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Autore: Siel    18/05/2013    2 recensioni
Tre fratelli, due maschi e una femmina. Tre esseri dagli immensi poteri. La battaglia più distruttiva dall'inizio del Tempo deve essere evitata. E per farlo, il Creatore si dovrà incarnare, dimenticandosi tutto e ricominciando una nuova vita, che lo porterà a conoscere l'Impero dal punto di vista di un comune Terreno, e forse, chissà, anche il nostro mondo, per poi scoprire una terribile verità, che lo porterà a compiere una scelta terribile: accettare il proprio destino o ribellarsi ai dettami del Fato?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’Imperatore, era seduto sul trono, con gli occhi chiusi.
Poi sorrise e disse, sempre con gli occhi chiusi << Da quanto tempo … è un vero piacere averti nella mia umile dimora! >>
Una figura alta, vestita con un lungo mantello nero dai riflessi argentei era apparsa all’ingresso della sala.
Il volto era nascosto da un cappuccio dello stesso colore del mantello, che nascondeva tutto del misterioso personaggio, tranne la figura.
Si diresse verso il trono scivolando sul pavimento.
Giunto di fronte al trono si fermò. L’Imperatore lo guardò con un sorriso enigmatico.
<< Come ho già detto, è un vero piacere averti qui, ma non posso fare a meno di chiedermi quale sia lo scopo di questa visita così … silenziosa >> continuò facendosi serio.
La figura non parlò, ma con un lento gesto del braccio mostrò all’Imperatore un grande foglio di pergamena, appena apparso, ricoperto da lunghe liste di nomi.
L’Imperatore scrutò la pergamena, sapendo già cosa volesse dire il misterioso personaggio.
<< Non comprendo, spiegami meglio >> disse.
La figura fece un altro gesto, e tutti i nomi, tranne uno, sbiadirono.
L’inchiostro dell’unico nome rimasto, da nero divenne rosso sangue.
<< Ah, sì la questione della mia morte … mi stavo chiedendo quando ti saresti presentato … ma non ho forse intravisto, oltre al mio Vero Nome, anche quello di mio fratello? Non indica quella lista anche i probabili morti del futuro? Ebbene, sappi che io ho le stesse possibilità di morire che ha mio fratello, tutto dipende da come giocherò la mia partita e quanto alla morte, non credo sarebbe così terribile, senz’altro la potremmo considerare come un’esperienza nuova. Da paragonare all’incarnazione >> disse con indifferenza l’Imperatore.
<< Se sei venuto solo per questo, puoi andare, ti ringrazio dell’avvertimento, ma sono già al corrente dei rischi che corro, come ho già detto ad Ananke >>
nonostante questo, la figura, non accennò ad andarsene.
Con un altro movimento del braccio, la lista si rimpicciolì e volò in una tasca del lungo mantello del personaggio.
Poi, egli mise una mano in un’altra tasca e ne estrasse un lucchetto d’ossidiana, con decorazioni d’argento.
Il lucchetto era chiuso intorno a un anello, fatto dello stesso materiale, ma su cui era incastonato un diamante che brillò alla luce del sole riflessa dagli specchi.
L’Imperatore lo scrutò, e disse << Sì, mi ricordo dei quattro lucchetti e delle rispettive chiavi … e so anche che qualora dovessi falciarmi mio caro Morte, tu e i tuoi amici Cavalieri sareste liberi dalla morsa che vi ho imposto. E so anche che con la mia incarnazione, è destino che io vi liberi … perciò, ecco a te le quattro chiavi >> continuò l’Imperatore seriamente, schioccando le dita.
Apparvero quattro chiavi, ognuna fatta di una differente minerale.
<< Ma ricordati, e ricorda anche a Guerra, Carestia e Pestilenza, che quando tornerò … se tornerò, dovrete fare i conti con me … e potrei non essere clemente come lo fui quando obbedii al corso del destino decidendo di non distruggervi e togliendovi gli anelli, proteggendo l’universo dalla vostra furia di distruzione … perciò, prima di sterminare intere nazioni, infettare villaggi, affamare città e scatenare immani guerre, pensate a come reagirò al mio ritorno >> ammonì tranquillamente l’Imperatore.
La figura annuì con aria seria, pur sembrando poco d'accordo.
Allungò un braccio verso le chiavi.
Così facendo, la manica del vestito scivolò, rivelando un braccio scarnificato.
Della carne, se ve ne era mai stata, non restava più traccia.
Le ossa erano bianche e levigate.
Quando la mano scheletrica afferrò la chiave, si udì un tuono.
Con evidente soddisfazione, Morte infilò la chiave nella serratura del grande lucchetto.
Si udì uno scatto, e dopo cinque giri, il lucchetto si aprì.
L’anello si liberò, ma invece di cadere al suolo, si diresse verso la mano del suo legittimo padrone.
Appena si fu infilato sullo scheletrico anulare della mano destra, dall’anello scaturì un’onda d’urto.
L’Imperatore rimase impassibile.
L’onda d’urto, color fumo, passò intorno al trono, senza neppure sfiorarlo.
L’urto, fece cadere il nero cappuccio del mantello dal capo di Morte, rivelando il suo vero viso.
Un teschio era il capo dell'oscura figura.
Nell’ombra delle orbite incavate, brillavano due occhi rossi, come fiamme di candele in una notte senza luna e senza stelle, come tizzoni ardenti.
E finalmente il Cavaliere dell’Apocalisse parlò con voce profonda << Ora che sono, anzi siamo liberi, posso parlare liberamente, senza timore di ripercussioni … sappi che farò tutto ciò che è in mio potere per annoverarti tra le mie vittime. E sappi che non mi interessa quante vittime dovrò falciare, pur di esaudire questo mio desiderio. Sappi che non è per odio primigenio, ma solamente perché nessuno può tenermi prigioniero, neppure un Supremo! Mi rifiuto di accettarlo! >> disse con odio palese il malvagio essere.
<< Bah! Se nessuno può tenerti imprigionato, sapresti forse svelarmi come ci sono riuscito per miliardi di miliardi di anni? >> chiese con voce beffarda l’Imperatore
<< E per quanto riguarda il tuo desiderio … mi dispiace di non poterlo esaudire, ma ho degli impegni già presi … e alquanto urgenti a dire il vero, per cui, se hai detto tutto ciò che dovevi, potresti andartene? >> continuò l’Imperatore con sempre più marcata ironia.
<< Non sei degno di essere l’Imperatore dell’universo! Non sei neppure degno di essere un Supremo! Io rifiuto la tua sovranità! Il vero Imperatore non sei tu, bensì tuo fratello! >> disse la Morte.
L’anello di ossidiana emanava uno strano bagliore, e pareva incandescente.
L’Imperatore ribatté tranquillamente << Non mi importa nulla se tu riconosci o no la mia sovranità! Ho smesso di interessarmi del giudizio dei Creati molto tempo fa. A dire il vero, proprio quando tu tradisti, consegnando al Nero questo universo, condannandolo all'Apocalisse. Ma comunque, diciamo pure che sono abbastanza sicuro su chi sia il legittimo Imperatore, e nessuno, tranne me, può essere annoverato nell'elenco. Non capisci? Non ti distruggo solo per non alterare l’equilibrio cosmico, e beh, anche perché tu fosti una delle creature che creai per prime … certo, il fatto che tu fosti anche una delle prime a passare dalla parte del mio caro fratello, quando tentò la scalata al potere, non gioca molto a tuo favore. Ma sappi che il destino è stato riscritto già altre volte, e per molto meno! >> ammonì l’Imperatore
<< E che in pochi milioni di anni un universo può trovare un nuovo equilibrio cosmico, in cui la morte potrebbe non esistere! >>
<< È forse una minaccia questa? >>
chiese con aria di sfida il Cavaliere
<< Esattamente Morte, vedo che hai compreso ciò che stavo tentando di comunicarti >> disse senza scomporsi l’Imperatore, rivolgendo al Cavaliere un sorriso angelico
<< È inaccettabile! Io che vengo minacciato! >> sibilò la Morte irata, gli occhi rossi più scintillanti che mai, che aveva creduto che il Creatore non avrebbe mai ammesso le sue intenzioni.
Improvvisamente, mosse entrambe le mani e fece dei complicati ma veloci gesti diretti all’Imperatore.
Una scia di energia nera fu scagliata ad altissima velocità dai palmi del Cavaliere dell’Apocalisse verso il Creatore.
Che rimase impassibile, e non muovendo neppure un dito.
Invece che colpire il Bianco, la sfera di energia fece un giro intorno al trono e si ingrandì, divenendo bianca.
Si diresse a velocità doppia rispetto a prima verso la Morte, colpendola in pieno petto.
L’essere, preso di sorpresa, fu scaraventato attraverso tutta la Sala del Trono, andando a schiantarsi contro una colonna di marmo bianco, e cadendo poi al suolo, senza un gemito.
Si alzò a fatica, e la luce dei suoi occhi brillava più vivida e maligna che mai, mandando bagliori rossastri.
Alzò un braccio e si preparò a lanciare un’altra sfera di energia.
Nell’istante in cui provò a scagliarla si accorse dello sbaglio che aveva appena compiuto ritentando ad attaccare l’Imperatore.
Infatti, nonostante il Creatore non si fosse mosso, il Cavaliere dell’Apocalisse fu costretto a ringoiare tutta l’energia che stava espellendo, un processo a dir poco doloroso, vista la natura dell'incanto che stava per lanciare contro il Bianco.
La Morte urlò.
Un urlo sovrumano, contenente il dolore di innumerevoli innocenti che erano stati sterminati con estremo piacere dal malefico essere.
Dopo qualche istante tutto finì, e il Cavaliere rimase in terra ansante.
<< È così che guadagni la lealtà dei tuoi sudditi? >> disse con scherno, ma con voce rotta, ansimando.
L’Imperatore sorrise.
<< E tu è così che credi di spodestarmi? Se la risposta è si, sappi che sei decisamente patetico. Sembri tanto fiero del potere che hai appena riguadagnato, che non comprendi quello che vuoi scatenare. Vuoi il potere? Lo percepisci? Questo, è il Vero potere >> sibilò l'Imperatore, irritato.
La sua energia iniziò a turbinare, uscendo dal suo corpo, circondando il Creatore di una strana atmosfera vibrante e dorata, che rese il suo aspetto ancora più sublime alla vista, ma, al contempo, anche più alieno di quanto già non fosse.
Il potere si espanse per la sala, riempiendo ogni angolo.
Non parve creare danni, se non il solito senso di oppressione che però, mentre in presenza di Ananke era stato pur se pesante, sostenibile, iniziò a diventare più pesante.
La Morte, che si era rialzata, fu costretta a prostrarsi al suolo, lottando invano contro la spinta della Magia del Creatore, che fece una smorfia, liberando il Cavaliere e proiettando la propria energia verso le fondamenta del castello.
Il palazzo cominciò a tremare, ma in modo differente da prima.
Non era un tremore di distruzione, bensì un tremore che scuoteva l’intero edificio senza causare danni.
<< Non ti conviene sfidarmi o Morte. Non sai ciò a cui stai andando incontro. Ed è molto, moltissimo tempo che non provo … i sentimenti che le tue parole hanno scatenato in me. Non hai neppure la più pallida idea di quanto io sia potente. Forse conosci la potenza dei Supremi, ma ti assicuro che io ho sviluppato enormemente i miei poteri, e la tua piccola e insulsa mente di Creato traditore, non può contemplare la grandezza della mia Magia. Se volessi eliminarti, non dovrei neppure muovermi. Mi basterebbe accennare un pensiero di distruzione nei tuoi confronti. Se pensi che non avrei mai il coraggio di farlo, ti conviene ricrederti. Potrei anche cambiare il passato, cosicché nessuno si ricordi della tua esistenza. Oppure potrei distruggerti completamente. Sai cosa significa? Sarà come se tu non fossi mai esistito … perciò frena le tue impertinenti parole. Sento già l’ira scorrere insieme all'icore nelle mie auree vene, pronta a fuoriuscire da me sotto forma di poteri che non potresti neppure sognarti di fermare >> continuò con un sorriso enigmatico il Creatore.
La Morte ribatté << Le tue sono solo parole! Non sono queste a contare! Sono i fatti! Quei fatti che tuo fratello era ben disposto a compiere! >> la frase del Cavaliere fu interrotta dal suo grido di dolore.
L’Imperatore si era alzato dal Trono, e stava scendendo con calma i gradini, mentre tendeva una mano tesa ad artiglio verso la Morte.
Il Cavaliere dell’Apocalisse fu sollevato dal suolo, mentre si contorceva in preda al dolore, soffocando i gemiti per non dare la soddisfazione di vederlo soffrire al Creatore.
<< Non continuare a irritarmi! Lo dico per il tuo bene. Come ho già detto nel Consiglio Divino, in ognuno di noi c’è sia il Bene che il Male, anche se in differenti quantità. Ebbene, parlare di mio fratello, specie ora, non è certo il modo per rendermi più clemente e disponibile al perdono. Specie nei tuoi confronti, dato che hai già dimostrato di non essere molto fedele e leale nei confronti del tuo unico, vero Creatore. Ciò che accadde sono affari miei e suoi, e, certamente, non tuoi! Anche se le nostre scelte influenzano l'universo e quindi voi, nulla vi da il diritto di intromettervi! Pensate di sapere quali siano le vere ragioni del conflitto? Beh, vi sbagliate, e anche di molto >> disse l'Imperatore, pensando alla reale ragione per cui il Grande Scisma aveva avuto origine.
<< Ma sto divagando, e forse le mie parole non ti interessano, visto il dolore che stai provando. Com'è? Doloroso? Questo è solo un assaggio di ciò che potrei farti provare. Ma tornando al concetto di bene e male, cosa stavo dicendo? Ah, ma certo! Ti stavo ammonendo di non irritarmi, perché ora stai facendo emergere la parte che più tengo nascosta! >> continuò l’Imperatore con voce vellutata, facendo accompagnare il suono della voce da uno strano potere, che fece rabbrividire l'oscuro Cavaliere fin nel profondo.
<< Ah, a quanto pare sono arrivati anche i tuoi colleghi! >> disse il Bianco, con voce lievemente annoiata.
Infatti, subito dopo, sulla soglia della porta dorata comparvero tre figure.
Pestilenza, Carestia e Guerra.
Tutti e tre portavano i loro anelli, da poco liberati dalla prigione di potere imposta da tempo immemore dall'Imperatore.
Il Creatore abbassò la mano, facendo cessare il flusso di potere che teneva il Cavaliere sollevato a mezz'aria.
Morte cadde al suolo, e una volta atterrato scomparve, ricomparendo accanto ai suoi compagni.
Pestilenza, una figura vestita di un lungo mantello verde palude, sporco di quello che pareva fango, e circondata da un nugolo di insetti velenosi, disse con voce servile e melliflua << Imperatore! Da quanto tempo! Troppo! Abbiamo sentito le grida del nostro fratello ... Torturi uno solo di noi, e di nascosto per giunta, per paura di doverci affrontare tutti? Non ti facevamo così vile! Permettici di ripagare con eguale moneta ciò che è stato per noi essere tenuti prigionieri per tutti questi millenni, e ciò che Morte ha dovuto ingiustamente subire! >>
La voce di Pestilenza era graffiante, un insulto al senso dell'udito, ma, apparentemente, non infastidì l'Imperatore, che rimase impassibile, un'espressione indecifrabile sul volto.
Carestia, una scheletrica figura vestita di stracci grigi e polverosi annuì con un orrido sorriso, che parve più simile a una smorfia, e fece un passo avanti, venendo verso il Bianco.
Subito dopo veniva Guerra, un essere emaciato, vestito con una cotta di maglia e un elmo rugginosi e terribilmente rovinati.
All’unisono tutti e quattro i Cavalieri allungarono un braccio verso l’Imperatore e lanciarono ognuno una sfera di energia di colori uguali agli stracci vestiti del creatore del malvagio incantesimo.
L’Imperatore rise e disse, fingendosi terrorizzato << O no! Un ammutinamento! Come farò?! Dovrò forse soccombere ai villici che si ribellano? Beh … credo proprio di no! >> concluse con aria feroce.
Allargò le braccia, e sorrise.
Fu circondato da un’intensa luce bianca, che parve assorbire le sfere di energia lanciate dai Cavalieri, nutrendosi dell'energia contenuta in quei sortilegi per contrastarli, annullandoli.
<< È tutto quello che sapete fare? >> chiese con voce annoiata l’Imperatore, accennando un impertinente sbadiglio
<< Se sì, sappiate che queste non sono che le briciole di un attacco a cui vi avrei sottoposti io, se avessi voluto … mettervi fuori combattimento. Ma suppongo che i grandi e possenti Cavalieri dell'Apocalisse stiano solamente giocando! Devo forse aver paura per i vostri prossimo attacchi? >> chiese l'Imperatore, fingendosi stupito.
I Cavalieri, si smaterializzarono con un ringhio di rabbia, e ricomparirono in queste posizioni rispetto al Bianco: Morte di fronte, Guerra dietro, Carestia a destra e Pestilenza alla sua sinistra.
All’unisono i loro anelli si illuminarono sinistramente, ed eruttarono delle mortali sfere di fuoco.
Con una risata di scherno, l’Imperatore fece una piroetta, sparendo.
La stessa cosa fecero i Cavalieri, per non essere colpiti dalle sfere infuocate dei compagni, che si schiantarono sulle colonne della Sala del Trono, che si coprirono di ragnatele di crepe, nonostante fossero fatte di marmo.
I quattro ricomparirono e si guardarono intorno, non sapendo da dove sarebbe potuto arrivare il prossimo attacco.
<< Non siete molto gentili … io vi ospito, accogliendovi a braccia aperte, nella mia umile dimora, e voi cosa fate? Appena scompaio iniziate a raderla al suolo? >> disse l’Imperatore con tono severo.
Era riapparso, ed era piegato verso le crepe comparse su una colonna.
Appoggiò un palmo sul freddo marmo e sorrise, lasciando fluire il potere dalla mano.
Le crepe iniziarono a scomparire, partendo dalle più esterne, come se la mano del Bianco le stesse attirando a se, fino a lasciare la superficie marmorea intatta.
L’Imperatore scomparve nuovamente, riapparendo accanto a un'altra colonna.
Dopo ciò, ripeté l’operazione finché tutte le colonne furono rimesse a nuovo, facendo sempre attenzione a non farsi colpire dai Cavalieri, sempre più furibondi per la sconfitta che riuscivano a prevedere.
<< Bah! Non siete degli avversari molto stimolanti. Devo ammettere che vi credevo ben più potenti. Non potete neppure dire di essere spossati, in fondo i vostri pieni poteri hanno riposato per molto, molto tempo … facciamo così, per rendere più … leale nei vostri confronti lo scontro che avete voluto con cotanta insistenza: non userò i miei poteri, ma solo il mio corpo … detto in parole povere, diciamo che voi potete usare i vostri, ma io no: combatterò una quel tipo di incontro che i mortali chiamano combattimento corpo a corpo >> disse l’Imperatore.
I Cavalieri, consci del fatto che non sarebbe venuto meno a ciò che aveva stabilito lui stesso, non esitarono ad attaccare, cercando di riuscire almeno a sfiorare il Creatore.
Le sfere di fuoco, colpivano però solo il marmoreo pavimento, con sempre più grande fastidio dei quattro.
L’Imperatore, infatti, stava correndo attraverso la Sala del Trono.
Nonostante potesse parere il contrario, stava anche tentando di muoversi lentamente, ma i Cavalieri riuscivano solamente a vedere la sua figura sfocata.
Poi si fermò davanti a Morte e disse, fingendosi sorpreso << Non vuoi più combattere? Strano, mi era sembrato il contrario …>>
Il Cavaliere ringhiò dalla rabbia.
Rinunciando a usare la magia, a causa della vicinanza provò a tirare un pugno verso l’Imperatore, che fu bloccato.
L’Imperatore approfittò del vantaggio, e torse il braccio di Morte, che urlò dal dolore.
Lo sguardo del Creatore era feroce, come la sua espressione.
Torse ulteriormente il braccio del Cavaliere con un potente scatto.
Un orrendo scricchiolio e l’intero braccio si staccò dal corpo.
Morte urlò, un urlo potente, che fece tremare le mura della sala, e fissò incredulo l’Imperatore, che era riuscito a fare ciò che non nessuno era riuscito a fare in miliardi di miliardi di anni.
Non potendo morire, almeno in modo tradizionale, poteva ancora muovere il braccio, ma era comunque scioccato per la facilità con cui l’Imperatore era riuscito a infliggergli una ferita di quel genere.
Forse, era davvero così potente come diceva.
Anzi, forse lo era anche di più, pensò Morte, sgomento.
L’Imperatore, forse conscio dei pensieri che si stavano susseguendo nel cranio di Morte, sorrise.
Poi, lasciando cadere al suolo il braccio ancora sussultante, diede una leggera spinta con la mano alla cassa toracica del Cavaliere, facendolo volare per tutta la Sala del Trono e mandandolo a schiantarsi contro il muro della sala.
Un sinistro scricchiolio indicò che Morte aveva riportato qualche altra frattura.
Il Cavaliere si accasciò al suolo, senza muoversi più, senza più tentare di rialzarsi.
Tutto questo era accaduto molto velocemente, e gli altri Cavalieri non avevano fatto in tempo a intervenire.
L’Imperatore si volse nella loro direzione e sorrise, un sorriso strano, feroce e calmo al tempo stesso, un sorriso che prometteva dolore a chi avesse tentato di sfidarlo.
Negli occhi del Bianco brillava una luce strana, quasi di divertimento.
<< Qualcun altro ha qualcosa in contrario al fatto che io sia l’Imperatore? >>
I tre Cavalieri non risposero.
<< Siete più coraggiosi di quanto credessi … infatti state per attaccarmi nuovamente … ma ne ho abbastanza di voi, ho ancora varie cose da preparare, e mi devo incarnare entro dieci giorni. Perciò, andate e non fatevi più vedere!>> detto questo batté le mani e i tre Cavalieri si dissolsero nel nulla.
<< Per quanto riguarda te, caro Morte >> disse il Bianco voltandosi verso l'ultimo Cavaliere
<< non ti elimino perché non sei così fastidioso … ma sappi che potrei farlo, e in qualsiasi momento! Per ricordarti sempre che il mio potere va ben oltre il tuo, d’ora in poi, ogni volta che falcerai una vita, senziente e non, proverai un dolore pari a quello che la vittima prova morendo … immagino che presto inizierai a preferire le morti più, come dire ... dolci rispetto a quelle cruente, che sembri preferire attualmente! Ah, e riprenditi il tuo braccio! Non voglio che i tuoi resti putrefatti appestino il mio castello più di quanto non abbiate già fatto tu e i tuoi cari compagni >> concluse ridendo l’Imperatore.
Poi schioccò le dita e Morte, furente, scomparve in uno sbuffo di fumo.


Allora... spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto... innanzitutto avrete notato che ho pubblicato in leggero ritardo (di un giorno): questo perché sono stato un po' occupato...
In ogni caso, veniamo a noi...
Questo è un capitolo un po' strano... Non so se sarà di vostro gradimento, ma in ogni caso DOVEVA esserci, per ragioni inesplicabili. Anzi no, per ragioni di prosecuzione della storia.
Nella parte dell'autore dell'ultimo capitolo, ho detto che finalmente iniziava l'azione. Ebbene, spero di non aver a messa troppa. Forse l'Imperatore vi sarà sembrato arrogante o antipatico, ma dovete anche vedere con chi ha a che fare, e, soprattutto, con lo stress che sta vivendo.
Come forse avrete capito, le misteriose entità che si erano schierate con il Nero, erano proprio i Cavalieri (che da allora furono soprannominati dell'Apocalisse, e presero le loro attuali sembianze e i loro poteri), anche se sono solamente la punta dell'iceberg di tutte le creature che cambiarono partito, in vista dello scontro.
Passiamo ora alla grammatica... Non dovrebbero esserci troppi errori, e, se li trovate, vi prego di dirmelo :)

La sezione "Dubbi U.U"
Cosa succederà ora? Riuscirà l'Imperatore a incarnarsi o dovrà fare i conti con l'ennesima visita?
Diciamo che questo, è un capitolo di passaggio, in quanto non fa in modo che il lettore di ponga delle domande...

Se volete sapere cosa succederà ora, vi basterà aspettate lunedì pomeriggio. Allora pubblicherò il capitolo sesto, che si chiama: Riflessioni e pozioni

Ultima cosa, prima di lasciarvi nelle solite (ma questa volta meno) limacciose paludi dei dubbi e delle ipotesi...
Questo capitolo vi è piaciuto?
Cosa potrebbe essere migliorato?
Avete dei dubbi?
Vorrei porvi una domanda importante: tra poco i capitoli che ho pronti finiranno. Ora, cosa preferite? Che continui a pubblicare ogni 3 giorni fino a quando non avrò finito i disponibili e che poi pubblichi ogni settimana (più o meno...) oppure che pubblichi ogni 5-6 giorni senza più pause?
Rispondete, per favore... :)
Se volete, recensite pure!
Nessun genere di commento è disprezzato! (Pur restando nel regolamento del sito ovvio... U.U )

Sperando in molte recensioni, e in molti suggerimenti,
Siel

  
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