Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: orkaluka    20/05/2013    1 recensioni
Quando dalle foreste di Hogwarts spariscono gli unicorni Melinda si offre volontaria per le ricerche, queste cominciano insieme a Ted e James, finiti, ovviamente, in castigo. Purtroppo però la questione non finisce qui, perché di fatti strani ad Hogwarts, quest'anno, ne accadono parecchi. Gli alleivi vengono attaccati da forze oscure e solo Melinda sembra in grado di percepire quando questi sono in pericolo. Tra amicizia, lealtà, magia e ovviamente avventura riusciranno Melinda, James, Rose, Scorpius e Al a sventare la minaccia che grava su tutti loro?
Siate clementi, é la mia storia non originale! Non sono affatto brava nelle presentazioni, quindi spero che vorrete dare almeno una sbirciata al testo XD
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Visto che ho sempre pensato che i ringraziamenti siano da fare obbligatoriamente di persona e guardando negli occhi le persone a cui si deve un grazie, citerò di seguito tutte le persone che hanno inserito questa storia tra le seguite, le ricordate o le preferite. Quindi un grande grazie a:

-cavallinobianco91 

-Fire25 

ladyselena15 

moonlight96 

ScudoDiTiglio 

_Wonderland_

Lyu chan

Dream96

 - Fall 

sara_giuly

E un grande, grandissimo grazie va a Deborosky, non sai quanto sia bello ricevere le tue recensioni non appena posto un nuovo capitolo, se ho continuato a scrivere questa storia è solo grazie a te. 

 


Capitolo 18 - Inutile

 

 Melinda annuì e cominciò a correre verso lo studio della preside, i suoi amici la salutarono sorridendo, forse avrebbe trovato delle risposte. Pronunciò la parola d’ordine ed entrò nell’ufficio circolare della preside. Lei era già lì, con un mantello indosso e lo sguardo preoccupato.

“Melinda cara, eccoti.”

Cosa faremmo se questa ragazza non esistesse?

“Probabilmente affiderebbe molte meno punizioni.”

 La preside le sorrise, poi cominciò a parlare.

“Ad Hogsmead è scomparso qualcuno, un signore che abitava lì, abbiamo bisogno del tuo aiuto per ritrovarlo.” Melinda scosse la testa, poi si voltò direttamente verso il preside Silente, le piaceva ragionare con lui.

 “Non ha senso professore.”

 Silente la guardò negli occhi e annuì, anche lui concordava.

“Perché?”

Chiese la preside. Invece di rispondere Melinda chiese.

“Qualcuno degli studenti ha dei genitori che abitano ad Hogsmead?”

La preside ci pensò per alcuni attimi, poi scosse la testa.

“è stato un errore.”

Dissero in contemporanea Silente e Melinda, la preside continuava a non capire, fu Silente a spiegare.

 “Vedi cara, presupponendo che le sparizioni servano per attrarre qualcuno in una trappola, non ha senso rapire una persona che non ha alcun collegamento con uno studente, per cui devono aver fatto un errore, questo signore deve averli visti, per cui, se è ancora vivo, cosa di cui dubito, ci potrebbe fornire le descrizioni dei rapitori.”

 La preside annuì, poi disse.

“Però dobbiamo comunque tentare, Melinda, vieni.”

 Melinda annuì, però le venne un’idea.

 “Preside, non posso venire solo io, si desterebbero troppi sospetti. Consiglio di affiancare ad alcuni professori Rose, Al, James e Scorpius.”

 La preside aggrottò le sopracciglia.

“Come mai proprio loro?”

Melinda scrollò le spalle.

“Perché conoscono il mio dono e perché sono una scusa facile da coprire anche con il resto degli studenti, può sempre dire che James ne ha combinata una delle sue trascinando con se i suoi amici e che quindi li ha messi in punizione.”

 La preside annuì, Silente le sorrise.

 “Complimenti Melinda, li mando a chiamare, intanto andiamo.”

 Si avviarono così verso il villaggio. Melinda teneva ben aperto il suo radar speciale e la preside scrutava i dintorni come un rapace alla ricerca della sua preda.

 

 

Stavano arrancando nella foresta da ore, senza aver trovato nulla, neanche la traccia di uno scarpone. In lontananza Melinda sentiva Scorpius lamentarsi e il professor Spine che lo prendeva in giro. Melinda ci aveva provato con tutte le sue energie, ma nulla, il signore pareva essere sparito in una cortina di nebbia. Sentiva i pensieri di tutti quelli presenti, che cercavano con più o meno concentrazione. Perché non riesco a sentirlo? È già morto? Non posso fare niente per trovarlo? Si chiese Melinda. Cercò, per l’ennesima volta, di sentire i pensieri ancora più distanti. Sentì qualcosa, un sussurro, a quattrocento metri da lì, un sussurro che si stava spegnendo lentamente. Da questa parte. Disse a tutti nello stesso istante, molti rabbrividirono, non era piacevole ricevere informazioni in quel modo, comunque si fidarono di Melinda e la seguirono. Il sussurro si stava spegnendo, diventava sempre più affaticato, come se la voce e il suo proprietario fossero stanchi. Melinda condusse la preside in mezzo agli alberi, fino a ritrovarsi in una radura esposta alla luce della luna e delle stelle, una radura al cui centro svettava imponente un appendiabiti, era da quello che proveniva il sussurro.  La preside puntò la bacchetta verso l’appendiabiti, la mosse e quello tornò a essere un uomo morente. Melinda si precipitò dentro la mente del signore. Deve resistere, la cureranno, la prego resista. Cercò di infondergli forza con tutta se stessa, ma sentiva la vita dell’uomo abbandonare il suo corpo e la sua mente. Dì a mia figlia che le voglio tanto bene. Lo sentì sussurrare nella mente prima di lasciare, con un sospiro, un vuoto che mai si sarebbe potuto colmare. Melinda mandò un messaggio agli altri professori che erano ancora distanti e stavano arrivando. È morto, tenete i ragazzi via da qui. Nonostante fosse una studentessa a dare l’ordine obbedirono e James, Al, Rose e Scorpius non videro il corpo senza vita dell’uomo. Melinda si lasciò andare e crollò a terra, non era riuscita nemmeno a salvare quell’uomo, era proprio inutile. Se con il suo “dono” non riusciva neanche a salvare lui, chi avrebbe mai potuto aiutare? Era solo un peso, per lei, per i suoi amici, per tutte le persone che le stavano intorno. Cominciò a piangere silenziosamente, mentre tre professori provvedevano a coprire il corpo e a trasportarlo con la magia. La preside si avvicinò a Melinda e le mise una mano sulla spalla.

“Hai fatto tutto ciò che potevi.”

 Le sussurrò.

“Ora alzati, dobbiamo andare a restituire il corpo alla famiglia.”

Melinda annuì e si alzò da terra, ancora con le lacrime agli occhi. Camminò al fianco della preside per un tempo che le parve cortissimo, tanto che rimase sorpresa di veder apparire le prime case di Hogsmead. Gli abitanti cominciarono ad uscire dalle case, ad osservare il telo bianco che celava le fattezze di una persona. C’è chi si mise a piangere in silenzio, chi trascinò i bambini dentro casa per non far vedere loro la scena, Melinda decise che non voleva sentirei pensieri di tutte quelle persone e si chiuse dietro a quei muri impenetrabili e invisibili. Arrivarono al portone di una casa non molto grande, ma ben tenuta. Bussarono alla porta e venne ad aprire una donna in lacrime, che teneva in braccio una bimba di cinque anni. La donna, appena le vide mise giù la bambina e le disse di andare in camera sua, la piccola obbedì senza protestare, cosa che Melinda non avrebbe mai fatto. La preside e il professor Zenit condussero il cadavere in camera e dettero la notizia alla moglie, che cominciò a piangere ed a urlare. Melinda si allontanò dalla scena e salì le scale, verso la camera della bambina. Lei era sdraiata nel suo lettino e stava piangendo, probabilmente aveva compreso ciò che era successo.

“Ciao”

 Sussurrò Melinda, avvicinandosi alla bimba, che alzò lo sguardo su di lei e le chiese.

“Non tornerà mai più, vero?”

 Melinda annuì.

“Non tornerà.”

La bimba si lanciò addosso a Melinda e pianse per un po’, finché Melinda non la prese per le spalle e la guardò fissa negli occhi.

“Come ti chiami?”

 Tra un singhiozzo e l’altro riuscì a dire.

 “Iris”

Melinda trovò che fosse un bellissimo nome.

 “Iris, tuo padre mi ha chiesto di darti un messaggio.”

 Iris la guardò, aspettando.

“Mi ha detto di dirti che ti vuole bene.”

 Iris sorrise un poco, annuendo. Melinda la strinse e le disse.

“Dovrai essere forte, aiutare la mamma, che non si sente molto bene, cerca di farla sorridere, lo farai? Sarai forte per tutte e due?”

 La bimba si asciugò le lacrime nel pigiama e annuì, serissima.

“Brava.”

Disse Melinda scompigliandole i capelli. La bimba la strinse per ancora un momento e poi si avviò verso la cucina, dove sua madre stava ancora piangendo. Lei, invece, rimase in quella camera, si accasciò contro un muro, aspettando. Fu Al a raggiungerla, a non parlare, a sedersi di fianco a lei e ad abbracciarla, semplicemente. Dopo poco li raggiunsero anche Rose, Scorpus e James, che si sedettero e strinsero la mano a Melinda. Lei si riscosse da quel torpore che l’aveva invasa e si disse che doveva essere forte, che, certo, aveva visto morire un uomo, ma che quelli che l’avevano ucciso erano ancora in giro e che lei poteva aiutare a catturarli. Si alzò in piedi, sorrise ai suoi migliori amici e disse loro.

 “Grazie.”

Loro le sorrisero, tutti quanti.

“Mi sa che dobbiamo tornare a scuola, tra poche ore sarà l’alba e noi non abbiamo ancora dormito.”

 Disse Rose. Tutti gli altri annuirono e insieme si avviarono verso la porta di quella casa. Appena fuori i professori aspettavano notizie dall’interno.

 “Non è che noi potremmo tornare a scuola?”

Chiese Melinda al professor Spine. Lui annuì, chiamò a se Hagrid e gli disse che avrebbero scortato i ragazzi al castello. Hagrid non disse nulla, annuì e tutti insieme si avviarono. Melinda strinse le mani di Al e Rose, che a loro volta, per riflesso, strinsero quelle di James e Scorpius. 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: orkaluka