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Autore: PJ_    24/05/2013    1 recensioni
Jeb siede impaziente. Aspetta con ansia il suo secondo incontro col proprio idolo, Slash.
E' un nuovo fan dei vecchi Guns. Non si aspetta certo le promesse di una reunion, vuole solo sognare un pochino, poter vedere un luccichio da qualche parte negli occhi di Slash. Sarà esaudito il suo desiderio?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per questa  mi baso completamente (le parti in corsivo sono estratti) sull’intervista di Jeb Wright, di “Classic Rock Revisited”, a Slash del 2011.
 

 
Jeb sedette sullo sgabello traballante, stringendo tra le mani la fredda pinta di birra scura.
Si sentiva decisamente agitato, si morse la pelle attorno all’unghia del pollice e lanciò uno sguardo all’entrata del pub.
L’ultima volta che si erano visti, ai Rock Honors, aveva offerto lui un pacchetto di Gitanes, la mano tremante e le guance arrossate.
Alzò ancora il capo, aprendosi in un sorriso. Slash, una guardia del corpo ad aprirgli la strada, avanzava nel locale semivuoto per l’occasione.
Il musicista tese la mano ruvida, sfiorandosi il cilindro.
“Ciao!” esclamò sedendosi davanti a Jeb ed ordinando una soda.
Jeb ricambiò impacciato il saluto, estraendo il registratore mp3 e facendo partire la registrazione del file.
 
Il tempo era passato velocemente, aveva fatto a Slash quasi dieci domande e dopo un piccolo incidente di percorso* tutto era filato per il meglio.
Il giovane giornalista si schiarì la gola: “Mi passavano per la mente anche i nomi di due cantanti che mi sarebbe davvero piaciuto sentire nel tuo nuovo album solista. Uno è Robin Zander. […]
L’altro cantante si chiama Axl Rose…”
Slash, la tuba posata sulle ginocchia, si umettò le labbra e passò una mano tra i capelli, riavviandoli: “Guarda, ti voglio dire la pura verità, e chissenefrega di cosa penserà chi leggerà queste mie parole… Mentre componevo i brani c’erano parecchi nomi di cantanti che mi frullavano per la testa – ovvio no?
Viviamo nel Paese dei Cantanti, così il primo pensiero va sempre a chi canterà le tue canzoni…
A un certo punto mi è saltato in testa il suo nome: ‘Cazzo, Axl saprebbe cantare come si deve ognuna di queste canzoni!’
Ma poi, com’è ovvio, non ho mai fatto la telefonata, perché desideravo che l’album uscisse entro il millennio in corso!”
Jeb scoppiò a ridere assieme a lui.
Concluse l’intervista, rosso in volto e col cuore a mille. Strinse la mano al proprio idolo.
Era felice.

 
* Nell’intervista Jeb Wright, parlando di fumo e sigarette, riporta la mente di Slash alla morte della madre, causata appunto da un cancro ai polmoni.
  
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