Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Pussyitshiscat_    23/05/2013    41 recensioni
"Torneremo insieme Sophie.
Non so quando né come, ma so di non avere alcun dubbio.
Non potrebbe essere altrimenti. Ho bisogno che anche tu ci creda.
Perché credo in te."
E Sophie crede in Niall, gli crede come non ha mai creduto in nessun altro prima d'ora.
Perché Sophie non è mai stata innamorata come lo è di lui.
Perché il primo amore, quello che ti strappa il cuore e ti lascia senza fiato, è sempre vero
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A Finitem_ che mi possa perdonare per tutte le volte che non ci sono per sostenerla.
Ti voglio bene.


Chad.

 

 
 

I can’t sleep tonight, wide awake and so confused

Eveything is in line, but I am bruised
I need a voice to echo, I need a light to take me home
I kinda need a hero, is it you?
I never see the forest for the trees, I could really use your melody
Baby I’m a little blind, I think it’s time for you to find me
 
Can you be my Nightingale, sing to me I know you’re there. You could be my sanity, bring me peace, sing me to sleep.
Say you’ll be my Nightingale
 
Somebody speak to me, cause im feeling like hell
Need you to answer me, I’m overwhelmed
I need a voice to echo, I need a light to take me home
I need a star to follow, I dont know
I never see the forest for the trees, I could really use your melody
Baby I’m a little blind, I think it’s time for you to find me
 
Can you be my Nightingale, sing to me I know you’re there.
You could be my sanity, bring me peace, sing me to sleep. Say you’ll be my Nightingale
 
I dont know what i’d do without you
Your words are like a whisper, come through?
As long as you’re with me here tonight, I’m good
 
Can you be my Nightingale, feel so close I know you’re there
Ohhhh Nightingale, sing to me, I know you’re there.
Cause baby you’re my sanity, you bring me peace, sing me to sleep
Say you’ll be my Nightingale
 

 
 
 
 
Mi svegliai leggermente stordita, la luce del sole mi arrivava dritta sul viso ed era così forte da non permettermi di aprire gli occhi. In qualche modo avrei dovuto alzarmi, anche ad occhi chiusi. Mi rigirai più volte nel letto e una volta lontana da quella luce accecante li aprii nel buio più totale delle mie coperte. Feci un sospiro e mi alzai con gli occhi chiusi, mi sentivo un idiota. Incominciai a camminare verso il punto da cui proveniva la luce ma non ci riuscii e mi fermai, dopo aver messo sotto i piedi qualcosa di appuntito che mi provocò un dolore così intenso da farmi aprire gli occhi. I raggi del sole penetravano attraverso la finestra aperta e bruciavano così tanto da farmi incominciare a piangere. ‘Se il buongiorno si vede dal mattino…’ pensai scocciata di tutta quella luce primaverile.


Abbassai velocemente la serranda e mi buttai a peso morto sul letto bestemmiando la persona che aveva alzato la serranda di prima mattina. Quanto si poteva essere idioti? Guardai l’orologio e vidi che segnava le sette. Possibile che ci fosse tutta quella luce a quell’ora?  Ogni santa mattina Mullingar stava sotto le nuvole, quel giorno c’era il sole solo perché io non avevo voglia di alzarmi dal letto.


-Si, brilla solo per te!- disse mia sorella Lucy entrando nella stanza. Alzai la testa e la guardai, sorrisi, con le lacrime che ancora scorrevano sulle mie guance. Si avvicinò al letto ridendo, probabilmente era stata lei a farmi quello stupido scherzo. Saltai giù dal letto con un piede dolorante e mi gettai a peso morto su di lei.
Dopo delle fragorose risate, che vennero completate da un colpo in testa da parte dell’idiota mi alzai dal letto e andai in cucina. Con gli occhi ancora mezzi chiusi per il sonno intravidi il mio pigiama, ma non ero io ad indossarlo. Strabuzzai gli occhi: c’era la mia migliore amica, in pigiama, alle sette, a casa mia.

-Brit?- la chiamai mentre era intenta a mangiare il suo cornetto alla nutella.

-Ah, scema, finalmente ti sei svegliata. Io sono sveglia già da un po’.- disse lei sorridendo e mostrandomi i capelli lavati e pettinati.


Corsi al bagno, per lavare la faccia e appurare non fosse un sogno. Non che fosse strano che Brit dormisse a casa mia, ma era strano non ricordare di averla invitata.
Dopo aver attraversato il corridoio, pieno di quadri, compiti e varie foto arrivai al bagno. Abbassai la maniglia ma era occupato. Bussai ripetutamente, pensando che fosse la nevrotica di mia sorella. Ma  non uscì lei dal bagno, fu Genevieve che mi fece un sorriso gentile e mi lasciò il bagno libero. Oh si, probabilmente ero impazzita. Chiusi la porta a chiave e mi guardai allo specchio, poteva una ragazza di sedici anni diventare matta? Insomma, avevo sempre avuto una buona media- anche se non sudata-  a scuola. Ero stata una brava ragazza, gentile con tutti.  Sembravano le parole di un funerale. Forse ero morta! Oh caspita, mi stavo facendo tutti quei problemi solo per aver trovato le mie due migliori amiche a casa mia? Uscii dal bagno e senza calcolare nessuno mi diresse nella mia stanza.


Mi infilai un paio di jeans scuri-con alcune sfumature chiare-e una maglietta rossa, con twetty disegnata di sopra. Pettinai dolcemente i capelli-si, era una mia fissazione- e mi truccai leggermente. Misi gli orecchini e presi zaino e giubbotto, per le scale infilai entrambi.


Presi al volo un dolcetto, mandai un bacio ai miei genitori e feci segno alle mie amiche-che intanto si erano vestite- di venire con me. Mi seguirono e ci incamminammo per la scuola.

-Mi dovete delle spiegazioni.- dissi con voce assonnata.

-Ieri sera, non avevo il passaggio per casa dopo aver litigato con mia mamma e sono venuta da te. Tu dormivi, e appena ti ho vista non ti ho voluta svegliare. Ho chiamato Gen e visto che da lei non c’era posto siamo rimaste da te con l’assenso di tua mamma.- spiegò Brit.

-Ah, capito.- dissi.- quella zoccola di mia sorella mi ha svegliata con il sole in faccia, mi sono fatta male al piede.- conclusi facendo vedere che zoppicavo leggermente.

-Come hai fatto, scusa?- disse Brit incominciando a ridere.

-Mi sono alzata ad occhi chiusi e credo che mi si sia infilato un orecchino nel piede.-

-Ah bene.- fece una faccia buffa vedendo che Genevieve non dava segni di vita. Ma ero troppo stanca per ridere. Arrivata a scuola trovai una strana confusione, ma non ci feci caso.

-Merda, c’è assemblea!- esclamò Gen mettendosi le mani ai capelli.- consiglio speciale!- concluse.

-Che palle, e io che mi sono svegliata. Grazie cugina.- dissi alludendo al fatto che né io né Brit eravamo andate il giorno precedente a scuola.

-Beh, almeno ci sono i fighi dell’altra scuola!- mi disse per tutta risposta.

-Sei proprio malata.- dissi facendo una smorfia che fece ridere Brit.

-Oh, senti non mi fidanzo da un anno, tu lo dici solamente perché- si interruppe, capendo cosa stesse dicendo. Niall non c’era da tre settimane circa, a quanto ne sapevo, avrebbe avuto le audizioni in quei giorni. Non ci sentivamo molto, un giorno avevamo parlato e lui si era scusato per il suo brutto comportamento. Lo avevo perdonato-come sempre- ed avevamo ammesso entrambi quanto l’uno mancasse all’altro. Dopo questa breve dichiarazione avevamo chiuso la chiamata, troppo imbarazzati e anche perché nessuno dei due voleva andare avanti con quel discorso.
 




 
Eravamo sedute sugli spalti esattamente di fronte la partita; I ragazzi giocavano, mandandosi bestemmie, prendendosi a ceffoni, spingendosi. Mi stupii  di quanto il genere maschile fosse idiota. A volte mi chiedevo come facessero ad essere così spensierati, le femmine non ci riuscivano. Loro erano: calcio e femmine. Non donne. Sarebbe stato troppo difficile avere una relazione con una donna, una cosa troppo seria per il loro quoziente intellettivo. Il termine donne si riferiva a tutti quelli strani individui- anzi, a quei pochi- che si rifiutavano di perdere la verginitá con uno di loro. Uno di quelli che si stava azzuffando sul campo pieno di fango. Erano proprio dei bambini. Sospirai, capendo che a volte avrei voluto essere come loro, addirittura una di loro. Ero invidiosa di quei sorrisi sinceri che si propagavano sul loro viso. Non avevano maschere, non nascondevano niente -sentimenti- e non lasciavano trasparire nessun velo di tristezza. Che non avessero mai sofferto? Troppo facile. Avrei voluto capirli, ma non si poteva fare con in diverso genere-maschi e femmine-.
 



Guardai le mie amiche che erano intente a fare altro: Brit come sempre aveva il telefono in mano e vagava per internet, mentre Genevieve sospirava guardando il telefono. Il nostro rapporto non mi piaceva molto, Gen era una musona, letteralmente! Come se non si sentisse abbastanza, come se non fosse felice. Ok, non era uno dei suoi periodi migliori -non aveva un ragazzo da più di un anno- ma non doveva comportarsi così. A parer mio, era proprio questo eterno muso che allontanava la gente da lei. Non si apriva con nessuno, nemmeno con me. Non sapevo nemmeno perchè fossimo amiche, troppo abituate ad esser cresciute insieme. Mentre con Brit la sentivo, la profonda amicizia che ci legava. Sorrisi e mi voltai verso Wendy, che era proprio alla mia destra. Ero proprio fortunata ad avere accanto delle persone così. Wendy era bionda, di quel biondo platino accecante e aveva due iridi marroni. La pelle era chiara e aveva un piccolo nasino al centro del viso, le labbra erano rosee e sottili. Bellissima. Brittany era l'opposto, prima di tingersi aveva dei bellissimi capelli castano scuro-quasi neri- e quei suoi splendidi occhi verdi. Aveva la pelle più chiara di quella di Wendy, era anemica . Delle piccole lentiggini si intravedevano sulle guance e le davano un aspetto ancora più meraviglioso. Era perfetta, ecco la verità, lei non riusciva a capirlo, forse perchè pochi ragazzi le erano stati accanto. Ma quello era dovuto al suo modo di respingere le persone, di crearsi uno scudo intorno e non permettere a nessuno di sorpassarlo.


Accanto Wendy, Jesy non si trovava suo agio, lo si notava per l’espressione che aveva sul viso, cercava di concentrarsi sul campo, ma si sapeva che non ci trovava nulla di interessante. Lei e Wendy erano state migliori amiche, ma ormai nemmeno si salutavano, si lanciavano occhiatacce.  Jesy era una bellissima ragazza, due occhi verdissimi come quelli dei gatti e dei capelli ramati. I suoi capelli naturali erano quasi neri ma li aveva schiariti fino a farli diventare in quel modo. Era magra e bellissima, quel tipo di ragazza che tutti desiderano. Molte volte sia io che Wendy ci sentivamo a disagio con lei, era così perfetta.
 


 
-Dai, Soph, andiamoci a provare con Cooper!- dissero le mie amiche in coro, nel tentativo di trovarmi un ragazzo.

-E va bene, basta che non diciate cose imbarazzanti.- sussurrai, visto che eravamo sempre più vicine. Appena prima di arrivare Chad, s’infilò dentro gli spogliatoi. Che culo.

-Tanto questa fortuna non durerà a lungo, si vede che te lo mangi con gli occhi e poi andremo in gita insieme!- disse Wendy irritata.

-Chi non se lo mangia con gli occhi? Dai!- rispose Brit.

-Oh, stai dalla sua parte? –

-Perché non ci vai tu?- mi difese Brit.

-Perché io non riuscirei a parlargli, sai com’è fatta Soph, è l’unica in grado di fare queste cose.-

-Quando vuole!-

-Ehi, ehi ehi. Sono qui! Non so se ve ne siete accorte!- dissi alterata trascinandole via prima che Chad uscisse dagli spogliatoi.
Ma c’era un motivo molto più importante per cui io dovessi stare lontana da quel Cooper.
 
 

 
 
Nel giardino della scuola- quel bellissimo prato verde- c’erano circa 500 ragazzi.
Leggere era quasi impossibile ma io ci riuscì.
Ero immersa nel mio libro, quando la mano fredda della mia migliore amica mi riportò alla realtà. Alzai la testa e la vidi che tirava per l’altro braccio Chad. Posò la mano di lui sulla mia e ce le fece stringere.

-Sophie, Chad.- disse indicando prima me e poi lui- Chad, Sophie -disse facendo il contrario.
Brit se ne andò e mi sorrise maliziosamente. Quando si voltò tirai Chad per il braccio e lo trascinai nella parte isolata dell’istituto. Lui mi guardò in cerca di risposte, che sicuramente non trovò, mi aveva scambiata per una matta.

-Mi puoi dire cosa stai facendo?- chiese lui.

-Mmh… Ti allontano dalla mia amica che pensa che le mie ovaie esplodano per te- risposi con poca delicatezza.

-E questo è vero?-  alzò un sopracciglio. Tipico.

-In parte, sei figo, tutto qui.- Lui si sbalordì per le mie parole, ma sorrise comunque per non mettermi in imbarazzo. A molte persone piaceva il mio carattere estroverso ma ero io a volte a detestarlo.

-Ah, bene, sei figa anche tu.- gli rivolsi lo stesso sorriso che mi aveva fatto lui pochi istanti prima.
Poi scossi la testa, per negare ciò che lui mi stava dicendo.

-Ascolta, io mi ricordo di una ragazza, identica a te, che però si chiamava Taylor.- un sorrisò gli spuntò sul viso, un altro. Era già la seconda volta in pochissimo tempo che mi rivolgeva quel sorriso, era perfetto. Uno di quelli delle pubblicità.

-Mi stai confrontando a Taylor Swift?- risposi sedendomi su dei gradini.

-No e sai benissimo di cosa parlo.- disse sedendosi accanto a me.

-Senti, volevo essere qualcun altro, non era mia intenzione dirti una cazzata, ma è passato del tempo, pietra sopra?- dissi prendendo una pietra da terra e porgendogliela. Lui si mise a ridere e poi la prese.

-Pietra sopra.- disse buttandola a terra.
 
 

                       
Per la milionesima volta stavo raccontando a Brit ciò che era ‘avvenuto’ con Chad, naturalmente, montando un po’ le cose per renderla felice. 

-Sophie, Brit, volete smetterla oppure vi devo mettere la nota?- sbraitò la professoressa.
Ebbi venti minuti di prezioso silenzio, ma alla fine della lezione Brit ricominciò a blaterare.
 
Alla ricreazione incontrammo Wendy, che frequentava un'altra  sezione e le raccontò tutto aggiungendo dei  minimi dettagli che mi chiedeva man mano che le raccontava.
Mentre giravamo nei corridoi Chad-che era ancora nella nostra scuola nonostante le lezioni fossero cominciate dopo l’assemblea- mi salutò con un caloroso abbraccio.

-Non mi dovresti dire qualcosa?- chiese Brit alzando un sopracciglio, cercando di farmi innervosire.

-Cosa dovrebbe dirti? Ah, si, che si è presentata a me tempo fa con il nome di Taylor.-  Lo guardai malissimo. –Oppure che ha detto che tu pensassi  che le sue ovaie esplodessero per me?-
Brit mi trascinò via.

-Mi hai fatto fare la figura dell’idiota- mi disse.

-Ti rappresenta allora!- dissi incominciando a ridere. Inizialmente cercò di rimanere seria ma poi scoppiò a ridere anche lei. Brit era una ragazza diretta ma non se la prendeva per cose futili. Era dolce, con chi se lo meritava e non aveva buoni rapporti col genere maschile. Tutti scemi.
 
 


 

 
Sorrisi a Brit e la presi per mano.
Eravamo alla fine delle lezioni, tutti che uscivano da quell’inferno, praticamente un casino e spintoni ovunque. C’erano anche quelli della Southof-la scuola di Chad- che erano rimasti per un guasto al pullman.
Gli andammo incontro ancora mano nella mano.

-Chad, volevo dirti che la mia migliore amica è perfetta, ok? Tu non conosci né lei né me, perciò non giudicare.- dissi con tranquillità.

-Io non giudico, ma si vede comunque che hai un bel caratterino- mi sussurrò all’orecchio. Vidi Brit sussultare per la vicinanza, come se fosse stato strano vedermi con un ragazzo che non era Niall.
Niall.
Il mio biondo.
Non parlavamo da un botto.
Non avevo intenzione di scrivergli, ma di sicuro avrei scoperto come stava.
Mi accorsi di essermi persa nei miei pensieri così risposi nell’orecchio di Chad:

-Non mi conosci comunque.- detto questo, mi allontanai da lui, dal suo bellissimo viso.

-Ma potrei benissimo farlo!- mi urlò mentre andavo via.
 


 
 
La pallosità dell’ora di arte si percepiva anche fuori dalla classe.

-Ma con Chad?- chiese lei come se fosse stata la domanda più normale di questo mondo.

-Con Chad, niente.- tagliai corto io.

-Dai, non mi dire che non ti piace.-

-Certo che mi piace scema! Cioè vedi quanto cazzo è figo?-

-Ehm… io credo.-  balbettò Brittany.

-E’ troppo magnifico. E comunque lo so che Chad è proprio qui dietro.- dissi e lei mi sorrise con aria più tranquilla.

-Ciao splendore! Come te ne sei accorta?- chiese lui dandomi un bacio sulla guancia.

-Siete prevedibili.- dissi incominciando a camminare. Entrambi mi raggiunsero e si misero a braccetto uno da un lato e uno
dall’altro. Sorrisi.

-Sei felice?-mi chiese lui.

-Abbastanza.-
Mentre camminavamo intravidi una donna che scambiai per la mamma di Niall, ma non era lei. Mi ero confusa, ma questo mi era servito per ricordare una cosa. Dovevo sapere come stava.
 

 
-Salve signora Maura!- dissi gettandole le braccia al collo davanti casa Horan. Lei sorrise e ricambiò il mio abbraccio stringendomi più forte –mi siete mancati, tanto- sussurrai.

-Oh anche tu ci sei mancata Sophie- mi strinse ancora più forte-vieni tesoro, andiamo a salutare Bobby.- disse prendendomi per mano e trascinandomi in salone. Il padre di Niall era al telefono.

-Mmh… devo riattaccare, c’è una principessina qui per me- disse sorridendomi dolcemente. Si sentirono lamentele dall’altra parte della cornetta e poi un sospiro-ne abbiamo già parlato. Ciao Niall, divertiti, ti voglio bene- concluse Bobby.

-Ciao tesoro- urlò Maura. Riattaccò.

-Allora, chi c’è qui? Il mio tesoruccio.- disse prendendomi per i fianchi e sollevandomi da terra. Mi abbracciò forte. Per lui ero come una figlia, mi trattava come una principessa, lo adoravo. Era come un secondo padre per me, uno zio forse.

-Signor Horan! Finalmente ho l’onore di incontrarvi!- sospirai prendendolo in giro. Io non usavo mai il ‘tu’ con le persone più grandi, nonostante quanto bene gli volessi. Era uno scatto involontario. Lui rise e mi fece segno di sedermi sulla sedia.

-Cosa ti porta qui?- mi chiese sedendosi davanti a me. Vidi Maura dirigersi col telefono nell’altra stanza, probabilmente per parlare con il figlio.

-Se sono di troppo posso andare.- dissi indicando la porta che si chiudeva dietro Maura.

-Non sei mai di troppo. Penso solamente che possa darti fastidio, immagino quanto tu odi mio figlio.-

-Io non odio affatto Niall. Mi ha mollata probabilmente perché sono io a fare schifo, perché lui odia me. Poteva inventarsi una scusa migliore però!- sospirai-ma non mi venite a dire che lo odio. Lo ripetete come se è scontato ma il fatto è che io non lo odio, lui è sempre il mio Niall. Ne abbiamo passate tante e abbiamo solo sedici anni. Penso che lui rimarrà per sempre impresso nel mio cuore.-

-Oh, Sophie, tu dovresti capire! Non devi dire queste cose di Niall. Lui ti ama più di sé stesso. Non puoi pensare queste cose, lo ha fatto solo per il tuo bene.- sospirò alzandosi dal tavolo. Il salone degli Horan era abbastanza grande ed era illuminato tantissimo. Era quasi tutto bianco, tranne per i mobili che erano marrone scuro. Era molto elegante e la cosa che preferivo era il lampadario a forma di fiore. Tutto di quella casa mi piaceva, era stata studiata nei minimi particolari.

-E lei come lo sa?- chiesi stupita.

-Perché sono stato io a costringerlo, diamine. Se non ti avesse mollata io non gli avrei permesso di andare a fare i provini. Non prendertela, io ti adoro ed è per questo che l’ho fatto. Perché sei l’unica che non se ne accorge? Tu standogli così lontana ci saresti stata troppo male- guardai il soffitto, in cerca di affrontare qualcosa ma non i suoi occhi.

-Oh, perché, crede che io stia bene ora? Crede che sia più felice della lontananza solo perché siamo lontani? Io speravo davvero tanto in una relazione seria con vostro figlio e si è frammentato tutto in un giorno.- lo dissi con così tanta sicurezza da guardarlo negli occhi.

-Dimmi una cosa Sophie, quanti pianti ti sei fatta? Non credi che sia stato meglio farlo perché vi siete lasciati che perché lui era con altre ragazze e lontano da te? - disse implorandomi con lo sguardo.

-Non crede che avreste dovuto chiedermelo prima? Ora non conta più niente. E’ finita ormai- sospirai.

-Mio figlio ha un futuro.-

-Ma non con me accanto.-  questa frase mi lasciò senza parole. Lo avevo capito, lo sapevo anche io. Sapevo che era giusto così, ma era così difficile. Non riuscivo ad accettarlo.
 
 

                                                                                                                                                                                               
Perché non potevamo stare insieme? Perché non potevamo affrontare tutto insieme? Perché non due contro il mondo? Niall ce l’avrebbe fatta da solo? Ci sarebbe riuscito? Sarebbe stato forte? Gli mancavo? Gli importava? Aveva un’altra?
Tutte domande che certamente non avevano risposta.
 



 

 
La notte era così difficile prendere sonno.
Le sue dolci ninna nanna al telefono mi tenevano compagnia. Ora erano nottate di incubi, di mostri. Di persone che me lo portavano via, ancora e ancora. Le scene si ripetevano più volte.
Lui non c’era più.
 



 

‘Buongiorno principessa, spero che tutto vada bene.

Oggi passo a scuola per salutarti.

Un bacio.’


Questo recitava il messaggio.
Probabilmente era Chad, ma io non avevo salvato il suo numero, perciò era impossibile scoprirlo.
Un modo c’era.

‘Ci vediamo all’entrata tra cinque minuti. Non importa dove tu debba andare o cosa tu debba fare.
Non accetto un no.
Un bacio anche a te.’



Scrissi velocemente e mi infilai i primi vestiti che trovai davanti. Ok, non proprio. Scelsi con cura una maglietta bianca con un fiocchetto a pois nero e bianco abbinandolo a un paio di jeans e delle ballerine nere. Misi un velo di trucco e preparai lo zaino. Scesi sotto e salutai la mamma. Mandai un messaggio alle mie amiche dicendo che ci saremmo viste direttamente a scuola.
Arrivata lì c’era Chad, con un casco in mano e appoggiato a un motorino.
Era splendido. I capelli biondi gli ricadevano sul viso dolcemente, la pelle chiara era candida alla luce del sole. Come un angelo.

-Allora eri tu?- dissi raggiungendolo con un sorriso raggiante.  Il suo viso si illuminò.

-Pensavo non saresti venuta, giuro.- mi sussurrò dopo avermi abbracciata.

-Ho solo fatto ritardo e anche se non fossi venuta sarebbero stati solo cavoli miei- gli sorrisi nuovamente e mi incamminai verso scuola.

-Vuoi davvero entrare?- mi chiese.

-Senti, la prima ora la devo fare, così non mi becco l’assenza. Hai diciotto anni, vero? Vienimi a prendere alle nove. Ciao scemo- gli diedi un bacio sulla guancia e lui mi diede il casco. Entrai e mi preparai alle lezioni pallose.
 


 
Prima nota in tutto un anno. Quella poco di buono mi aveva messo la nota alla prima ora, una cosa normale? Non ne metteva mai e ora l’aveva messa a me. Zoccola.


09:58.

Due minuti e sarebbe arrivata la mia salvezza. Finalmente.
Avrei passato qualche ora in compagnia del ragazzo più bello di Mullingar che tra l’altro era anche simpaticissimo.
 
 


 

09:20.

Cosa diavolo stava facendo quel minchione?

‘Se non arrivi entro cinque minuti poi non esco.’

09:22.


-C’è qualcuno per la signorina Oc’Connor, deve uscire.- Chad entrò alle spalle della bidella con un foglio in mano.

-Janet Sophie Oc’connor, più comunemente chiamata Sophie. Nata a Mullingar l’undici aprile del 1993. Di segno ariete, una testarda. Nata nel Mullingar Hospital, incomincia a parlare a qualche mese pronunciando: ‘mamma, pappa’ mentre era in braccio al nonno. Muove i primi passi e cresce sempre meglio. Ha dei capelli ramati e degli occhi castani. Ha una sorella e un fratello. Lavora come baby sitter e ama i bambini, aspira al diventare una maestra dell’asilo.- concluse.

-Ah, dimentichi, è impegnata con Niall Horan- disse Loren, anzi urlò. La trucidai con lo sguardo.

-Ehm… deve firmare Cooper- disse la professoressa, lui si avvicinò per firmare-chi la manda?-

-Suo fratello è il mio migliore amico e non è potuto venire a prenderla, se vuole lo chiamo.-

-Per carità, non ne voglio vedere telefoni! Ora andate, veloce- non ce lo fecimo ripetere due volte che uscimmo dall’aula.
 
 
 

 


-Dovevo aspettarmelo, impegnata con Niall Horan- sospirò Chad.

-Ehi Cooper, come mai ti è venuto adesso in mente? Sei stato un’ora senza dire niente!- esclamai.

-Non ti va di parlarne?-

-Sono abbastanza forte- mi incitò a sedermi su un masso enorme e lo feci- Niall era il mio principe, mi ha fatto la corte per
moltissimi mesi prima che io finalmente gli dessi corda. E’ sempre stato il mio migliore amico, mi è sempre stato accanto. Era tutto perfetto. Siamo stati insieme tantissimo tempo. Fino a qualche mese fa. Lui mi ha mollata per la musica. Ma era tutta una balla, l’avevo capito. Pensavo ci fosse un’altra- lui fece una faccia strana, come se fosse incazzato- ma in realtà è stato il padre a convincerlo a lasciarmi. E lui non mi ha detto niente. Sono vuota senza di lui Chad, non so come esprimermi , lui era tutto.-

-Ah, ora capisco! Tinta!- disse indicando i miei capelli e scoppiammo a ridere entrambi. Mi accolse tra le sue braccia e mi strinse forte. Mi sentivo al sicuro in quel momento.

-Io credo che tu hai bisogno di infilarti nella vasca- fece una pausa- ok, non mi devo fare pensieri perversi.- un’altra pausa-hai bisogno di infilarti nella vasca e di farti un lungo pianto.-
Oh e quanto lo avrei voluto. Nessuna lacrima, niente di niente. Mi sentivo stupida, cosa non andava? Credo che le lacrime avrebbero potuto salvarmi, sarebbero state uno sfogo. Ma no, evidentemente sarebbe stato troppo semplice. Dovevo bruciare dentro, dovevo soffrire le pene della morte.
Dovevo essere completamente vuota.

-Se ci riuscissi…- dissi abbassando il capo e staccandomi da lui.

-Ehi, ehi- disse alzandomi il viso con la mano- è tutto ok, ci sono io ora. Non dico che lo voglio sostituire, non mi fraintendere. Ma voglio che tu sappia che quando hai bisogno di parlare io ci sarò. E vorrei esserci anche alla prima lacrima, così da poter esser io a farti sorridere.- sorrisi e gli gettai le braccia al collo.

-Sei meglio di quanto pensassi la prima volta in cui ci siamo conosciuti.-

-Anche lì ti consolavo! Noi eravamo già amici, ti consolavo per un ragazzo di cui non sapevo il nome Soph. E’ come se io e te ci conoscessimo da una vita.-

-E tu che mi racconti?- chiesi.

-Non voglio parlarne- mi lanciò uno sguardo accusatorio- davvero.-

-Tranchillo Cooper.- gli sussurrai.
 


 
Mi rigirai più volte nel letto.
Quella frase mi fece prendere sonno:

‘E vorrei esserci anche alla prima lacrima, così da poter esser io a farti sorridere.’

 
Mi vibrò il telefono e mentre ero in dormiveglia lessi

‘Volevo augurarti una buonanotte, grazie per la bellissima buonanotte.
Stellina manca poco al tuo compleanno e saremo in gita a Dublino! Sono felicissimo, saremo insieme!
Un baacione enorme.’

 
Il mio compleanno.
La gita a Dublino.
Dublino.
Niall.
Niall.
Niall.
E ancora Niall.
Lo avrei incontrato sicuramente.
 

Ma allora perché non riuscivo ad esserne entusiasta?

 
 
 
 

Non riesco a dormire stanotte
Sveglia e così confusa
Tutto è in linea, ma sono ferita
Ho bisogno di una voce da echo
Ho bisogno di una luce per riportarmi a casa
Ho tipo bisogno di un eroe, sei tu?
Non ho mai visto la foresta dagli alberi
Potrei davvero usare la tua melodia
Piccolo sono un po’ cieca
Penso che sia tempo che mi trovi
 
Puoi essere il mio usignolo?
Canta per me, so che sei lì.
Puoi essere la mia sanità
Portarmi pace, canta per me per dormire
Dì che sarai il mio usignolo
 
Qualcuno mi parli
perché mi sento come l’inferno
Ho bisogno che mi rispondi, sono soprafatta
Ho bisogno di una voce da echo
Ho bisogno di una luce per riportarmi a casa
Ho bisogno di una stella da seguire, non lo so
Non ho mai visto la foresta dagli alberi
Potrei davvero usare la tua melodia
Piccolo sono un po’ cieca
Penso che sia tempo che mi trovi
 
Puoi essere il mio usignolo?
Canta per me, so che sei lì.
Puoi essere la mia sanità
Portarmi pace, canta per me per dormire
Dì che sarai il mio usignolo
 
Non so cosa farei senza te
Le tue parole sono come un sussurro, passa attraverso?
Fino a quando sei con me qui stanotte, sto bene
 
Puoi essere il mio usignolo?
Tii sento così vicino so che sei lì
Oh Usignolo
Canta per me, so che sei lì
Perché piccolo sei la mia sanità
Mi porti pace, canta per me per dormire
Dì che sarai il mio usignolo, oh.

 

I'm here for you.
Hola peipiii (?)
Non aggiorno da un mese e qualche giorno... Mi scuso, profondamente. Scusate...
No, davvero è che ci sono volte in cui non me la sento proprio.
Spero che per questo non perderò lettrici... vi voglio troppo bene.
Eniuei, aggiornerò prima perchè ho più tempo! :)
Davvero, sto cercando di dividere gli impegni ecc.
Ancora scusate... <3
Grazie per le 49 recensioni all'ultimo capitolo, vi adoro hsdjfkl.
Per le 187 totali.
Per le 10 che mi hanno messa tra gli autori preferiti.
Per le 27 preferite, le 34 seguite e le 10 ricordate.

Vi amo tantissimo!
Buh,poi ho tutti i personaggi, ditemi se li volete(le foto), perchè c'è a chi non piace...
Poi boh il capitolo è corto ed è davvero orribile, non volevo aggiornare.
SCRIVO MALISSIMO.
-Lisa.

 

 

Nel prossimo capitolo...

-Sono meglio di così. Io posso essere meglio Chad.-

  
Leggi le 41 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Pussyitshiscat_