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Autore: Hp_Nameless    25/05/2013    3 recensioni
Salve a tutti... Allora, prima che iniziate a leggere ci tenevo a precisare che non sono una Directioner, ma semplicemente una ragzza che pensa e che i One Direction facciano buona musica e che siano dei bei ragazzi. Stop.
La protagonista di chiama Sofia De Luca, ed è un po' 'innamorata' di un ragazzo che ha conosciuto anni prima, e si trasferisce a Londra proprio per lui.
DAL PROLOGO:
“Sofia, finalmente sei arrivata. Noi ti aspettavamo per pranzo!” mi urlò la zia in preda ad una crisi. Nella mia famiglia se uno saltava un pasto poteva accadere un putiferio! Fortuna che arrivò lo zio a salvarmi: “Trisha, lasciala in pace. Magari è a dieta che ne sai tu!” non appena udii la sua voce mi fiondai al suo collo: io adoravo lo zio. Mentre io lo abbracciavo sentii un gran trambusto per le scale, e poi Zayn in mutande che correva verso di me. Quel ragazzo non sarebbe mai cambiato, girava in mutande nonostante io, con il body e la felpa, avessi freddo.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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N.d'A.
Prima di lasciarvi a leggere l'ultimo capitolo della storia, ci tenevo a fare un paio di ringraziamenti: a 
Mrs_Malik_95iledirectionEli_99 e Dark Flower per aver inserito la storia tra le preferite; a Skyler_directionerlucryfanfictionfranci_una_direzione e AcquaMarina_Horan per aver inserito la storia tra le seguite; e poi di nuovo a franci_una_direzione e Dream_Nini per aver recensito costantemente. GRAZIE A TUTTI!
Dopodiché vi lascio al capitolo, perché penso di avervi già già stressato e fatto aspettare abbastanza!
A presto
Ily

Lui? Poi c'era lui..
Capitolo 12: 'Cause love is better than us



“Posso?” Una voce al mio fianco mi distolse dalla melodia che stavo ascoltando. Niall, con tutti i capelli biondi arruffati e la maglietta color bianco latte sporcata di cioccolato, mi stava chiedendo si sedersi. Sorrisi alla vista di tutte le ragazze che facevano spostare amiche e borse per liberargli il posto, tutte convinte che non lo avrei fatto sedere. Fino a quel momento già Betty era venuta a chiedermelo, e anche Nathan Brad Shaw, un ragazzo moro, bassino, con dei buffi occhiali. Non avevo fatto sedere nessuno dei due usando come scusante la mia borsa a tracolla, ma a Niall non seppi resistere.
“Sì” dissi facendomi spazio nel sedile adiacente al finestrino per permettergli di prendere il sedile che dava sul corridoio.
Dopo che si fu seduto io rimisi le cuffie, mentre lui guardava con insistenza un punto imprecisato del viso. Dopo poco era già divenuto insopportabile restare oggetto dei suoi pensieri.
“Si può sapere cosa guardi?” sbuffai togliendomi una cuffia.
“Io? Ma no, nulla… è che…” disse distogliendo lo sguardo e coprendosi il viso con la mano.
“Come bugiardo sei anche peggiore di me, sai Niall?” risi bloccandogli il braccio.
“Ok…” disse prendendo fiato “mi chiedevo se…” ma si bloccò di nuovo, si girò con il viso e puntò i suoi occhi nei miei. Era da tanto tempo che non li guardavo, i suoi occhi blu così profondi, interminabili in tutta la loro estrema bellezza. Quando li guardavo era come se mi perdessi in un mare profondo, ma non avevo affatto voglia di essere salvata, mi sarebbe piaciuto rimanere lì, ferma, immobile a sprofondare nel suo universo.
Non me ne ero affatto accorta, ma si stava avvicinando al mio viso, si avvicinava sempre di più, in cerca di un contatto che io non potevo negargli. Le nostre guance si sfiorarono per un attimo, giusto il tempo che bastava per farmi percepire il suo respiro caldo sulla mia pelle pallida.
Ci fu un momento in cui le nostre labbra si sfiorarono, e poi su unirono, iniziando ad essere una cosa sola. I nostri respiri si mischiavano e noi non potevamo certo impedire loro di farlo.
Fu un bacio che durò solo pochi secondi, ma incise nei nostri cuori delle emozioni che sarebbero durate in eterno.

***

La Costa Azzurra era davvero fantastica, e anche i francesi erano tutti per bene ed educati. Gli abiti eleganti ci servirono per una cena di gala durante la quale assistemmo ad un dibattito. Beh, quasi tutti. Io e Niall eravamo troppo impegnati a sorriderci e scambiarci sguardi dolci per accorgerci del resto del mondo. Per tutto il dibattito non ero riuscita a staccargli gli occhi di dosso. Nel suo smoking non sembrava affatto un pinguino come Alec Miller, che nella sua giacca nera non riusciva a muoversi, o come Bill Cox, il cui pantalone stava per cedere. Lui era perfetto. Il pantalone gli calzava a pennello, mentre la camicia bianca gli sfiorava leggermente il petto; la giacca nera, invece, era poggiata sul retro della sua sedia. Lo stavo fissando da molto tempo ormai, impassibile, persa in tutta la sua perfezione, quando una voce mi riportò alla realtà.
“Che fai De Luca, fissi Horan?” Conoscevo quella voce, era Betty. Probabilmente faceva così per conto dell’allora assente Abigail. Peccato però, che appena lei aprì bocca tutti si voltarono a fissarmi, tutti compreso Niall. Si era sentito tirato in ballo, probabilmente, per questo replicò al posto mio: “Allora? Che c’è Betty, ti serve qualcosa da Sofia?” chiese guardandola fisso negli occhi.
“No, Niall”  riprese con voce dolce. Voleva forse aggraziarselo per poi passarlo ad Abigail? No, non glielo avrei mai permesso.
“Tranquillo Niall, Betty non stava chiedendo nulla” subentrai io.
Il resto del dibattito proseguì normalmente, intervallato solo da qualche risata di scherno da parte di Betty e altre ragazze che ogni tanto mi sorprendevano a guardare Niall, ma ormai avevo smesso di farci caso.
Alla fine del dibattito gli accompagnatori ci riportarono in albergo per la cena. Ci servirono una porzione ciascuno di buonissima pasta. Era davvero squisita e perciò la divorai tutta morendo dalle risate ogni volta che Niall ingurgitava un boccone. Quando mangiava era davvero ridicolo: infilava bocconi enormi nella bocca e poi li ingoiava in pochissimi istanti. Era incredibile la portata di stomaco di quel ragazzo! Dopo la pasta ci portarono la bistecca, un’enorme bistecca piena di aceto balsamico con contorno di insalata e patate: una vera bomba a orologeria per stomaci delicato o normali, o comunque diversi da quello senza fondo di Niall.
Tutto. Aveva divorato tutto. I camerieri lo guardavano stupefatti ritirando i piatti lucidi dal suo posto.

***

Toc. Toc. Il rumore di una mano sbattuta sulla porta mi riportò alla realtà.
“Chi è?” chiesi alzandomi dal letto vuoto della stanza. Le mie compagne erano tutte andate nelle stanze delle ragazze più grandi. “Vieni anche tu, ci saranno bei ragazzi” aveva tentato Betty, forse con la speranza di allontanarmi da Niall. In realtà non era lui il motivo per cui mi trovavo ancora in camera .
Arrivati a metà settimana era diventato stremante stare svegli fino a tardi per poi svegliarsi prestissimo il mattino successivo.
“Sono io” disse una voce familiare oltre la porta. Risultava dolce, profonda, ma allo stesso tempo forte e sensuale. L’avevo ascoltata con piacere così tante volte che ormai riconoscerla era diventato fin troppo semplice.
Mi avvicinai alla porta e con la voce tentai di sembrare brusca: “E se io non volessi aprirti” esordii scoppiando in una fragorosa risata subito dopo e accasciandomi a terra.
“Dai So, apri la porta” insistette il ragazzo oltre il legno spesso.
“Eccomi” dissi aprendo e appoggiandomi allo stipite per farlo passare.
“Buonasera” esordì lui scrutando la stanza “Ma sei sola?”
“Sì” risposi con voce flebile “Le mie compagne mi hanno abbandonato” riposi sistemandomi sul letto. Niall mi seguì e prese l’MP3 che giaceva sulle leggere coperte del letto di Betty.
“Che ascoltavi?” chiese curioso rigirandosi l’aggeggio tra le mani.
“Canzoni” risposi ovvia
“Grazie” ribatté “Fin lì c’ero arrivato anch’io”
In effetti la mia era stata una risposta abbastanza stupida.
“Ascoltavo Locked Out of Heaven”
“E chi la canta?” chiese guardandomi incuriosito con gli occhioni sgranati.
“Come chi la canta? Sei forse impazzito Niall” chiesi guardandolo infuriata.
Non conosce Bruno Mars? Gli dovrò dare qualche lezione sulla musica.
“No, non sono impazzito” rispose rabbuiandosi.
“È di Bruno Mars” sospirai rassegnata.
Dopo avermi sorriso continuò a girare l’MP3 per scrutarlo da tutte le angolazioni, poi prese a leggere i titoli delle canzoni. Lo vidi soffermarsi su una in particolare e poi schiacciare play infilandosi una cuffia. Mi stavo giusto chiedendo quale canzone avesse scelto quando iniziò a cantare a squarciagola, e per di più con un’orrenda pronuncia, la canzone di Annalisa: “Mi sorprende ritrovartisulle scale quando torno a casa…”
Scoppiai a ridere e inizia a cantare anch’io. Diciamo che gracchiavo mentre ridevo visto che la pronuncia italiana di Niall era simile alla pronuncia inglese di mio fratello Andrea, ovvero non ci si capiva una mazza!
Quando la canzone finì eravamo sdraiati sul letto, immobili, a ridere come due scemi. Iniziò la canzone di Rihanna California King Bed, un amore di canzone.
Mi accoccolai tra le sue braccia, quella canzone era nostalgica e mi faceva sentir bisogno di amore, un amore che ora potevo avere. E fu così che mi addormentai, tra le note dolci di California King Bed e tra le braccia del ragazzo perfetto. Era proprio così che eravamo, petto a petto, palmo a palmo, io rannicchiata tra le sue enormi braccia e lui accoccolato sul mio viso.
Perché l’amore è qualcosa che ti pervade, che ti scorre nelle vene, che si impossessa di te, e quando te ne rendi conto purtroppo non puoi fare più nient’altro né pensare a qualcun altro che non sia la persona che ami.






Solo un ultima cosa: non è che vi piacerebbe passare dalla mia nuova fan fiction su Justin Bieber? Si chiama Love is old, Love is new, Love is old, Love is you, e questo è il banner:

  
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