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Autore: Rivoltella J    07/12/2007    18 recensioni
La vecchia Ginny di sempre, quella capace di eseguire un incantesimo al primo colpo, quella che ti consolava con un cioccolatino e tanto affetto, quella che non aveva problemi a regalare un abbraccio? Morta.
“Hai deciso di guardarmi le tette ancora per molto o mi fai accomodare su questo, ehm, come posso definirlo pudicamente...? Elegante, ma soprattutto… Pulito destriero? Guarda che ho già rischiato abbastanza stasera, non vorrei di certo svegliarmi domattina incinta e per di più affetta da non so quale malattia targata Draco Lucius Malfoy”.
Lingua tagliente, caschetto piastrato, rosso raggiante, più alta del solito grazie agli stivali, più bella del solito grazie a quell’abito così trasparente, più diversa dal solito, si, completamente irriconoscibile, e perché? Perché era cambiata.
Genere: Generale, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny, Harry/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Tesorissimi miei!!! Vi richiamo al rapporto!!! Ennesimo chappy, il quinto, e devo ammettere, onestamente, che c’ho messo ore a scriverlo!!! ^^! Spero gradiate! Diciamo che ho dato sfoggio della mia fantasia e ho intricato un po’ la matassa degli intrighi… Le coppie sono strane... ma servono per il futuro andamento delle cose!!!Vediamo se vi gusta come chappy! Intanto vi ringrazio e vi urlo: “VI VOGLIO BENEEE!!!”                          
 
                                        GUARDIAN ANGEL (Angelo custode)
 
“Allora Granger, facciamo alla svelta, una botta e via”. Queste parole risuonarono tonanti nella stanza troppo affollata, in tumulto, decisamente troppo in fibrillazione. Il brusio che vorticava lento tra le tavolate imbandite si diffondeva leggiadro tra quei corpi che marciavano liberi in una frenica danza, si ergevano placidi e consunti, sfoderando sguardi come sciabole, intercettando chi scegliere, tra la moltitudine.
“Per quale assurdo scherzo del destino tu ti ergi giulivo e pio dinnanzi a me? Ho forse udito correttamente le parole da te poco fa pronunziate? Che strano intruglio ti sei bevuto stamattina caro il mio sedano? Caffè corretto whisky? Burrobirra al posto della tua dolce camomilla quotidiana?
Mio caro Blaise, l’alcolismo che dilaga tra i giovani adolescenti è un problema che sta mettendo in ginocchio la nostra società attuale, da non sottovalutare, sia ben chiaro…
Il futuro sarà compromesso senza via di ritorno. I giovani rampolli come te dovrebbero pensare a diplomarsi a pieni voti, a crearsi una posizione, una reputazione rispettata. Non possono passare i loro anni d’oro ad autodistruggersi solo per sembrare più fighi… Sei … ca… carino anche se non fai il cazzone in questo modo…
Vuoi ritrovarti a quarant’anni con un fegato che fa provincia? Il cuore che pompa sangue troppo velocemente rischiando un attacco cardiaco prematuro, letale? La cintura dei pantaloni sempre troppo stretta a causa dell’infinito girovita incontenibile?
Non va assolutamente bene sai, devi curarti! E pensare che saresti anche un giovanotto di belle speranze se non fosse per quei due o tre difettucci che ti ritrovi, facciamo anche quattro o cinque dai… Se vuoi cerchiamo insieme qualcuno che possa aiutarti, un numero verde, gli assistenti sociali, qualsiasi cosa per salvarti da questo oblio… Inoltre non capi…”. Parlava troppo quando era nervosa, decisamente non conteneva gli argini del suo sapere, o meglio, della sua ignoranza, al momento.
Avevo sciolto le briglie ed era partita per la sua tangente, proibendo qualsiasi tipo di spiegazione razionale, non sfiorando minimamente idee ovvie.
Venne interrotta bruscamente da due mani, anzi, due vanghe, che le tapparono la bocca repentinamente, troppo bruscamente per essere definite il tocco di un mago come si deve, educato, gentile, composto. L’energumeno che le si ergeva davanti era decisamente l’antitesi delle buone maniere, del galateo, o comunque di qualsiasi forma di civilizzazione.

“Poche storie, non ho tempo da perdere con te. Adesso tu alzi il tuo bel fondoschiena da quella panca e mi segui, rigorosamente in silenzio. Sono stato abbastanza chiaro?”. Con occhi truci la fulminava e l’avvolgeva in un vortice misterioso, rude, affascinante. Scaltro girò su se stesso e iniziò a percorrere il lungo corridoio della Sala Grande, avventandosi voracemente verso l’uscita.
Era inutile voltarsi per accertarsi della presenza della donzella richiamata all’ordine, perché, a pochi passi dal bel Serpeverde, si muoveva composta una figura esile di donna, un tantino preoccupata, ignara di ciò che le sarebbe accaduto nelle prossime ore.
 
“Ron, quella che si sta avvicinando come un taglialegna verso l’ultima, bramata, desiderata felce del bosco, non è… C… Cho vero?”. Con uno scatto fulmineo degno del miglior velocista, si nascose furtivamente dietro un’enorme torta alla liquirizia e cannella, provando a rimpicciolirsi il più possibile, spiaccicandosi letteralmente alle spalle portentose dell’amico, tipo figurina sull’album dei giocatori di Quiddich, quella mancante, il pezzo raro, da scovare assolutamente.
“Non vorrei demoralizzarti ma è proprio lei. Sì sì, la Corvonero sta correndo qui tipo maratoneta provetta e sembra evidentemente desiderosa di prenderti e portarti via prima che ci pensi qualcun altro”. Incoraggiante come sempre, pattumiera-umana-Weasley.
“Non dirmi che mi toccherà stare in coppia con Cho perché altrimenti inizio subito a farmi dei pregiatissimi origami sulle vene con il coltellino per spalmare la marmellata…”. All’idea di condividere un’intera giornata con lei, ben quindici ore di prigionia ad ascoltare ancora gli ennesimi piagnistei, gli sarebbe scaturito naturale un conato di vomito.
“Harry, non per scoraggiarti ma si sta dirigendo verso di noi… Non per essere pessimisti ma è abbastanza rapita dalla tua presenza, ti sta fissando continuamente. Non per accompagnarti al patibolo ma… Scappa finchè puoi, si salvi chi può! Addenta una fetta di torta, sporcati di cioccolato, fatti scendere della glassa nel mantello, insomma, renditi orripilante, magari funziona”. Gli aveva servito il meglio che potesse offrire.
“Il solito geniaccio, eh, Ron?! Stai fermo e non mi vedrà, almeno spero. Se mi chiederà di far coppia con lei rifiuterò senza problemi. E non mi farò scrupoli, sarò anche scortese probabilmente, ma chi se ne frega.
Ne ho già avuto abbastanza di lei quest’estate. Sapeva che stavo con Ginny e continuava a mandarmi lettere sdolcinate, gufi migratori con cioccolatini a forma di cuore, perfino il suo elfo domestico vestito da Cupido pronto a scoccarmi una freccia rossa con la ventosa a forma di bacio. Ad un certo punto uno si stanca e diventa pure maleducato”.
Non se la stava prendendo un po’ troppo? In fondo lei voleva solo renderlo felice, voleva donargli ciò che Ginny gli concedeva a metà, il suo corpo ma non la sua anima. La moretta sarebbe stata totalmente di Harry, rapporto esclusivo fino all’ultimo succhiotto.

Sentiva la pasta sfoglia aderirgli al basso ventre, fredda, morbida, il solito pasticcio del suo migliore amico che credeva di poterlo aiutare, in quel modo goffo. Ormai era un connubio tra timore e pasta frolla, terrore e ciliegine, impazienza e cioccolato. Sentiva di appiccicare ovunque, le mani sporche di vaniglia, il colletto della camicia troppo stretto. Ma doveva preservare il suo nascondiglio, doveva impegnarsi a mantenere un certo rigore, un velo leggero di dignità.
“Ciao Harry, cosa ci fai qui tutto ranicchiato?”. Due occhioni da triglia stavano sfavillando in preda a qualche spasmo innato, posandosi delicati su di lui. Un corpo snello gli si sedette in braccio, senza timore, sicuro dell’effetto che provocava sul genere maschile. Lentamente iniziò a leccargli la panna che gli si posava buffa sulla guancia, cingendogli il collo con le lunghe braccia calde, lisce.
“Guarda che il pollaio è dall’altra parte, Pansy…”. Harry, staccandola violentemente, si rizzò nuovamente scaltro, impietrito, provando a pulire maldestramente il mantello macchiato. Sentiva i movimenti irriverenti di quel corpo sul suo, strusciandosi senza ritegno. Cho e Pansy, le sfighe sempre in coppia, pensò.
“Ma dai Harrino caro. Ho visto che la tua rossetta è schizzata via con il mio Dracuccio. Diamo una bella lezione a quei due, che ti costa… Non dobbiamo assolutamente farci prendere dagli eventi se non vuoi… Anche se devo ammettere che il mio lettino è molto comodo, il cuscino è morbido, le lenzuola sono profumate e la mia biancheria intima è sparsa un po’ ovunque…”.
Cinguettava tranquillamente la moretta svampita, non perdendo il ritmo nello sbattere accuratamente le folte ciglia, accarezzandogli dolcemente la guancia pallida, fredda, contratta in una smorfia di sufficienza.

“E sai quanto me frega delle tue mutandine?! Pensavo se le fosse tenute tutte Draco come trofei. Racconta certe cose a Pozioni… Voi due che lo fate sul campo di Quiddich, tu sopra di lui mentre lo fate nella Guferia, voi due che vi avvinghiate in bagno, lui che ti possiede cinque o sei volte di seguito… Dovresti tappargli meglio la bocca sai?! Magari infilandogli quella tua linguaccia da serpe direttamente giù in gola”.  
Si divertiva a guardarla, con la fronte corrugata, le pupille a seguire le labbra che le stavano parlando, una mano a sorreggere il mento, nella posizione tipica di un gran filosofo pensante.

“In effetti mi è rimasta poca biancheria intima, infatti adesso non ricordo esattamente se porto o no gli slip… Se vuoi sei libero di controllare comunque. Certi misteri sono intriganti da scoprire…”. Era l’immagine nitida della stupidità, che suppliva però con la malizia prorompente che la caratterizzava.
“Zitta”. Queste cinque lettere sussurrate all’orecchio della mora, bloccandole la testa e baciandole passionalmente il collo. La sua lingua passeggiava lenta sopra quella pelle fine, candida, dal profumo floreale,  scendeva agile verso il petto costretto nel mantello color ebano, assaporando la fragranza nuova di quei baci proibiti, improvvisati al cospetto di una moltitudine pietrificata. Forse stava esagerando, ma doveva essere il più credibile possibile…
“Ciao Cho!”. La voce di Pansy riempì l’aria di falsità, si diffuse ad alto volume, arcigna, pregna dell’eccitazione del momento. Parlava ansimando lievemente, digrignando le fauci morbide, accaldata. Non si aspettava quell’esplosione di passione, non credeva possibile di sentire una nuova lingua marciare vivida sul suo collo, pronta a fluire, languida, agile, vogliosa, sempre più in basso.
 “C… ciao. Ron, sei ancora libero per l’esperimento?”. Aveva cambiato i suoi piani improvvisamente, dopo aver assistito a quel piccolo scenario pornografico, che le spezzava avidamente la voce. Respinse indietro, forte, le lacrime che stavano sgorgando, timida, insicura, tremando lievemente. La maschera che le proteggeva il viso era salda, irremovibile, messa a dura prova infinitamente negli ultimi mesi, ormai testata. Avrebbe superato quella situazione, anche adesso.
Dopodiché avrebbe dimenticato Harry per sempre, davvero stavolta. Se lo ripeteva ogni volta che gli mandava una lettera, nei lunghi pomeriggi estivi, se ne autoconvinceva ogni volta che non riceveva risposta, provava a mentire a se stessa sempre più spesso, testarda, cocciuta, innamorata, quando trovava gli occhi del giovane posati delicati sulla sua chioma corvina. Credeva fermamente che la stesse guardando, non che avesse solo lo sguardo perso nei suoi pensieri di ragazzo, rilassato, sereno, ancorato alla prima figura che trovava sul suo campo visivo.

“St… stai parlando con me?”. Ron stava per sciogliersi davanti a quella statua di cera dagli occhi profondi, color petrolio, allungati in quella smorfia di tenebra, teneramente a mandorla.
“Certo, allora, hai già una compagna?”. Gli faceva tenerezza quel viso lentigginoso che si contraeva in espressioni ingenue, fragili, un misto di stupore e speranza. Non poteva tradirsi proprio ora, doveva assolutamente portare a termine la sua pantomima, almeno finchè non fosse stata sola con Ron. Lui avrebbe sicuramente capito il suo dolore. Avrebbe potuto consolarla teneramente, senza giudicare, savio di una vita passata a reprimere il bisogno di affetto impellente, naturale, muto.
“Si Cho! Cioè, no, nessuna compagna! Sono libero, liberissimo, liberrimo! Non ho assolutissimamente nessun martire per questa giornata pronto a condividere ore ed ore con me, proprio neppure un’anima, viva o morta che sia! Anche se Nick Senza Testa mi aveva promesso di starmi accanto se fossi rimasto solo… Ma dato che tu sei qui, niente più preoccupazioni! Ho una compagna! Per mille e una torte alla panna e fragola, siii!”.
Alzandosi fiero prese sotto braccio la giovane strega e, conducendola agilmente verso il portale di legno, che segnava il confine tra apparenza e realtà, sorrideva teneramente, come un bimbo che gustava la sua prima caramella.

 
“Senti anatra, staccati immediatamente dal mio collo. Non ti voglio tra i piedi oggi, compreso?! So che sono frasi troppo difficili da capire, articolate con parole troppo lunghe e ricche di consonanti per essere afferrate dal tuo cervellino minuscolo… Ti faccio un disegnino se vai meglio… Io e te no insieme! Chiaro?!”.
Provava a staccare quella gomma appiccicata al suo corpo, al gusto di fragola, masticata avidamente per far girare al largo Cho. Il problema è che, quando una gomma ti si appiccica fra i denti bianchi, è diffide staccarla senza che qualche residuo imperversi nel tuo palato.

“Stupida quanto vuoi ma vedo benissimo che hai il mantello rialzato là sotto! Ti conviene chiudere la bocca una volta ogni tanto e pensare prima di parlare. Non sei mica il migliore solo per quello sfregio che ti trovi nella fronte.
Adesso, visto che siamo rimasti gli ultimi qui, ti conviene accontentarti. Passerai una giornata con me, che tu lo voglia o no. Cazzi tuoi, se no, dirò a Silente che ti sei rifiutato di fare questo giochetto insieme a me.”. Spesso la bocca ignorante è sempre la più tagliente. Il fuoco le scorreva nelle vene, l’ardore negli occhi esplodeva come fuochi d’artificio a Capodanno, la lingua scalpitava repentina tra le arcate di denti risplendenti.

Senza battere ciglio, Harry si osservò in basso, evidentemente imbarazzato, non capendo perché il suo corpo avesse reagito così a quelle semplice, false effusioni.
Allontanando lo sguardo verso le grandi finestre secolari, a riprova di un mondo troppo ingiusto, si sistemò il colletto della camicia, sporco di rossetto rosato.
Il Sole, unico elemento immutato di quella giornata, dominava il cielo, come trattenuto in quella posizione da una camicia di forza, che lo costringeva a risplendere per il benessere dell’umanità.
Iniziando a camminare sciolse le sue mani, atteggiate in un groviglio irregolare di nervosismo e ira, compiendo lunghi passi distesi, sospirando pesantemente il meno possibile, a riprova della sua grande forza interiore.
“Saggia decisione Potter! Ci divertiremo oggi”. Scoccava leggera quelle frecciate amare, che sottomettevano, che disarmavano, che perforavano il petto. Il rumore dei suoi tacchi riecheggiava sinistro in quella stanza immensa, così miseramente vuota al momento. I suoi occhi languidi seguivano quella figura snella, davanti a sé, rapiti da una nuova emozione, nata grazie a quei baci rubati.
Avrebbe ottenuto tutto quello che desiderava, senza chiedere. Sapeva che i ragazzi le cadevano ai piedi come soldati annientati da colpi di mitraglia, quando faceva loro quel giochetto… Con Harry però doveva essere più cattiva. L’animale da addomesticare, stavolta, era più restio, orgoglioso, furbo. L’avrebbe sicuramente ammansito, in un modo o nell’altro.

 
“Draco, togli subito le mani dal mio culo, cazzo!”. Era appoggiata al suo petto marmoreo, silenziosa fino a quel momento, spaventata dalle colonne impotenti che vedeva sfrecciare fulminee radenti al suo corpo sospeso nell’aere.
“Eccoti accontentata, principessa!”. Rapido mollò la presa, disinvolto, divertito, spettatore accondiscendente di una “caduta con stile”.
“Ma ti sei completamente rincretinito? Vuoi deturpare questo gioiellino, patrimonio dell’umanità, bene demaniale?”. Profondamente offesa da quel gesto inaspettato, le si dipinse una smorfia di rammarico nel viso, pronta a sferrare una delle sue tattiche migliori per ottenere “le scuse” che desiderava. Pettorali, bicipiti ed addominali sotto le sue unghie rosse.
“Mi hai detto di toglierti le mani dal culo e così ho fatto! So eseguire bene gli ordini se mi vengono impartiti dalla mia gattina preferita…”. Stava facendo le fusa, fiero, sornione, beffardo, l’immagine del ragazzo che sa usare il suo magnetismo, tra fascino e sensualità.
“Bastardo”. Si rialzò velocemente, pronta a sferrare il suo attacco per fargli pagare a caro prezzo quell’affronto.
Con le mani nelle guance testava l’effetto di quella burla, vivida e caliente nelle sue guance terse di un rosa acceso, bollenti, a mò di fornetto a legna portatile.
Finti singhiozzi fecero capolino dalla gola, apparentemente rauca, le palpebre arrossate per il lieve manto di vergogna, che imperversava pacchiano sotto il suo nasino all’insù, erano socchiuse in due fessure cioccolato, pronte a chiudersi fintamente.
La testa, fino ad un attimo prima sorretta orgogliosamente, adesso era ripiegata nel codardo gesto di chi è sconfitto, il capo chino, quasi a sventolare bandiera bianca, arresa, pronta a battere la ritirata. Le gambe molli, scoperte dalla minigonna di jeans, con le calze sporche per la caduta, si stavano per accartocciare come una lattina schiacciata.
Le labbra tremanti, quello superiore a morsicare nervosamente il compare infimo, rosse fuoco, dipinte dal compagno fedele, il rossetto incandescente, inarcate all’ingiù.
I capelli corti, irregolari, soffici, ora scompigliati, più naturali del solito in quella composizione innaturale di ciuffi sconnessi, decoravano il viso impercettibilmente e lo rendevano vero.
Le mani, candide, fredde, rigide, lungo i fianchi, volevano solamente affondare in quei capelli aurei.
Improvvisamente si lasciò cadere al suolo, priva di forze, apparentemente, debole, arcignamente stanca di quei giochetti comici, di cui segretamente si nutriva golosa. In pochi secondi sentì il freddo del suolo impadronirsi dei suoi polpacci muscolosi, irrigiditi dalla posizione poco consona e dal freddo gelido che iniziava a divorare il benessere tiepido delle braccia di Draco.
Lentamente chiuse gli occhi, appoggiando il capo al terreno, rassegnata, furba, nuda nell’anima, attendendo impaziente le mosse del cavaliere giocoso.
“Ginny!”. Avventandosi contro il corpo inerme iniziò visibilmente a tremare, in preda a spasmi irregolari ed irrequieti, di chi sa di essere sul punto di perdere parte di sé.
“Ginny, rispondimi, ti prego!”. La strattonava, scuotendola violentemente per farle riprendere conosceva, la cinse potentemente con una delle lunghe braccia forti e con la mano libera le scostava i ciuffetti dagli occhi, le dita affusolate ad accarezzarle le guance calorose.
“Riprenditi Ginny, adesso ti porto da Madama Chips, ma ti prego, resisti! Non puoi lasciarmi proprio adesso! Ho bisogno di te!”. Quasi singhiozzava quelle poche parole, troppo calde per essere pronunciate da un palato gelido come quello di un Malfoy, troppo vere per far parte del corredo dell’amore di Ginevra, inteso da quella mente di giovane donna, come l’amplesso carnale di due anime affini. O poco più.
Draco era di più, voleva di più e avrebbe ottenuto di più.
Stava coltivando quel tesoro da mesi e ormai era riuscito ad ottenere il frutto più succoso, il suo cuore pulsante.
Sollevandola agilmente la prese tra le sue braccia, salda la presa, sicura e determinata, pronto ad una folle corsa contro il tempo, pronto a schizzare come la pallina impazzita di un flipper, solo per donarle qualche istante di vita in più, anche solo un soffio.
Saliva le scale a tre gradini alla volta, temerario, sicuro, onesto con il suo destino, pronto ad arrampicarsi sugli specchi con lei in braccio, solo per salvarla.
 Improvvisamente però senti un respiro profondo evaporare sotto il suo collo teso, con il pomo d’Adamo che sfiorava timido due labbra che ridevano. Si placò, si fermò e la guardò negli occhi.
“Credevi davvero che stessi morendo, Draco?! Ti sei molto ammorbidito mi sembra… Basta un mio “apparente” svenimento per creare tutto questo trambusto? Stai calmo, ti prego. Riprendi a respirare normalmente o ci resti secco stavolta, cazzo”. Gli occhi divertiti tradivano una vena di rancore, di risentimento, di pena, per aver accelerato a dismisura il battito poderoso e regolare di quel biondo principe, per aver rischiato di fargli saltare il cuore fuori dal petto.
Lui non parlava, osservava sovrappensiero un punto indefinito, lontano, insignificante. La mano inconscia, a stringere quella di Ginevra. Le braccia di ghiaccio, scultura invernale liscia, a rapire quel corpo, portandolo al petto ansimante, non l’avrebbero lasciata facilmente.
Era inutile arrabbiarsi, era inutile credere che sarebbe cambiata in così poco tempo, inutile sperare che avesse il coraggio di lasciare Potter per lui.
In fondo era soltanto un purosangue dei Malfoy, l’esponente più illustre, il fanciullo promettente, quello con il cuore di ghiaccio, che non veniva coinvolto dai sentimenti, una scopata e via. Onestamente, si poteva fare a meno di un cuore che non batteva, di un cuore menzognero, che mentiva per ottenere. A sentire gli altri almeno, era così.

Lui l’amava, davvero, come nessun altro aveva concepito l’idea di infinito, come l’alba e il tramonto, come chi non vuoi perdere l’amuleto portafortuna che lo protegge da anni, una sciarpa di lana che ti ripara dal freddo, l’aria nuova che si respira, dopo la prigionia.
Tutti l’avrebbero saputo, prima o poi.
“Ti amo”. Glielo sussurrò lento all’orecchio, stingendole il petto in una morsa d’affetto. Lentamente si portò sopra di lei, languido, attento, libero. Se fosse arrivato qualcuno sarebbero stati nei guai, guai seri, nulla da ridire. Ma dove sta il bello del pericolo se non in queste piccole grandi pazzie?
Amare è essere pazzi in due, è infrangere le regole, è parlare da soli, sorridere senza motivo, sentirsi leggeri, senza via di ritorno e lui sentiva tutto questo grazie a lei.
“Dra…”. Il giovane aveva paura delle parole troppo amare che stavano per uscire da quelle labbra al sapore di miele. E le baciò nuovamente, costringendole a tacere verità nascoste, bugie che ormai decifrava senza problemi, realtà che accettava con il contagocce.
Ginevra stava cambiando, lentamente maturava, lasciando lo status di bambina per abbracciare la nuova identità di donna che stava per indossare. Tutto questo lo doveva a Draco, che senza pretese, soffrendo in silenzio, le accarezzava le giornate buie, tenendole compagnia e le movimentava le serata fredde, riscaldandola con il suo corpo in fiamme, quando c’era lei nei paraggi.
“Ti amo anch’io”. Sciolta da quella bombola d’ossigeno riuscì ad urlare quelle parole timide, che rimbombarono semplici nel corridoio tetro, dove risuonava il battito del loro cuore, dove uno dei due scalpitava più velocemente, non avendo ancora ripreso il battito regolare, dopo lo spavento.
“Dai, alziamoci. Andiamo in camera tua…”. Lo desiderava, lo voleva con tutta se stessa e a breve l’avrebbe ottenuto.
“Io avrei un’idea migliore…”. Il sorriso beffardo del re iniziò a danzare libero, un tango argentino tra le fossette pallide. Il volto di Draco non era mai stato così vivo.
“Cos’è meglio di…”. Il ricordo pudico della se stessa di “prima” le impedì di decantare il verbo “scopare”. Ma nei suoi occhi si leggeva il desiderio, le sue mani erano telecomandate da una voglia innata, la frenesia violenta di saziare quel corpo bollente.
“Scappiamo!”. Il ghigno risuonò tetro, quasi minaccioso. Solamente chi lo sapeva interpretare non aveva paura.
“Ma non prendermi in giro… E dove poi?! Dobbiamo fare questo cazzo di giochetto…”. Allettata dalla proposta non riusciva a rilassare gli angoli della bocca, interpreti nervosi di un sorriso sincero.
“Silente non ha parlato di restare ad Hogwarts…Quindi, a rigor di logica, possiamo anche evadere. Torneremo per la mezzanotte, svolgeremo la missione in separata sede e ci divertiremo… Il pericolo ti ha sempre affascinata mi pare…”. La stava sfidando, da buon duellante, aveva lanciato il guanto bianco. Ora attendeva impaziente la risposta dell’altro spadaccino.
“D’accordo”. Gli occhi vispi, ribelli, a scavargli dentro, fieri. Lo prese per mano, felice e lo tirò verso di sè. Il bacio che gli stampò in bocca era il migliore mai dato, il migliore mai ricevuto.
Tantissime labbra avevano sfiorato quelle di quei due duellanti, labbra giovani, labbra esperte, labbra che sapevano d’alcool, labbra secche, labbra morbide, labbra che, silenziose, spalancavano le porte di un gioco infinito. Nessuna bocca però era pari a quella che assaporavano reciprocamente in quel momento, per entrambi, era l’idillio più dolce e amaro al contempo stesso.

Gazza era in giardino, intento a potare una siepe, canticchiando stonato un motivetto country, tamburellando sereno un piede avvolto nello stivale da coltivatore. Al suo fianco Mrs. Purr, guardinga, attenta, catturata la sua attenzione da un fringuello grigio che le provocava l’olfatto e la scaltrezza.

Evadere era relativamente semplice, poche barriere intralciavano il loro cammino. Evadere era da pazzi, da dementi, da folli. Assolutamente si, evadere.
A grandi passi, muti, leggeri, sgusciarono fuori dalle mura del castello, calcolatori, scaltri, invincibili.
“Sei felice?”, questa domanda improvvisa, ululata sul sentiero verso Hogsmade, in trepidante attesa della risposta.
“E come potrei non esserlo?”. Gli occhi di lei si posarono delicati sul naso imponente del Serpeverde, accennando una piccola smorfia divertita. Lui le cinse i fianchi con le braccia, protettivo, avvolgente, cauto.
Lei, tirandolo per il colletto della camicia, lo attirò a sé dolcemente, con un interrogativo che le balenava in testa da circa sette minuti e quarantadue secondi.
“Ma dove stiamo andando?”. Con le labbra che sfioravano ancora quelle di Draco, sussurrò timida quelle parole, lievemente turbata, spaventata, terrorizzata.
“A conoscere mamma e papà Malfoy, naturalmente!”. Il viso rilassato era innaturale, troppo perfetto per rispecchiare fedelmente il trambusto interiore dello Slytherin.
“Tu. Stai. Scherzando.” Rincuorata da quella realtà ovvia, si lasciò avvolgere nell’abbraccio spontaneo.
“Io non ne sarei tanto sicuro se fossi in te!”. E baciandole la fronte le strinse la mano fredda.
  

Beta reader: Lucy Light


Ringraziamenti speciali alle persone che adoro:


Noemi_Malfoy: tesora!!! La tua Ginnola ha prodotto qualcosa in questo capitolo…Ronnie e Cho, uno più disperato dell’altro…vedrai, saranno esilaranti insieme! Fammi sapere che ne pensi!un bacione


gio91: che ringrazio tantissimo per i tuoi complimenti!!! E vedere che concordi con Ginny che se ne frega di Harry scappando con Draco, è stupendo! Spero ti sia piaciuto anche questo chappy! Fammi sapere!un bacio


_Bad_Tom_: guarda con chi sono capitati Harry e Ron!!! fidati che saranno due accoppiamenti esplosivi! grazie mille per il tuo commento… vedrai che ginny migliorerà da adesso in poi… non temere! fammi sapere se ti è piaciuto questo chappy! kiss


Daphne_91: tesorooo!!!grazie 1000 per la tua bontà!!!sono contenta che ti sia piaciuto il chappy!!!fammi sapere se anche questo è stato di tuo gradimento!bacioneee


granger90: sono fiera di te!!!l’unica a chiedermi cos’è successo il 23 giugno!!!bravissima!!!presto verrà fuori!spero tu possa continuare ad apprezzare la mia ficcy!fammi sapere!un bacione


HermyKitty: ringraziarti è troppo poco per la recensione più bella che io abbia mai ricevuto!!!mi è venuto da piangere quando l’ho letta!hai capito perfettamente tutti i miei intenti, le figure retoriche, le metafore, i giochi di parole!è stato un onore ricevere quella recensione!davvero!grazie dal profondo del cuore!fammi sapere se questo ti è piaciuto!bacioni


shild: carissimaaa!grazie per il complimento alla mia idea delle 24 insieme al nemico!!!mi sento onorata che tu possa apprezzare!fammi sapere se questo ti è piaciuto!baciotissimi


milly92: questo chappy ti ha soddisfatta?! Spero di siii!fammi sapere mi raccomando!bacione


marco: carissimo!!! Harry sta covando rancore…tra qualche capitolo ci sarà un macello…so che avevo promesso che ci sarebbe stato sadismo verso ginny ma mi è venuto in mente questo chappy pazzo scrivendo, quindi…ti prego, spero tu possa apprezzare cmq!fammi sapere!un bacio p.s:di dove 6? Quanti anni hai?così, sono un po’ curiosa visto che mi sono affezionata ormai^^!


Ashley Snape: grazissime a tutte e due per i complimenti!!!amoreeeeee!spero ti sia piaciuto questo chappy!fammi sapere!bacionissimi tv1kdb


Lady_Malfoy_4ever: grazie 1000 per i complimenti carissima!penso tu sia la scrittrice che mi segue più fedelmente dall’inizio…ribadisco che mi dispiace un po’ perdere le tue opinioni, perché, come già detto, ci tengo molto a te in quanto persona che mi incoraggia, non come numero di recensione!se ti andrà di lasciare anche solo un “bello” a me andrà comunque bene!bacione


vinny: tesorooo!mi onori con il tuo commento!grazie 1000!spero di aver soddisfatto tutti gli interrogativi della tua precedente recensione!fammi sapere se hai gradito!!!bacione


Seyriu: segretamente conosco tuo fratello…mi hai scoperta!!!*_*!!!le cose che vi taccio le saprete prestissimo!!!sono felice che ti sia piaciuto e spero che questo chappy sia stato di tuo gradimento…fammi sapere!bacione bacione


SusyE: ho aggiornato il più velocemente possibile…purtroppo la scuola mi è avversa ultimamente!fammi sapere carissima se ti è piaciuto questo chappy!bacione

 
Lucy Light: hai capito perfettamente che mi riferivo a Bene e Plum!!!e brava la mia consy… la tua Ginny ti tornerà nelle grazie… ne sono convinta… e dovrò riuscire a strapparti il preferiti x questa ficcy! Devo riuscirci! Rita passa e chiude!tqm


Lights:tesoro!!!ti ringrazio per aver recuperato tutti quei capitoli in un colpo!!! sei sempre gentilissima!!! spero che questi intrighi ti soddisfino… fammi sapere!un bacione


Selene_90:la mia stellina!!! i tuoi complimenti mi accendono sempre gli occhi come due fari!!! eh eh!!! ringrazio moltissimissimo!spero che questo chappy ti soddisfi e che blaise per herm vada bene!fammi sapere! bacio bacio


Christina Malfoy:stellaaa!!! spero ti sia piaciuto il chappy! mi ci sono impegnata devo dire… spero tu possa gradire!!! fammi sapere! bacioni ti voglio bene


fra91:grazie 1000!!! mi onori un sacco con questo commento! fammi sapere se ti piace questo chappy! bacio bacio


_sissy_: grazie silvietta del mio cuor! W noi due che siamo pervertite!!! eh eh… spero ti sia piaciuto questo chappy! fammi sapere! bacione


DarkGiliath:grazie 1000per i complimenti!!! mi onori un sacco… fammi sapere se hai gradito il quinto chappy! bacione a presto

 
 

  
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