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Autore: LoonyW    20/05/2013    2 recensioni
Prima di essere arrestato per una strage non commessa, Sirius ha visto tra la folla il volto di una persona scomparsa da molto tempo, la sua Stella Polare. Tra salti avanti e indietro negli anni è ambientata la complicata storia di un amore nato in guerra, che resiste sebbene i chilometri e le vicende gli siano contro. Riuscirà l’amore di Sirius e Mary a camminare ancora agli albori di una seconda guerra, nonostante gli anni di lontananza, le calunnie, e un futuro nebuloso?
"Ti troverò. Dovessi cercarti dalla Stella Polare all’infinito."
«Sirius rimane qualche minuto a fissare quel nome, perso in tutto ciò che significa per lui: che Mary è viva, che è in Inghilterra, che è diventata una giornalista. Ha mantenuto la sua promessa a metà, eppure non riesce a portarle rancore.
Una nuvola gentile si sposta leggera nel cielo notturno, e la Stella Polare finalmente appare, quieta e immobile dove è sempre stata, segnando il Nord.»
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Mary MacDonald, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Prometti?
 

 
 
 
 

 
«Non prendere mai decisioni importanti quando sei arrabbiato,
e non fare promesse quando sei felice»
 

 
 
 
 
Giugno 1978, Scozia.
 
«Un brindisi a Pix e a quanto ci mancherà!» esclamò James commosso e un po’ brillo.
«Ssssht!» lo zittirono subito gli altri ridendo, preoccupati che qualcuno li beccasse.
Era l’ultima sera prima che iniziasse il Gran Ripasso per i M.A.G.O., e i Malandrini si erano riuniti insieme alle ragazze nella Stanza delle Necessità per stare insieme e dare un addio alla vecchia, cara Hogwarts.
«Chi vuoi che ci senta, non sanno nemmeno dell’esistenza di questo posto» sghignazzò James, avvolgendo le spalle di Lily con un braccio.
«E non l’avremmo scoperto neanche noi, se non fosse stato per il vecchio Pete» sorrise Sirius con fare fraterno, dando una pacca sulla spalla dell’amico, che divenne rosso al ricordo.
«Hey, nessuno ci ha mai raccontato come hai fatto a scoprire la Stanza!» intervenne Lily curiosa.
«Già, Pete, racconta la storia!» lo incitò James ridendo.
Peter negò più volte con il capo, ridacchiando e arrossendo allo stesso tempo.
«Dai, Wormtail¹, non fare il timido» lo stuzzicò Sirius facendogli il solletico sulla pancia.
«Daaaai, Pete!» implorarono Lily, Mary e Dorcas, utilizzando l’arma degli “Occhi Dolci”.
«Inutile che ci provate, bellezze, gli occhi da cerbiatto escono bene solo a me» scherzò Sirius pavoneggiandosi fintamente.
«Già, hai una straordinaria capacità nel fare gli occhi da cucciolo ferito quando devi farti perdonare» lo punzecchiò Mary, provocando risatine e fischi di provocazione da parte degli altri.
«La zona-flirt è quella a destra, ragazzi, adesso voglio sentire la storia» li interruppe Dorcas bruscamente, rivolgendosi di nuovo a Peter –che aveva sperato invano di essersela scampata.
«Forza, Peter, togliti il pensiero» lo consolò Remus.
Peter sospirò fintamente esasperato, e mormorò a bassa voce delle parole farfugliate, tra le quali i ragazzi colsero “la Bulstrode²”, “luogo per nascondersi” e “mi inseguiva”.
Facendo due più due, Lily dette un piccolo urlo di sorpresa e divertimento. «La Bulstrode ti inseguiva?!»
I Malandrini risero al ricordo del povero Peter, che correva per salvarsi dalla furiosa passione di Rebecca Bulstrode, cacciatrice di prede indifese e amante degli inseguimenti dei poveri sventurati che osavano rifiutarla.
«Stavo correndo senza sosta pregando che apparisse un posto dove nascondermi, ed è comparsa la Stanza» spiegò Peter con un filo di voce, imbarazzato, ma pur sempre divertito.
«Hai capito il vecchio Peter» sorrise Mary «non puoi lamentarti che nessuna ragazza ti corteggia, allora»
«Quella non è una ragazza!» negò Peter «è una maniaca!»
«Già, devo concordare» disse James, con una smorfia.
Anche Remus annuì, segno che fu interpretato dalle ragazze come la prova della verità. Sentivano sempre il suo parere non per sfiducia verso gli altri tre, ma perché spesso James, Sirius e Peter tendevano a enfatizzare o a esagerare nei racconti e nei giudizi, mentre Remus era sempre il più imparziale e oggettivo.
«Be’, almeno potrai vantarti di essere stato inseguito da una ragazza» lo consolò Lily.
«Un cinghiale, vorrai dire..» disse James a bassa voce.
«James!» lo riprese Lily, con uno schiaffetto sulla spalla.
«Sembrano già marito e moglie» sospirò Remus, con uno sguardo indefinito di dolcezza e malinconia.
«Il matrimonio sarà il 23 Agosto» esclamò James, interrompendo il bisticcio con Lily e lasciando tutti i presenti basiti.
«Hai già deciso la data?» chiese Sirius, strozzandosi con la sua stessa saliva.
«Hai deciso la data senza chiederlo a me?» domandò a sua volta Lily, sorpresa e divertita.
«Certo che avete proprio fretta, eh» mormorò Dorcas sconvolta.
«In amore e in guerra, tutto è concesso» spiegò James con fare filosofico «e noi siamo sia in amore che in guerra»
«Un punto per James» concesse Sirius, interiormente turbato dalla notizia senza però lasciarlo trasparire.
«Quanti progetti…» esclamò Mary sognante.
«Tutti ne hanno uno» rispose Remus.
«Quindi passerei per l’idiota di turno, se vi dicessi che non ne ho ancora nessuno?» ghignò Mary.
«Non volevi fare la giornalista?» chiese Sirius perplesso.
«E sposare Sirius?» aggiunse Dorcas, facendo arrossire i due ragazzi.
«Ignorando la domanda poco discreta di Dorcas, non so ancora cosa succederà, quindi non posso fare progetti..» rispose Mary.
«E cosa dovrebbe succedere?» domandò Peter preoccupato.
«Be’…» mormorò Mary tentennante «sono figlia di babbani..»
«Non dirlo neanche per scherzo» la interruppe Sirius, intuendo dove andasse a parare il suo discorso.
«Probabilmente sarò costretta ad andarmene» concluse Mary.
«Sono figlia di babbani quanto te, ma non vuol dire che me ne andrò» ribatté Lily decisa.
«Ben detto, Lilian!» esclamò James scompigliandole i capelli e facendo ridere gli altri, che trovavano buffo il nome intero della ragazza.
«Sai che non sopporto quando mi chiami così..» sbuffò fintamente esasperata Lily, assumendo un’espressione da bambina.
«Preferisci Lilly?» chiese James.
«E Lilian sia» sospirò la ragazza alzando gli occhi al cielo.
«Almeno non hai un secondo nome imbarazzante» la consolò Mary, decisa a lasciar cadere il triste argomento precedente.
«No, loro non ce l’hanno, Mary Cassiopea MacDonald» la supportò Sirius ironicamente.
Remus diede un forte colpo di tosse, al ché Peter dovette battergli energicamente la mano sulla schiena per assicurarsi che non stesse soffocando.
«Cassiopea?» chiese Remus scettico.
«Come la costellazione» spiegò Mary arrossendo un poco.
«Ma guarda tu che caso» rise Dorcas, alludendo al nome di Sirius che richiamava a sua volta un astro.
«Segni del destino» fece spallucce Mary.
«Sarebbe fantastico se Sirius avesse come secondo nome Joseph» immaginò Lily.
Tutti tranne Dorcas e Mary la guardarono perplessi.
«Mary e Joseph, i genitori di Cristo..» cominciò a spiegare lei «ah, già, non è roba da maghi»
«Religioni» riassunse Dorcas ai ragazzi, che continuavano a non capire.
«Credo di averne sentito parlare..» mormorò Peter.
«Che inutili complicazioni» disse James sbadigliando per il sonno.
Dando credito alla teoria dello sbadiglio contagioso, a ruota anche gli altri si lasciarono andare ad un lento sbadiglio di stanchezza.
«Forse è ora di dormire» si fece avanti Remus, stiracchiandosi.
«Non voglio» piagnucolò James stringendosi ancora di più a Lily, come ad un cuscino.
«Potremmo dormire qui» propose Sirius.
«E farci beccare fuori dalle nostre camere proprio a una settimana dai M.A.G.O.?» chiese sarcastica Dorcas.
«Va bene, va bene» si arrese Sirius, alzandosi e tirando con sé Mary. «Gente,è stato un onore essere qui con voi stasera»
«Sembra che tu stia pronunciando un discorso funebre» rise Lily.
«Lo diventerà, se non andiamo a dormire» scherzò Remus.
«Il lupacchiotto è impaziente, stasera» alzò le mani James.
«È la Luna piena» si giustificò Remus.
«Buonanotte» tagliò corto Peter, desideroso di rincontrare il letto.
«Andate prima voi» decretò Sirius, alludendo al loro “sistema di sicurezza” per non farsi beccare da Gazza, ovvero rientrare nella Sala Comune due alla volta.
Mary e Sirius aspettarono un quarto d’ora per dar tempo agli altri di entrare e una volta assicuratisi che tutto fosse andato bene, si avviarono per i corridoi bui in silenzio, per non essere scoperti. Arrivati nella Sala Comune, poterono finalmente stringersi l’uno all’altro, sotto la sola luce lunare che entrava dalle finestre.
«Qualunque cosa tu voglia fare, promettimi che non te ne andrai» sussurrò Sirius dandole un veloce bacio a fior di labbra.
Mary gli rivolse un sorriso esitante, quasi avesse paura di rispondere. Un campanello d’allarme stava suonando nella sua testa, mettendola in guardia: mai fare promesse a cui non si è certi di poter tenere fede; mai fare promesse quando si è felici, né quando si è in tempi di guerra. Decise di ignorare la voce interna della sua coscienza. «Te lo prometto» rispose stringendosi alle sue spalle «rimarrò qui e diventerò una giornalista».
Sirius sorrise rassicurato, dandole un bacio sulla fronte.
 
***
 
Marzo 1982, Azkaban
 
«Giro giro tondo, casca il mondo..» canticchia Sirius tra sé e sé, ignorando i lamenti e le tenebre che lo circondano.
«Mamma, dovresti smetterla di farti quella parrucca, ti fa sembrare una vecchia zucca»
«Forse se passassi più volte la linea del cambiamento di data, tornerei indietro nel tempo..»
«Tina cade salendo le scale, Tina cade scendendo le scale³..»
I pensieri di Sirius cadono, si contorcono, si intrecciano e risalgono, come un vortice confuso. Non c’è da stupirsi, sono i pensieri di un pazzo.
«Avevi detto che non te ne saresti andata!» urla con tutta la voce che gli rimane, ad un pallido fantasma dei suoi ricordi. Non ricorda più il suo profumo.
«Fatelo stare zitto!» si lamenta uno dei vicini di cella, probabilmente il nuovo arrivato, ancora non abituato agli strazianti lamenti e ai discorsi insensati.
«Leggi questo, così stai zitto» sbraita una voce nell’ombra.
Un giornale vola dal nulla e atterra nella cella di Sirius, infilandosi tra le sbarre con facilità.
Sirius sbatte la testa al muro e si rigira su sé stesso, allungandosi per raccogliere il giornale, un piccolo spiraglio di novità in quelle giornate sempre uguali e vuote. Leggere il giornale con lentezza esasperante, sperando che non finisca mai, che dietro quella pagina ce ne sia sempre un’altra, e poi un’altra ancora, all’infinito. Getta uno sguardo alla minuscola finestra scavata nella pietra e cerca la Stella Polare, nel cielo scuro, ma le nuvole sono nere e coprono qualsiasi speranza. Sospira, ormai quasi rassegnato a ciò che gli rimane: l’inutile consapevolezza di non aver commesso un omicidio e di essere considerato un assassino da tutti, anche da lei.
Chissà dov’è lei?
Il suo pensiero fisso gli gioca un brutto scherzo: vede il suo nome di sfuggita, stampato su una pagina del giornale; ma quando riabbassa lo sguardo a cercarlo, capisce che non è stata suggestione, perché il suo nome è davvero lì, stampato nero su bianco.
Articolo a cura di Mary C. MacDonald.
Sirius rimane qualche minuto a fissare quel nome, perso in tutto ciò che significa per lui: che Mary è viva, che è in Inghilterra, che è diventata una giornalista. Ha mantenuto la sua promessa a metà, eppure non riesce a portarle rancore.
Una nuvola gentile si sposta leggera nel cielo notturno, e la Stella Polare finalmente appare, quieta e immobile dove è sempre stata, segnando il Nord.
 
 
 
 
 
¹Ho deciso di lasciare i soprannomi dei Malandrini in lingua originale
 
²Ho immaginato la Bulstrode della loro epoca un’ipotetica parente della Millicent Bulstrode del periodo di Harry&Co.
 
³Citazione di Lost.
 
 
 
Note: Chiedo immediatamente scusa per averci messo tanto ad aggiornare, per giunta con un capitolo così corto. Abbiate pietà, gli esami si avvicinano XD
Anyway, spero questo primo capitolo vi piaccia, e vi ringrazio tutti per aver letto e recensito!
Voglio fare qualche appunto: dato che la storia si sviluppa su due piani (presente e passato tramite i flashback), oltre a scrivere sempre la data per non farvi perdere il filo (o almeno spero), avrete notato che i tempi verbali della narrazione cambiano: per i flashback sarà sempre al passato, per il presente al presente. Volevo farlo notare io per prima, per evitare che sembrasse un errore di grammatica XD
Grazie di nuovo :D 
  
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