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Autore: Ella_x    21/05/2013    5 recensioni
-Buongiorno ragazzi- salutò rivolgendo lo sguardo verso la classe.
I suoi occhi azzurri si scontrarono con quelli altrettanto azzurri di Becky e il cuore di quest’ultima perse un battito.
-Io sono Louis Tomlinson, il vostro nuovo insegnante di scienza per tutto l’anno- spiegò entusiasta sfilandosi la giacca marrone e mostrando un fisico perfetto avvolto in una camicia a quadri.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Science can be just what is, not what it could be.

Capitolo 20

Louis scostò lentamente la tenda della camera,permettendo ai raggi pallidi del sole di entrare nella stanza in penombra.

Col sorriso sulle labbra si avvicinò al letto, stendendosi delicatamente e silenziosamente al suo posto.

Appoggiò delicatamente le mani sulle spalle della sua alunna, cercando di farla svegliare.

-Deve andare  a scuola Becky- sussurrò mentre continuava a scuoterla.

-D’accordo- borbottò la ragazza,alzandosi a sedere.

Becky si strofinò gli occhi appiccicosi e arrossì violentemente quando nella sua visuale comparve il suo professore a petto nudo.

-Dormito bene?- domandò il ragazzo, appoggiandole un vassoio colmo di pancake e frutti sulle ginocchia.

Per pochi attimi nella mente della ragazza riapparvero barlumi di ricordi della serata precedente e il suo viso divenne ancora più rosso.

La mora annuì, con  lo sguardo basso per l’ imbarazzo.

Louis sorrise intenerito, decidendo di lasciarle un pò di tempo per farla svegliare a pieno.

-Vado in bagno- le sussurrò accarezzandole una guancia e allontanandosi.

Avrebbe voluto baciarla, ma la ragazza gli era sembrata un pò perplessa.

Becky chiuse gli occhi, mentre masticava la sua colazione.

Poteva sentire le guancie andarle a fuoco e lo stomaco che le doleva violentemente.

Sicuramente quella era stata la notte più bella e importante della sua vita, mentre quella che stava appena cominciando, era sicura che sarebbe stata la giornata più imbarazzante che avesse mai vissuto.

Quando ebbe finito di mangiare si vestì e scese le scale, dove il professore la aspettava col sorriso sulle labbra.

Il ragazzo quando la vide le si avvicinò per potere riassaggiare il gusto e la consistenza delle sue labbra,ma la ragazza si spostò verso la porta.

-Possiamo andare- sussurrò a bassa voce, mentre le sue guancie diventavano ancora una volta di colore scarlatto.

Louis sospirò,annuendo ed uscendo di casa.

Dieci minuti dopo le mura imbrattate dell’edificio scolastico sorgevano a pochi metri dal parcheggio delle auto.

I due ragazzi scesero, notando che il cortile fosse quasi deserto,a causa del leggero ritardo.

-Becky..- chiamò il professore,afferrando un polso della ragazza che si voltò di scatto.

Il ragazzo aprì la bocca per parlare, ma venne interrotto da una voce.

-Professor Tomlinson, finalmente è qui.. dobbiamo discutere dei programmi delle terze da presentare al preside prima della seconda ora- la voce fastidiosa della nuova collega di trigonometria fece richiudere con un verso di disapprovazione la bocca del professore.

-Dopo devo parlarle- le sussurrò, prima di lasciarla andare e voltarsi verso l’insegnante che continuava a blaterare.

 

Becky diede un morso alla sua mela, mentre ascoltava ciò che Holly le stava raccontando.

-E così il gatto è saltato sul tavolo rubando una fetta di arrosto e la nonna si è giustificata dicendo che probabilmente aveva sentito l’ odore dei folletti che gironzolavano sul tavolo- raccontò preoccupata la bionda, mordicchiandosi le unghia.

Becky trattenne una risata, immaginando la faccia sconvolta del suo amico riccio.

-Aveva ragione l’oroscopo, le stelle non erano allineate nell’ordine esatto quindi non era una buona idea presentargli la mia famiglia..Non posso biasimarlo se per tutta la mattina non si è fatto vivo.. probabilmente non vorrà più nemmeno sentire la mia voce- sospirò Holly, giocando con le sue patatine fritte.

-Buon pomeriggio belle- la voce virile del diretto interessato fece sobbalzare le ragazze.

Harry sorrise, baciando la sua fidanzata che lo fissava in mobile timorosa.

-Scusate l’assenza ma la settimana prossima ci sarà la semifinale di basket e il coach ci ha fatto un permesso speciale per allenarci tutto il giorno..sono distrutto- spiegò il riccio, accomodandosi malamente su una sedia della mensa e addentando un qualcosa che somigliava vagamente ad un hot dog.

-Quidi tu?Io? Ti piace ancora la mia voce?- balbettò Holly sventolandosi con un tovagliolo di carta.

-La tua voce? Suppongo di si- rispose confuso Harry.

-Non sei rimasto sconvolto dal gatto e dai folletti?- domandò la ragazza, ricordando ancora una volta ciò che era successo la sera precedente a casa di sua nonna.

-Uhm..mi piacciono i gatti, per i folletti non so visto che non ne ho mai visto uno- riflesse Harry, masticando.

-Mi sei mancato stamattina- squittì la bionda, stringendo il petto del ragazzo.

-Beh anche tu- sorrise il riccio, baciando la sua ragazza.

Becky ignorò i due fidanzatini che si scambiavano effusioni, facendo vagare il suo sguardo per la stanza gremita di gente.

Nei tavoli vicino alla porta le cheerleader filtravano spudoratamente con qualche giocatore della squadra di basket che passava per recarsi al tavolo di fronte alle finestre.

I membri del club degli scacchi era riunito nel mezzo della mensa e qualche ragazzo incitava e tifava per uno dei due giocatori che si sfidavano alle estremità del tavolo.

In un angolo in fondo, proprio vicino alle cucine, il gruppo degli ‘alternativi’ parlottava furtivamente tra loro, mentre i loro piercing brillavano e i loro capelli arcobaleno coloravano a macchie i muri bianchi della mensa.

Quando la ragazza voltò lo sguardo verso il tavolo dei professori non potette fare a meno di soffermarsi sul profilo perfetto del signor Tomlinson.

Il ragazzo conversava animatamente con un collega, il familiare sorrisetto furbo gli increspava le labbra sottili.

Il professore, sentendosi osservato voltò lo sguardo, incrociando quello di Becky e sorridendole.

La ragazza subito sentì le guancie arderle ed abbassò gli occhi sul suo piatto.

Questa volta però era lei a sentirsi osservata così alzò lo sguardo, e il professore le fece un cenno col capo verso la porta, prima di alzarsi dal tavolo e salutare gli altri insegnanti frettolosamente.

La ragazza si osservò le unghia mentre si mordicchiava un labbro, rimuginando su cosa fare.

Lei avrebbe voluto seguirlo e parlarci, riderci e scherzarci assieme fino al suono della campanella che segnava la fine dell’ora di pranzo.

Ma sapeva benissimo che appena avrebbe incontrato i suoi occhi chiari si sarebbe imbarazzata.

Non riusciva ad osservare quelle pozze umide come aveva fatto la notte precedente,mentre diventava una donna in tutti i sensi per la prima volta.

Ma allo stesso tempo non voleva passare per una stupida che non sapeva ciò che voleva veramente, o peggio per una facile e senza sentimenti.

La ragazza afferrò la bottiglietta vuota ed i resti del suo pranzo –Ragazzi, voglio ripetere letteratura prima che suoni la campanella..ci vediamo all’uscita?- domandò, buttando tutto nel cestino.

-D’accordo, a dopo- annuì Harry, staccandosi da Holly che sorrise alla ragazza, prima che si allontanasse.

Il corridoio era silenzioso e deserto, e gli spifferi di vento che passavano dagli infissi traballanti erano terribilmente fastidiosi.

Becky si incamminò lentamente verso il suo armadietto, mentre i suoi passi rimbombavano.

Del professore non sembrava esserci tracce da nessuna parte.

Qualche secondo dopo, la porta dello sgabuzzino si aprì lentamente ed il viso sorridente del professore fece capolino dietro alla porta.

-Avrei potuto afferrarlaper un braccio e trascinarla dentro di sorpresa per fare scena, ma non voglio causare infarti- spiegò mentre apriva di più la porta per far entrare la ragazza.

Immancabilmente le guancie della mora si arrossarono nuovamente, mentre esitante osservava il pavimento sporco del corridoio.

-Avanti, entri Rebecca- la incitò il professore in un sussurro che sembrava di quanto più simile ad una supplica.

Quando Becky udì il suo nome per esteso capì di non potersi tirare in dietro, e trascinando i piedi entrò nella stanzetta.

Quei pochi metri a loro disposizione erano principalmente occupati da scope e barattoli di ogni genere.

I minuti di silenzio che seguirono sembrarono interminabili per entrambi,soprattutto per la ragazza che sentiva lo sguardo del professore pizzicarle sul corpo e sul viso.

-Rebecca..- la chiamò il professore.

La ragazza si limitò ad un mormorio indistinto mentre continuava ad osservare interessata le crepe dei muri o le macchie del pavimento.

-No, mi guardi per favore- disse contrariato il ragazzo, alzandole il viso con l’indice e facendo scontrare i loro sguardi.

-Cosa c’è che non va?- domandò preoccupato il ragazzo, accarezzando una  guancia della mora.

Becky si schiarì la voce –Nulla- rispose, perdendosi negli occhi del ragazzo.

-Ho fatto qualcosa di sbagliato ieri? Si è pentita della sua scelta?Parli per favore- la supplicò il professore, unendo le loro mani.

-No,no lei non ha fatto nulla di male- si affrettò a precisare la ragazza, deglutendo –è colpa mia- sussurrò poi,mordendosi il labbro.

-Mi spieghi, voglio solo capire cosa la preoccupa- sussurrò Louis, sorridendole incoraggiante.

Becky sospirò e il professore aumentò la stretta sulle sue mani.

-Io..ehm..era la mia prima volta,e beh..ecco..sono così imbarazzata adesso..- balbettò la ragazza a bassissima voce, tanto che il ragazzo dovette faticare per capire le sue parole.

Louis deglutì, osservando la ragazza timoroso –E..era la prima volta?- domandò con tono grave, portandosi una mano fra i capelli –Io non..non lo immaginavo, cioè.. sarei stato più dolce,o avrei aspettato, non volevo farle del male..io-.

-Nonono non mi ha fatto male ed è stato tutto fantastico..è che, insomma..non so- i due ragazzi erano entrambi molto imbarazzati, probabilmente molto di più della sera prima.

-Okay mi ascolti, ieri è stato tutto semplicemente perfetto per me e non c’è assolutamente nulla di cui debba vergognarsi, davvero.. l’unica cosa che conta è che lei non sia pentita- spiegò Loui, accarezzando le braccia di Becky.

-Non lo sono- sussurrò la ragazza.

-Allora,..uhm posso baciarla senza chiedere il permesso?Cioè possiamo provare a stare insieme?- domandò il professore,sentendosi terribilmente ridicolo.

Becky annuì –E possiamo smetterla di  darci del lei?- chiese la ragazza accennando ad un sorriso.

Louis annuì e sorrise, per poi appoggiare finalmente le labbra su quelle della ragazza e ritrovare ancora il suo sapore familiare.

-Mi sento tanto un ragazzino stupido ed inesperto- sussurrò sulle labbra della ragazza.

-Io sono una ragazzina stupida ed inesperta- rispose Becky sorridendo.

-Sbagliato, tu sei la mia ragazzina per niente stupida ed inesperta ancora per poco- la corresse il ragazzo, cingendole le spalle mentre la baciava ancora ed ancora.

L’ orribile suono della campanella fece sbuffare entrambi, che si staccarono di malavoglia.

-Esci prima tu che devi correre a studiare..non dimenticare che sono ancora il tuo professore- sospirò Louis, baciando i palmi delle mano della ragazza.

Becky ridacchiò, prima di aprire la porta.

-Dopo l’aspetto nel parcheggio- disse Louis –ti aspetto, ti aspetto nel parcheggio- si corresse, prima di lasciare un ultimo sorriso alla ragazza .

 

 

 

Salve belle :3

Probabilmente nemmeno vi ricordate di me visto che non

aggiorno da un bel pò di tempo e come darvi torto.

Purtroppo questo periodo per me è davvero orribile: ultime interrogazioni, corso di chitarra, il ragazzo che mi piace

che si fidanza, una delle mie migliori amiche che si taglia e come se

non bastasse ci si è anche aggiunta la depressione per

il fatto che loro sono in Italia e io a casa.

Insomma con tutte queste cose per la testa non  avevo molta voglia di scrivere,

ed in più ultimamente non mi soddisfa più ciò che ne esce fuori.

E’ per questo che aggiornerò più di rado, soprattutto nell’altra mia storia visto che questa è quasi finita (non so ancora di preciso quanti capitoli rimangono).

Poi voi siete super fantastiche e mi riempite di complimenti immeritati, volevo dirvi quindi che ve ne sono grata, davvero grazie.

Ora che sapete di tutti i miei problemi e ora che sappiamo che non ve ne frega un cazzo mi eclisso lol

Spero non mi odierete (io vi lowwwwwwwo D:)

 

Much love,

Anto.

 

                                   
  
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