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Autore: itsNichole    21/05/2013    7 recensioni
Alice, ragazza newyorkese che torna nella sua città natale dopo la morte dei suoi genitori, Bradford.
L'avvertono, può fare qualsiasi cosa lì, può divertirsi e stringere con chiunque deve solo stare lontana da un ragazzo. da uno 'pericolo', così definito.
Ma se il pericolo fosse la calamita di Alice?
Ne vale la pena rischiare tutto per uno sconosciuto?
Dal primo capitolo: . –ti metto in guardia solo di una persona.- mi si avvicinò ancor di più. –il tuo vicino di armadietto.- era serissima e mi fissava negli occhi. io agrottai le sopraciglia non riuscendo ad intendere per bene. –non ti dirò nulla su di lui, dato che sei un tipo che vuole stare per i fatti propri..ma stai attenta, è pericoloso.- detto questo girò le spalle e andò via. Restai qualche secondo a fissarla mentre scompariva tra la folla e gli studenti. feci semplicemente una smorfia, come inizio c’era male.
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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His velocity.




-Sta attenta per strada, ha nevicato tutta la notte, rischi di far incidente se acceleri più del dovuto.-
-Tranquillo nonno, ci vediamo più tardi.- urlai di risposta salendo nella mia bellissima macchina, nonché un rottame per eccellenza, si rivelò così la macchina regalatomi da nonno, ma camminava e questo era ciò che mi importava davvero. Erano le sette e un quarto del mattino e a Bradford non aveva ancora mai fatto questo freddo. Mi sentivo totalmente congelare le ossa e, come potreste già immaginare, l’aria calda in quella macchina non funzionava. Ma me l’avevano regalata i miei nonni e non l’avrei cambiata per nessun’altra, neanche per la Lamborghini di Malik. Malik.. Ogni pretesto lo utilizzavo per collegare un discorso a lui, per poterne parlare, o correggendomi, per poterlo pensare. Non avrei mai avuto il coraggio di ammettere che lo pensavo più del dovuto, che stranamente la cotta aumentava e che la mattina mi alzavo con il sorriso perché lo andavo a trovare a scuola. No, non lo avrei mai fatto. Impiegai venticinque minuti prima di arrivare, tutti accompagnati dal sottofondo musicale, Muse, conoscete? Davvero bravi.
-Buongiorno Alice.- mi sentii dire alle mie spalle una volta arrivata al mio armadietto, la voce abbastanza chiara da riconoscerla anche di prima mattina.
-Buongiorno a te, Amber.- risposi girandomi e guardandola.
-Ieri ci siamo divertiti da pazzi, sai? E’ stato una giornata spettacolare. Non ci crederai ma anche Rachel si è lasciata andare, ed era talmente fusa e ubriaca che non si ricorda neanche del suo slinguazzarsi con Matthew, il migliore amico di suo fratello Justin!- sì, senza che io le avessi chiesto niente, lei iniziò a parlarmi del giorno prima del tutto entusiasta. Ovviamente sorrisi, tenendole il gioco, come se questo potesse anche lontanamente interessarmi.. Ma sapevo dove voleva parare. –Tu ti saresti divertita davvero tanto. Tu che sei tutta..misteriosa, fumo e trucco pesante.- mi sorrise –era la giornata perfetta per te..-
-Bhè, peccato che io non sia solo misteriosa, fumo e trucco pesante..- risposi semplicemente, senza spiegazioni, senza nulla. Che si aspettava? Un ‘mi sarebbe piaciuto esser con voi’? No di certo. Perché così non era. Io ero stata benissimo il giorno prima con Zayn, anche per quelle semplici orette passate insieme, non le avrei mai, ripeto mai, sostituite con qualche ora passata con loro e mille ragazzi arrapati che con la scusa dell’alcool cercano di portarti a letto. – Difatti ieri sono stata davvero bene con Malik..- okay, non so perché le dissi quelle parole. Non mi piaceva far sapere le mie emozioni a qualcuno, o le mie impressioni. Ma quando hai quel nodo dentro, miscuglio di gioia, euforia, pazzia e follia, hai bisogno di condividerlo con qualcuno. Hai bisogno anche solo di far sapere che ieri, a differenza di tutti gli altri giorni, sei stata bene. E così scelsi di fare e dire.
Lei da canto suo non rispose, abbassò solo lo sguardo e niente. Non proferì parola tutto il tempo che passai a prendere i libri. Ma quando stavo per lasciarmi l’armadietto alle mie spalle sentii dirle un semplice ‘’sta attenta.’’ Una frase che ormai neanche mi impressionava più. Ma il tono di Amber..fu diverso. Il tono con cui Amber mi raccomandò di stare attenta era davvero sofferente. Come se lei in prima persona provò qualcosa del genere. Ci misi solo tre istanti prima di ricordare una piccola parte del discorso fattomi da Rachel e Diana, in una frase quest’ultimo aveva inserito ‘anche la sorella di Amber’. Ma non mi venne detto nient’altro dato che successivamente arrivò la ragazza stessa. Guardando il viso di Amber e ricordandomi della sorella, un brivido mi attraversò la schiena e mi maledetti per questo. Stavo davvero lasciando che le persone mi convincessero su quelle strane voci che giravano su Zayn e i suoi amici? Sul ragazzo che fino al giorno prima mi aveva stretta sotto la neve? Mi stavo odiando, davvero.


POV ZAYN.
Mi divertivo con poco, lo dovevo proprio ammettere. Mi bastava arrivare a scuola e ridere delle facce che ogni persona ha alle otto del mattino. C’è chi sbadiglia, chi sbatte contro altri armadietti perché ancora non apre bene gli occhi, chi appena trova un luogo dove appoggiarsi lo fa e di tanti altri tipi. E’ divertente, almeno per me e Liam lo è.
-Guarda quella lì.- gli indicai Rose Washton, una ragazza del terzo che dal primo liceo aveva una cotta per me, bhè valle a dar torto, nessuno poteva resistermi. E neanche la vanità riusciva ad allontanarsi da me, lo devo ammettere. Comunque lei era quasi sempre una delle più comiche, e non perché aveva qualche bava, trucco sbavato, occhi chiusi o qualcosa del genere, anzi l’opposto. Perché ogni mattina la sua entrata a scuola la notavi. Magicamente il corridoio dove lei passava diventava una passerella. Ed io e Liam usavamo il pretesto del gioco per guardarla e farle un occhiolino qua e la.
-Per quanto poco di buono sia, è davvero bella.- Rispose Liam, ed io lo guardai un po’ stupito, così che aggrottai subito le sopracciglia, quasi come se chiedessi spiegazioni a ciò che mi aveva appena detto. Ma queste non arrivarono, e dopo aver fatto un’espressione da tonto, Payn si mi liquidò dicendo di dover andare urgentemente in classe. Ed io ora che avrei dovuto fare? Non era la tipica giornata del ‘sto in classe e non parlo’. Non mi andava per niente, davvero. E per fortuna da lontano vidi Louis con Niall ed Harry, scherzare e camminare a passo veloce. Andrai contro i ragazzi, cercando di capire anche della loro fretta.
-Ragazzi!- esclamai, e dopo avermi fatto festa Louis mi spiegò tutto. – Quindi oggi c’è la gita al lago? E quando avevate intenzione di dirmelo?- domandai un po’ infastidito per esser sempre l’ultimo a sapere le cose.
-L’abbiamo saputo anche noi stamattina, Zayn.- rispose Harry.
-Comunque se non vuoi aderire, puoi restare in classe a studiare francese, spagnolo, italiano e tutte questa belle cose, nessuno ti obbliga.- aggiunse Niall quasi a presa in giro.
-Ah, sta’ zitto. Certo che vengo. Anche se ormai quel lago l’ho visitato troppe volte..- ammisi un po’ annoiato.
-E chissà per quante altre volte dovremo.- Concluse Louis, così che iniziammo ad avviarci verso la classe di Biologia.

POV ALICE.
-Non so se sia proprio il caso di venire..- mormorai. Mi scocciava fare la classica gita giornaliera, dove tutto ciò che devi fare è camminare, annoiarti, camminare, annoiarti..e ancora camminare e annoiarti. Poi la visita al lago di Bradford, non mi attirava per niente. La professoressa stava dicendo di come sarebbe stato bellissimo andar a vedere tutte quelle piante particolari che quel posto contiene, ma io non ho mai amato la natura ambientale, quindi non mi sentivo particolarmente attratta dall’idea.
-Bhè noi ci andiamo, tu resta pure sui libri fino alle tre e mezzo del pomeriggio se ti va di fare questo.- Rachel, la solita ragazza che quando parla o la odi o la ami. Non c’è una via di mezzo con lei. Ed io avevo entrambi i momenti. Stavo per risponderle ma fui distratta dall’arrivo di lui con gli altri. Sentii il cuore dare un ultimo forte battito e poi quasi fermarsi. Ecco cosa mi causava quel ragazzo, agitazione. Abbassai il capo mentre le ragazze tornavano al proprio posto. Io decisi di non salutarlo fin quando non lo faceva lui, sì come una bambina. Ma con uno come lui mi sentivo tale. Sarà quel volto serio che ha a farmi sentire piccola e impotente. Come se lui vivesse da una vita, in confronto a me.
-Se ci vai tu, ci vado io.- Sentii questo improvvisamente accanto al mio orecchio, voce calda, voce sua. Me lo aveva appena sussurrato ed io smisi di respirare per un istante. -Intendi alla gita?- domandai composta e continuando a guardare in basso. Non mi andava di guardarlo, non dovevo. -Esattamente.- confermò lui. –Mi scoccia andare lì, ma mi annoia di più studiare le materie che ho oggi.. Poi i ragazzi ci andranno.. Vorrei solo sapere cosa fai tu.-
-Che cosa ti cambierebbe, scusa?- domandai con tono freddo, alzai lo sguardo verso la professoressa che stava prendendo le firme per chi aderiva. Si partiva alle nove e mezzo, dunque la prima ora avevamo il tempo di scegliere che fare.
-Se tu resti a scuola, resto anche io.- Sapeva sempre cosa dire quel ragazzo. Sapeva soprattutto quando dirle certe cose.. Tipo in quel momento azzeccò l’attimo per dire una frase d’effetto. E anche se avrebbe potuto fare di più, quella frase mi fece agitare ulteriormente e maggiormente.
-Ci vogliamo andare?- Decisi di utilizzare il plurale, come se fosse una scelta da prendere insieme. Prendere o lasciare. -Sì, decisamente.- mi sorrise lui, e finalmente girandomi a guardarlo, mi ricordai il perché quel ragazzo mi avesse colpito dal primo giorno in cui lo vidi. Quei due occhi. Quelle iridi perfettamente uguali e immense. Erano la cosa più particolare sulla faccia della terra, sempre se la terra avesse una faccia, ovviamente. Senza dir nulla andò alla cattedra, e non ebbi il tempo neanche per realizzare che cosa andò a fare che lo vidi tornare sorridendomi. –Ho firmato per entrambi, okay? Cioè ho aggiunto anche il tuo nome all’adesione.- Si risedette. -Grazie..- mormorai in risposta. E tutto ciò che alla fine vidi, fu il volto di Rachel ed Amber in lontananza che mi guardavano, e scuotendo leggermente il capo assumevano in viso un’espressione totalmente perplessa.

-Ragazzi camminate sempre in gruppo e non perdetevi. Questo è uno dei posti più grandi di tutta Bradford, e dovunque vi giriate, troverete sempre la stessa immagine.. Nonché alberi, prati e lago. Dunque non perdetevi che non abbiamo molto tempo da passare a cercarvi poi.-
-Sembriamo all’asilo.- Si lamentò Rachel. –Siamo ragazzi del quarto anno, insomma ultimo anno di liceo, prossimi ad essere maturandi e qui ci fanno ancora questi tipi di raccomandazioni.- Scherzò ed io ed Amber le sorridemmo. –Oh guardate quel prato pieno di papere!- urlò piena di enfasi. Come se non avesse mai visto papere prima di allora. Ognuno di noi andò per la propria direzione, ed io persi di vista completamente Zayn ed i ragazzi. Erano come scomparsi.
Io con le ragazze mangiammo sotto una grande albero ognuno il proprio panino, poi restammo li sdraiate ad ascoltare musica e chiacchierare un po’. Era così rilassante, anche se continuava a non esserci un bel tempo. Infatti potevo giurare di sentirmi le mani andare sempre più verso il gelo e perdere la sensibilità. –Ragazze vi va di andare li sopra?- domandai indicando il ponte che portava da un lato di prato ad un altro e che passava sopra il fiume. C’erano un bel po’ di metri d’altezza che lo distaccavano dalle acque. Da li si vedeva tutto il luogo, o così almeno c’era stato detto dalla guida la mattina stesso.
-Ci sto alla grande. Voglio fare tantissime foto da li, verranno stupende!- urlò con euforia Diana che, in meno di due secondi, si ritrovò con la borsa in mano pronta per avviarsi. Una volta ritrovateci li sopra rimasi qualche minuti ad ammirare il panorama, era perfetto. La neve aveva ricoperto gran parte del giardino, in alcune parti si era leggermente sciolta, ma era uno spettacolo da non potersi perdere. Il lago non era ricoperto, ma non osai neanche immaginare la temperatura dell’acqua in quel momento.
-Ragazze mi fate una foto?- domandò Amber, ed io mi offrii volontaria. Presi la sua macchina fotografica e le feci una gran bella foto, modestamente parlando..me la cavavo con la fotografia. Era davvero una bella arte. –Ora la faccio io a te su.- sorrise entusiasta. –Sali sul muretto tesoro!- Mi diede pure la posa e questa cosa mi fece sorridere. Mentre stavo salendo però accadde che venni distratta dalla figura di Malik in lontananza. La vidi esattamente nella parte destra accanto il lago a diversi metri di distanza da me. E questo bastò per farmi attraversare gli attimi più brutti della mia vita. In circa dieci secondi ritrovai me stessa aggrappata al muretto che rischiavo di cadere giù. Sentivo solo delle grida. Il mio urlo di terrore accompagnato da quello delle mie amiche che prese dal panico tanto quanto me iniziarono a chiamare aiuto.
Rachel si fiondò subito sulle mie mani, premendole, rendendo quasi impossibile per me scivolare. Ma io le sentivo..la sudorazione in trenta secondi si era aggravata del tutto. Ma non passai neanche qualche secondo in più o in meno in quella posizione pericolosa, a rischiare la mia vita. Sì, perché in quei soli istanti tutto ciò che mi passò in mente fu come bastava cadere, lasciarmi andare, mollare che mi sarei ritrovata schiantata in un lago che di profondità ne aveva abbastanza e che soprattutto contava una graduazione sotto zero, come minimo. Mi sentii caricata con molta facilità, come se pesassi tanto quanto una bambina di quattro anni. Non mi fermai ad individuare la figura, afferrai subito quella mano che mi caricò e..mi salvò. Sentì le mie amiche esclamare frasi senza senso, ma di gioia, di ringraziamenti. Io continuai a restare a terra, dove ero stata delicatamente appoggiata. Tutto era come un rumore lontano, non riuscivo a sentire nient’altro che il battito del mio cuore che tentava di ristabilizzarsi. Poi alzai lo sguardo e rimasi scioccata. Non riuscii per niente a proferire parola. Avevo di fronte lui. Il mio lui, Zayn. Zayn Malik. Il ragazzo per cui persi l’equilibrio, per cui cercai di guardare oltre. Lui era giù. Era più o meno vicino a dov’eravamo messe io e le ragazze prima di salire. Prima di farci quella lunga camminata. Come poteva ora trovarsi lì? Come poteva in soli trenta secondi salvarmi la vita? Sentii gli occhi annebbiarsi e i pensieri ancor di più. Tutto era così strano. E poi mi caricò come se niente fosse.. Ma non era quello il punto. Il punto era la sua velocità.
Mentre lo riguardai un’altra volta, notando la sua mascella contratta e lo sguardo fisso su di me, come se avesse avuto davvero paura, vidi tutto nero e caddi totalmente a terra.


MI ODIERETE TUTTI. E come darvi torto? Ho lasciato sospesa questa fan fiction per sei mesi, lunghi e immensi mesi. Ma ora rieccomi qui. Non voglio assolutamente mollare, ho avuto diverse difficoltà scolastiche che per fortuna ho recuperato. Così intendo fare con questa storia che spero vi piaccia ancora. Allora chi di voi è stato a Verona o Milano? c: Io no, purtroppo. Ma la prossima volta non me li perderò per nulla al mondo, non esisterà assolutamente. Volevo ringraziare tutte le quarantaquattro recensioni. Davvero grazie mille. Anche a tutti i preferiti, seguite e ricordate. Fatemi sapere che ve ne pare di questo capitolo, io scappo a cenare. Se ci sono errori, quando lo rileggerò correggerò tutto, tranquilli!:) Un bacione bella gente<3 CIAAAAAO.
  
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