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Autore: Soul of the Crow    24/05/2013    1 recensioni
Ecco a voi il sequel de "In mezzo alla lotta tra la Vita e la Morte".
La sorella di Diana Raven e i suoi Angeli della Notte hanno un piano: sbarazzarsi dei Gemelli della Creazione e della Distruzione per aver rovinato le loro vite.
Toccherà agli Angeli del Regno della Vita impedire che ciò accada, e tra nuovi poteri e nuovi OC tra i personaggi, emergeranno anche molti segreti riguardanti gli Angeli, i loro nemici e novità sui tre Regni e su coloro che si trovano davvero all'inizio di tutto.
Buona lettura.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My favourite IE GO pairings'
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 Nel bosco della zona sud dell’Isola…
 
Mentre Eos si stava occupando di Tosamaru sulla spiaggia, Sora si era messa a combattere contro il gemello, ma dopo un’ora circa di combattimento a corpo a corpo, interrotto alcune volte dall’uso dei poteri magici, le era chiaro che non avrebbe ottenuto niente con quel metodo: il Comandante era ben allenato, sia per quel che riguarda la preparazione fisica, sia nell’uso della magia.
L’azzurra decise di addentrarsi nella foresta per pensare ad un piano d’azione, senza accorgersi che Taiyou la aveva seguita:
- è meglio che finisca subito il lavoro con mio fratello, almeno potrò andare ad aiutare Eos. Se il collega di mio fratello è riuscito a battere uno dei nostri, potrebbe rappresentare un pericolo. - pensò l’azzurra mentre s’inoltrava nella selva, ma sapeva che non avrebbe potuto continuare così per molto per due motivi: in primo luogo, la vegetazione si stava gradualmente seccando, segno che il potere del bulbo stava facendo effetto; senza contare che alla fine suo fratello la avrebbe trovata.
Continuando a camminare, percepì la presenza di un altro potere vicino a lei, e per cercare d’individuarne la fonte, chiuse gli occhi ed espanse la sua aura: nella sua mente vide l’immagine di un Sole che splende in un cielo azzurro, ma era oscurato da alcune nuvole.
Da quello che aveva capito dalle immagini, quel potere apparteneva ad una persona forte e con una grande vitalità, ma era come velato da un’ombra di dubbio; quando Sora riaprì gli occhi, si sentiva come se fosse stata colpita da un’ondata di calore improvvisa: il clima da mite era diventato caldo e afoso senza un motivo apparente.
- E ora cos’altro deve succedere? - pensò l’Angelo della Notte. Quasi distrattamente spostò lo sguardo dalla foresta verso il cielo, rendendosi conto che una gigantesca sfera infuocata si stava dirigendo verso di lei:
- Fa troppo caldo per i miei gusti. - disse Sora con una punta di sarcasmo nella voce, per poi materializzare la sua lancia e usarla per creare delle piccole sfere blu e bianche intorno a lei. Pochi secondi dopo, i globi s’illuminarono, generando una barriera blu con alcuni puntini bianchi nello stesso momento in cui la sfera infuocata raggiunse l’azzurra.
Dopo qualche minuto, Sora sentì il calore sprigionato dalla palla di fuoco indebolirsi, così disattivò la barriera; si guardò intorno, rendendosi conto che solo la zona che era stata protetta dal suo scudo era rimasta normale.  Molti alberi erano stati inceneriti, altre piante e alcuni cespugli erano ancora in fiamme. Inoltre, vide Taiyou a pochi metri di distanza da lei, circondato da un’aura color rosso arancione, e armato della sua lancia:
- Quel colpo non era niente male, ma il calore di quelle fiamme non ha potuto superare il buio gelido del mio Scudo Stellare. - gli fece notare l’Angelo della Notte.
- Non volevo colpirti… - quella frase fece sperare all’azzurra che suo fratello si fosse ricordato tutto, ma la Guardia non aveva ancora finito:
- Il mio obiettivo era il bulbo che stavi proteggendo, ma devo aver esagerato con la potenza del mio colpo. - ammise lui.
Sora si rattristò subito: non le era mai piaciuto subire delusioni come quella, ma da quando suo fratello se ne era andato, la sua vita era caratterizzata solo da quelle.
- Già… Tuttavia, dovresti aver capito che nemmeno le fiamme possono scalfirlo. - gli rispose l’Angelo della Notte con tono d’ovvietà, ma prima che l’altro potesse ribattere, ci fu una scossa di terremoto.
Dopo qualche minuto, la terra smise di tremare, ma ricominciò qualche secondo dopo quando alcune radici del bulbo spuntarono dal terreno per colpire i due Amemiya:
- Che cosa gli è preso!? - esclamò il Comandante del Sud, mentre balzava all’indietro per schivare l’ennesimo colpo della liana.
- Quella pianta finora mi ha causato solo problemi. Uno in più o in meno non penso faccia differenza. - gli disse Sora, la quale si alzò in volo, per poi tornare a terra poco dopo e bloccare una delle liane con la lancia, ma si accorse di un particolare: nei punti in cui le altre radici avevano colpito il terreno, le fiamme del colpo di Taiyou erano state estinte, ma l’erba e i fiori erano appassiti, mentre gli alberi erano stati distrutti.
Persa nell’osservare l’operato del bulbo, non si rese conto che una delle radici la aveva avvolta e sollevata in aria, mentre un’altra aveva preso la sua lancia e la aveva spezzata, facendo fuoriuscire da essa un’aura bianca con sfumature nere.
- Lasciami andare erbaccia! - ordinò l’azzurra alla pianta, mentre si dimenava per liberarsi dalla liana, ma sembrava che più cercasse di districarsi dalla presa, più le sue energie svanissero.
Dopo qualche minuto, le radici tornarono sottoterra, portando Sora con loro, ma il Comandante del Sud era ancora lì: i gemelli li avevano avvertiti che quei bulbi, quando avevano sfruttato tutte le risorse del paesaggio in cui crescevano, lo distruggevano completamente, ma non pensava che aggredissero anche chi li coltivava.
- E ora cosa faccio? Se aiuto quella ragazza, lei farà di tutto per eliminarmi, ma se non lo faccio… Uffa! Detesto prendere queste decisioni! - si lamentò la Guardia, ma la sua attenzione fu distolta dal rumore di passi dietro di lui. Quando il ragazzo si voltò, vide Eos che trascinava Tosamaru, il quale era svenuto e legato mani e piedi con delle corde d’energia blu.
- Cos’è successo a Sora? - il Comandante sentì una voce femminile nella sua testa, ma era chiaro che non si trattasse dell’Angelo della Notte contro la quale stava lottando poco prima.
Si rivolse quindi al keshin:
- Ero convinto che gli avatar non potessero parlare. - ammise il Comandante.
- Infatti non so parlare. Si tratta di telepatia, un’abilità che ho acquisito quando Sora mi ha reso un’entità autonoma, ma ancora non mi hai risposto: dov’è finita tua sorella? -
- Potresti sapere di cosa parli? - le domandò seccato Taiyou: prima era Sora che continuava a ripeterglielo, adesso anche la sua keshin. Che cosa avevano quelle due contro di lui?
- Non hai creduto a Sora quando te l’ha detto, ma vediamo se crederai a questo. - Eos si avvicinò, per poi avvolgere la sua mano di un’aura blu e poggiarla sulla testa della Guardia dell’Ovest; dopo pochi secondi, quest’ultimo sentì le palpebre pesanti, e quando chiuse gli occhi, alcune immagini apparvero nella sua mente.
 
 
Flashback
 
Era calata la sera su Tokyo: il tramonto donava al cielo sfumature rosse e arancioni, ma qualche traccia di blu qua e là faceva prevedere che il Sole sarebbe calato presto. Molti stavano tornando alle proprie case, ma qualcuno non ne voleva proprio sapere di farlo: si trattava di una bambina di dieci anni, Sora Amemiya, la quale si trovava ancora in ospedale nella camera in cui era ricoverato suo fratello.
- Sora-chan, non devi piangere. Sto benissimo. - cercò di rassicurarla Taiyou che, nonostante l’azzurra si fosse coperta il viso con le mani, sapeva che stava piangendo perché continuava a singhiozzare.
Sora si tolse le mani dal viso per asciugarsi le lacrime, ma solo perché doveva dire una cosa a suo fratello:
- Non mi mentire! Ho sentito anch’io cos’ha detto il dottore ai nostri genitori! Hanno detto che potresti anche… - non riuscì a terminare la frase che ricominciò a piangere: non voleva farsi vedere così dal fratello, ma non era proprio riuscita a trattenersi.
- Sora-chan. - la chiamò Taiyou.
L’azzurra si tolse le mani dal viso, vedendo il suo gemello che le stava sorridendo:
- Mi hanno detto che sono malato, ma non voglio passare tutta la vita in questo posto. Ti posso solo promettere una cosa: farò del mio meglio per guarire e per tornare a casa. Tu mi credi? -
Sora ci pensò un po’, poi accennò un sorriso e annuì, anche se sembrava un po’ incerta.
 
I due non sapevano che quella promessa sarebbe stata spezzata molto prima di quello che i due gemelli credevano. Qualche mese dopo quel giorno, il piccolo Taiyou dovette andare a fare compagnia agli Angeli del Regno della Vita.
 
Fine flashback
 
 
Quando Eos smise di far circolare la propria aura, la Guardia riaprì gli occhi:
- Perché mi hai mostrato quelle immagini? - domandò subito il Comandante, tenendo lo sguardo basso.
- Quelli erano i ricordi che sono spariti dalla tua mente quando sei diventato un Angelo. Non importa che si tratti di Angeli, Diavoli o umani; nessuno merita di vivere senza i propri ricordi; inoltre, Sora è diventata un Angelo della Notte per cercarti e riportarti a casa con lei.
Ora che hai intenzione di fare? -
La Guardia del Sud rimase qualche minuto a fissare il terreno; Eos lo interpretò come un “no”, così lasciò andare Tosamaru e si diresse verso il bulbo.
 
 
Circa mezz’ora dopo… vicino al bulbo…
 
Sora si accorse di essersi addormentata -o di essere svenuta- solo quando riaprì gli occhi e si trovò ancora stretta dalle radici del bulbo. Avrebbe voluto muovere un muscolo per liberarsi, ma si sentiva tremendamente stanca, come se qualcosa le avesse tolto tutte le energie che le rimanevano prima di mettersi a dormire:
- Tempesta Stellare della Guardiana del Cielo! - Sora riuscì appena ad udire quel pensiero che sentì un vento gelido intorno a lei: si voltò nella direzione dalla quale proveniva, e vide delle sfere blu con minuscoli puntini bianchi sfrecciare verso di lei. Quando si avvicinarono alla liana che imprigionava Sora, si sgretolarono, rilasciando delle particelle ghiacciate che congelarono la radice, ma non riuscirono a liberare l’Angelo della Notte.
L’azzurra riuscì a scorgere la figura di Eos, nascosta tra i pochi alberi che rimanevano in quel posto:
- Eos, devi andartene da qui. - pensò Sora; poteva parlarle, ma sapeva che la sua keshin poteva sentirla anche così.
Prima che potesse sentire la risposta della partner, l’azzurra sentì un caldo insopportabile:
- Sunshine Force! - gridò una voce maschile, e alcune palle di fuoco si diressero verso la radice che imprigionava Sora, più precisamente negli stessi punti che Eos aveva colpito con il suo colpo speciale. Il risultato? La radice fu incenerita e Sora cadde a terra. La sua avatar si avvicinò, la prese in braccio e la portò vicino agli alberi tra i quali si era nascosta prima:
- Sei stata tu a creare quei globi infuocati? - le chiese l’azzurra.
- Te ne sei dimenticata? I tuoi poteri, così come i miei, non ti permettono di controllare il fuoco. - le ricordò Eos.
- E allora chi è stato? - domandò ancora Sora.
Come risposta, un Angelo dai capelli color tramonto e gli occhi color cielo si avvicinò alle due:
- Sono stato io. - inutile dire che si trattava di Taiyou.
- Poco fa mi volevi togliere di mezzo, e adesso mi aiuti. Potrei sapere cosa ti frulla in testa? -
Il Comandante si prese una pausa di qualche minuto prima di rispondere:
- La tua keshin mi ha restituito i ricordi che avevo perso. Non so ancora se crederti o no, ma… - prima che terminasse la frase, un’improvvisa esplosione d’energia magica partì da Eos e scagliò lontano da lei i due gemelli: quando i due Amemiya la guardarono, videro che l’avatar era circondato da un’aura simile a quella del bulbo; inoltre, i suoi occhi da argentati erano diventati color grigio cenere.
La keshin creò ancora le sfere che aveva usato in precedenza per liberare Sora, ma stavolta le colpì col bastone, mandandole in direzione della sua padrona e della Guardia; i due schivarono i globi di Eos, ma questi colpirono il terreno, creando delle stalagmiti di ghiaccio.
La situazione rimase invariata per un po’, ma ad un certo punto, cominciò a soffiare un vento gelido ed Eos si circondò di un’aura azzurrina:
- Eos non deve usare quel colpo! Potrebbe congelare me, Taiyou oppure questa zona dell’Isola per l’eternità, e nemmeno l’incantesimo del fuoco più potente mai esistito potrebbe annullarlo, ma c’è da chiedersi come lo utilizzerà. - pensò l’azzurra, e quando il vento smise di soffiare, la sua keshin materializzò davanti a lei tre stalattiti avvolte da un’aura azzurrina, per poi colpirle col bastone per mandarle in direzione del Comandante:
- Taiyou, devi spostarti! - la Guardia non ascoltò la sorella, infatti, creò uno scudo di fiamme grazie ai suoi poteri, ma l’Angelo della Notte sapeva che non avrebbe ottenuto niente con quel metodo.
Sora corse dal fratello, per poi usare i suoi poteri per creare un vento gelido che lo fece schiantare contro un albero, ma non era finita: Eos aveva trasformare le stalattiti in schegge di ghiaccio, una delle quali ferì l’azzurra alla caviglia sinistra, cioè lo stesso punto in cui si trovava il tatuaggio degli Angeli della Notte.
Poco dopo, Eos si dissolse in particelle di luce azzurre; Sora sapeva che non le rimaneva molto tempo, ma voleva sapere cosa stava per dirle Taiyou:
- Stavo per dirti che volevo provare a fidarmi. Prima di scoprire la tua vera identità, mi eri sembrata solo spaventata e confusa, ma non il tipo di persona che cui fa piacere vedere gli altri soffrire come mi aveva detto Tosamaru riguardo agli Angeli della Notte. - le spiegò lui.
Un’altra lacrima solcò il volto di Sora: era felice di quelle parole, ma sentiva che le sue energie la stavano abbandonando.
- Ti ringrazio Taiyou. Mi spiace solo che non avremo tempo per questo. - l’azzurra sussurrò appena quell’ultima frase, ma l’altro riuscì a sentirla ugualmente:
- Che intendi dire? - domandò lui, ma quando si accorse che Sora era avvolta dalla stessa luce azzurra di cui era circondata Eos prima che sparisse.
- Tutti gli Angeli della Notte che vengono feriti dove si trova il tatuaggio sono destinati a questa sorte. - disse quella frase in modo distaccato, quasi come se non la riguardasse.
- Avrei preferito parlare un po’ con te, e chissà, magari avremo potuto recuperare il tempo perduto, ma non credo che sarà possibile. - il suo tono era diventato triste dopo quella frase, ma non aveva ancora finito:
- Spero di rincontrarti un giorno, magari in una vita migliore di questa.
Addio… Taiyou. - anche Sora scomparve, e mentre il vento si portava via le particelle di luce azzurre che avevano preceduto la sua sparizione, il Comandante del Sud trovò un foglio per terra che diceva:
“Quando il cielo piangerà…”
Per la prima volta dopo diverso tempo, una lacrima solcò il viso della Guardia: quella frase gli sembrava un riferimento azzeccato alla situazione sua e di Sora, ma per lei non sapeva cosa fare; decise di chiedere a Ichinose e Aki se c’era un modo per farli tornare, così si diresse alla Torre del Cielo, senza sapere che anche lì stava per cominciare uno scontro.
 
 
Angolo di Emy
Chikyu stavolta l’ho lasciato da parte, ma si rifarà vivo nel prossimo capitolo.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se rimane uno dei più tristi che abbia mai scritto.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
  
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