Fanfic su artisti musicali > Blink-182
Segui la storia  |       
Autore: CharlotteisnotReal__    21/05/2013    2 recensioni
Michelle Miller è una ragazza di diciotto anni.
Non ha più una madre e non ha mai avuto un padre -o almeno così le piace pensare- in compenso, però, ha una sorella maggiore, Minerva, sempre al suo fianco ed un gatto nero di nome Salem pronti a darle tutto l'affetto di cui ha bisogno.
Thomas Matthew DeLonge è un uomo di trentasette anni.
Ha una madre che darebbe tutto per lui ed un padre che lo ha ama talmente tanto da avergli dato il suo nome, ma ha una moglie che lo rinnega e degli amici -meglio una seconda famiglia- che stentano a riconoscerlo.
Michelle non ha mai avuto tanto e quel poco che aveva se l'era sempre fatto bastare.
Thomas, invece, aveva sempre avuto tutto. Soldi, fama, ricchezze... Eppure non era mai contento.
Michelle odiava i bar, come odiava chi beveva.
Thomas era -inconsapevolmente- un alcolizzato.
Quando sentì una scia di profumo dal sapor di fragola avvicinarsi Thomas alzò il volto e fu allora ed in quelle condizioni che lei lo vide.
Per quanto diversi potessero esser stati il destino aveva fatto si che si incontrassero, volendo che i loro mondi diventassero un tutt'uno...
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom DeLonge
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic


III  

 


I don't care what you're saying 
I don't care what you're thinking 
I don't care about anything 
Get ready, get ready cause I'm happening !


 

Michelle proprio non riusciva a dormire e nemmeno Salem, che risentiva dell'agitazione della sua padrona, sfogandosi con miagolii  sofferente rivolti alla luna. Minerva non c'era, e questo non aiutava il sonno della sorella minore, che proprio sola non riusciva a stare.
 
«Anche tu non riesci a dormire, Salem?». Domandò dolcemente la ragazza, carezzando il gatto nero accanto a lei. Salem miagolò, e Michelle prese quel miagolio come un cenno affermativo. «Già».
 
 
Era notte pesta, eppure Michelle ancora non dormiva e, mentre il forte tuonare della pioggia bagnava le strade di San Diego fuori dalla sua finestra, la ragazza prese l'inconscia decisione di afferrare il suo impermeabile giallo canarino e fiondare fuori dal suo appartamento.
 
 
Thomas si trascinava, confuso fuori dal bar, lo stesso della sera precedente e, arrancando un po' barcollò fino alla panchina più vicina e vi si sdraiò sopra, cercando di dormire, appena riparato dai lunghi e fitti rami di un albero dietro lui.
«Dio, come sei conciato!». Sentì sussurrare da una voce alle sue spalle, prima di esser goffamente trascinato giù dalla panchina e di perder i sensi.
 
Quando Thomas si risvegliò fu sorpreso di ritrovarsi al chiuso, sebbene quella non fosse la casa di uno sconosciuto era sorpreso di essersi risvegliato la dentro e per quanto si sforzasse, proprio non si ricordava di come ci fosse finito.
«Stai tranquillo, e dormi ancora un po'». Gli sussurrò la calda e dolce voce di Michelle, che udendo i rumori del risveglio del moro era corsa da lui. «Cosa ci faccio di nuovo qua?». Domandò spaesato Thomas, cercando di alzarsi dal morbido letto, ma provocando solo delle forti fitte di dolore nella sua testa.

«No, stai sdraiato! -Gli ordinò la ragazza, correndo subito da lui e sedendogli accanto- Hai una forte febbre e in più credo tu risenta della sbornia della scorsa notte». Esclamò lei, carezzandogli dolcemente fra fronte, per testare la temperatura corporea, spaventosamente alta, dell'uomo. «E com'è che mi ritrovo puntualmente qua dopo una sbronza?». Domandò sorridente Thomas, che ora sedeva poggiato alla testiera in ferro battuto del letto della rossa. «Facevo una passeggiata quando ti ho visto combinato peggio della scorsa sera e così ti ho caricato di peso e ti ho portato qui». Sorrise dolce la ragazza, porgendogli un infuso di tè. Thomas bevve un caldo sorso, per poi rivolgersi scettico alla rossa. «E tu mi avresti portato fin qui sulle tue spalle?». Domandò, alzando un sopracciglio. A quella buffa espressione Michelle scoppiò a ridere e, asciugandosi una lacrima che le solcava una guancia, ammise. «No, in realtà ti trascinavo. Ma ti assicuro che ho provato a sollevanti e che per un paio di metri son riuscita a reggermi!». Thomas rise del buffo gonfiore che le rosee guance di Mischa avevan preso e barcollante si alzò dal letto dirigendo di verso il salotto.

«Bene, sarà meglio che vada!». Esclamò, sotto lo sguardo confuso della ragazza.
«No! -Gridò lei- Hai un febbrone da cavallo, non posso lasciarti girovagare senza meta fra i bar della città!». Sbottò irritata poi, prendendo Thomas per un braccio e tirandolo in direzione della sua stanza. «Oh, andiamo, pel di carota! Non posso rimanere!». Esclamò poi, tirando il braccio al quale la ragazza si era ancorata, catapultandola involontariamente fra le sue braccia.
La distanza fra i due era minima, e le guance di Mischa presero a mimetizzarsi con le punte del suoi capelli, tanto l'imbarazzo. «Perché non vuoi restare?». Domandò titubante lei, sussurrando appena sul viso del moro.

«Perché dovrei?». Rispose altrettanto basso lui, ma con un cenno di malizia nella voce. «Perché te lo sto chiedendo, per favore». Rispose Mischa, inchiodando i suoi meravigliosi occhi cangianti in quelli scuri e profondi di Thomas, che si sentì come sovrastato da quei grandi e docili occhi. «Se la metti così...». Sussurrò Thomas, stringendo ancor di più la piccola Michelle fra le sue braccia, in un goffo abbraccio.
 
 
«Mischa, voglio uscire!». Si lamentò Thomas, costretto tutta la giornata fra le coperte. «Voglio fare una passeggiata e divertirmi!». Cantilenò infantile, tirando per il grembiule la povera Michelle, che cercava invano di fargli mangiare un brodaglia di pollo. «Ah, ma non ti viene mai un po’ di sonno?!». Sbottò esasperata lei, strappando dalle mani di Thomas i lembi della veste dalla quale la teneva. «Andiamo, piccola. Ho voglia di uscire!». Cercò di convincerla lui con il suo charm, ma nulla da fare, Mischa era impassibile.
 
Quando finalmente l’uomo crollo fra le braccia di Morfeo, Michelle uscì di casa. Aveva ormai preso una decisione, voleva a tutti i costi aiutare quel ragazzo e per farlo aveva bisogni di sapere chi fosse. Di lui sapeva già il nome e vagamente cosa gli era capitato, ma ciò non le bastava, aveva bisogno di materiale più concreto così decise che una bella ricerca le avrebbe potuto dare le risposte che tanto cercava.
 
Il vecchio e lento computer della biblioteca –nonché unico funzionante- fece fatica ad accendersi, ed ad accedere ad Internet, ma una volta riuscitoci la ragazza, ormai impaziente, non si fece alcuno scrupolo e, velocemente, fece sì che le sue dita scivolassero su quella usurata e mal funzionante tastiera; “Thomas DeLonge”.


 

  • Jennifer Jenkins dichiara: Ho chiuso con Thomas Matthew DeLonge.

  •  Il tribunale rifiuta la richiesta d’affidamento dei bambini,
    Tom DeLonge risponde “Andassero al diavolo!”

  •  I Blink-182 a tre anni dal loro grande ritorno cadono in rovina, la causa? L’alcolismo del leader Tom DeLonge…
  • Ava Elizabeth e jonas Rocket «Avevamo un padre...».

 
 
Mischa non volle credere ai suoi occhi; tutte quelle cattiverie dette, scritte e compiute le fecero ribrezzo.



 

Image and video hosting by TinyPic
«Perché te lo sto chiedendo, per favore». 

 




 
Scusatemi per esser sempre meno presente, ma -come spiegato nell'aggiornamento di "Hello Sanity"- sto affrontando gli esami e non ho tempo se non per studiare! :/
Detto questo, ringrazio di cuore chi recensisce e chi segue/ricorda/preferisce la storia. Grazie mille, siete fantastiche! :)
Ora però devo scappare, spero che il capitolo vi piaccia.
A presto, Carlotta! <3

P.S.: Per errori/ripetizioni/etc chiedo scusa ma non ho avuto il tempo di rileggere :)
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Blink-182 / Vai alla pagina dell'autore: CharlotteisnotReal__