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Autore: irene862    23/05/2013    0 recensioni
INTERROTTA - IN FASE DI REVISIONE
Sookie (Sara) è adottata, ancora in fasce, dai vampiri Godric ed Eric. Questa è la storia dei suoi poteri, della sua crescita (da bambina neonata a giovane ragazza 27enne) e dell'evolversi del rapporto tra i tre con la creazione di legami molto profondi.
Dal 3° Capitolo:
"Le fate, come ben saprai sono creature leggendarie ormai diffuse in tutto il mondo ma ho trovato figure mitologiche affini nei racconti medievali dell’Europa dell’est. Vi sono moltissimi miti sull’ origine di queste creature. Alcuni racconti parlano di un piccolo popolo, di fate che hanno avuto contatti con la razza umana altri racconti si riferiscono a loro chiamandoli fairies, per loro il contatto con gli umani è proibito. La durata di vita di queste creature è incredibilmente lunga, sono dotate di doti particolari legate alla creatività o doti intellettive superiori. La loro indole è buona, certo questo non per tutti gli esemplari. Caratterialmente sono vanitose ed un poco egocentriche e fortemente permalose.”
“Ma questa è Sara!” esclamò Eric colpito “Lei è vanitosa, permalosa e adora che il mondo le giri intorno! Lei è buona e allegra!”
“E incredibilmente sveglia e intelligente” gli fece eco Godric con un sorriso sereno
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric Northman, Godric, Sookie Stackhouse
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5°

5° Capitolo e nel frattempo Eric…

 

Io, seguendo il consiglio di Godric, avevo creato il mio primo vampiro andando così a dare vita alla mia progenie.

Si trattava di un passo molto importante nella vita di un vampiro perché si entrava di diritto nella fase successiva della propria eterna esistenza. Non si era più solo un vampiro con quel passo si diventava creatore, quindi padre. Diventavi responsabile di un altro essere, che necessitava di essere guidato ed introdotto in una nuova dimensione, in una nuova vita. Eri suo padre ma anche il suo insegnante. Importante era l’usare il bastone e la carota con cognizione di causa in modo da garantirti una discendenza adeguata.

Per quanto mi riguarda, essere creatore è una sensazione dolceamara. Un qualcosa di nuovo ma non sempre positivo. Avevo scelto Pam, una donna, e l’avevo plasmata a mia immagine e somiglianza.

Pam aveva l'aspetto di un'eterna venticinquenne, perché fu a quell’età che la incontrai e la trasformai. La sua carnagione è chiara e il viso tondo; il colore dei suoi occhi blu scuro, i suoi capelli biondi. 

Quando la vidi, la prima volta, rimasi immobile, fisso, a guardarla e ci misi parecchi minuti prima di avvicinarla.

La somiglianza tra Pam e la mia Sara era molto forte e forse fu proprio questo a spingermi a trasformarla.

Pam è davvero eccezionale e la mia scelta si è rivelata molto più che corretta. Prova un profondo affetto per me ed io per lei, naturalmente. E’ una persona a cui posso parlare di tutto e su cui posso sempre fare affidamento. E’ leale, sincera e molto perspicace. Sul lavoro è imbattibile, professionale e competente in ogni situazione … anche la più spinosa. E’ una brava figlia.

Mi piacerebbe molto farle conoscere la mia Sara …

  

 

Mentre Godric viaggiava, seguendo sempre nuovi elementi utili alla sua ricerca, io mi ero stabilito in Louisiana e avevo aperto un bar a Shreveport, il Fangtasia. Lo gestivo con Pam e gli affari andavano a gonfie vele. L’abbigliamento che io, Pam e il resto del personale indossiamo a lavoro, è un raffinato e molto costoso gothic style.

Il resto del tempo, quando non lavoro, lo trascorro leggendo, a casa mia. Solo a Pam ho confidato il luogo del mio rifugio diurno in quanto certo della sua fiducia. Essere a conoscenza del luogo di rifugio diurno di un vampiro è qualcosa di davvero prezioso, se poi questo vampiro era anche molto vecchio, potente, ricco e politicamente impegnato era davvero un affare d’oro!

La sera in cui rividi Sara la ricordo bene anche se alcuni momenti sembrano nascosti da un fitto manto nebbioso.

 

Avevo appena finito di cenare e mi stavo accingendo a proseguire la mia unica serata libera in compagnia di un buon libro quando sentì bussare alla porta.

Era Pam, sul suo volto lessi curiosità mista ad apprensione perciò mi dimostrai subito curioso ed interessato. Di certo non preoccupato, con lei non ve n’era bisogno. Andai ad aprirle e con un gesto l’invitai ad entrare. Lei diede una veloce occhiata in giro per poi seguirmi in salotto dove ci accomodammo sul mio nuovissimo divano in pelle nera.

“Cosa c’è Pam?”

“Beh, ecco … nel pomeriggio una ragazza ha chiesto di te. E’ venuta al locale, io naturalmente non c’ero, quindi ha parlato con Ivetta. E’ stata lei a riferirmelo”

“E la cosa dovrebbe interessarmi perché…”

“E’ tornata circa un’ora fa. Le ho parlato personalmente e non so … mi è sembrata piuttosto scossa e strana. Mi sono mantenuta sul vago ma boh … mi è rimasta impressa e sono venuta a parlartene”

Mossi la mano come a voler scacciar via una mosca “Mhm… sarà la solita fanatica esaltata … non te ne preoccupare”

“Non è umana, Eric e non sono riuscita a capire la sua natura”

“Che significa? E’ un mannaro? Un mutaforma?” domandai più interessato

“No, no” scosse la testa “Nulla di tutto questo. Te l’ho detto, non sono riuscita a coglierne la natura però il suo sangue ha un profumo davvero delizioso!”

“L’hai assaggiata?” le domandai con un ghigno in volto

Sapevo delle tendenze bisessuali, o forse sarebbe meglio dire delle preferenze lesbiche, della mia progenie e nonostante avessimo numerosi trascorsi carnali, insieme, mi divertiva saperla alle prese con nuove esperienze romantiche. Esattamente come mio padre aveva fatto con me, avevo permesso a Pam libero divertimento su ogni fronte.

Durante tutta la mia esistenza assieme a Godric avevo concretizzato ogni tipo di desiderio e perversione mi stuzzicasse la mente e con Pam mi ero dimostrato, su questo fronte, un creatore altrettanto permissivo.

Fin dall’inizio le avevo imposto una piccola scala gerarchica di priorità. Al vertice la nostra segretezza e sopravvivenza, di seguito, i nostri affari e poi scendendo sempre più in basso avevamo la realizzazione di istinti, voglie e desideri.

“No, non l’ho assaggiata. Anche se un pensierino ce l’ho fatto” replicò con un sorrisino impertinente  “Basterebbe il suo aspetto a far perdere la testa a chiunque”

“Io non ho nulla in contrario” ero sempre più divertito

“Non credo sia interessata a me” storse il naso contrariata  “Vuole te!”

Scoppiai a ridere di cuore, mi alzai e andai verso il tavolino dei liquori.

“E come si chiama questo splendore?”

“Sookie … anche se dice che tu la conosci come Sara”

Frammentai il bicchiere che avevo tra le mani in un miliardo di pezzi senza nemmeno rendermene conto. Mi voltai sconvolto e mi fiondai su Pam

“Dimmi subito dove si trova!”

Un attimo dopo il mio cellulare prese a suonare ed io mi fiondai su di lui. Era Godric, mi avvisava che Gloria era morta. Come suo creatore aveva percepito che non c’era più.

Ascoltai nella quasi totale apatia le sue parole di dolore e solo quando riuscì a formulare un pensiero coerente aprì la bocca.

“Sara è qui” solo questo riuscì a dire

“Partirò il prima possibile” sentì replicare da Godric  “Deve esser accaduto qualcosa. Tienila al sicuro, figlio mio.”

La comunicazione si interruppe e l’angoscia più nera mi soffocò. Dovevo trovarla.

Avrei potuto rivederla, riaverla con me...

Con Pam alle calcagna mi fiondai fuori di casa e, seguendo le indicazioni che Sara le aveva lasciato, mi recai all’ indirizzo. Si trattava di un minuscolo appartamento composto di due soli locali. Il quartiere era deserto, sporco e poco illuminato. Non di certo una zona sicura e benestante.

Bussai alla porta, con forza, ed attesi.

Vedere di nuovo il suo viso, rispecchiarmi in quello sguardo cristallino provocò in me sensazioni contrastanti. Ansia ma anche contentezza, curiosità ed interesse, sospetto e apprensione, tenerezza ed un infinito senso di tenerezza e protezione.

Scostò lievemente la tendina della finestra, collocata vicino alla porta, e diede un’occhiata veloce. Mezzo secondo dopo me la ritrovai fra le braccia, piccola e fragile come la ricordavo. La sua morbidezza, il suo profumo naturale, i suoi caratteristici colori … tutto in lei era come sempre.

Come mi era mancata…

“Oh Eric … sono così triste … Gloria è … è … credo sia morta” biascicò prima di scoppiare a piangere

Sorrisi del suo, ancora buffo, modo di parlare. La presi in braccio senza sforzo alcuno e me la strinsi al petto, entrando in casa seguito da Pam. Mi guardai attorno notando subito l’unica piccola, e alquanto sporca, poltrona; mi ci sedetti con lei tra le braccia e mentre le accarezzavo i capelli lunghi e biondi lei lasciava sfogare il suo dolore piangendo.

Sentivo lo sguardo fisso di Pam su di me e solo quando alzai gli occhi, vidi che i suoi erano sgranati e concentrati su quel fagotto che stringevo tra le braccia.

“Eric … puoi spiegarmi, per favore” mi pregò Pam con voce incerta

Annuì preparandomi a raccontarle di Sara, continuando però a stringere con dolce fermezza il corpo di mia sorella al mio.

  
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