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Autore: piperina    09/12/2007    29 recensioni
ULTIMO CAPITOLO
"Niente amore tra noi, Granger."
"Ci sto, Malfoy."
Un patto di apparente comodità trascina Draco ed Hermione tra le spire dell'amore. Ma non hanno fatto i conti con loro stessi, la gente intorno a loro e, soprattutto, i Mangiamorte che minacciano di tornare.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Draco&Hermione -Leather&Libraries'
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“Abbiamo un problema.”

A metà colazione i ragazzi, letta la notizia sulla Gazzetta del Profeta, si erano precipitati nello studio di Silente, ed era lì che si trovavano in quel momento.

Harry Potter, Hermione Granger, Draco Malfoy, Blaise Zabini e… sì, anche lui, Ronald Weasley.

Nonostante l’attuale situazione con Hermione li aveva istintivamente seguiti, e nessuno aveva avuto qualcosa da ridire, a parte il biondo che lo guardava male.

“Non è solo un problema.”- sbottò Malfoy –“E’ una catastrofe!”

“Per una volta sono d’accordo con te Malferret.”

“Troppo gentile da parte tua, Sfregiato.”

Quei due avrebbero continuato a battibeccare per tutto il giorno, se la Professoressa di Trasfigurazione non avesse richiamato la loro attenzione.

Discussero a lungo della cosa, e il biondo disse tutto ciò che sapeva sull’argomento, attingendo alle lettere minatorie come fonti d’informazioni.

“Vogliono attaccare dopo gli esami, quando Potter sarà fuori dalla protezione di Hogwarts.”- stava dicendo rivolto al Preside –“Hanno intenzione di Marchiarmi e mettermi al fianco di mio padre, quando risorgerà quel cretino di Riddle.”

Harry si irrigidì a quelle parole. Draco se ne avvide, e lo guardò seriamente.

“Purtroppo è così, Potter. Hanno trovato un modo per farlo tornare. Dovrai affrontarlo di nuovo, e per l’ultima volta, si spera.”

“Dunque,”- intervenne Silente –“Vogliono farti diventare un Mangiamorte, Draco?”

Il biondo assottigliò lo sguardo –“Sì.”

“Ed è quello che vuoi?”- proseguì il Preside.

Draco si irrigidì, serrò la mascella e non rispose.

Hermione gli strinse la mano: tremava, appena, ma tremava.

Sapeva quanto fosse difficile, per lui, affrontare quell’argomento, ma lei era lì accanto a lui, e non l’avrebbe abbandonato per nessun motivo al mondo.

Qualche istante di silenzio dopo, il Preside parlò ancora.

“Qualunque cosa tu decida di fare, Draco, io ho piena fiducia in te. Voglio che tu ricordi questo, va bene?”

Il biondo annuì.

“E siccome sei un mio studente e la tua incolumità è a rischio, ti offro tutta la protezione di cui necessiti.”

La McGranitt e Piton, finora in silenzio, annuirono approvando la decisione del Preside.

“Grazie…”- sussurrò appena Draco.

“Professore…”- intervenne a quel punto il bambino sopravvissuto.

“Dimmi, Harry.”- rispose l’uomo, guardandolo oltre gli occhiali a mezzaluna.

“Dobbiamo preparare un piano di difesa, e di attacco, dobbiamo riunire l’Ordine e prepararci…”- disse agitato, forse rendendosi conto soltanto in quel momento che avrebbe dovuto affrontare ancora una volta Tom Riddle.

“Hai ragione.”- annuì il Preside.

“Volevo proporre di… ecco…”- cercò di spiegare –“Io vorrei mettere a disposizione la casa che mi ha lasciato… Sirius, a Grimmauld Place. Credo sia il posto più sicuro e pratico per le riunioni.”

Silente acconsentì a quella proposta e parlò ai professori in modo che loro due pensassero ad avvisare tutti i membri dell’Ordine della Fenice sulle nuove disposizioni.

Sorrise, guardando Harry uscire dal suo studio. Era cresciuto, Harry Potter.

Il bambino che aveva lasciato, in fasce e con una cicatrice ancora fresca sulla fronte, sul tappeto d’ingresso dei suoi zii a Privet Drive… quello stesso bambino che aveva rivisto undici anni dopo, cresciuto e con due occhi smeraldini piedi di curiosità per il mondo che doveva ancora conoscere… il suo piccolo Harry Potter era diventato un uomo degno di questo nome.

 

“Hermione…”

La riccia si voltò e incontrò lo sguardo di Ron. Non rispose.

“Ho bisogno di parlarti. È importante.”

Lo guardò per qualche secondo prima di annuire.

“Ti aspetto da me.”- le disse Malfoy, precedendola.

Certo non gli piaceva l’idea di lasciarla sola con Weasley, ma prima o poi quei due dovevano parlare e… beh, forse il momento era arrivato.

“Vado a parlare con Ginny.”- informò Potter, salutandoli con un sorriso e lasciandoli soli nel corridoio.

Occhi negli occhi, l’affetto che li aveva legati era ancora lì, nascosto sotto tanto, troppo dolore.

“Mi dispiace.”- esordì il rosso –“Te lo giuro, Mione… non so cosa mi sia preso. Non avrei mai voluto causarti tanta sofferenza. Volevo solo fartela pagare perché… insomma, Malfoy…”

“Draco è il mio ragazzo, Ron. Stiamo insieme.”- disse la riccia con voce pacata.

L’altro divenne rosso fino alla cima dei capelli –“Non riesco ad abituarmi all’idea.”- ammise.

“Lo so. Ti capisco.”- concordò lei –“Ma Draco non è come pensi che sia. È cambiato, ha tanti lati nascosti che finora non aveva mai rivelato a nessuno di avere.”

Si avvicinò di un passo a lui –“Davvero, Ron. Draco… lui mi ama. E io amo lui.”

Quelle parole ferirono il rosso di casa Weasley, Hermione lo sapeva, ma non avrebbe potuto trovare parole più semplici per spiegargli la situazione.

“Io… cercherò di abituarmi alla cosa. Ecco, sempre… sì, insomma… sempre se tu mi vuoi ancora… come amico… Mione.”

Se lo voleva ancora? Era difficile dirlo. Ron l’aveva ferita, umiliata davanti a tutta la scuola, ingannata… insomma, il suo curriculum ne aveva delle belle.

Tuttavia, con una guerra in procinto di ricominciare, Hermione non se la sentiva di dirgli di no.

In fondo, una possibilità se la meritano tutti, no?

Così sorrise al suo indirizzo.

“Sì.”- disse soltanto.

E quando gli occhi di Ron si illuminarono di una quasi perduta speranza, lei accentuò il sorriso dicendogli che si sarebbero visti più tardi.

 

“Herm!”

Una voce alle sue spalle, per la seconda volta, la fece girare.

“Blaise!”- sorrise radiosa –“Pensavo fossi in Sala Grande.”

“Infatti, ci stavo andando.”- sorrise il moro di Serpeverde –“Volevo solo dirti che sono felice. Per te e Draco, intendo.”

Lei arrossì e non rispose.

“E’ una causa persa quel ragazzo. Pessimo carattere. Ma tu…”- disse ammiccando –“Sei riuscita a dargli una lezione.”

“Qualcuno doveva pur farlo, no?”- rise la riccia.

“Certo… il lavoro sporco a lei, signorina!”- la canzonò Blaise.

“Blaise, io volevo ringraziarti.”- disse fermandosi davanti all’ingresso della Sala Grande di Hogwarts.

“E per cosa?”- chiese occhi blu ficcandosi le mani nelle tasche interiori dei pantaloni.

“Per averci aiutato nell’ombra.”- rispose seria lei –“Davvero, grazie. Se non fosse stato per te, io e Draco non staremmo insieme ora, e molto probabilmente non sapremmo delle intenzioni dei Mangiamorte…”

“Ok, ho capito, basta così.”- la interruppe Zabini –“Non devi ringraziarmi. Gli amici ci sono nel bene e nel male, no?”

Rimase quasi senza parole, la Grifondoro, poi sorrise radiosa e lo abbracciò –“Ma come ci sei finito a serpeverde, tu?”

 

 

“Avanti.”

Hermione entrò silenziosamente nella stanza da letto di Malfoy, che in quel momento era tranquillamente sdraiato a letto con un braccio sugli occhi.

“Tutto ok?”- chiese la ragazza.

“Mpf.”

Sospirò, sedendosi sul letto accanto a lui.

“Vuoi parlarne?”

“No.”

“Come vuoi.”

Un altro sospiro, poi due braccia forti la afferrarono per la vita facendola stendere su un corpo assolutamente perfetto.

“Mi chiedo come tu faccia ancora a sopportarmi.”

Sorrise –“Non chiedertelo, potrei risponderti seriamente.”

Si guardarono negli occhi.

Oro e argento.

Sole e luna.

Giorno e notte

Sì, quel due ragazzi erano decisamente diversi, un’accoppiata da far venire i brividi, eppure nessuno era più perfetto di loro.

Nessuna coppia poteva vantare un amore grande come il loro.

Perché Draco Malfoy ed Hermione Granger si amavano come mai avrebbero creduto di poter amare qualcuno.

“Ti darò la mia risposta dopo gli esami.”- sussurrò il biondo baciandole una guancia.

“Aspetterò.”- rispose lei lasciandosi stringere da lui.

Rimasero così, abbracciati sul letto, a coccolarsi e baciarsi, per chissà quanto tempo.

“Hai fatto pace con Weasley?”- chiese ad un tratto Malfoy.

“Direi di sì.”- rispose Hermione stringendosi di più a lui.

 

“Draco…”

“Dimmi.”

“Posso chiederti una cosa?”

“Chiedi.”

“Cosa ti ha spinto a propormi quel patto, l’anno scorso?”

Un’altra domanda alla quale avrebbe dovuto rispondere, prima o poi.

Voltò il capo per guardarla direttamente negli occhi, quegli occhi che aveva amato e odiato al contempo.

“All’inizio volevo solo sfogarmi.”- iniziò –“Non so spiegarti come mi sei venuta in mente tu, ma… ho sempre pensato che tu non fossi solo la secchione che mostri a tutti. Volevo scoprire cosa si nascondesse dietro la tua espressione saccente e la mano sempre alzata per rispondere.”

Sospirò, stringendola di più a sé.

“Non volevo legarmi a te, Mezzosangue, ma… alla fine è successo. Non riuscivo più a starti lontano, e non riuscivo più a vedere le altre ragazze come le avevo viste per tutti questi anni.”- disse posandole un bacio sulla guancia –“Mi sei entrata dentro ancorandoti nella mia anima, e non ne sei più voluta uscire. Ho provato ad allontanarti da me, ma stavo peggio di prima.”

Ghignò –“Mi hai fregato, Mezzosangue.”

Risero, baciandosi divertiti, poi lei si staccò, restando abbracciata a lui, e lo guardò negli occhi.

“Ripeti quello che mi hai detto ieri sera.”- disse con un filo di voce.

Draco capì subito.

Si sciolse in un sorriso dolcissimo, gli occhi che brillavano di una luce nuova, solo per lei.

“Ti amo…”- sussurrò sulle sue labbra, stringendola a sé.

E il cuore di Hermione esplose di gioia.

 

 

I mesi trascorrevano abbastanza tranquilli.

I ragazzi dei settimi anni studiavano come matti per prepararsi agli esami finali, i tanto temuti M.A.G.O., che avrebbero deciso del loro futuro.

Silente e i professori, insieme ai membri dell’Ordine della Fenice, si riunivano regolarmente a Grimmauld Place per discutere dei piani di attacco e difesa in preparazione ad una nuova guerra contro il Signore Oscuro, che non mancava di far sentire la sua presenza tramite piccoli e svariati attacchi a Babbani o nelle vicinanze del castello.

La cicatrice del Bambino Sopravvissuto prudeva di tanto in tanto e questo lo rendeva nervoso, ma accanto a sé c’erano sempre la sua fidanzata, Ginevra Molly Weasley, e i suoi due migliori amici, Ronald Bilius Weasley ed Hermione Jane Granger.

All’appello non potevano certo mancare due care Serpi di loro conoscenza, vi pare?

Draco Lucius Malfoy e Blaise Zabini.

Il loro sembrava quasi un gruppo male assortito, ma in realtà quei ragazzi erano davvero uniti, da amicizia o amore che fosse, erano insieme.

 

 

E così arrivò l’ultimo giorno di esami.

Il colloquio finale che avrebbe deciso delle sorti del futuro dei ragazzi che uscivano da Hogwarts.

Il Trio Miracoli aveva scelto, insieme, la strada per diventare Auror.

Uniti nella decisione finale, erano tutti e tre più che convinti della loro decisione: insieme, per sempre, fino alla fine. E non solo.

Ronald era riuscito, poco per volta, a recuperare la fiducia di Hermione

I due si erano riavvicinati, tornando ad avere lo stesso rapporto che li aveva legati negli anni precedenti.

Non arrivò più nessuna lettera minatoria a Draco. Suo padre non gli aveva scritto, così come neanche i suoi “colleghi” avevano fatto: la sua decisione era ormai chiara a tutti.

Ma non ne aveva ancora parlato apertamente.

Fu solo all’ombra di un albero, con la testa appoggiata sulle gambe della sua ragazza, che il biondo principe di Slytherin si decise, finalmente, a parlare.

“Hermione…”

“Sì?”

“E’ l’ultimo giorno.”

“Lo so.”- tensione nella voce di lei, appena percettibile, eppure lui l’aveva sentita.

Perché sapeva tutto di lei.

Draco si alzò dalla sua comoda posizione e si sedette accanto alla riccia Gryffindor.

Le accarezzò il viso, e lei intrecciò le dita della mano con le sue.

Tremava appena.

Chiuse gli occhi, respirò a fondo e li riaprì, puntandoli in quelli grigi di lui.

“Sono pronta.”- disse decisa.

Aveva sempre amato la sua decisione in ogni cosa che faceva, era sempre stata così: determinata, forte e coraggiosa, testarda, eppure non si era mai tirata indietro.

Mai.

“Io non so cosa accadrà quando usciremo da qui.”- iniziò il biondo –“Ma so cosa voglio fare.”

Lei trattenne appena il fiato.

“So che voglio stare al tuo fianco, Hermione. Combatterò insieme a te e… sì, insieme a San Potter. Contro Voldemort, contro i Mangiamorte… contro mio padre.”

Hermione riprese a respirare.

“Ho perso troppo tempo con loro, con questa stupida guerra che non mi appartiene…”- si allungò per baciarle una guancia –“Non voglio pi sprecare minuti preziosi con loro, quando posso trascorrerli con te.”

“Dici davvero…?”- chiese lei con un filo di voce.

“Sì.”- rispose serio lui.

Hermione aveva le lacrime agli occhi.

Sapeva che Draco non si sarebbe tirato indietro, ma sentirselo dire faceva tutto un altro effetto. Guardarlo negli occhi mentre le diceva quelle cose era così meraviglioso che le sembrava di poter toccare il cielo con un dito.

Draco la bloccò prima che potesse dire qualsiasi cosa, posandole l’indice sulle labbra morbide.

“Prima che tu dica o faccia qualsiasi cosa, c’è ancora una cosa che ti devo dire, anzi, chiedere.”

Lei lo guardò interrogativa.

“Ti farò una domanda, e dovrai rispondermi. Subito.”

“Va bene.”- disse confusa lei.

Il ragazzo allora infilò una mano in tasca e ne estrasse un piccolo astuccio di forma cubica, ricoperto di velluto verde bordato di rosso.

“Se sopravvivremo a questa guerra…”- iniziò, e gli occhi di Hermione si fecero lucidi, mentre le dita di Draco, appena incerte, andavano ad aprire la custodia –“Hermione Granger, vorrai diventare mia moglie?”

E fu con quelle parole che Draco le mostrò un anello argentato, un piccolo cerchio con due pietre, rossa e verde, una accanto all’altra, a formare due metà di un piccolo cuore, al centro del quale vi era una punta di brillante.

Hermione prese tra le mani la custodia di velluto, e con gli occhi lucidi e una lacrima che le solcava una guancia, fissava quel cerchietto d’argento, simbolo di una promessa che non avrebbe mai voluto sciogliere.

“Sì…”- sussurrò –“Oh, Draco, sì, sì… mille volte sì…”- disse gettandogli le braccia al collo –“Sarò la moglie più felice del mondo, lo giuro…”

Col cuore in gola, Draco strinse a sé Hermione respirando il profumo dei suoi capelli.

Molti minuti dopo, quando lei ebbe finito di singhiozzare sulla sua spalla, sciolse quell’abbraccio, prese l’anello e lo infilò all’anulare sinistro della riccia.

La guardò negli occhi, emozionato dentro di sé, e sorrise.

Felice.

“Per sempre.”- sussurrò prima di stringerla a sé e baciarla, sotto l’ombra delle foglie di quell’albero, incuranti degli studenti che li guardavano, incuranti dei loro amici che, nascosti dietro una colonna, avevano osservato la scena.

Incuranti del mondo intorno a loro, perché il mondo erano loro, l’uno per l’altra.

 

E così, uniti con il corpo, con il cuore e con l’anima, si preparavano ad affrontare il loro futuro, insieme.

Pronti per la vita, pronti per la guerra, pronti per combattere.

Pronti per vincere.

 

Insieme.

Per sempre.

 

 

 

 

 

 

 

*Fine*

 

 

E così ci siamo arrivati, alla fine. Concludere una fic di 23 capitoli è davvero un dolore, ve lo dico con il cuore.

Questa è stata la mia prima fic in assoluto su HP,  con questa storia sono cresciuta, con questa storia ho imparato a scrivere, con questa storia ho conosciuto tante persone meravigliose, e la più meravigliosa di tutte è Ilaria, la mia amata gemellina, perché questa è la *nostra* fic.
Per chi si aspettava una battaglia… mi dispiace, ma questa storia finisce *prima* della battaglia finale contro Voldemort, proprio perché non riguarda la guerra in sé, ma il rapporto tra Draco ed Hermione, e voglio che questa fic resti focalizzata su di loro come lo è stata dal primo capitolo.

Spero di cuore che la conclusione di questa storia vi sia piaciuta, e sempre con il cuore spero che vorrete seguirmi negli altri lavori che ho pubblicato e che continuerò a pubblicare.

Non ho parole per dirvi quanto io sia felice del successo riscosso dalla mia piccola fic.

Davvero, grazie di cuore a tutti voi, se sono cresciuta è grazie a chi mi ha seguita e supportata sempre.

 

Grazie, e Arrivederci,

Ivana.

 

   
 
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