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Autore: dubhe_michi    17/05/2013    0 recensioni
Riuscireste a credermi se vi dico che io non ho mai trovato l'altra metà in una donna mortale?
Quelle creature fingono, sono complessi enigmi che solo l'anima perfetta predisposta e gemella può risolvere.
Nella realtà ho sempre pensato che non esistessero cose inspiegabili. Sbagliavo Sono tra noi e hanno migliorato la mia intera vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un paio di giorni trascorsero dopo quel pomeriggio passato con lei. Nonostante fosse Mercury a proteggere me da entità di cui solo lei conosceva l'esistenza e la natura, io volevo difenderla da ogni pericolo, tenerla stretta a me e trattarla come la sorella che ho perso.
Morì quando avevo 10 anni, lei ne aveva 8, fu un trauma per me. Il suo nome era Phoenix, aveva un viso bellissimo, due occhi blu e i capelli chiari e leggeri. Mia madre la chiamò così perchè disse che dopo che l'ebbe partorita, vide una bellissima fenice bianca fuori dalla finestra dell'ospedale. Ovviamente, nessuno le crede, ma io si, so che quello che dice è la verità.
Ricordo ancora che passavamo intere giornate sulla riva del fiume, portavo sempre un sacchetto di noci e succedeva che ne mangiavamo la polpa e usavamo i gusci per creare delle piccole barchette. Facevamo a gara di quale arrivasse per prima alla cascata. Io cercavo sempre di lasciare la mia barchetta un secondo dopo la sua. Facevo vincere sempre lei perchè volevo vederla felice. Un giorno, alle scuole elementari, spaccai il naso con un pugno ad un bambino che le aveva tirato una lucertola addosso. 
Insomma, era quasi un amore ossessivo, un amicizia destinata a durare per l'eternità. Ma poi... una mattina vide la sua migliore amica dalla finestra dell'aula, su al terzo piano. Si sporse per salutarla e... cadde.Il volo gli provocò un trauma cranico immediato molto grave, che nel giro di poche ore si trasformò in morte cerebrale. Rimase in coma per 2 settimane, non lasciai la poltrona in parte al suo letto ne per andare a scuola, ne per mangiare, ne per dormire. Dopo quel lungo arco di tempo, i miei genitori decisero di dare il consenso per staccare la spina. Volevano anche donare gli organi ma io glielo impedii con un vero e proprio sciopero della fame di 4 lunghi giorni. Si spensero le macchine che la tenevano in vita e con esse... il suo cuore. 
Al funerale non piansì ma ricordo solo che andai all'altare finita la messa e urlai "la donna che amerò sarà la più simile a te. Aspettami, alla fine di questa lunga vita saremo ancora insieme e niente potrà mai separarci". Ero davvero sconvolto e ancora adesso penso spesso a lei, tutte le volte che devo prendere una decisione, che sono triste, depresso, allegro, sconfitto, deluso , gioioso, fuori di me. Lei è la mia guida, la mia essenza. Vive dentro la mia anima e quando morirò saliremo entrambi verso un mondo migliore. Lei, in possesso del mio stesso sangue, mio stesso cuore e mio stesso spirito.

 
 
Pioveva tanto fuori e venne la sera più presto del solito. Sembrava quasi che l'inverno si fosse radicalizzato. Sta di fatto che per fortuna i miei genitori non erano in casa. Ultimamente, con quel tempo un pò ballerino, le mie ali saltavano fuori all'improvviso appena il sole calava. 
Devo ammetterlo, più volte mi sono rimirato allo specchio, alla fine avevo più fascino così anche se l'unica persona a poterle vedere era Mercury. 
Stavo quasi per infilarmi sotto le coperte quando sentii picchiare al vetro. Pensavo avesse cominciato a grandinare e invece... era Mercury. 
Le aprii, era bagnata fradicia. " Piccola, che ti è successo?" " i miei genitori staranno fuori la notte stasera, mi hanno lasciato un messaggio alla porta di cercarmi un posto dove dormire. Mi hanno anche lasciato dei soldi nascosti sotto il tappeto per affittare una stanza in hotel ma sinceramente non mi fido. Tu sai bene i rischi che corro a dormire in un luogo pubblico e magari anche sorvegliato da telecamere" " beh, sono felice che tu abbia optato per venire a stare qui... per stasera, si intende" " non illuderti, tu dormirai li, io sul tappeto" " illudermi di cosa?" " guarda che lo so che mi spieresti sotto la camicia da notte" " perchè mi credi così pervertito e cafone?" " perchè ho questa diffidenza per i maschi" " mmm, capisco. Ci facciam" " NO " " come?" " te l'ho detto, siete tutti uguali, vedete una ragazza e subito le chiedete di starci! Che esseri schifosi" " veramente,... stavo per chiederti se ci facevamo una tazza di tea" " ah... giura?" " giuro" " oddio, che vergogna. Scusami" " mh, la prossima volta fammi finire le frasi, dovresti smetterla di avere così brutti pregiudizi su di me e conoscermi un pò " " forse hai ragione tu... perdonami" " non importa" .
 
La sera parlammo di tutto, ci raccontammo delle nostre vite da mortali, dei nostri sogni, delle nostre paure, il terrore di rimanere soli, il desiderio di avere qualcuno che ci capisca, l'amore per un coetaneo, l'estraneo lato della morte. Le confessai anche di mia sorella e dell'accaduto e lei non fece altro che guardarmi,  stringermi forte e rimanere così in silenzio. Io piangevo, lei mi teneva fra le sue braccia. Prima di addormentarci, ricordò che mi disse :"ho paura di entrare in un incubo di solitudine da cui non posso uscire" "non ti preoccupare, ora ci sono io ". Mi sorrise per la prima volta e  non riuscivo a capire perchè teneva tanto nascosti quei dentini. Quando quella bocca si allargava, il bagliore emanato risplendeva in tutta la stanza, era uno spettacolo meraviglioso. Cademmo poi in un sonno profondo, legati insieme in un dolce e amaro destino.  

 
  
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