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Autore: JackPortiero    20/05/2013    1 recensioni
By JackPortiero, l'autore della teoria Tobi=Hinata. Beh... che dire... Naruto e Hinata si sono lasciati al primo giorno del 3° anno di Accademia, proprio al termine della saga precedente! :''-( ... E ora!? E ora si riprende esattamente da lì, vedendo un po' come si comporteranno i nostri beniamini da qui a poco prima dell'inizio del vero manga di Kishimoto. Certo che ne incontreranno di gente, in questa missing moment, a partire proprio da "COLUI" che era intervenuto a proteggerli da quei tre odiosi bulletti: SASUKE-KUN, l'idolo delle ragazze! E anche se siamo sembre sotto l'illusione di Tobi/Hinata, quando c'è di mezzo il clan Uchiha, i colpi di scena sono reali e garantiti! ;-)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Madara Uchiha, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Hinata/Sasuke
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'AMORE IN CODICE'
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HANABI e KABUTO (...il vero nemico...)


Il diario di Hinata nelle mani della sorella (stralci vari, in una serie di siffatte smielatezze)


Cara madre,

vi chiedo umilmente perdono. Questa notte, tenere al mio fianco la Chiave che mi avete affidato, non è stato sufficiente.
Questa volta... Kurama mi aveva in pugno, se voleva distruggermi e ridurmi a un suo strumento, l'avrebbe fatto da tempo.

E invece, la colpa è soltanto mia, infatti ha detto che d'ora in poi non lo devo più scocciare, anche se oramai siamo diventati amici.
Lui... non è cattivo. Siamo noi, che lo usiamo, col rischio di perderci. E' obbligato a fare ciò che vogliono i suoi precedenti padroni.

Finalmente, ho compreso la verità. Lui mi vuole bene, tutte le cose orribili che mi ha detto, è stato costretto a dirmele...

(.....)

Cara madre,

oggi papà mi ha trattato come un essere inutile di fronte a tutti, e non sono riuscita a capire se stesse fingendo, e ho desiderato morire.
A volte... penso che se alla fine sparissi, sarebbe la cosa migliore per tutti, e non se accorgerebbe nessuno...

Ma poi, come nel Libro che mi leggevate, vado avanti, cerco di fare come Naruto-kun, cerco di essere come l'Eroe del grande Jiraya.
Perché so che voi mi guardate, e che se lasciassi incustodita la Chiave dimenticandomi di voi, significherebbe farvi morire davvero.

Vorrei solo... che qualcuno mi leggesse questo libro al posto vostro. Io da sola non ce la faccio, a finirlo...

(.....)

Cara madre,

oggi Naruto-kun ha rotto con me. Ha negato il legame che c'è tra di noi. Ci siamo detti delle cose orribili.
Ha affermato che per lui non sono una ragazza, ma una sorellina piagnucolona, che sono una pazza e non siamo mai stati insieme.

Il suo sogno è essere Hokage, ha detto. Ed io, non c'entro nulla, mi sono illusa da sola. Sono solo un intralcio, la protagonista di una tragedia.
Però, io ho fatto anche di peggio, sono stata capace di dargli un ceffone, e dirgli che lo odio.

Ed ora... anche se son sicura che fosse solo una commedia, fa un male cane lo stesso, madre. E' così, che deve sentirsi... la Chiave?



*****




Cara madre, oggi...
 
"Inizi sempre così... Ti manca tanto, la mamma, vero?..." - sfogliò con estrema mestizia, tra le candide e ben curate pagine delle sorella maggiore, quella gentile ma indiscreta impicciona che rispondeva al nome di Hanabi.
"Ma i-io, però... non ho s-sofferto, c-così tanto; non ricordo nemmeno bene che faccia abbia..." - mentì banalmente a se stessa la ragazzina, la cui istruzione e capacità di non esternare le proprie emozioni, potevano già dirsi parecchio affinate.


"E invece, se c'è una cosa che mi fa male quando provo a sforzarmi, è il dover far ipotesi su come eravate, non riuscire nemmeno a definire il vostro volto..."

"Ok, anche se non ho capito cosa sia la Chiave e questo Kurama che ti sogni la notte, ho scoperto un sacco di cose interessanti..." - si tirò su per le orecchie la bruna, che voleva sfruttare al meglio ogni istante del tempo a sua disposizione, considerato che era quasi sempre controllata dal padre, e che ficcanasare così, non si configurava di certo come un'austera e rispettabilissima condotta da Hyuga.
"Mh... In ogni caso, se vuoi essere un ninja come dici, non dovresti essere così sentimentale. No?" - rifletté poi, ben bene, la figlioletta di Hiashi - "Direi che allo stato attuale, questo non può certo dirsi il diario di una persona cattiva, ma di una povera stralunata. E Sasuke-niichan, ad ogni modo, non è il tuo fidanzato, brutta stupida!..." - l'apostrofò indispettita Hanabi, sentendosi di gran lunga presa per i fondelli.


"Però, che significa tutto questo!?... Un vero shinobi, non dovrebbe tenere una roba del genere... Né avere così a cuore i propri legami..."

Passarono, tra considerazioni più o meno appropriate, un paio minuti. Nemmeno un'ora, dal momento in cui in Hinata era uscita. Eppure, tempo ulteriore per approfondire l'annosa questione, non c'era. Vi era a malapena quello di prepararsi, sia esteriormente che interiormente, al definitivo scontro con la nemica/rivale, previsto per il tardo pomeriggio.
Hanabi, si rese poi conto di come fossero quasi le nove, e il suo allenatore privato, il migliore di cui avrebbe potuto disporre per ovviare al suo limite, sarebbe arrivato di lì a breve, per la rifinitura.


"Accidenti!... Il sensei, sarà qui a momenti... Non posso proprio mostrarmi, in questo stato pietoso; papà lo verebbe a sapere..."

Vale a dire... non voleva render manifesto che alla fine, nonostante tutto, aveva versato lacrime in maniera smodata, sebbene si fosse ripromessa che non sarebbe mai più successo, a causa di Hinata.
La piccola, si trovava ora alla toilette, per darsi un tono e sistemarsi i capelli, e specchiandosi a fondo nelle sua immagine, si rese conto che non ci poteva far nulla. I suoi occhi, infatti, eran provati, umidi, tutti sanguigni attorno all'iride, e questo cozzava terribilmente con il perlaceo bianco del byakugan.
Tra l'altro, Hanabi se li sentiva anche leggermente gonfiati e stropicci, e non capiva se il transitorio appannamento fosse la naturale e reversibile reazione al pianto, o piuttosto l'incipit di un processo irreversibile, dovuto all'eccessivo utilizzo della sua innata, la cui attivazione era stata espressamente vietata dal genitore, poiché instabile e sopra ogni cosa compromettente.


"Ecco, lo vedi!?... Io sarò anche un errore, eppure son del tutto normale!... Se per colpa tua dovessi diventare cieca, sarebbe la volta ti uccido!..."

L'animosa ragazzina, pur pettinandosi e lisciando i capelli nella sua solita parvenza di tranquillità, provò in quel momento una paura fottuta. Per un attimo, temette che le si fosse peggiorata la vista.
E tuttavia, non era di certo il caso di allarmarsi, dal momento che il suo istruttore era sempre estremamente puntuale, e dandole una semplice occhiata, avrebbe confermato l'insussistenza del suo timore.
Però, una cosa era certa. A questo giro, Hinata le aveva quasi fatto perdere il controllo! E Hanabi sapeva bene, che in un confronto tra Hyuga, specie se meramente verbale, perdere in toto le staffe per via della controparte avversaria, era considerato indecoroso, alla stregua di un'onta. Una vera e propria sconfitta...


"Devo calmarmi, altrimenti oggi rischieremo di farci male, e non voglio... E poi sono io, che devo farti uscire fuori di testa, e portarti al punto di provare a uccidermi..."

"Sorella... come siete con gli altri, non cambia nulla, tra noi. Anzi, ora ti detesto ancora di più, perché sei una codarda... Da quando hai saputo del sigillo crociato e del mio problema agli occhi, solo per questo hai iniziato a trattarmi diversamente..." - fremette con calma la piccola, che per sfogarsi un po' dal nervoso, aveva ribaltato fuor di contegno la cameretta di Hinata, alla infelice ricerca di informazioni.
"Da allora, saputo che solo una di noi potrà volare, hai fatto di me la tua nemica... Ti sei scrollata di dosso questo destino, anziché combatterlo, e forte del fatto di essere nata prima di me, hai preferito non pensarci, e hai iniziato a evitarmi, e a guardarti altrove..." - valutò infine Hanabi, con ritrovata compostezza - "Io... per te non esisto, sono solo un impiccio. Nel tuo diario non mi nomini neanche una volta, sorella..."





***** Odio, e rifiuto, in cambio dell'Amore. Equivoci, in un ingiusto mondo di falsità... Niente tempo, per una libera ricerca della Verità...

Son già le nove. L'Elmo da Samurai che si era così tanto avvicinato alla principale, è giunto. Quali saranno, le sue vere intenzioni!? *****




Il giovane sottoposto mascherato, che congiuntamente al signor Hiashi, da parecchi mesi, addestrava la piccola Hanabi nella massima segretezza, in un percorso individuale oltremodo riservato, era solito giungere quando la primogenita di casa Hyuga (Hinata, NdR) era ormai a lezione in Accademia, non incrociandola dunque mai, e congedandosi dal proprio operato quando ancora doveva rientrare.
Per cui, sebbene Hinata avesse ben noto come la sorellina s'adoperasse al seguito di uno specialista dei genjutsu medici, per migliorare nel controllo del chakra e superare il fatto di non riuscire "ad attivare il byakugan" (né completamente né troppo a lungo, elemento che verrà spiegato più avanti, NdR), di fatto la corvina non conosceva la persona in questione, colui aveva dato una speranza ad Hanabi, non essendosi mai reputata necessaria, a modo di vedere di Hiashi, alcuna presentazione, seppur formale.

"Non avete nulla, signorina Hanabi... Per fortuna si tratta soltanto di un lieve arrossamento, dovuta a un'intensa lacrimazione..." - si chinò sulla soglia di casa il ragazzo, appena arrivato, ponendosi con affabil vezzo all'altezza della bambina, in una condotta davvero genuina, e usando molta discrezione nel suo registro, nel sottintendere di aver compreso il suo travaglio...

La piccola, pertanto, non era riuscito a mascherarlo. Infatti, per prima cosa aveva reso i propri ossequi, con estremo garbo e già sospetta rapidità; poi, in seconda battuta, altrettanto di getto, aveva avanzato con artificio un inspiegabile fastidio agli occhi, puntualmente sbugiardato nella sua matrice, ed ora, nonostante la Hyuga cercasse di mostrarsi impassibile, di fronte al quesito di quella voce così premurosa, se per caso da qualche parte si tenesse del collirio, Hanabi dovette sentirsi un po' sciocca e esagerata, nell'aver simulato di non discernere le cause, ed esser riuscita infantilmente a ingigantire il tutto.

"N-non fa nulla, sta già passando..." - ringraziò un po' goffa la brunetta - "Immagino di aver offeso la vostra competenza, e che per un banale piagnisteo non si renda poi necessario, un provvedimento del genere. Dico bene?" - terminò con severa autocritica, nel tentativo di recupere una condotta più dignitosa, e assicurando che non era stato in alcun modo nelle sue intenzioni, di mancare di rispetto.


"Che figura, sto facendo!!... Ma cosa mi prende, adesso!? sto ancora male per prima... Ed è solo, colpa tua, Hinata!... Non è da me, essere così impacciata..."

L'istruttore, notò dunque nella sua totalità il notevole scoramento della piccola Hanabi; e arrivò quasi a formulare qualcosa per rispronarla, risultando però interrotto dalla sua improvvisa ripresa.
"Non restate, lì così, sensei... sembrate un mio sottoposto!..." - ridacchiò con simpatia la ragazzina, in confidenza, senza alcuna presunzione - "Voi, semmai, siete il mio motivatore... Ed io, sono di vena di confidenze che non importeranno a nessuno..." - ironizzò poi, cercando vanamente di mostrarsi adulta - "Tanto, la situazione più o meno la conoscete... e dato che qui fuori ci staranno probabilmente osservando, se volete vi faccio strada. Mio padre, mi ha dato il permesso di farvi entrare..." - lo invitò infine, con graziosa cortesia, a varcare quella linea invisibile, per seguirla fino al salone principale della residenza.

La spia, entrò solo perché il permesso ce l'aveva davvero. Ma valutò che a ben vedere, a sorvegliargli ci fosse soltanto un fitto sistema di telecamere; che ad ogni modo, era un ottimo deterrente.
Quanto alla casata cadetta, il menefreghismo cagionato dal colmo disprezzo, era totale. Se qualche balordo, ad ora, avesse voluto arrecare un po' di scompiglio, avrebbe potuto farlo. Quanto a impossessarsi con successo del byakugan, era di certo una questione diversa, non ve n'erano comunque i presupposti. Solo un folle, avrebbe tentato un colpo del genere, ritrovandosi in breve tutti i ninja di Konoha alle calcagna.


"E' come dicevate voi, Orochimaru-sama... Anche se la casata cadetta ha smesso di proteggere il byakugan, è comunque impossibile, venirne in possesso...
Non di giorno, e in pieno centro abitato. L'unico modo... è vederselo consegnato. Avvicinarsi in maniera subdola alla principale, e farlo uscire dal Villaggio di sua spontanea volontà!..."

"Credo che ad ogni modo, preoccuparsi della vostra vista mantenendo il controllo, fosse ragionevole..." - passeggiò pian piano Kabuto, in un sì lungo corridoio, lasciando intendere che per la precedente omissione, Hanabi non doveva rimproverarsi poi troppo - "Di fatto, non mi avete mentito..." - rassicurò, spiegandole nel dettaglio - "Voi non avete ancora, delle così larghe conoscenze in campo medico, e se sul serio non sapevate distinguere cosa vi stesse accadendo..." - concluse diretto, in maniera compiuta - "...è solo perché poco prima di piangere, avete trasgredito, e fatto utilizzo del byakugan. Ho ragione?"

Arrivarono, in un localino davvero notevole. Ma entrambi, seppur tra le confortevoli mura domestiche, rimasero comunque ben in piedi, mantenendo un certo grado di formalità, come da mero protocollo.
Hanabi, annuì quindi al terribile quesito, cercando di non abbassare troppo lo sguardo. E così, anziché mostrarsi alla meglio un po' sciocca, dovette confessarsi parecchio avventata, dal momento che aveva attivato il suo unico occhio abile, il sinistro a malapena funzionante, senza alcuna supervisione da parte del genitore, e al solo scopo di appurare gli effettivi sentimenti di Hinata, attraverso una porta...

"Perciò, in questa occasione vostra sorella è riuscita a ferirvi?" - s'interessò retorico il sottoposto di Hiashi, dopo aver letto con zelo le perfide lettere di Hinata, che Hanabi aveva voluto porre in disamina.
Kabuto Yakushi... dovette dunque pensare che in un frangente del genere, lasciata così sola a se stessa, la bambina potesse risultare di molto influenzabile, per via di questi trascorsi; e se infine, da dietro una maschera, le avesse sbandierato che invero era il padre, a fomentare Hinata ad aggredirla verbalmente, indicando in siffatta combutta le parole migliori, chissà come Hanabi avrebbe potuto reagire!...


"Ma tu guarda!... la mia missione per conto di Orochimaru-sama, passa invece per dirvi qualche parola gentile!... Il vero obiettivo della mia missione è...
Perché, un simile turbamento!?... Se voi foste la Vera Forza Portante, immagino che a questo punto dovrei scegliere se tradire Hiashi-sama..."

"Pur di salvarsi e di mantenersi tranquilla, ha deciso di sacrificare il nostro legame..." - sostenne la piccola Hanabi, sbottando un po' - "IO... LA ODIO, lei e le sue stupide ambizioni!" - proclamò confusa, non del tutto convinta - "La sua tristezza... è solo una facciata, per aggirare l'avversario!..." - abbassò poi la voce, stranamente - "...ma in r-realtà... è un'ipocrita, che segue solo il suo sogno, e sa colpirti alle spalle mentre le parli!" - boccheggiò, già pentita per la sua invettiva, che avrebbe potuto riguardare ben altri personaggi di pubblico spessore...

"La Volontà del Fuoco di Hashirama, eh?..." - considerò tra sé e sé, di sottecchi, la spia del clan Hyuga - "...continuare ad ardere a mezzo di qualsiasi sacrificio..." - si riassestò serio gli occhiali, vagando in un oscuro e indecifrabile arcano, mentre Hanabi interpretava un simil severo sguardo in sua direzione, come da rimbrotto, e ovvio preambolo per una sonora lavata di capo.

"Non mi sembra..." - si pronunciò invece benigno, il maestro - "...che siate sicura di queste parole come l'ultima volta. E' forse cambiato qualcosa!?" - curiosò con notevole intuito, sondando a fondo nell'animo della sua protetta, che ormai conosceva come le sue lenti. Allorché, pensierosa, Hanabi si ammutolì del tutto; non seppe bene cos'altro dire. Iniziò poi a tremare un po', si vedeva benissimo che aveva perduto la solita grinta... Forse, già da un po' di tempo, non trovava più alcuna sollecitazione nel dover duellare con la sorella. Il dubbio, si era insinuato in lei, non aveva più convincimento nei suoi presupposti.


"Hinata... che cosa ne penserà, la mamma!?... Oggi, sarà pericoloso... Non ci sarà nulla di gentile, nel distruggerci il sistema circolatorio del chacka...
Fino ad ora, non ci siamo mai fatte male, seriamente... Ma se oggi proverai ad utilizzare il Juken per prima, ti giuro che farò lo stesso!
Oggi, vedrò finalmente se siamo nemiche... Lo capirò dai tuoi occhi. Se li attiverai per attaccarmi, io...

"Oggi, sarà per entrambe il giorno della verità, il giorno in cui più vi conoscerete..." - sentenziò con convinzione Kabuto - "...quello in cui capire che strada intraprendere, e chi è per voi il vero nemico..." - formulò un po' criptico, non aiutando di molto la ragazzina, turbata a morte dall'eventualità che potesse confermarsi per davvero Hinata.

"Di certo, se per assurdo dovesse portarle avanti sul serio, quelle di vostra sorella sarebbero parole imperdonabili..." - si espresse dunque il ragazzo, al di fuori di ogni severità - "In un caso del genere, vostro padre ne soffrirebbe molto, e vi esorterebbe a battervi al massimo, ma senza intenti omicidi..." - si soffermò bene su questo punto, con un tono più intransigente, invece - "Tenete sempre a mente..." - proseguì calmo, dopo un po' - "...che qualunque cosa vi siate dette finora, è stata solo una commedia." - osservò infine, valutando da un punto di vista neutrale - "Ed essa... è ancora necessaria, perché vostro padre non intende sacrificare nessuna di voi, e vuole abolire il sigillo crociato. Ma è un'informazione troppo importante, questa, che entrambe dovete mascherare assolutamente, perché va contro ogni... "

"Uuuuffa... Lo so che è clandestino, che la gente avrebbe paura, e il Villaggio non lo accetterebbe. Io e Hinata dobbiamo odiarci per ingannare tutti, ma restare unite. E' davvero necessario, riportare le parole di mio padre?" - sbuffò ad un tratto, placidamente, la bambina, non reputandola ad ogni modo una giustificazione in favore della sorella - "Non prendetevela, sensei... ma per me non è stata una..." - si interruppe, soppesando meglio le parole - "...ecco: avrei preferito saperlo prima, che era solo una commedia!" - si fece dura, non discolpando in toto nemmeno il genitore - "E comunque, non fa nulla, papà l'ho già perdonato. E' da un mese che mi chiede scusa, sarebbe anche il caso che la smettesse..." - rompette un po' le righe, rivelando il pettegolezzo in maniera davvero grottesca, nel tentativo di far risultare la cosa divertente.

Kabuto, se la sorrise sotto i baffi, con una smorfia che lasciava trapelare una certa stima, mista a soddisfazione. Hanabi, per la sua età, era davvero forte, e giudiziosa. Inoltre, la sua ardente impulsività, soltanto in apparenza bellicosa, non aveva in vero niente di maligno, non era che l'esteriorizzazione del suo spirito irremovibile. In verità, la bambina nascondeva un cuore del tutto immacolato, candido come la neve...
"Forse, piuttosto che parlare del passato, sarebbe meglio che parlassimo dell'incontro di oggi..." - si fece avanti gentile, ma sbracciando alquanto - "La prego, sensei... Quali sono, i termini del confronto? è vero ciò che dice Hinata in questa lettera, che sarà l'ultimo? e che sarà permesso l'utilizzo del Juken!?" - si affannò un po' nel parlare, richiedendo cordialmente lumi.

Il Yakushi, confermò che Hinata non aveva mentito. Questa volta, avrebbe presenziato l'intero clan, e giocoforza sarebbe stato permesso l'utilizzo del byakugan, la Genkai di cui Hanabi non sapeva far utilizzo.
Tutti, avrebbero così saputo che era lei, a NON disporre di alcun talento, per quanto il padre l'avesse sempre coperta, affermandola di gran lunga superiore a Hinata, della quale invece lamentava l'incompetenza...

"Ma voi, siete una gran testarda, e oggi tutti scopriranno che sapete utilizzare il Juken, pur senza attivare il byakugan..." - sostenne con convinzione Kabuto - "E grazie a tutto quello che avete imparato, se lo riterrete opportuno potrete subito anticipare vostra sorella, e vincere al pari di una vera Hyuga, senza attivare l'innata... Ci siamo allenati tanto per questo... giusto!?" - la spronò, con fervore, alla battaglia, non trovando però un riscontro immediato da parte di lei.
La moretta, infatti, seppur risoluta e convinta di non essere da meno della sorella, sembrava tutt'altro che entusiasta, all'utilizzo del pugno gentile, in verità le sue riflessioni si soffermavano ben altrove...




(end part-1, "Hanabi e Kabuto" part-2 arriverà, prima o poi...)


*****



Questi sono... i ricordi di Hinata dalla vera realtà... (ma sono anche i ricordi dell'Hinata che conosciamo, in quel caso sostituire alla voce DEFUNTO Quarto Hokage, la voce Terzo Hokage)

(.....)


(Hiashi): "Hinata, oramai non è più possibile rinviare ulteriormente la questione del sigillo crociato.
Se il livello di paura e di tensione della popolazione risulterà ingestibile, mentre gli shinobi
saranno occupati a mantenere l'ordine pubblico, la Radice di Danzo ne approfitterà per
sferrare il suo attacco, facendo leva sul sentimento popolare... Sarebbe la guerra civile.

Da quando tuo zio si è dovuto sacrificare, l'odio tra le casate e la diffidenza del popolo,
non hanno fatto altro che crescere. La gente... non si fida più di noi nonostante tutto..."

( Per questo, ho preso la mia decisione, d'ora in poi proteggerò le mie figlie e il mio clan a modo mio. )

(.....)


(Koharu Utatane): "QUESTO E' UN PRECEDENTE CHE NON POSSIAMO PERMETTERE!!....
Tu la chiama riforma, ma se il vero obiettivo nel non sigillare il vero potenziale del byakugan,
è quello di prendervi prima o poi il potere politico, dobbiamo trattarvi come dei RIBELLI!
 
(Il Quarto Hokage): "Koharu, aspetta, non saltare a conclusioni affrettate!"

(Danzo): "Comunque sia, Minato, Hiashi-sama ha preso la sua decisione; questo significa che dobbiamo presto
risolvere la situazione, per evitare il caos. Dunque... saremo noi a decidere chi delle sue figlie sigillare."

(Hiashi Hyuga): "....."

(Il Quarto Hokage): "Non dire certe cose davanti a Hiashi. Inoltre, se la scoppiasse una guerra civile e la casata cadetta si ergesse a difesa

della principale, sarebbe difficile affrontare gli Hyuga. Dobbiamo elaborare... un discorso da tenere all'intera popolazione."

(Danzo): "Sarà un tentativo inutile. La gente odia, i portatori di abilità innate. Dobbiamo agire il prima possibile... Se mi firmassi il mandato,
potrei inviare una squadra Anbu per un test di valutazione, e chiudere subito la faccenda" (= mettere le mani sulla Volpe e il byakugan, NdR)

(Il Quarto Hokage): "No, il clan Hyuga è un clan indipendente, ed è sempre stato fedele a Konoha. Voglio convincere
il popolo e gli stessi shinobi che non v'è nulla da temere, da loro. Elaborerò io stesso un discorso.

(.....)


(Hiashi-sama): "Hinata, sto cercando di prendere più tempo che posso... Il Quarto ha detto quelle cose, ma agirà se dovesse ritenere che la Foglia è in pericolo.

Lui, in realtà è fatto così... E se ciò dovesse succedere, persino lui, IL QUARTO, si sporcherà le mani con un sacrificio del genere.

Ma SIA che dovessi essere tu, SIA che dovesse essere scelta Hanabi, poiché è stato pensato soltanto di sacrificare un bambino innocente,
la Volontà del Fuoco dovrà necessariamente avere fine. E con essa, tutti coloro che non comprendendo, sostengono questo Inferno.

Ma prima che i vertici decidano chi di voi deve essere marchiata, se agiamo prima che ciò succeda, tutto questo può essere evitato.
Se il Quarto firmasse quel mandato
(ti odio Minato!, NdR) verrebbe fuori che tua sorella non sa attivare il byakugan, tu stessa saresti
costretta a sigillarla, e così... il vostro legame sarà spezzato per sempre. E in quel caso (pensa alla moglie defunta, NdR) io avrei fallito.

(Hinata + Hinata): "Che cosa possiamo fare?"

(Il padre): "Hinata, voglio che tu faccia UNA SCELTA... Puoi stare dalla parte del Villaggio, mantenere questo stato di cose vergognoso,
ed essere l'erede del clan per diritto di nascita, come da tradizione. OPPURE, rimanere dalla parte della tua famiglia, del tuo clan,
salvare tua sorella prima che gli eventi precipitino, ed aiutarmi a poco a poco a cancellare l'Odio che c'è tra le casate.

MA per evitare il marchio, farla sembrare solo un'eccezione, e proteggere al meglio una di voi, ho bisogno di ripudiare pubblicamente l'altra,
prima che mi forzino la mano. E la scelta più credibile, ricade su di te, sia perché già ti credono debole, sia perché sei il Jinchuuriki del Kyuubi.

Hinata... sarà una vita molto dura, per te; potresti non essere mai in grado di realizzare i tuoi sogni. Ma in compenso,
nessuna di voi due verrà marchiata, e ti lascerò andare all'esame di selezione dei chunin. Dirò... che ti ci ho mandata io stesso a morire.

Figlia mia... non so che altro fare. Ma sono sicuro che anche tu, desideri proteggere Hanabi sopra ogni cosa... Accetti questo rifiuto?"

(.....)



Anche HINATA... ha preso per due volte la sua decisione. Solo che al primo giro, in vita, c'era il vedovo e disincantato Minato Namikaze.



"QUARTO HOKAKE... I tuoi rimpianti per avere fatto morire Kushina da sola, nella disperazione di un Jinchuuriki, NON ti giustificano.

E trovo ingiusto, che mio padre si debba sentire così in colpa per tutto. Perché quello che è successo... non è dipeso da lui. Lui, per me, è soltanto una vittima.

QUARTO HOKAGE... tu, hai rovinato tutto. Quello che è successo... quello che è successo..."


 












Mi dispiace così tanto, Naruto...
  
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