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Autore: Splendente come il sole    23/05/2013    1 recensioni
Seicento, Francia. Una ragazza decide di lasciare la famiglia in miseria e tenta una vita migliore fuori, nelle stradine francesi.
Ma fuori le cose non sono mai come sembrano e presto Elora si troverà coinvolta in questioni molto più grandi di lei.
^Questa è una storia di genere picaresco^ Quindi se vi piace il genere...
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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"Cos'hai detto ?" esclamò Eleà, scioccata.
Non riusciva davvero a credere alle sue orecchie.  Come poteva sua sorella aver cambiato idea, ed in pochi minuti dopo la conversazione appartata con quella chienne ?

Elora chinò il capo, triste e sempre più a disagio.
Preferì non ripetere le sue parole.  Faceva male.
"Elora, ti prego. Almeno guardami."
La fanciulla fissò i suoi occhi, d'un viola scintillante, in quelli verdi e limpidi della sorella minore.
Eleà somigliava così tanto alla loro madre... Gli stessi capelli castani chiari, gli stessi occhi verdi, lo stesso carattere docile...
Elora rabbrividì.  "Mi spiace, sorella. Ma non ho intenzione di tornare a casa, davvero. Quando me ne sono andata... insomma, avevo già preso allora questa decisione, non tornerò indietro. Scusami, ti prego."
Eleà scosse la testa.  "Ma prima... eri così felice di vedermi... eri decisa, tu stavi per tornare a casa con me !".  La voce della dolce tredicenne trasudava rabbia, disperazione.  Non avrebbe lasciato andare di nuovo sua sorella... No.
"Mi spiace, Eleà."  Ripetè ancora una volta Elora.  "Ma ormai ho deciso. E non cambierò mai idea."
Detto questo, si voltò, dando le spalle a sua sorella e quasi sbattendole in faccia i lunghi capelli d'ebano.  Poi, rientrò a grandi passi nel bordello, nel grande salone in fermento, dritta alla stanza che ancora condivideva con Aglaè, il cuore gonfio di rimpianto. 
 
Eleà rimase sola nel gelo della notte, di fronte alla porta del bordello.
Non aveva più neanche la forza di piangere... Forse sua madre aveva ragione a dire di lasciar perdere, che per Elora ormai era troppo tardi...
Si prese la testa tra le mani, e lacrime di sconfitta le bagnarono il volto.
Tutto questo per niente ?
Sollevò il capo verso il cielo, rivolgendo una preghiera al Signore.
Perchè, in qualche modo, proteggesse sua sorella ; perchè consolasse sua madre.
Si asciugò gli occhi, e si passò una mano tra i capelli, in un gesto di nervosismo.
Quando sarebbe tornato Andrè ?
Era andato a cercare una locanda per la notte... per tutti e tre...
La fanciulla sospirò.  Si sarebbero riposati e poi sarebbero tornati ad Avignone... Quel pensiero era così doloroso, ma che altro potevano fare ? Non potevano certo costringere Elora a tornare, contro la sua volontà...
"Ma forse riusciremo a convincerla, con un po' di pazienza..."mormorò Eleà. 
Si passò una mano sul viso, e si resse il mento, come se potesse cadere da un momento all'altro. 
"Ma certo ! Resteremo qui per qualche giorno ancora...". 
 
Qualcuno le arrivò alle spalle e la spinse con tanta violenza da farla cadere.
"Ahhhh !" urlò la fanciulla, crollando al suolo, e attirando subito gente nelle vicinanze e da dentro il bordello.
Eleà si voltò di scatto, incrociando due luminosi occhi azzurri, accesi di una luce selvaggia.
Il giovane che le era finito addosso chissà come  si stava tenendo la mascella con una mano.
"Perdonatemi" mormorò con voce flebile, poi l'aiutò a mettersi in piedi, prendendola delicatamente per i fianchi.  Eleà non oppose resistenza.
Poi il giovane dagli occhi azzurri la lasciò e fece l'atto di  avventarsi contro un vecchio gentiluomo che in quel momento lo stava fissando con un sorriso crudele.
Il vecchio estrasse una pistola e sparò.  Damien si scansò appena in tempo, evitando per un pelo di essere colpito al fianco destro.
Eleà urlò di terrore e si accasciò al suolo, coprendosi il volto con le piccole mani gelide.

 

   
 
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