difficile visto che Edward non mi vuole lasciare andare e io... io, in fondo, non voglio allontanarmi.
Sento la mano di Edward spostarsi dalla mia fin sotto il tessuto della mia maglietta, lentamente. Molto lentamente.
Brividi di piacere iniziano a increspare la mia pelle.
“Fermo” gli ordino quando la sua mano si sposta più giù, arrivando ad inoltrarsi nei jeans e sotto l’elastico delle mutandine.
“Lo facciamo un bambino?” domanda, continuando a mordicchiarmi il lobo dell’orecchio.
“Sì, adesso” rispondo divertita.
Percepisco il sorriso di Edward sulla mia pelle, mentre improvvisamente il suo dito si posa sul mio clitoride.
Sussulto, cercando di scostarmi stavolta per davvero.
“Edward, sei impazzito?” sibilo.
Siamo nella sala da pranzo dei suoi, qualcuno può venire scoprendoci in un atteggiamento non proprio casto e benché sia felice di mostrare a tutti quanto io e Edward ci amiamo... questo sarebbe un po’ troppo!
Emetto un breve gemito quando il suo dito inizia imperterrito a muoversi su e giù, l'erezione di Edward fra le mie natiche.
Mi ignora bellamente, continua a farmi ciò che vuole come se io non avessi parlato.
Quando fa così lo odio.
“Se ti sbrighi e non urli nessuno ci scoprirà” sussurra divertito.
“Io non urlo” lo correggo, indispettita.
“Sì” sentenzia deciso, premendo più forte e facendomi emettere un leggero urletto.
“Edward!” lo sgrido, il più piano possibile.
“Hai visto che hai urlato? E non ho nemmeno usato tutta la mia forza...” comunica.
Mi scappa un sorriso. “Sei un cretino” borbotto. La bassa risata di Edward aumenta i battiti del mio cuore. “Sul serio, Edward, non...” Chiudo gli occhi, abbandonandomi fra le sue braccia quando sento ormai il piacere scorrermi dentro, la mia intimità umida sotto il tocco del suo dito. Edward accelera i movimenti.
“Avanti, Bella” mi sprona con voce roca. “Vieni per me” continua.
Quando ho detto che odio quando fa così non scherzavo! Quando mi parla con quel tono di voce e utilizza certe parole l’unica cosa che sono capace di pensare è di volerlo sbattere al muro e abusare di lui ma come faccio con la sua famiglia nella stanza accanto?
Apro più che posso le gambe, iniziando ad assecondare i movimenti della sua mano, strusciandomi così sulla sua erezione ormai dura contro di me. La voglia di averla dentro è enorme e purtroppo dovremmo aspettare almeno altre due ore!
Lo odio, lo odio, lo odio!
E dovrebbe odiarsi anche lui visto che inizia ad ansimare contro al mio orecchio senza tuttavia poter far qualcosa per aiutarsi. Al massimo, può andare in bagno.
“Bella” mi chiama.
Mi volto verso il suo viso, cercando con le labbra la sua mascella. La bacio, la mordo delicatamente, aspettando che continui.
“Non appena ti farò venire, alzati e vai nella camera da letto di Alice. Resta lì, io ti raggiungerò fra qualche secondo” comunica.
Non mi da il tempo di parlare che le sue labbra si posano sulle mie. Non è un bacio dolce nè gentile quello che segue, è famelico e rude, il che significa che è ancora meglio.
I primi tempi Edward non faceva che baciarmi e baciarmi, diceva che doveva recuperare i tempi perduti quando sì, facevamo sesso ma non gli permettevo di baciarmi. La cosa, ovviamente, mi ha fatto sciogliere come neve al sole, molto più di quanto già non fossi sciolta dopo averlo perdonato.
Mi concentro sul dito di Edward sul mio clitoride, sui suoi movimenti veloci e brevi, e sul piacere che sento scorrere nelle mie vene. La mia mano si posa sulla sua, dandogli il giusto ritmo, e affondando le mie unghie sulla sua pelle per trattenere il piacere che vorrebbe uscire dalla mia bocca.
Getto la testa all’indietro, serrando gli occhi, quando finalmente raggiungo l’orgasmo. La bocca di Edward amplifica il mio piacere leccandomi il collo, nel mio punto più sensibile.
Tre secondi, mi lascia solo tre secondi per riprendermi.
“Bella, vai subito in camera” ordina. La sua voce non ammette rifiuti.
Non me lo faccio ripetere due volte.
Emmett, suo figlio e Esme sono in cucina. Carlisle, il padre di Edward, è al lavoro, e credo ritornerà entro breve. Alice era con noi fino a qualche minuto fa, adesso sarà sicuramente in cucina con gli altri.
Un uomo e una donna possono rimanere da soli senza che qualcuno arrivi a pensare male? Sì, se rimaniamo da soli solo per poco tempo.
Edward mantiene la parola. Non appena entro in camera di Alice, chiudo la porta. La riapro dopo qualche secondo. Ci pensa Edward a chiudere la porta e a prendermi in braccio per portarmi sul letto di sua sorella.
Riusciamo a malapena a vedere i nostri volti a causa della poca luce che proviene da fuori grazie alla luna, ma non importa. Mi basta sentire il tocco delle sue mani, il contatto con il suo corpo, e la sua bocca su ogni parte del mio.
“Non ho tempo per il romanticismo, amore” sussurra. Sembra quasi dispiaciuto.
“Credi che mi importi qualcosa?” domando, retorica.
Edward sorride.
Se dovessi scegliere fra dolce e romantico e rude e passionale... Sono sicura che la dolcezza e il romanticismo perderebbero a grandi linee. Adoro quando Edward mi fa sua con lentezza e dolcezza, ma quando mi fa sentire il suo estremo bisogno di me... Credo di non aver ancora trovato una parola adatta ad esprimere come mi faccia sentire, nè la troverò mai.
“Devo accontentarmi di toccarti così...” spiega angosciato, togliendo i miei jeans e limitandosi ad alzare la mia maglietta. Come lui, anche io vorrei spogliarmi tutta e spogliare lui ma purtroppo non abbiamo tempo.
Le mie mani si posano sul suo ventre e più giù, arrivando a sfiorare il suo membro pulsante di desiderio. Ci penso io ad aprirgli i jeans e ad abbassare i boxer, prendendo in mano il suo pene.
“Edward...” supplico.
“Sì, piccola mia” mormora subito, aprendo le mie gambe e posando la punta contro la mia femminilità. Spinge dentro di me con forza, senza tuttavia farmi male. Non più del normale, ecco.
Le mie gambe si stringono attorno ai suoi fianchi, godendo finalmente del contatto.
“A Alice non andrà giù questa cosa” riesco a dire tra un ansito, dovuto a una spinta, e l’altro.
“Credimi, tesoro mio, in questo momento è l’ultimo dei miei pensieri” risponde, continuando a spingere.
La mia intimità, già sensibile a causa dell’orgasmo di pochi istanti prima, non fa fatica ad arrivare a provare piacere una seconda volta in tempi brevi. Soprattutto quando Edward inizia a toccarmi con in dito. L’orgasmo giunge poco dopo, veloce ma tuttavia non meno appagante, seguito a ruota da Edward, che si svuota in me gemendo sulla mia spalla.
Faccio passare tre secondi, solo tre secondi per quanto mi dispiaccia, prima di toccare lievemente la spalla di Edward. “Amore, dobbiamo alzarci.”
“Perché?” borbotta, il viso affondato ancora nell’incavo fra spalla e collo. Non si è mosso di un millimetro.
“Si staranno chiedendo dove siamo…”
“Fregatene” si limita a dire, muovendosi per mettersi più comodo su di me.
“Dai Edward” lo sprono, spostandolo. “Vuoi che pensino che abbiamo fatto sesso?”
“È quello che abbiamo fatto” risponde, inarcando un sopracciglio.
“Sai che intendo” lo rimprovero, sistemando i miei vestiti.
Quando mi volto verso di lui, vedo che mi guarda con fare annoiato, ancora mezzo nudo.
“Vuoi sbrigarti?”
Sorride. “E se fossero già arrivati a pensarlo?”
Prendo un grosso respiro, lanciandogli un’occhiataccia. “Non ti conviene, potrei avere uno shock permanente e associare il sesso all’imbarazzo, così da non farne mai più per molto tempo, o peggio: per il resto della mia vita.”
Edward fa una smorfia, decidendo di alzarsi e obbedirmi. Quando finisce di darsi una sistemata, lo prendo per mano e lo porto giù come una mamma con il proprio bambino che fa i capricci.
“Dove eravate finiti?” chiede Emmett, in braccio il figlio.
“Bella doveva telefonare a sua madre, che a sua volta ha voluto parlare con me. A quanto pare, vi siete coalizzate tutte per impedirmi di farmi vedere il suo abito da sposa” si inventa – con mia grande gioia – Edward, rivolgendosi alla sorella.
“Ma è normale, Edward. Porta sfortuna che lo sposo veda l’abito nuziale prima della cerimonia” comunica Alice.
“Non crederai a queste sciocchezze? E allora che farai, terrai lontana Bella da me la notte prima perché anche questa è tradizione?” domanda.
“No. Sarai tu che andrai a dormire fuori, e precisamente qui.”
“No. Non se ne parla” decide in fretta Edward.
“Dai, per una notte non muore nessuno” lo prende in giro Esme, sedendosi vicino a me.
“Bella, diglielo tu!” ordina velocemente, rivolgendosi a me.
“Be’…” Come dirgli che ogni tradizione va rispettata?
Se non sapessi di offenderlo, scoppierei a ridere per l’occhiata sconvolta che mi rivolge quando non rispondo in mancanza di parole. Al mio posto, ci pensa il resto dei presenti.
“Bene” sentenzia. “Sono arrabbiato” comunica deciso, andandosene fuori dalla cucina.
“Amore!” esclamo, cercando di trattenere una risata.
Emetto, però, un gridolino di sorpresa subito messo a tacere dalla mano di Edward che copre la mia bocca.
Siamo nel corridoio, al buio completo, con la cucina a distanza da noi.
“Così adesso se perdiamo un po’ di tempo non ci verranno a cercare” spiega divertito, attirandomi a sé.
“Che cretino” borbotto, sorridendo poi sulle sue labbra.
 
 
Spazio autrice
 
Se la trama della storia non lo necessita, non descrivo mai il matrimonio dei protagonisti e la nascita del loro primo figlio perché, appunto, non ce n’è bisogno. Se io avessi fatto un salto temporale SOLO per il matrimonio o il parto, non sarebbe piaciuto per primo a me. Avrebbe stonato, in altre parole. Per questo ho preferito non scrivere nulla, facendo volare la vostra immaginazione su ciò che sarebbe il continuo. Bella e Edward si sposeranno, lo sapete, e la storia finisce qui. Il resto, sta a voi immaginarlo, così come per tutte le altre storie.
Questa storia era nata solo per descrivere una Bella forte, che non si facesse mettere i piedi in testa nemmeno da Edward-sono-figo-solo-io-Cullen, una Bella bella (gioco di parole xD) e cosciente di esserlo. E perché no, anche per sfogare la mia vena maniacale :Q___ Ma alla fine ha preso tutta un’altra piega, è diventata più seria del previsto e mi sono ritrovata dentro qualcosa più grande di me xD Però va bene, sono soddisfatta del fatto che secondo voi, dolcissime lettrici, io sia riuscita ad affrontare il tutto – discorsi e seghe mentali comprese xD – egregiamente. Non mi sono mai ritrovata a dover perdonare una persona della quale avevo perso la fiducia, questo è stato un territorio del tutto estraneo, e vedere che nonostante tutto avete apprezzato… be’, è grandioso.
Io vi scrivo sempre e solo grazie, ma per quanto sia bella la scrittura questo è il massimo che mi posso permettere, e magari anche un’emoticon. Perciò, GRAZIE (:D) a chi ha inserito la storia nelle tre liste, ma specialmente a VOI che mi avete dato la spinta per andare avanti ogni capitolo con le vostre recensioni :)
 
   
 
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