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Autore: vale 98    18/05/2013    0 recensioni
Un giorno due ragazzi si incontrano per destino! Nel tempo diventano amici e si fidanzano,ma c'è un fatto che li separa...
col passare dei mesi si rincontrano,ma uno di loro rimane ferito...
Il destino certe volte non è rose e fiori!!!!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 2
“Lento processo” 

 
Ormai, su quell’aereo, non poteva far a meno di pensare a lui e a tutti i suoi quattro mesi passati, felicemente, con lui. 
Sarebbe stato difficile cancellare dei ricordi del genere, specialmente, se proprio Liam ne facesse parte. 
Le opzioni erano due: vivere nel passato e morire lentamente; dimenticare tutto e ricominciare la vita lontano da lui e da qualsiasi cosa fosse collegato ad egli. 
Eli avrebbe preferito, cento volte, vivere nel passato, anche a costo di morire, almeno, in quella circostanza, sarebbe stata bene. 
Lo sguardo di lei, dagli occhi quasi annebbiati dalle lacrime, si posò al di fuori, oltre il minuscolo finestrino che permetteva una limitata visuale del paesaggio. 
Vide Liam, che sperava ancora, in qualche modo, che Eli scendesse da quell’aereo e si dirigesse da lui e l’abbracciasse, per fargli capire che non l’avrebbe più abbandonato. 
Ma quel sogno ad occhi aperti di Liam durò ben poco.
Una lacrima scese sul volto di entrambi, come fossero coordinati, una lacrima visibile, anche a quella distanza.
Si stavano facendo del male da soli. Che autolesionisti! 
Ah, se Liam l’avesse fermata, anche se fosse stata l’ennesima volta. 
Ah, se lei lo fosse stata a sentire. 
Questa situazione non sarebbe esistita. 
L’aereo stava per partire, ormai era troppo tardi. Le lacrime scendevano ancora, incessanti, entrambi si guardavano, da lontano, senza sorriderai né fare niente. 
Come potevano sorridersi? Come potevano far finta di niente?
L’aereo decollò e, per Eli, fu come se un grosso peso le si fosse tolto da dosso e, una parte di quel peso, era metà del suo cuore, lei ne era al corrente. Per la loro storia, era davvero la fine. 
Tante volte, lei avrebbe voluto andarsene, ma il suo immenso amore per lui la fermava, pensando che non ce l’avrebbe fatta senza lui. Quella volta, chissà come, era convinta della sua scelta, aveva scelto, senza pensare al futuro, al suo danneggiamento. 
Se avesse pensato, prima di agire. 
La ragazza non poté far altro che guardare il panorama, giù a sé, attraversando le nuvole, grazie ad un aereo, pensando, continuamente, a lui. 
Lui che aveva dato più sole alla sua vita. 
Lui che l’aveva spenta, lasciando una ferita. 
Lui che era indispensabile per lei.
Avrebbe dovuto abituarsi a quell’assenza di lui. 
In quel periodo, i sentimenti di ella erano molto confusionari, non sapeva cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato, come se fosse una bambina. 
Il volo era ancora lungo, il tempo non passava, i pensieri la tormentavano e l’ultima immagine che aveva di Liam le era davanti agli occhi, sempre lì, anche quando chiudeva, semplicemente, i suoi occhi nocciola. 
Per lei, iniziò il tormento, una serie di diversi sensi di colpa e di vuoto incolmabile, proprio nel cuore, al posto delle due arterie. 
Chissà se lì, in Italia, da suo padre, avrebbe ritrovato la serenità che, in quel momento, tanto cercava. 
Chissà se avrebbe dimenticato Liam, quella persona cara che tanto amava.
Mentre che lei pensasse a tutto questo, le lacrime le si seccarono, le palpebre le si abbassarono, stanche, e lei sprofondò nel sonno più profondo e privo di sogni, così da permetterle di dormire, data la notte passata in bianco. 
• • •
Quando lei si svegliò, fu quasi all’arrivo, l’aereo, di lì a poco, sarebbe atterrato e i passeggeri sarebbero scesi. Si sentiva stordita, quasi non capiva cosa lei ci facesse lì, ma i ricordi, soprattutto immagini, riaffiorarono nella sua confusa mente e le permisero di ricordare ciò successo. 
Le lacrime sembravano già pronte a scendere, ma una delle cose che lei odiava era mostrarsi debole, senza sapere che, spesso, le lacrime non sono segno di debolezza, ma segno di dignità e coraggio. 
Soffocò tutte le lacrime che si sentiva dentro, negli occhi. 
L’aereo atterrò, ormai erano arrivati in Italia, a Milano. 
Ricordava che il padre abitava a due passi dalla piazza del Duomo, quindi già sapeva dove andare. 
Scese dall’aereo, diverse persone la urtarono, come se lei fosse invisibile, ma lei era già annebbiata, non sentiva niente, solo un grande vuoto. 
Si diresse al check-in e ritirò la valigia, ormai, aveva tutto con sé, o quasi, e poteva anche andare via dall’aeroporto. Ne uscì e chiamò un taxi. 
Arrivata a destinazione, pagò il tassista e si diresse verso la casa del suo babbo. Per lei, era cominciato un lento processo, un processo che l’avrebbe portata dritta alla morte.

Spero vi piaccia!!! :-)
  
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