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Autore: Fili10    22/05/2013    0 recensioni
Osservai un’altra volta la strada davanti a me, decidendo che almeno ci avrei provato.
Presi un grande respiro ed iniziai a correre.
Mentre correvo sentii il mio corpo scivolare, sentii le mie gambe cedere sotto il mio stesso controllo.
Pensavo di essere ormai scivolata al suolo quando sentii delle grosse mani afferrare i miei fianchi e stringerli così da non farmi cadere.
Gemetti.
I miei occhi posarono lo sguardo dal terreno fino alla persona che mi aveva sorretto.
Dalla forza che usava intuii che doveva essere un uomo.
Osservai l’imponente figura che mi sorreggeva, squadrai il suo corpo per intero. L’uomo portava delle converse bianche basse, sporcate dal fango, jeans scuri e stretti, una maglietta bianca e una camicia a maniche corte bianca e verde acqua.
Fu quando i miei occhi si soffermarono sui suoi che gelai sul posto. Un verde smeraldo si riflesse nei miei occhi. La paura si impossessò per la seconda volta in quel giorno del mio corpo. Le mie gambe iniziarono a tremare.
Era lui, era decisamente ed impassibilmente il ragazzo del mio sogno.
Rimasi impietrita, fissando il ragazzo a pochi centimetri da me.
Continuai a fissarlo: capelli vigorosamente ricci, castani, color cioccolato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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«Eric, per grazia di Dio, hai finito di mangiare?!» Sbottai passando svariate volte lo sguardo dal mio orologio alla figura di mio ‘padre’ che si sbrodolava a mangiare le patatine nel suo piatto inzuppate di ketchup.
Alzai gli occhi al cielo.
«Nonaccalelioccialcelocome!» disse Eric.
Delle grosse risate fuoriuscirono dalla mia bocca.
«E’?!» chiesi ancora ridendo.
Qualcuno ha capito che ha detto?
Osservai la sua bocca piena di ketchup e patatine…Ecco spiegato il tutto.
«Ti prego Eric, non so ancora parlare il cinese mandarino.» Dalla mia bocca sfuggì una leggera risata. «Quindi parla Italiano… o almeno provaci.»
Eric ingoiò l’ammasso di patatine e, schiarendosi la gola, ripeté la frase detta precedentemente: «Non alzare gli occhi al cielo con me, sai che mi da noia.» Sbottò Eric, facendo il broncio ed incrociando le braccia al petto.
I ricordi delle innumerevoli volte che mi aveva sgridato per aver alzato gli occhi al cielo con lui affiorarono nella mia mente all’improvviso. 
La mia mente si riempì con i flashback di Eric che mi rimproverava.
Sorrisi come un ebete al solo pensiero della mia infanzia.
«Eric, adesso si è fatto tardi…Devo assolutamente tornare a lavoro.» 
Detto ciò mi alzai dal tavolo, presi la borsa e lasciai due baci sulle guance di Eric. Dopo di che mi avviai verso la piccola uscita del ristorante.
«Ciao piccola! Buon lavoro!» Urlò da lontano Eric.
Mi girai e lo salutai con un cenno della mano, prima di scomparire dietro l’insegna luminosa del ristorante.

**
Stavo camminando come una persona qualsiasi quando qualcosa picchietto la mia spalla.
Inizialmente credetti che un insetto mi fosse finito addosso (ed evito di descrivere i versi e le mossi che feci, troppo imbarazzante), ma solo dopo qualche minuto dopo mi accorsi che a picchiettare le mie spalle non fossero degli insetti ma delle gocce, delle gocce di pioggia.
Non capisco cosa ci trovi di bello la gente nella pioggia. La pioggia ha il sapore della malinconia, dei ricordi tristi, delle lacrime e di tutto ciò che si può mettere nell’elenco delle emozioni non desiderate da nessuno… Eppure c’è gente che la adora…
Mi guardai intorno, alla ricerca disperata un posto sotto il quale ripararmi, cosa che ovviamente non trovai…
«Maledetta sfiga!» Sussurrai prima di correre sotto un grosso albero per ripararmi.
Appoggiai la schiena contro la corteggia bagnata dell’albero. Sussultai al solo contatto.
I minuti passavano ma la pioggia non cessava.
Secondo me Dio stava organizzando un secondo diluvio universale… Cosa provabile visto l’andamento a puttane del mondo negli ultimi anni.
Osservai la strada davanti ai miei occhi.
Percorsi mentalmente la strada per arrivare al negozio, calcolando infine che correndo probabilmente ci avrei messo qualche secondo.
Osservai un’altra volta la strada davanti a me, decidendo che almeno ci avrei provato.
Presi un grande respiro ed iniziai a correre.
Mentre correvo sentii il mio corpo scivolare, sentii le mie gambe cedere sotto il mio stesso controllo.
Pensavo di essere ormai scivolata al suolo quando sentii delle grosse mani afferrare i miei fianchi e stringerli così da non farmi cadere.
Gemetti.
I miei occhi posarono lo sguardo dal terreno fino alla persona che mi aveva sorretto.
Dalla forza che usava intuii che doveva essere un uomo.
Osservai l’imponente figura che mi sorreggeva, squadrai il suo corpo per intero. L’uomo portava delle converse bianche basse, sporcate dal fango, jeans scuri e stretti, una maglietta bianca e una camicia a maniche corte bianca e verde acqua.
Fu quando i miei occhi si soffermarono sui suoi che gelai sul posto. Un verde smeraldo si riflesse nei miei occhi. La paura si impossessò per la seconda volta in quel giorno del mio corpo. Le mie gambe iniziarono a tremare.
Era lui, era decisamente ed impassibilmente il ragazzo del mio sogno.
Rimasi impietrita, fissando il ragazzo a pochi centimetri da me.
Continuai a fissarlo: capelli vigorosamente ricci, castani, color cioccolato. Naso praticamente perfetto e abbigliamento decisamente poco consono al tempo.
Dentro si me si insinuò una strana sensazione; una sensazione che mischiava vari stati d’amico… Il ragazzo suscitò in me paura, stupore, bellezza e solo Dio sa cos’altro.
Facendo attenzione il ragazzo fece leva sui miei fianchi per tirarmi su.
I nostri sguardi non si staccarono neanche per un secondo. Quando il mio equilibrio si stabilizzò, le mani del ragazzo lasciarono i miei fianchi, a differenza del suo sguardo che non lasciò neanche per un istante i miei occhi.
Un dolce sorriso venne disegnato sulle sue labbra.
Il suo sorriso catturò la mia attenzione e le sue labbra imprigionarono il mio sguardo.
Rimasi senza fiato osservando il ragazzo del mio sogno.
Non mi capacitavo di come un ragazzo del genere potesse essere definito pericoloso dalla mia mente contorta.
Continuavo a chiedermelo osservando i suoi grandi, ipnotici, occhi verdi...

TO BE CONTINUED…


Heiii
ho postato anche il capitolo 3, volevo ringraziare tutti sia per le persone che recensiscono sia per le persone che hanno inserito la mia storia fra le ricordate/preferite/seguite, ringrazio anche i lettori silenziosi. Ciaoo! xx Fili10 xx
  
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