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Autore: JennySoul    23/05/2013    2 recensioni
Lei si ritrova ad affrontare una nuova vita, con un passato segnato dal dolore per una grande perdita, un padre assente ed un ragazzo che si è preso gioco dei suoi sentimenti.
Lui ha una vita piena d'opportunità davanti a sè, ha tutto ciò che si può desiderare, ma qualcosa forse manca, gli manca quel pizzico di felicità in più.
Cosa succede se queste due persone si incontrano? Cosa succede se il destino però non è a loro favore? Cosa succede se uno dei due viene strappato all'altro troppo presto?... Entrate e lo scoprirete..
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7

UN MESE DOPO

Testa bassa, cuffie nelle orecchie e mani nelle tasche dei jeans. Lo riconoscerei in mezzo a mille persone, mi avvicino a lui a passo svelto e picchiettando con la mano sulla sua spallo lo faccio girare. Mi sorride e mentre si toglie le cuffie dalle orecchie si avvicina per salutarmi
–‘’ ehi dove vai?’’ mi chiede come se non conoscesse già la risposta
–‘’sto andando da tuo fratello’’, rimaniamo in silenzio per qualche minuto, senza sapere cosa dire, rimaniamo a pensare ad i nostri sensi di colpa, a cosa sarebbe successo quella notte SE… ad interrompere il silenzio è Alessio
–‘’vieni, ti porto in un posto ’’
–‘’ma devo andare da lui ’’
provo ad obiettare, ma ormai mi sta già trascinando in macchina per portarmi non so dove.
Dopo circa 45 minuti di viaggio arriviamo ad Ostia, una volta parcheggiato ci incamminiamo verso la spiaggia libera, mi levo le scarpe ed affondo i piedi nella sabbia fredda, chiudo gli occhi e lascio che il vento freddo di Dicembre mi culli. Sento una mano intrecciarsi alla mia e senza neanche aprire gli occhi la stringo forte, lui è diventato il mio unico punto di riferimento, non so cosa farei senza di lui ora.
Ci incamminiamo verso la riva, ancora con le mani intrecciate, ho paura che lasciandogli la mano se ne vada anche lui, non sopporterei di perderlo. Ci sediamo a poca distanza dal mare, la sabbia ci sporca i jeans ma non ci importa, appoggio la mia testa sulla sua spalla e chiudo gli occhi, mentre sento la sua mano che mi accarezza il viso, mi sposta una ciocca di capelli, mettendola dietro l’orecchio. Sento il suo respiro caldo sul viso, le sue braccia mi cingono la vita, stringendomi saldamente a lui, come se avesse paura che potessi scappare, ma lui non lo sa, non sa che non me ne andrei per nulla al mondo da lui, non scioglierei quell’abbraccio mai e poi mai. Sento le sue labbra dolci sulle mie, il sapore di Camel Light appena fumata si mischia con la fragola del mio burro cacao, porto le mie braccia intorno al suo collo, le mani nei capelli, continuiamo a baciarci fino a quando non ci lasciamo cadere sulla sabbia e guardandoci negli occhi rimaniamo lì, senza dire una parola.

Natale, odio il Natale, non so mai cosa regalare e a chi, mi riduco sempre all’ultimo momento e per di più spendo cifre abnormi. Fortunatamente quest’anno il regalo ad Alessia già l’ho fatto, un bel giacchetto di pelle, mi manca Alessio e non ho la più pallida idea di cosa fargli. Ormai sono passate due settimane dal nostro bacio ed io sono più confusa che mai, continuo a pensare a Tiziano e al nostro bacio sotto al Colosseo, poi penso ad Alessio, a quanto mi faccia star bene, a quanto io abbia bisogno di lui e non ce la faccio a dirgli addio. Mi sento così egoista.
Rimango seduta su i gradini di Piazza di Spagna per un tempo indefinito, rifiuto tutte le chiamate, non ho voglia di parlare con nessuno, troppi pensieri, troppa confusione. Non faccio altro che pensare a quella notte, a quel bacio, a quegli occhi che mi impedivano di distogliere lo sguardo, penso a lui e a quell’incidente e non posso non sentirmi dannatamente in colpa. Il vibrare del telefono mi riporta alla realtà, lo prendo e dopo essermi asciugata le lacrime silenziose che erano uscite leggo il messaggio

‘’Dobbiamo parlare, ci vediamo in spiaggia tra un’ora’’

Una stretta al cuore, stringo il telefono tra le mani, ha ragione, dobbiamo parlare, dobbiamo decidere cosa fare, soprattutto io devo decidere cosa fare. Senza pensarci ulteriormente mi alzo, con le mani pulisco i jeans impolverati e mi incammino verso la metro. Arrivo con qualche minuto d’anticipo e decido di farmi una passeggiata sulla sabbia, mi avvio verso gli scogli e senza neanche rendermene conto mi ritrovo a pensare al bacio con Alessio, brividi mi percorrono la schiena, le farfalle mi svolazzano nello stomaco e le gambe tremano. Mi siedo sugli scogli e mi perdo a guardare le onde infrangersi su di essi, il sole viene risucchiato dal mare, il vento mi scompiglia i capelli, portandosi via tutti i brutti pensieri che in questi ultimi mesi mi stanno riempiendo la mente. Mi giro e lo vedo arrivare verso di me, cappello di lana, Ray Ban neri e la solita sigaretta in bocca, mi alzo in piedi e corro da lui, mi blocco a pochi centimetri dal suo viso, butta la sigaretta e si toglie gli occhiali e prima che possa dire qualsiasi cosa lo bacio, stringendolo forte a me, lo bacio come se non ci fosse un domani, come se ogni cosa dipendesse da questo momento, da questo bacio. Lo bacio come se io dipendessi da lui e solo in quel momento mi rendo conto della veridicità di quel pensiero, perché sì, io dipendo da lui.

-‘’Passami la panna’’  mi incita mia zia per la quarta volta a passarle la panna per la torta, quando finalmente gliela passo sospira
–‘’ce l’abbiamo fatta…se mollassi il tuo ragazzo per un attimo avremmo già finito questa benedetta torta’’ scoppiamo a ridere tutti e tre, poi Alessio mi abbraccia, lasciandomi un bacio tra i capelli ed io sorrido, sorrido perché in questi ultimi due mesi lui è stata l’unica persona a rendermi felice, a farmi superare tutti quei sensi di colpa. Non ho dimenticato Tiziano, non potrei mai farlo, lui è sempre presente nei miei pensieri, solo sto imparando a convivere con la sua assenza. Un’assenza che mi brucia l’anima, un’assenza che mi logora dentro, un’assenza con cui forse imparerò a convivere un giorno.

-‘’Signora, abbiamo ottime notizie’’ esordisce il primario dell’ospedale, guardando con aria seria i genitori di Tiziano, sua madre non riesce a contenere l’entusiasmo e con un gran sorriso esclama
–‘’oddio, mi dica tutto la prego ’’ il dottore sorride benevolo
–‘’signora suo figlio adesso è in grado di respirare autonomamente, abbiamo tolto le macchine che precedentemente lo alimentavano, le pulsazioni sono regolari ed il battito cardiaco è piuttosto buono’’ Stefano tira un sospiro di sollievo, Alessio mi stringe tra le sue braccia, lasciandomi innumerevoli baci tra i capelli. Il dottore aggiunge altre parole a cui ne io ne Alessio diamo peso e subito andiamo, mano nella mano, verso la stanza di Tiziano insieme ai suoi genitori. Dopo qualche minuto di chiacchiere allegre, escono tutti, lasciandomi sola con lui, lasciandomi il tempo di metabolizzare i suoi progressi, lasciandomi il tempo di pensare che forse un giorno riaprirà quei suoi fantastici occhi e tornerà a guardarmi e solo a quel pensiero lo stomaco si contorce, gli occhi si inumidiscono ed il cuore prende a martellarmi nel petto.
Se dovesse risvegliarsi, se dovesse chiedermi di scegliere, cosa  farei io? Cosa farei se mi chiedesse ‘’scegli… o me o mio FRATELLO’’ ? Improvvisamente mi sale l’ansia, mi manca l’aria ed inizia a girarmi la testa, recupero la giacca ed il cellulare ed esco di corsa da quella stanza, da quell’ospedale e scappo come una codarda mentre Alessio continua a chiamarmi, tentando di fermarmi.

Mi butto sul letto, sentendo le lacrime scivolarmi lungo le guance, un macigno sul petto mi schiaccia contro il materasso, facendomi sentire un gran peso sul cuore, il cellulare stretto in una mano prende a squillare e pensando inizialmente fosse Alessio rispondo con voce atona
–‘’pronto’’
–‘’bella di papà’’
il sangue si gela nelle vene, il cuore smette di battere ed io schizzo in piedi.
Non lui, non adesso.

Come si dice d’altronde, i guai non vengono mai da soli.

‘’cosa vuoi ?’’ lui ride, prendendosi gioco di me ‘’nulla, sai tra poco è Natale, sai che tua madre ci teneva tanto…’’ il sangue mi sale al cervello ad un ritmo vertiginoso ‘’ hai detto bene, la mamma ci teneva, ma lei ora non c’è più e tu questo lo sai bene’’ ride di nuovo, mi provoca, si diverte ‘’mi dispiace tanto per il tuo amichetto in ospedale’’ ‘’cosa ne sai tu?’’ ‘’ho le mie conoscenze piccola, sennò come pensi che farei a stare fuori ora?’’ lo sapevo, qualcuno deve averlo aiutato a far sparire qualche prova fondamentale di quel giorno, prendo un bel respiro, dovevo aspettarmelo da lui ‘’io e te sappiamo come sono andate veramente le cose e in un modo o nell’altro lo dimostrerò , farò venire fuori tutto e tu andrai dentro per tanto di quel tempo che ti scorderai di come è fatta la luce del sole’’ un attimo di silenzio, poi sento qualcosa dall’altra parte del telefono cadere, come un bicchiere che va in frantumi ‘’sei mia figlia, non me lo dimentico questo, ma è meglio per te se rimani fuori da questa faccenda o dovrò far intervenire qualche mio amico che mi deve molti favori. Sei sangue del mio sangue, non costringermi a tanto.’’ La chiamata si interrompe così, con una sua minaccia lasciata a metà. Devo uscire a fare una passeggiata, devo schiarirmi le idee ed iniziare a tracciare un piano, devo organizzare le mie prossime mosse e chiudere questo capitolo prima di dargli il tempo di fare qualsiasi cosa.







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PERDONATEMI PER LO SCHIFOSISSIMO RITARDO...


Ma tra lavoro e altri casini non ho davvero avuto tempo...
Mi scuso inoltre anche per questo SCHIFUZZO di capitoli,
mi presento dopo una vita con sta robaccia... Non tiratemi i pomodori please...
Venendo a noi...

Tiziano... Che ne sarà di lui
? Vedremo...
Federica? Alessio? Il padre bastardo?
Tante cose da far quadrare, problemi, pensieri... Scelte da prendere...
Io non vi dico nadaaa.... odiatemi... lol
Voi come vorreste che vada o pensate che andrà? Ditemi su u.u
Fatemi sapere cosa ne pensate vi supplico... Se è o meno il caso di andare avanti..
Un bacio gigante a chi c'è ancora, a chi segue, legge e
RECENSISCE...
Adios.
  
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