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Autore: jawaadhugsme    21/05/2013    41 recensioni
“Cosa gli è successo?” domanda in un sussurro.
“E' sopravvissuto in un incidente d'auto. E' solo al mondo ora, i suoi genitori sono morti e non ha parenti: sappiamo le sue informazioni grazie alle informazioni ricavate dalle ricerche basate sulla sua carta d'identità. Non ha parlato nemmeno una volta, troppo scosso dall'incidente.”
Louis annuisce, accarezzando con l'indice il dorso della mano bianca e sospira.
“Ti prego Louis, torna domani.” lo supplica la donna. “A quanto pare hai qualche effetto su di lui e vogliamo che stia bene questo povero ragazzo.” sussurra sconsolata.
“Per quanto tempo rimarrà?” domanda portando gli occhi in quelli della donna.
“Una settimana ancora.” risponde la dottoressa Smith sospirando. “E dopo?” domanda ancora.Silenzio. La donna fissa il ragazzino per poi abbassare lo sguardo.
“E dopo finirà in un orfanotrofio.” risponde con dell'amaro in bocca per poi uscire dalla stanza.
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“Torno domani per lui.” le sorride indossando il cappotto per poi incamminarsi verso le scale.
“Harry, si chiama Harry!” le urla dietro l'infermiera facendolo bloccare in corridoio.
“Harry..”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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7. Read all about it.




Harry è solo.
Ha le ginocchia strette al petto e il volto sepolto tra esso e le gambe mentre la musica invade la stanza. Louis è uscito per fare la spesa, la signora Tomlinson è ad accompagnare le ragazze a scuola. Le note di Look After You si affievoliscono e la canzone finisce, lasciando un vuoto nel petto di Harry. La sente sua quella canzone da quando Louis gliel'ha cantata la notte per scacciare i suoi incubi, gli appartiene. Nel frattempo, un'altra canzone inizia con le note di un pianoforte.


You’ve got the words to change a nation,
but you’re biting your tongue.
You’ve spent a life time stuck in silence
afraid you’ll say something wrong.
If no one ever hears it how we gonna learn your song?
So come, on come on,
Come on, come on.


Se prima nel petto di Harry vi era il vuoto, in questo momento sente un miscuglio di emozioni: paura, i ricordi che tornano a galla, la voglia di urlare. Harry è sempre stato in silenzio durante questi anni ed è per questo che lo è anche ora: non vuole dire le sue ragioni. Da quando in seconda media ha detto di esser gay, non ha più espresso i suoi pareri. Aveva persino il timore di rispondere alle domande personali proposte dagli insegnanti! Sua madre prima che morisse, lo aveva portato da uno psicologo per capire il perché il figlio si fosse così chiuso in sé stesso, perché avesse paura di parlare. Ovviamente, da quelle sedute, non vi si era ricavato un ragno da un buco: Harry rimaneva zitto con le mani tra le mani a testa china lasciando la stanza avvolta dal silenzio, un silenzio spezzato dallo psicologo qualche volta. Tutto, però, è cambiato da quando è arrivato Louis Tomlinson nella sua vita. Ancora Harry non si riesce a spiegare come sia possibile che i suoi occhi, le sue braccia, lui in per sé riesca a rassicurarlo così. Se lo è chiesto dal primo giorno in cui l'ha visto in ospedale. Harry era appena uscito dal bagno e aveva vomitato, vomitato l'anima per dimenticare ogni cosa. L'ha sempre fatto; vomita per dimenticare i problemi perché sente la bocca aspra, la lingua pastosa come se nella sua bocca vi fossero tutti i suoi ricordi, ogni suo più brutto ricordo. Si era chiuso nel bagno per vomitare e dimenticare i bambini sentiti la sera prima dire che fosse strano, che fosse diverso. Aveva pianto tutta la notte con le lenzuola strette tra le mani, il viso sul cuscino pronto a soffocare i suoi urli di frustrazione e tristezza. Ma quando aveva visto quegli occhi, un senso di pace aveva pervaso il suo petto: quegli occhi così simili a quelli della madre. Era arrossito e, accompagnato da due infermiere, era tornato in camera dove si era steso sul letto con l'intenzione di dormire e dimenticare. Ma la pace non era durata per molto. Gli occhi di sua madre che si spegnevano l'avevano fatto urlare di paura e sentire le mani delle infermiere addosso a lui, di certo, non migliorava le cose: Harry odia essere toccato. E quando ha incontrato gli occhi di Louis, la tempesta dentro di lui si era calmata lasciando spazio al bel tempo. Non capisce nemmeno il perché Harry non si sia ritirato quando Louis gli ha preso la mano perché come ho detto, lui odia essere toccato: forse perché era troppo impegnato a guardare i suoi occhi, forse perché il suo sorriso lo rassicurava, insomma, Harry non se lo sa spiegare. Harry ha sempre sperato che Louis non lo abbandonasse da quel momento e qualcuno aveva ascoltato le sue preghiere.


I wanna sing, I wanna shout
I wanna scream till the words dry out
so put it in all of the papers,
i’m not afraid!
they can read all about it,
read all about it oh.


Eppure, quando Louis è entrato nella sua vita, ha sempre desiderato urlare, gridare la sua opinione. Eppure, c'era qualcosa che lo bloccava.
La paura della sua opinione?
La paura dell'opinione della famiglia Tomlinson?
Oppure la paura del ritornare ad amare?

Certo, Harry è convinto di amare Louis, anche se la parola amore non l'ha mai provata così da vicino e ha paura di essere felice. Ed è per questo, che proprio ieri notte ha cercato di fargli capire che lo ama con tutto sé stesso ma che, allo stesso tempo, la paura lo logora dentro. Harry raddrizza le spalle e incrocia le gambe sul letto ricordandosi che la notte prima ha baciato Louis sulle labbra.
E se questa mattina si è svegliato prima per non incontrarlo?
E se lo ha fatto perché lui non prova nulla?
Che cosa ho fatto?

Il ragazzo si passa una mano tra i capelli e ne tira le punte come a volerli strappare dalla frustrazione. E le lacrime si fanno spazio sul suo volto mentre i denti bianchissimi mordono le labbra cercando di scacciare il dolore che ha dentro. Si volta verso destra e la porta del bagno gli ricorda che può vomitare per dimenticare il male che tiene dentro. Si alza barcollando e si asciuga le lacrime con la manica del pigiama per poi raggiungere la porta che apre e richiude con un tonfo secco. Nota sul ripiano in marmo il pigiama di Louis e sente una stretta allo stomaco: lo raggiunge e lo prende con mani tremanti per poi annusarne l'odore. Scuote la testa e lo butta per terra, per poi avvicinarsi al gabinetto lontano da esso e si caccia due dita in gola e vomita.
Vomita per dimenticare il bacio della sera prima.
Vomita per dimenticare che Louis se ne è andato.
Vomita per dimenticare che è solo.
Vomita per dimenticare che i rapporti con Louis non saranno più gli stessi.
Vomita per dimenticare l'odio che Louis ha nei suoi confronti.

E si accascia a terra, coprendosi gli occhi con le mani e piange come un bambino e viene scosso dai singhiozzi. Si volta verso il pigiama del ragazzo e apre gli occhi: è ancora li a terra nel punto in cui lo ha buttato. Tremante, gattona verso di esso: si sdraia in modo tale da poggiarvici il volto sopra e ne aspira il profumo iniziando a piangere ancora di più.
Piange bagnandone la stoffa.
Piange stringendolo tra le mani.
Piange strofinandoci il naso.
Piange sentendo un vuoto incolmabile dentro di lui.





“Sono a casa!” urla Louis posando il sacchetto di plastica sul pavimento per chiudere la porta.
Silenzio.
Il moro alza un sopracciglio sorpreso: come mai la madre non è ancora tornata? Alza le spalle e prende la busta tra le mani portandola in cucina dove la appoggia sul tavolo. Louis non vedeva l'ora di tornare a casa: era uscito il prima possibile quella mattina così da passare anche in una pasticceria e prendere la colazione per Harry. Col sorriso sulle labbra, sistema il cibo negli appositi ripiani per poi versare il latte fresco in un bicchiere che appoggia su un vassoio assieme alle ciambelle zuccherate. Sorride se è possibile ancora di più e lo prende tra le mani, dirigendosi verso il piano di sopra nella camera sua e di Harry. Facendo il meno rumore possibile, apre la porta e entra all'interno della stanza, camminando silenziosamente verso il letto. C'è solo la poca luce che entra dalle persiane a fargli vedere così, con attenzione, poggia il vassoio nella sua parte del letto e cammina verso quella di Harry dove si abbassa alla sua altezza e scosta le coperte: Harry non c'è. Louis sente una fitta allo stomaco e le sue mani si fanno strada tra i capelli che tira nervosamente. “Cazzo.” borbotta a bassa voce e esce dalla stanza, correndo al piano di sotto: ma nulla, Harry non c'è da nessuna parte come al primo piano nelle altre stanze. Il castano si siede sul letto e si passa una mano sul volto, ascoltando il silenzio. Un singhiozzo gli fa alzare il capo e si volta verso la posta del bagno: si alza inciampando nei suoi stessi piedi e cade atterra, ma si rialza immediatamente e spalanca la porta del bagno. Harry è lì sdraiato sul pavimento, con la sua maglietta del pigiama stretta tra le mani e piange scosso dai singhiozzi. Louis non sa definire le emozioni che sta provando, ma lo stanno distruggendo. Si accascia a terra e accarezza freneticamente il capo di Harry, sollevandolo e poggiandolo sulle sue ginocchia. “Piccolo, sono io, calmati, non piangere per favore.” sussurra cercando di rassicurarlo ma nel suo tono si capisce che è allarmato. Harry alza il capo e incontra gli occhi di Louis che lo guardano preoccupato. “Non mi odiare, ti prego..” sussurra e gli occhi di Louis si spalancano. Harry ha parlato, ha ascoltato per la prima volta la sua voce. “Non potrei mai odiarti piccolo.” sussurra abbassandosi alla sua altezza e facendo sfiorare i loro nasi che sono al contrario. Harry guarda il collo di Louis e lo vede sporgersi verso il suo. Ed è lì che Louis appoggia le sue labbra su quelle salate dalle lacrime di Harry. Il cuore del più piccolo martella nel suo petto e gli occhi sono spalancati dalla sorpresa. Louis muove piano le labbra e Harry lo asseconda: è la prima volta che bacia qualcuno, è la prima volta che bacia le labbra di qualcuno che sono al contrario rispetto alla sue. Non sanno quanto tempo rimangono a baciarsi, con la mano di Louis sulla guancia di Harry e la mano di Harry su quella di Louis. Ma quando Louis si stacca dalle labbra del più piccolo a entrambi pare sia passata un'eternità. “Lascia che curi il tuo cuore infranto Harry.” soffia sulle labbra del diretto interessato facendolo tremare piano per poi tornare a baciarlo.


And I can lend you broken parts
that might fit like this.
And I will give you all my heart,
so we can start it all over again.

 

















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Can we take the same road two days in the same clothes
And I know just what he’ll say if i make all this pain go
Can we stop this for a minute?
You know, I can tell that your heart isn’t in it or with it.


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VE LO CONCEDO, POTETE AMMAZZARMI.
Mi scuso per il TREMENDO ritardo cazzo.
La scuola mi sta ammazzando e sarà così fino a inizio luglio siccome dovrò aiutare a studiare dei ragazzi che quest'anno hanno gli esami.
Ho scritto più volte su twitter "oggi aggiorno","oggi è il giorno giusto, giuro!" ma sempre vi era poi un contrattempo!
SHIT.
Vabbè, che dire?
Inanzi tutto, vorrei iniziare con dei ringraziamenti siccome non li ho ancora fatti!
- ringrazio chi mi ha inserito tra gli autori preferiti.
- ringrazio tutti voi che state recensendo: la storia ha 234 recensioni totali!
- ringrazio le 130 persone che han inserito la storia tra le preferite.
- ringrazio le 23 persone che han inserito la storia tra le ricordate.
- ringrazio le 176 persone che han inserito la storia tra le seguite.
dswfhasjgh, grazie a tutti, davvero!
Passiamo a parlare del capitolo...
è abbastanza lungo e sono soddisfatta! sia per la lunghezza, appunto, e il contenuto.
Principalmente è un capitolo su Harry come avete potuto notare e si può capire qualcosa in più su di lui.
AMO QUESTO CAPITOLO, soprattutto la fine :')
Ne abbiamo aspettato di tempo per sentire Harry dire qualcosa, eh?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che la storia continui ad interessarvi, sono agitata essendo la mia prima ff larry cc

Fatemelo sapere con una recensione con più di dieci parole,
Elisa.


Se volete essere avvisati su twitter quando aggiorno, basta scrivermi il nick nella recensione :)
e se volete contattarmi:
jawaadhugsme

   
 
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