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Autore: Mikky    20/05/2013    1 recensioni
“E' un traditore, un farabutto, un bugiardo, un vigliacco, un baro e tante altre cose. Ma di certo non è un assassino”
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"Sono qui, non ti lascio da solo!”
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"La prossima testa che rotolerà sarà la tua, Potter!”
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Da VII libro alternativo
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Burns, Stanwarts, Burns!


Ben presto la lista dei membri dell’Esercito vantava centoquindici nomi di ragazzi di ogni Casa, compresi Serpeverde. Quest’ultimi erano quasi sempre i fratelli maggiori dei ragazzini che volevano tornare a casa o che avevano subito punizioni ingiuste dai Carrow.
Fu stupefacente vedere Grifi e Serpi nella stessa Stanza a progettare la fuga di una quarantina Mezzosangue, e ben presto fu evidente che la furbizia dei verde-argento, mischiata con il coraggio dei rosso-oro, era fondamentale per portare a termine un piano di quella portata.
Ancora più grandioso fu vedere tra i nuovi acquisti Blaise, che aveva percepito qualcosa sulla rinascita dell’E.S. quando mi aveva letto la mente. “Non ti lascio da sola in quest’avventura!” aveva detto quando aveva varcato il portone con altri sei ragazzi del nostro anno e della nostra Casa.
Tutto procedeva alla grande. Il trasferimento al luogo sicuro era stato organizzato per l’inizio delle vacanze di Natale. Era a dir poco un piano geniale, ma molto pericoloso. Il minimo errore e sarebbe stata la fine!
Io e Blaise passammo giornate intere a fabbricare pozioni Polisucco e Felix Felicis (ci serviva proprio un po’ di Fortuna). Ne producemmo litri su litri, tanto che, ad un certo punto, i movimenti erano diventati quasi meccanici, tanto che a volte avevamo paura di aver sbagliato. In quei momenti avrei voluto avere una mano da Draco, lui era molto più bravo di me in Pozioni! Lui non si stancava mai di mescolare, tritare o contare…
Il tempo passava e le vacanze di Natale si avvicinavano, la tensione all’interno dell’Esercito di Silente, cominciava ad essere palpabile, ma quando uscivamo dalla Stanza delle Necessità cercavamo di non pensarci e di cercare di allontanare la sensazione di essere osservato dal mondo intero.


Era iniziato Dicembre da pochissimi giorni, ma si sentiva nell’arriva già l’atmosfera natalizia, che rallegrava un po’ l’atmosfera. Tutti sorridevano ( be’, tranne Piton), l’idea di finire le lezioni e tornare a casa per un paio di giorni rendeva tutti un po’ più rilassati.
L’atmosfera fu rovinata dall’arrivo di uno stormo di gufi, che fecero piovere un’enorme quantità di copie della Gazzetta del Profeta. Presi la mia al volo, senza interrompere la conversazione con un ragazzino del secondo anno. Aprii il giornale, pronta a leggere chissà quale altro discorso del Ministero della Magia quando trovai la foto di un’enorme villa, in stile coloniale, bruciare e sopra, nel cielo, c’era il Marchio Nero.
Il mondo improvvisamente si fermò.
Il titolo diceva ‘Brucia, Stanwarts, brucia!”. L’articolo parlava di un attacco da parte dei Mangiamorte che aveva colpito la scuola, portando distruzione, ma soprattutto morte. Nessuno era sopravvissuto, erano tutti morti. Preside, professori, elfi, studenti…
Il giornalista portava il nome di alcuni Mangiamorte che avevano partecipato all’attentato, che erano stati riconosciuti dalle autorità quando erano arrivati sul luogo. Tra di loro c’erano anche i miei genitori…Come potevano averlo fatto veramente?
Era stata la loro scuola! Il posto in cui si erano conosciuti e alcuni professori erano dei loro amici!
Ma a fare ancora più male era che quel idiota di un giornalista diceva che probabilmente anch’io ero una seguace di Colui-che-non-doveva-essere-nominato e che avevo fornito informazioni per aggirare i sistemi di sicurezza della scuola.
“Ehi, Thompson” urlò Pansy “non ce l’avevi mica detto che eri una Mangiamorte! Cavolo, se ce lo dicevi prima, sarebbe stato tutto diverso!”.
La mia casa, la mia Casa, i miei amici…Tutto finito!
“Geniale poi l’idea di ingannare tutta quella gente! Sarebbe stato fantastico vedere la faccia della tua amichetta Mezzosangue quando si è resa conto che l’avevi tradita…”.
Stupeficium!” urlai estraendo la bacchetta, mandando Pansy contro il muro alle sue spalle.
Il ragazzino vicino a me si allontanò spaventato. Un leggero mormorio si alzò nella Sala Grande. Ora sì che li sentivo veramente gli sguardi sospettosi delle persone attorno a me.
“Thompson nel mio ufficio, immediatamente!” urlò Piton alzandosi dalla sua sedia.


La lavata di capo di Piton e della McGranitt durò una bella oretta, in cui mi avevano detto che il mio comportamento era deplorevole e mi tolsero non so quanti punti. Non riuscivo a prestare attenzione al loro bel discorsetto, ero troppo impegnata a pensare a Lilian e a Linda…Chi le aveva uccise? Che cosa avevano pensato quando avevano visto i Mangiamorte? Se hanno pensato veramente che le avessi tradite? E, soprattutto, se fossi stata con loro, le cose sarebbero andate diversamente?
Quando uscii dall’ufficio sentii gli sguardi di tutti gli studenti addosso, erano sospettosi e accusatori, e mi accompagnavano in ogni angolo del castello. Per questo mi rifugiai nella Torre di Astronomia, di giorno non ci saliva mai nessuno.
Mi sedetti sul pavimento e cominciai a piangere, come non facevo da una vita. Niente aveva più senso, perché mai i miei genitori avrebbero dovuto fare una cosa del genere? Certo, dovevano obbedire agli ordini di faccia-da-serpente, ma uccidere proprio tutti era necessario?
“Posso?”.
Alzai lo sguardo, Blaise era in piedi davanti a me. Annuii e si sedette al mio fianco. Non disse niente, mi strinse a sé, cominciai a piangere contro il suo petto, borbottando frasi sconnesse, prive di senso. Passai minuti o forse addirittura ore così. Finche la porta che permetteva l’accesso al terrazzo non si aprì. Non alzai lo sguardo, non volevo sapere chi era appena arrivato, non m’interessava.
“Ehi” salutò Zabini, mi poso un bacio sulla fronte “Forse è meglio che vi lasci da soli”.
Mi rizzai, per permettere a Blaise di alzarsi, e mi asciugai gli occhi con le mani, osservando il nuovo arrivato. “Che ci fai qui?” chiesi.
Draco non rispose, mi avvolse un mantello sulle spalle“Va tutto bene?”.
“No! La mia migliore amica è morta, mi hanno accusato di essere una Mangiamorte e…” le lacrime ricominciarono a scendere “tu mi odi! Va tutto da schifo!”.
Mi prese il viso tra le mani e mi guardò negli occhi “Non ti odio, Carol, lo sai che non ci riuscirei. Io…insomma, lo sai!”.
Mi alzai di colpo “Ok, tu non mi odierai, mai io mi odio! Non ero con loro! Ho lasciato le mie amiche da sole e solo perché il professor Hopkunis veniva ad Hogwarts, dopo anni che lavorava…solo…a…New…York…” mi sembrava che qualcosa non andasse, improvvisamente nella mia testa malata c’era un’idea assurda “Draco, tu non lo sapevi, vero?”.
“Cosa?” chiese confuso.
“Tu non sapevi che Stanwarts sarebbe stata attaccata, vero?” chiesi.
“Caroline…”.
Mi misi una mano sulla bocca, come se quel gesto potesse fermare il mio cervello. Odiavo quando funzionava così velocemente.
“Draco Lucius Malfoy, ti prego, dimmi che la storia di Hopkunis non era per farmi rimanere qui! Dimmi che è solo un caso che mi hai chiesto di restare ad Hogwarts un altro anno e, casualmente, la mia vecchia scuola viene distrutta dai tuoi amichetti”.
Si passò una mano tra i capelli, sembrava un po’ a disagio. “Io volevo…”.
“Che cosa, Draco?” chiesi quasi urlando “I miei amici sono morti e tu sapevi che sarebbe successo…e non me l’hai detto!”.
“Volevo proteggerti!” urlò alzandosi “Se l’avessi saputo te ne saresti andata e avresti combattuto con loro! E non te lo potevo permettere, avresti rischiato la vita!”.
“Ma era la famiglia!”.
“E io non sono parte della tua famiglia?” chiese “Secondo te, ti avrei lasciato andare a farti ammazzare?”.
“E tu dovresti smetterla di rischiare la vita per proteggermi!” sbottai “Nessuno te l’ha chiesto!”.
“E’ vero! Nessuno me l’ha chiesto!” urlò furente “Ma sto facendo quello che so fare meglio, Carol, essere egoista! Sto facendo tutto questo solo ed unicamente per me, per continuare a tenere al mio fianco l’unica persona di cui mi fido! E sì, lo sapevo, sapevo che avrebbero attaccato, sapevo che avrebbero ucciso tutti i Mezzosangue e coloro che li avrebbero protetti. Quindi scusami se non ti ho detto niente e se non sono dispiaciuto, perché l’unica cosa che volevo fare era salvare la persona a cui voglio tutto il bene del mondo…”.
Rimasi a bocca aperta “L’hai detto…” sussurrai.
“Cosa?” chiese confuso.
“Hai detto.. che… mi vuoi bene. E’ la prima volta, che me lo dici…”.
Draco alzò le braccia in segno di resa “Oh, fantastico, adesso passerò per sentimentale” sbottò.
Sorrisi leggermente, prima di saltargli al collo in lacrime. “Non importa che cosa diranno gli altri. Voglio solo che tu rimanga con me”.
“Lo sai che ci sarò sempre” mormorò, stringendomi a sé “Bene, adesso, mia cara signorina, è finita la pausa sentimentale, il mio fascino di figo-bastardo si sta sciupando. Torniamo giù?”.
Scossi la testa “Adesso tutti pensano che sia una Mangiamorte”.
“Sei o non sei quella a cui non interessa nulla ciò che dicono gli altri? Fingi che non ti importi niente, come hai sempre fatto!”.
Facile a dirsi!


Tutti i ragazzi dell’Esercito mi guardavano male e continuavano a dubitare di me.
“Tu sei figlia di due Mangiamorte, no?” chiese un ragazzo di Corvonero “Chi ci dice che tu non sia come loro?”.
“Sono qui e voglio aiutarvi. Sono contro quello che hanno fatto i miei genitori, lo trovo terribile, ma soprattutto molta gente che amavo è morta in quella catastrofe”.
“Non mi fido, Neville” disse un Grifondoro “Non riesco, è già difficile fidarsi visto che è una Serpeverde e adesso questo…Non so se mi posso fidare ancora di lei…”.
“Adesso ci sentiamo offesi” disse Blaise “Adesso non vi fidate di noi Serpeverde! Dopo tutto quello che abbiamo fatto?”.
“Di voi Serpi non bisogna mai fidarsi!” urlò una Grifondoro alzandosi.
“Basta!” si intromise Ginny “Tocca a Neville decidere che cosa fare”.
Guardai Neville, toccava a lui decidere il mio destino. Speravo davvero che non decidesse di allontanarmi dall’Esercito, ci avevo dedicato tutta me stessa perché il progetto prendesse piede, che fosse tutto perfetto.
“Io mi fido” disse Neville “Come abbiamo sempre fatto e come faremmo sempre! Non capisco cosa sia cambiato adesso?”.
“I suoi hanno ucciso gli studenti di un’intera scuola!”.
“E allora? Lei sta cercando di salvare delle vite, noi non abbiamo le stesse idee dei nostri genitori, noi non siamo loro, per questo credo che dobbiamo continuare a credere in lei” rispose Neville autoritario “Per questo lei e gli altri Serpeverde continueranno a dedicarsi al progetto fuga!”.
“Ma…”.
“Niente Ma!” disse Ginny “La McGranitt si fida di lei e anche Hermione, Ron e Harry! Per di più ha combattuto al nostro fianco per difendere Hogwarts dai Mangiamorte, se non ci fidiamo di chi combatte con noi, di chi dovremmo farlo?”.
Nessuno provò a controbattere, ma si vedeva che molti non erano molti felici di questa scelta.
Quando tutti se ne andarono andai verso il muro dove avevamo appeso le foto delle nostre persone care, di momenti speciali e divertente, per ricordarci per chi e per quale motivo stavamo combattendo. Con un incantesimo tagliai le foto delle rovine di Stanwarts e della classe dei BlackRose del mio anno, che continuava a mostrare me, Linda e Lilian che sorridevamo mettendoci in posa, per poi scoppiare a ridere e abbracciarci. Quella foto era vecchia, risaliva all’inizio del primo anno. La sistemai vicino all’ultima che avevamo fatto insieme, prima che finisse la quinta. Noi tre con un fiore in bocca, che facevamo facce strane cercando di resistere dal ridere.
Le avrei ricordate sempre così, spensierate e…vive!



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