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Autore: gaeshi    08/12/2007    0 recensioni
Il passato di Gaara si intreccia con quello di una nuova ragazza dai poteri misteriosi...
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sabaku no Gaara , Sorpresa
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
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Il giorno dopo scese per fare colazione, e suo padre la guardò severamente.
“Tu oggi non esci, capito?” “Cosa? Ma volevo andare a farmi un giro…”
“No, tu non esci. Oggi è anche il mio giorno di riposo, quindi starò a casa e controllerò che tu ubbidisca. Ora torna in camera tua e fai questi esercizi di matematica” “cosa? Matematica? Noooo…”
“Poche storie, lo sai che non puoi andare a scuola con gli altri, quindi vai a studiare!”.
La ragazzina prese i fogli sgarbatamente, beccandosi un’occhiataccia dal padre.
Gliela restituì e si avviò di sopra.
Passando davanti allo specchio, vide che i suoi occhi erano viola, e ne fu contenta: significava che era decisa ad andare fino in fondo, e i suoi occhi non mentivano mai.
Chiuse la porta di scatto e appoggiò una mano sullo stipite. Si concentrò, e al suo tocco la porta si fuse col legno del pavimento, come se fosse stato vivo. Shizen sogghignò e si diresse alla finestra.
La aprì e saltò giù con un agile balzo, ma prima di toccare terra aprì le braccia e creò una corrente d’aria che la trasportò fino al campo giochi senza che suo padre la vedesse.

Gaara era già lì che aspettava.
Quando la vide arrivare volando, sgranò gli occhi e rimase senza parole.
Shizen atterrò di fianco a lui sorridente. “Vedi? Questa è una delle cose che so fare”
Gaara sorrise anche lui. “È fantastico! Sai volare! Ma come fai?”
“beh non è proprio volare… io in realtà sfrutto le correnti d’aria, come fanno gli uccelli migratori”.
Gaara rimase senza parole, quella bambina era davvero straordinaria, non conosceva nessuno come lei.
“Quindi… questi sono i tuoi poteri? Non fanno paura…”
Shizen chinò il capo. “So fare anche altro…”
Gaara si accorse che la sua voce era velata di tristezza, e si affrettò a scusarsi, temendo di averla offesa. La bambina gli sorrise rassicurandolo, poi ridivenne seria e disse “Gaara, io devo sapere una cosa su di te, è molto importante. Sei… sei davvero un assassino?”
Quelle parole gli fermarono il sangue nelle vene: Shizen aveva scoperto il suo passato, la verità, e ora l’avrebbe abbandonato, lasciandolo di nuovo solo…
…solo contro tutti…
…solo contro se stesso…
“Allora? Gaara, è vero o no?” insistette lei.
Gaara guardò per terra, e con voce piatta disse: “sì è vero Shizen. Sono un assassino. Dentro di me ho un mostro, che è sempre pronto a rivelarsi e a saziare la sua sete di sangue. Tutto il villaggio lo sa, e per questo mi odiano. Io ho ucciso delle persone, ma…” le sue parole furono interrotte da un singhiozzo, mentre gli occhi cerchiati di nero cominciavano ad inumidirsi “io.. io non volevo! Non potevo fermarlo! Era troppo potente!!”.
Cadde in ginocchio scoppiando a piangere.
“Ho ucciso anche mio zio… e anche lui mi odiava… Mio padre mi odia, i miei fratelli mi odiano… Anche mia madre mi odiava… Io sono un demone, lo dice anche il mio nome, non posso amare nessuno, perché nessuno mi ama!”

Shizen era rimasta immobile senza dire una parola. La reazione di Gaara l’aveva lasciata scioccata, e ora guardava in silenzio il suo amico che piangeva disperato, il piccolo corpo esile sconvolto dai singhiozzi.
“E ora anche tu mi lascerai… perché anche tu inizierai ad odiarmi… e rimarrò solo… solo con Shukaku, solo con il mostro…” singhiozzò più forte
“Shizen ti prego… non mi lasciare anche tu… non mi lasciare solo…”.
Chinò il viso a terra per non vedere lo sguardo di Shizen, che temeva essere duro come quello di tutti gli altri.
Inaspettatamente sentì qualcuno vicino a lui, e due piccole braccia che lo stringevano.
Alzò lo sguardo, e vide che Shizen lo stava abbracciando. I suoi occhi, ora color dell’ambra, lo guardavano con... non sapeva definirlo…
affetto?
Amicizia?
Non lo sapeva, ma sicuramente non era odio.
“Non ti lascerò Gaara. Ho bisogno di te, almeno quanto tu ne hai di me. Non posso lasciarti”
  
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