Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Aritos biscuits    21/05/2013    6 recensioni
"Per ricordare ai ribelli che neppure i più forti di loro possono sconfiggere Capitol City, i tributi verranno scelti tra i vincitori ancora in vita."
In tutti i Distretti, anche coloro che pensavano di essere al sicuro tremarono.
L'incubo tornava vivo, la giostra ricominciava a girare. Giovani e vecchi, uomini e ragazzi richiamati alla morte, costretti a tornare in quel luogo per la Capitale.
Perché la propria famiglia continuasse a stare bene.
-
Katniss sedeva di fronte ad Haymitch. Il mentore bevve un sorso di vodka e guardò la ragazza negli occhi. Le iridi grigie di entrambi si scontrarono, crude, mentre il volto del Presidente Snow spariva dalla televisione. Fuori era già buio. Quando l’arnese elettronico venne spento, solo le candele rimasero a fare luce sul tavolo.
« Sai cosa significa questo, dolcezza? » chiese lui in tono vuoto e amaro, conscio che lei sapesse la risposta ma volenteroso di sentirla. Per rendersene conto, dato che la sbronza non lo aiutava certo a metabolizzare le cose.
« Torneremo nell'arena. » sentenziò Katniss.
Una risata isterica scosse il corpo del quarantenne. La sedicenne lo osservò, tesa.
Il suono della sua voce suonò come una pallottola.
« Solo io e te. »
Genere: Azione, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



 
Dammi una ragione per credere
che questo mondo non sia una macchina malata
quando ogni direzione è un vicolo cieco.
Puoi darmi ciò di cui ho bisogno?
O puoi solo sederti e guardarmi sanguinare?
Perché d'altronde non puoi ottenere tutto ciò che vuoi,
ma tutto ciò di cui avrei bisogno è qualcosa
che mi faccia andare avanti.


- Reason to Believe, Sum41




Per terra vi erano vetri rotti e bottiglie vuote ovunque, ma a nessuno importava, tanto prima o poi qualcuno avrebbe pulito, ma non era compito loro, non ora.
Katniss era appoggiata al tavolo di legno con la testa ed il braccio sinistro, mentre l'arto destro penolava nel vuoto; i suoi occhi grigi fissavano le piccole goccioline che scendevano ripide sul vetro della bottiglia, fino a che quella venne spostata e portata pericolosamente alla bocca ispida del quarantenne. Katniss alzò gli occhi, come infastidita da quel gesto che aveva interrotto il suo passatempo, ma sulla sua espressione non vi era accenno di cambiamento: bocca dischiusa e occhi persi nel vuoto, i quali ogni tanto si degnavano di osservare qualcosa di indefinito e principalmente senza un senso vero e proprio. La diciassettenne ritrasse le braccia verso il bordo del tavolo e, facendo leva su di esse, si alzò a fatica, con un espressione sofferente sul volto, gli occhi assottigliati per mettere a fuoco ed una testa dolente che pareva sul punto di scoppiare. 
« Che c'è, dolcezza? Non sei abituata? » la schernì il mentore, portandosi di nuovo la bottiglia alla bocca ed inghiottendo un bel po' di quel liquido rosso e dall'odore acre.
Katniss spostò lo sguardo verso quella figura massiccia e dannatamente ubriaca, serrando la bocca e facendo destare un cenno di lucidità. « Mi dispiace, Haymitch, ma ci vorrà un po' prima che diventi brava come te. » rispose a tono, lanciando una di quelle frecciatine che erano soliti tirarsi.
Il biondo rise sguaiatamente, sbattendo la bottiglia sul legno con un tonfo, facendo credere a Katniss che presto sarebbe andata in mille pezzi, come i vetri che già ricoprivano il pavimento. 
« Meglio se non inizi, quest'anno dovrai far da mentore agli ennesimi due poveracci » le ricordò, « sei la mia unica speranza di poter mandare tutto al diavolo ed ubriacarmi più del solito. Se non ci sono io a ricordar loro che moriranno appena messo piede fuori dalla pedana, ci sarai tu che con un po' di "compassione" cercherai di salvarli. » Haymitch alzò la bottiglia di vino, facendola roteare ed osservando il liquido che assumeva i movimenti di un maremoto in miniatura. « Oh, scusa, dimenticavo che hai ucciso Peeta. Forse non hai tutta questa compassione e voglia di salvare qualcuno, se non te stessa, come pensavo. »
Uno schiocco di lingua sui denti, poi per l'ennesima volta il vetro si posò sulle sue labbra. Non potevano essere contati i secondi in cui Katniss rimase rigida ed immobile al suo posto, a fissarlo, perché l'uomo aveva nominato l'unica persona capace di smuovere quella scintilla nel suo cuore, colui che attanagliava ogni sera ogni suo incubo e che sarebbe stato per sempre il punto fisso delle colpe della diciassettenne. Scattò immediatamente in avanti, strappando la bottiglia dalle mani del mentore ed arrettrando all'istante, mentre l'altro, sorpreso dalla mossa inaspettata, afferrò in men che non si dica il coltello posto sul tavolo ed iniziò a maneggiarlo furiosamente innanzi a lei. Dopo vari tentativi, la lama sfiorò il tondo viso di Katniss, ferendola, mentre quella teneva ancora stretta la bottiglia di vino in mano, che fece frantumare in mille pezzi a contatto con la testa bionda del proprietario di casa. Tutto si fermò per qualche istante: vetri rotti che andavano ad aggiungersi ad altri, alcuni rimasti impigliati nel capo di Haymitch - che per fortuna non aveva riscosso danni se non un dolore lancinante in testa - e liquido rosso che scivolava e si andava ad impegnare sui vestiti dell'uomo, che ora odoravano di marcio. 
« Piccola... » lasciò in sospeso la frase il maggiore, stringendo le mani a pugno e digrinando i denti.
« Smettila, Haymitch, sei ubriaco! » urlò Katniss, sperando che un tono più forte ed autoritario potesse far ragionare l'uomo.
L'altro puntò gli occhi grigi in quelli della ragazza, che avevano la stessa tonalità, simbolo della provenienza dal Giacimento. 
« E tu sei come me. » sputò, quasi fosse la più orribile delle offese. O forse era proprio così?
In un lampo tutte le paure che opprimevano da mesi il corpo della Ragazza in Fiamme riemersero come una folata di vento pronta a spazzarla via: gli occhi accusatori della gente del Distretto che la guardavano con disprezzo, si era guadagnata l'odio di tutti, persino dei più buoni e poteva affogare quella colpa che l'attanagliava solo con un bel sorso di liquore, di cui casa Abernathy era zeppa. Aveva sempre pensato che solo Haymitch potesse comprenderla, visto quello che avevano passato entrambi. Ma cosa avrebbe fatto  la giovane Everdeen se anche colui che l'aveva aiutata ora la stava abbandonando, voltandole le spalle e sputandole fango addosso? Quella freccia nel petto di Peeta Mellark era stata la sua condanna, semplicemente perché era una sua freccia.
La mora ripartì all'attacco, scattando con un piede in avanti, arrampicandosi sopra al tavolo e saltando addosso al mentore, cingendogli il collo con entrambe le mani e facendo pressione. La schiena di Haymitch toccò terra con un sonoro tonfo, come la sedia che ora giaceva anch'essa al suolo, mentre l'uomo cercava di liberarsi di dosso il corpo dell'avversaria maneggiando ancora col coltello. 
Solo l'improvviso accendersi da sola della televisione e l'inizio dell'inno di Panem arrestò lo scontro che stava avvenendo in cucina. 
Non era normale che una tv si accendesse da sola, a meno che non era per qualche comunicazione importante da parte di Capitol City. 
I due si rialzarono immediatamente, come se nulla fosse, col cuore in gola e fare preoccupato. E c'era da preoccuparsi se era proprio un primo piano di Snow ad illuminare lo schermo. Katniss e Haymitch non fiatavano, rimanevano immobili ed in piedi a guardare la televisione, mentre l'inno finiva ed il viscido Presidente si accingeva a parlare dei settantacinquesimi Hunger Games, a ricordare i Giochi Bui, a spiegare le vecchie edizioni. Il sangue di entrambi gelò nelle vene, mentre un ragazzino in bianco con una piccola scatola in mano si avvicinava alla figura anziana posta dietro il microfono, tolse il coperchio, mostrando file e file di lettere ingiallite; Snow estrasse quella contrasseggnata col numero 75 e ne lesse il contenuto:
« Nel settantacinquesimo anniversario, affinché i ribelli ricordino che anche il più forte tra loro non può prevalere sulla potenza di Capitol City, i tributi maschio e femmina saranno scelti tra i vincitori ancora in vita. »
In tutti i Distretti, anche coloro che pensavano di essere al sicuro tremarono. 
L'incubo tornava vivo, la giostra ricominciava a girare. Giovani e vecchi, uomini e ragazzi richiamati alla morte, costretti a tornare in quel luogo per la Capitale, affinché la propria famiglia continuasse a stare bene.
Il silenzio persisté anche dopo che l'annuncio fu terminato. Nel salotto di casa Abernathy, Katniss si fece cadere sulla sedia per via dello sconforto e la consapevolezza di non essere mai stata al sicuro si fece strada in lei. Haymitch estrasse una piccola borraccia dal taschino della giacca macchiata di vino, l'aprì e bevve qualche sorso di quel liquido forte che si rivelò essere vodka. Ora erano l'uno seduto di fronte all'altro, come prima; le iridi grigie di entrambi si scontrarono, crude, mentre il volto del Presidente Snow spariva dalla televisione. Fuori era già buio. Quando l’arnese elettronico venne spento, solo le candele rimasero a fare luce sul tavolo.
« Sai cosa significa questo, dolcezza? » chiese lui in tono vuoto e amaro, conscio che lei sapesse la risposta ma volenteroso di sentirla. Per rendersene conto, dato che la sbronza non lo aiutava certo a metabolizzare le cose.
« Torneremo nell'arena. » sentenziò Katniss.
Una risata isterica scosse il corpo del quarantenne. La sedicenne lo osservò, tesa.
Il suono della sua voce suonò come una pallottola.
« Solo io e te. »









 




 

Adolf's biscuits.
Avevamo il capitolo pronto da ere glaciali, ma lo postiamo ora perché diamo donnoleH in affati.
Molto very busy, ja.
Ricordo che siamo sempre AriiiC_ e pandamito e quella bellizzima dittatrice che ci comanda a bacchetta sottoforma di koala dal nome Adolf.
Questo è il pimo capitolo, ma oltre alle doti descrittrive non dice un bel nul-
No, cavolo se dice! Haymitch torna in arena! HAYMITCH!
Ma chi se ne frega di quella bitch con la treccia, dannazione, HAYMITCH!
Cioè, noi autrici lo spediamo in Arena ma non vogliamo che ci vada.
Siamo very normal people, proprio per radio-cento-due-cinque-non-so-come-si-scrive.
Quindi che dovevo dire? Titolo e canzone molto a random.
Baci e biscotti,
Ari, Mito ed Adolf.

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Aritos biscuits