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Autore: reby    07/12/2007    13 recensioni
Ma a volte,il destino è davvero crudele.
Crudele con chi non se lo merita affatto.
Cambia tutto e tutti,dirige una partita di poker.
Infrange speranze, cuori, vite, senza curarsi di niente.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt | Coppie: Mimi/Matt, Sora/Tai, TK/Kari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ps. Mi scuso con tutti i lettori,perché ho combinato un caos con le date. Quindi preciso che la morte di Sora non è avvenuta a Gennaio,come ho scritto nel primo capitolo,ma a novembre.

 

 

 

 

 

 

-Qui in Transilvania vediamo sempre il lato positivo della morte.-

-Il lato positivo della morte?-

-Si. C’è sempre un lato positivo della morte,solo è più difficile vederlo.-

 

Tratto dal film “Van Helsing”

 

 

 

 

 

Rew

 

 

 

 

Da quel giorno di fine marzo erano passati circa otto mesi. Dopo il primo ricovero durato circa un mese,Sora era stata dimessa in attesa di essere trasferita nell’ospedale principale di Tokyo che all’epoca era in ristrutturazione. Senza contare delle liste d’attesa troppo lunghe per l’operazione. L’estate era passata così com’era venuta,tra momenti unici e foto indimenticabili,anche se non avevano potuto passarla sempre insieme,visti i viaggi di Mimi in America con i genitori,e altre assenze.

Ma non l’avrebbero dimenticata mai più. Poi,proprio dopo una settimana alla riapertura della scuola,un nuovo collasso sorprese Sora proprio in classe,facendola svenire davanti agli occhi di tutti. E da quel giorno di metà settembre erano passati due mesi.

Mesi di via vai continuo nella stanza numero 204 del Tokyo Central Hospital. Mesi in cui la digiprescelta dell’amore non era mai stata sola. Ogni giorno tutta la compagnia andava a trovarla,rimanendo spesso li a svolgere i compiti per tenerle compagnia. Le crisi di panico della ricoverata erano sempre state sanate in tempo dai dolci fatti in casa di Kari,dalle coccole della sua migliore amica o dalle risate di Tai e Matt.

Erano stati davvero degli angeli.

La camera poi era peggio di un accampamento nomade:fiori ovunque,peluche,libri,coperte e cuscini in più per quando Mimi o Kari si fermavano a dormire con lei..

Era diventata la seconda casa di tutti ormai.

Anche se in cuor loro dividevano lo stesso enorme fardello. La stessa preoccupazione stringeva  i loro cuori in una morsa nel guardare la loro amica sempre pallida sdraiata nel letto,con quelle maledette flebo che solo raramente non puntellavano il suo braccio sottile.

Ma quella sera era insolitamente sola in camera.

Taichi e gli altri erano appena andati via,per poi tornare il giorno seguente presto e sua madre era tornata a casa per prendere robe pulite.

Dalla finestra semi aperta il lieve venticello di Maggio filtrava dalle tendine a cuori che avevano preso il posto di quelle azzurre anonime.

Sospirando,voltò il capo sulla sua destra e lo sguardo le cadde (in)volontariamente sul calendario appeso alla parete.

E sul cerchio rosso che spiccava.

14 novembre.

Taichi aveva scherzosamente disegnato un cuore vicino a quella data,ma la cosa era molto più seria.

Il giorno dell’operazione era stato segnato.

E come ogni cosa,arrivò.

L’indomani mattina si sarebbe ritrovata nelle mani dei chirurgi,e solo Dio a quel punto l’avrebbe potuta salvare. Solo lui e la sua misericordia.

All’improvviso strizzò gli occhi disgustata,e afferrando prontamente un tovagliolino di carta sputò una delle caramelle gommose che le aveva portato quella mattina la sua migliore amica.

Dio che sapore orribile!

Riprese in mano la penna biro nera e continuò a scrivere,lentamente.

Si sentiva una stupida mentre scriveva nero su bianco,ma non poteva farne a meno:non poteva rischiare di non rivelare a Tai i suoi sentimenti.

Quando poco prima era andato via e l’aveva guardata con quegli occhi profondi,così carichi di..

Già.. carichi di cosa?,si ritrovò a pensare.

Era.. affetto quello?O qualcosa di più?

Istintivamente portò la mano al collo,ornato dal più bel regalo che avesse mai ricevuto.

Sorrise,ripensando al giorno prima.

 

Flashback

 

-Allora,vuoi dirmi cosa c’è?-

Sbuffò  per l’ennesima volta la ricoverata,nel vedere il suo migliore amico rigirarsi continuamente i pollici,nervoso.

E il nervosismo di Tai è tutto dire..

Il castano alzò per un attimo lo sguardo,e in rapida successione estrasse dalla tasca un pacchetto rosso e glielo lanciò sul letto mentre le sue guance si coloravano di porpora.

Lo guardò interrogativa.

-Avanti aprilo.- le ordinò,tradendo l’imbarazzo.

Sorpresa Sora cominciò a scartare il piccolo pacchetto con le mani tremanti,e quando finì di sciogliere il nodo dorato,indugiò sul coperchio della scatola.

Calmati calmati, si ripeteva,temendo che quell’improvvisa emozione potesse far aumentare in modo eccessivo il suo battito cardiaco.

Quando sollevò il coperchio della scatolina,gli occhi le si riempirono di lacrime.

-Tai..-

-No davvero non dire niente.- si affettò lui alzandosi di scatto e iniziando a gesticolare in totale imbarazzo.- Non so cosa mi è saltato in mente,ma li ho visti in vetrina,e ho pensato che sarebbe stato carino prenderli,noi infondo siamo amici,si amici da tanto tempo..-

Sembrava un fiume in piena!Le parole si accavallavano una sull’altra,in una brodaglia informe.

-Tai!- urlò allora,e finalmente il ragazzo tacque.

-..e così eccoli là.- concluse sospirando.

Sora spostò lo sguardo nuovamente sulla scatolina.

Sul piccolo pezzo di velluto blu,risaltavano due ciondoli,due pezzi di puzzle incastrati tra loro: su uno c’era incisa una S sinuosa e contorta,e sul secondo una T.

-Tai non ho parole.- riuscì a dire dopo diversi minuti. Sfiorò con le dita il metallo freddo e riuscì a staccare i due pezzi. Sollevò il primo pezzo e lo portò al collo.- Ti dispiace?- domandò,alzando timidamente lo sguardo verso il ragazzo,che sorridendo si avvicinò a lei. Scostandole i capelli e facendo attenzione ai fili delle flebo,agganciò la catenina.

-Sono stupendi Tai,non dovevi..-

Il ragazzo si portò una mano dietro la nuca,segno che l’imbarazzo non era del tutto andato via.- L’ho fatto con piacere. Per te questo ed altro.-, sorrise.

 

 

 

Carezzò quella T così dura e allo stesso tempo così carica di dolci emozioni,sospirando felice.

No. Decisamente non poteva rischiare di andarsene senza dirgli nulla.

Decisa riprese il suo lavoro,giurando a se stessa di scrivere tutta la verità.

 

 

                                                                                                                 *

 

 

 

Casa Yagami. Contemporaneamente.

I digiprescelti erano tutti riuniti nel salotto dell’accogliente appartamento dei due fratelli. La tensione si poteva tagliare con un coltello quella sera.

Nessuno parlava. Poggiato al muro del salotto,Taichi si limitava ad osservare la città ribelle che era Tokyo,cominciare a svegliarsi ignara di tutto.

Tra i pollici continuava a girare e rigirare qualcosa di piccolo.

Un attimo dopo il campanello di casa Yagami suonò,deconcentrandolo e il piccolo oggetto gli sfuggì di mano,finendo sul pavimento con un piccolo rumore metallico.

Sua sorella,con il capo sulla spalla di Tk,che continuava ritmicamente ad accarezzarle i capelli,alzò lo sguardo su di lui sorridendogli mesta.

Raccolse il ciondolo con la S e lo ficcò nella tasca dei jeans.

-Ragazzi preparo la cena. Kari,Mimi vi dispiacerebbe apparecchiare per sette?- annunciò la padrona di casa,cercando di distrarli.

Le ragazze andarono in cucina silenziosamente.

Sembravano tutti svuotati.

Svuotati di qualunque sentimento tranne dell’angoscia perenne.

Tra poche ore si sarebbe deciso tutto.

-Sei sempre convinto,vero?- la voce di Matt raggiunse le orecchie del digiprescelto del coraggio,che annuì.

Il biondo sorrise.- Sono con te.-

Semplici parole cariche di significato,che fecero sospirare anche Izzy e Joe,il primo seduto sul tappeto e il secondo gettato in un angolo del divano.

O dentro,o fuori.

 

 

 

                                                                                                                 *

 

 

 

14 novembre. Ore 8.00

Sora Takenouchi strizzò gli occhi per il piccolo pizzico della flebo che veniva nuovamente infilata nel suo braccio.

-Non preoccuparti Sora,andrà tutto bene.- le disse rassicurante l’infermiera,mentre le carezzava i capelli e usciva dalla camera silenziosamente.

Certo,tutto bene. Non fanno che ripetermi che andrà tutto bene da mesi.

Chissà perché non ci credo.

-Ha ragione non essere agitata.-

Voltò il capo e guardò Mimi negli occhi.- Allora perché anche tu lo sei?-

-Ragazzi d’accordo. E’ normale essere agitati,ma dobbiamo essere positivi.- si intromise Joe,seduto sulla sponda del letto.- I medici ci hanno rassicurati,e abbiamo tutte le probabilità di successo dalla nostra.-

Dopo quella frase nessuno parlò.

Poi,arrivò l’ora.

L’ora degli ultimi saluti.

-Allora,mi raccomando non fare impazzire quei chirurgi la dentro.- le disse Mimi abbracciandola,- e non urlare troppo.-

-Nemmeno tu.-

E strinsero ancora di più l’abbraccio.- A dopo.- le sussurrò nell’orecchio la digiprescelta della sincerità,lasciandole un lungo bacio sulla guancia e voltandosi velocemente per nascondere le copiose lacrime che iniziavano a scendere.

-Che fai non mi saluti?- rise la ricoverata,rivolgendosi alla sorella del suo grande amore che era rimasta in disparte.

Non appena si abbracciarono,Sora le infilò velocemente la lettera nella tasca della felpa.

-Ma che..- iniziò Kari confusa.

-Ssh.- la zittì,- Questa è per tuo fratello. Nel caso in cui non dovessi..insomma..- aveva la bocca improvvisamente arida.

-Ho capito.- l’interruppe Hikari.- Non ti preoccupare gliela darai tu.-

Con Matt ci fu solo un abbraccio silenzioso.

Si erano detti tutto il pomeriggio prima,quando il biondo si era ritrovato in lacrime sulla sua spalla.

Nemmeno fosse stato il contrario..

E poi..

Rimaneva lui.

Taichi la guardava distante,appoggiato davanti al suo letto.

Rimasero tutti in silenzio.

-Ti aspettiamo fuori.- gli disse Matt,spingendo gli altri ad uscire.

Tic,tac,tic,tac..

Era l’unico rumore che si sentiva nella 204.

-E così..- cominciò il ragazzo a bassa voce.

-Già-

-Tai io..-

-No. Questa volta parlerò io Sora.-. Voltò con decisione il capo e la fissò negli occhi.- Sai perché ti ho baciata quella sera di Natale?- le urlò quasi addosso.

La ragazza rimase spiazzata.- N..no.- riuscì a mormorare.

Taichi strinse i pugni.- Sora io non ti vedo più nella stessa maniera di una volta. Stare con te per me è diventata la cosa più..- si fermò.- La cosa più importante di tutte.-

La ragazza sentì il battito accelerarle furiosamente.

Non stava succedendo davvero..

Non poteva essere reale quello che le stava dicendo..

-Lo so probabilmente commetterò l’errore più grande della mia vita,anzi forse è l’errore più grande della mia vita.- continuò furiosamente trafiggendola con lo sguardo castano.-Ma non posso farne a meno.-

Si bloccò,sapendo di compiere la scelta più avventata ma giusta di tutta la sua vita.Inspirò.

Ma fu così che la porta si aprì. In quel preciso attimo.

-Allora Sora siamo pronti?- domandò l’infermiera entrando seguita da due medici.

Nemmeno li sentì la ragazza,continuando a fissare Tai davanti a lei.

 

La cosa più importante di tutte…

Più importante..

 

Non sentì nemmeno quando le infilavano l’ago nel braccio.

I medici parlavano,parlavano,ma i suoi occhi erano incatenati con quelli di Taichi. Erano fusi insieme,una sola anima.

E in quel momento entrambi capirono.

Si risvegliò da quel magico intreccio solo quando sentì di essere spinta fuori dalla camera,sul lettino.

-Tai..- mormorò quando gli passò accanto.

Era tutto sfocato,non vedeva nient’altro se non lui con il volto straziato.

Uscì dalla stanza,e si ritrovò improvvisamente a gridare il suo nome.

-Cosa succede?- domandò allarmato Matt,vedendo la sua amica agitarsi tanto.

-Signorina non si agiti prego- tentò invano di calmarla l’infermiera.

-Tai!-

Era un grido disperato,carico di tutto quell’amore che era stato represso in tutti quegli anni.

Matt si affacciò di volata nella camera,e quando vide il suo amico ancora immobile capì.

Destino bastardo.

-Corri!- gli urlò.

E non ci fu bisogno di dire altro.

Il castano uscì sfrecciando dalla camera,urlando il nome della ragazza.

Quasi investì il medico che era uscito in corsia per controllare la situazione.

Dov’era?

Dove diavolo era finita?

Si fermò con il fiatone di fronte l’ascensore.

Stavano salendo!

Corse,corse tutte quelle scale che parevano infinite,fin quando non la vide di nuovo.

Si affiancò al lettino.

-Signore è pregato di farsi indietro!- gli ordinò il medico parandosi davanti a lui.

Nemmeno lo sentì,scansandolo violentemente.

Riuscì a prenderle la mano.

-Tai!-

-Sora!-

Correva anche lui dietro la barella.

-Signore la lasci stare per favore!- continuava a ripetergli l’infermiera,tentando di sciogliere le loro mani saldamente intrecciate.

Uno sguardo..

-Non posso fare a meno di amarti Sora.- le mormorò ad un soffio dal suo viso.

E Sora scoppiò in lacrime.

-Adesso basta!-

E il contatto con la mano fredda di lei venne sciolto,mentre sentiva di essere afferrato per i fianchi e allontanato con forza.

-Ti amo Sora Takenouchi!!- urlò a squarciagola,-Ti amo da impazzire!!- continuò imperterrito,facendo aumentare le lacrime di pura gioia che inondavano ora,oltre il viso della ragazza anche il suo.

-Anche io Taichi!- urlò di rimando lei.

Ma forse non l’avrebbe mai sentita. Le porte ermetiche della sala operatoria vennero chiuse proprio in quel momento,lasciandole come ultima immagine il suo Taichi che le sorrideva piangendo.

-Fatemi uscire!Vi prego!- continuava a sbraitare.

-Il battito è elevato,può rischiare nuovamente un collasso!-

-Anestesia adesso!-

-Vi prego!-

Ma lei continuava. Sora Takenouchi era animata dalla forza dell’amore.

-Si sta stabilizzando..- stava dicendo il chirurgo.

-Vi prego..Taichi..- mormorò,e poi il fu il buio.

Buio dal quale la digiprescelta dell’amore non si sarebbe più risvegliata.

 

Fuori Taichi piangeva.

Piangeva lacrime di liberazione,consapevole che se mai non l’avrebbe più vista sorridere,era consapevole del suo amore.

Ce l’aveva fatta.

E anche se non aveva sentito chiaramente la sua risposta,aveva potuto immaginarla. E a quella speranza si sarebbe aggrappato.

E quando arrivò Matt lo trovò così,seduto sull’anonimo pavimento d’ospedale,con la testa poggiata al muro,piangendo di gioia. E capì che il suo amico ci era riuscito. E si abbracciarono. Si abbracciarono stretti.

Quando il medico uscì dalla sala operatoria scuotendo il capo,non ci fu nessuna reazione.

Uscirono come automi dall’ospedale sorreggendosi a vicenda.

E poi,sotto il cielo piangente di Tokyo,riversarono tutto il loro dolore,mischiando le lacrime amare e disperate con la pioggia che partecipava al dolore.

Ma su una cosa erano certi.

Mai nessuno avrebbe dimenticato quella ragazza speciale,sempre col sorriso pronto e la voglia di aiutare tutti,che avrebbe riscaldato i loro cuori,per sempre.

 

                                                 

 

 

 

                                                                                        The end.

 

 

 

 

 

 

                       

Forse le parole sono inutili..?

Ragazzi,eccoci giunti alla fine della mia avventura. Sono legata a questa storia in maniera viscerale,perché è nata in un momento particolare della mia vita.

Spero con questo capitolo di non avervi deluso,e lo posto con le mani che mi tremano…!

Ringrazio mijen e DarkSelene89Noemi che l’hanno seguita fin dagli albori.

Grazie di cuore ragazze,sappiate che vi siete ufficialmente conquistate un posto nel mio cuore :*

Poi a chi si è unito più in la,ma avente lo stesso valore: Kari89, HikariKanna, Ice_Princes, Talpina Pensierosa.

Naturalmente anche a chi ha commentato solo un singolo capitolo,e a chi l’ha aggiunta nei preferiti(togliendo già i citati) come: kogarashi, Net, pan151, sora86 e _Sidney_.

Ok,ora credo sia davvero tutto!

Vi ringrazio ancora di cuore,vorrei potervi abbracciare tutti,uno ad uno perché senza di voi non sarei mai arrivata a finire questa fic. Spero di tornare presto con un’altra storia sui digimon(anche se devo portare avanti due su HP..)

Un bacio grande quanto l’immenso!

Sabry

   
 
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