Francesco
era, con i suo i occhi troppo marroni, i capelli castani che
accarezzavano la fronte, la sua simpatia e la sua allegria, il
fratello perfetto. Certo, erano più che numerose le volte in cui
litigavamo, e come la tradizione impone, era incredibilmente
possessivo nei confronti della sua 'piccola Alice', mi chiamava così
nei nostri piccoli momenti di amore fraterno. E infatti, la mattina,
quando era in mia presenza circondato dai suoi amici, non mi
rivolgeva quasi la parola, terrorizzato dall'ipotesi che potessi
relazionarmi con l'altro sesso.
Quella
odiosa gelosia nei miei confronti, di cui era affetta tutta la mia
famiglia e che mi faceva parecchio innervosire, non la capivo
proprio. Nei miei sedici anni di vita non ero mai stata
particolarmente 'desiderata' e non avevo molti ragazzi intorno. Luca,
il mio migliore amico, era adorabilmente gay, e questo non rendeva
possibile l'eventuale storia da film, lui non era segretamente
innamorato di me, senza alcun dubbio. Sospettavo invece che potesse
avere una cotta per Francesco, che durante le nostre telefonate
definiva spesso 'un gran figo da paura!'.
Pensandoci
mi scappava sempre una risata. Non volevo nemmeno immaginare cosa
avrebbe detto, se mai avesse visto Alessandro.
Decisi
di chiamare Luca, mi faceva sempre stare meglio sentirlo e non so
perchè, pensare al biondino del pullman e vicino di casa, mi faceva
sempre diventare un po' triste. E forse quello che realmente mi
faceva stare male, era non conoscerlo. Morivo dalla voglia di
scambiarci anche poche parole.
Con
troppi pensieri, composi il numero.
-Ciao,
pasticcino del mio cuore! - rispose la dolce e appositamente
squillante voce di Luca. Sorrisi, amavo terribilmente quel ragazzo,
tutti i suoi nomignoli fantastici e i baci a stampo giustificati da
un 'tesoro, se non posso baciarti senza compromettere nulla,
allora perchè diavolo sarei gay?'.
-Ciao
trottolino..- lo dissi con una voce triste, che somogliava quasi a
quella di una bimba imbronciata. L'unica cosa che rendeva meno
credibile il mio saluto malinconico, era forse il 'trottolino' che
non avevo potuto evitare, amavo assecondare le sue manie di dolcezza
esasperata.
-Che
ti hanno fatto, orsacchiotto?- mi chiese fintamente preoccupato.
-Odio
Francesco, l'altra mattina ha rovinato il mio idillio amoroso in
pullman. Non riuscirò mai più a parlare con Alessandro. Io già
stavo programmando i nostri futuri vent'anni insieme e lui arriva e
si frega il fidanzato. Avrà una cotta anche lui per quegli occhioni
blu?- avevo sempre avuto uno spiccato dono nell'iperbole. E mi
divertivo troppo ad esagerare quella situazione, mi aiutava a non
pensare che in realtà mi importava davvero troppo di quel ragazzo,
ultimamente.
-Eh no
caramellina, ho l'esclusiva su tuo fratello. So che un giorno
rinuncerà alla sua eterosessualità per i miei lucenti capelli
meshati. E per il tuo Romeo, dolcezza, davvero temi che non riuscirai
mai a scambiare una parola con il tuo vicino di casa? Andiamo, tutti
hanno bisogno del vicino, per qualche motivo!-
-TU! -
urlai al telefono – Luca Ferraro, domani porterai il tuo culo
regale a casa mia e mi illustrerai la tua, ovviamente eccellente,
tattica di abbordaggio, visto che sei un sommo maestro, no?-
-D'accordo
zuccherino! Ricordati di ringraziarmi, quando sarò alle vostre
nozze. E pretendo un posto vicino a Francesco e al tuo biondo da
paura. Dio, su Facebook ha delle foto da collasso!-
-Luca!
L'hai cercato su quello stupido social network?-
-Andiamo
amorino, sono una pettegola, lo sai. E ora devo anche scappare, la
prof di italiano non ha ancora ceduto al mio fascino e mi tocca
studiare.. A domani micetta, passo a prenderti fuori scuola!-
Sorrisi
e staccai la chiamata.
Mi ero
appena lasciata coinvolgere in un piano, macchinato tra l'altro da me
stessa, per tentare di flirtare con il mio vicino di casa, nemmeno
fossi una dodicenne con gli ormoni in subbuglio.
Grandioso.
In
quel momento arrivò mio fratello in camera mia, senza bussare
ovviamente.
-Ciao
Ali, che combini?- mi chiese sedendosi vicino a me sul letto. Io
avevo ancora il cellulare in mano, lo posai, alzai lo sguardo, e lo
osservai per qualche secondo, non ci assomigliavamo per niente. Io
con la pelle lentigginosa, i grandi occhi verdi e lo scarso metro e
sessanta di altezza, quasi sminuivo di fronte alla sua altezza e i
suoi tratti scuri. Mi accorsi che stavo apparentemente temporeggiando
sulla sua domanda e risposi in fretta.
-Niente,
pensavo- gli sorrisi.
-Parlavi
con Luca?- chiese con lo sguardo un po' truce, indicando il telefono.
Annuii.
Francesco
non aveva mai avuto molta simpatia per il mio migliore amico, forse
perchè un giorno, entrando in camera, l'aveva sorpreso mentre mi
stampava un innocente e affettuoso bacio a fior di labbra. Si era
arrabbiato, dicendogli che 'stava approfittando della mia ingenuità,
con la stupida scusa che fosse gay', mi infuriai per quello che aveva
detto e non gli parlai per quasi due settimane. Luca invece sembrò
subito passarci sopra, preferendo continuare a osannare la sua
bellezza. Mio fratello non era della stessa idea e gli era ancora
ostile.
Dopo
poco, uscì dalla mia camera, senza aggiungere nient'altro. Non avevo
voglia di parlare con lui e l'aveva capito. Ci capivamo sempre.
Passai
il resto del giorno tra gli adorabili libri di storia e filosofia.
Andai a dormire presto, quasi ansiosa di quello che sarebbe successo
il giorno dopo.
La
mattina, alle sette e venti, eravamo ancora a casa, Francesco che si
pettinava tranquillo i capelli e io che gli urlavo contro
ricordandogli che il pullman poteva essere già passato, ormai.
Arrivammo
alla fermata tre minuti dopo, non volevo nemmeno immaginare in che
condizioni fossero i miei capelli, cercai di sistemarmeli mentre
vedevo l'autobus, che fortunatamente non avevo perso, fermarsi ed
aprire le porte.
Cercai
con gli occhi Alessandro e lo vidi poco distante da me e mio
fratello, che eravamo vicini. Notai che indossavano una felpa quasi
uguale. Durante il viaggio mi appoggiai leggermente al braccio teso
di Francesco, che non vedevo in viso, perchè si trovava dietro di
me.
Quando
scoprii che il braccio coperto dal cotone grigio non apparteneva a
lui, avrei voluto morire. Mi imbattei negli occhi color ghiaccio del
mio vicino di casa e la mia pelle raggiunse tutte le graduazioni del
rosso. Mi ero comodamente rilassata su Alessandro, grandioso.
Mormorai
uno 'scusa', non riuscii a capire se avesse sentito o meno, ma mi
sorrise comunque. Il sorriso più bello che avessi mai ricevuto.
Sentii lo stomaco che faceva le capriole, chissà dove aveva imparato
a contorcersi così..
A
quattro fermate dalla mia e di tutti gli studenti presenti nel
pullman, entrò un uomo evidentemente ubriaco e io, spaventata che si
avvicinasse a me, mi gettai tra le braccia di quello che realizzai
solo dopo fosse Alessandro, di nuovo. Non riuscivo a decidere per
cosa vergognarmi di più, se per essermi lanciata su di lui con la
grazia degna di un incrocio fra un elefante e un procione in calore,
o per essermi di fatto 'accomodata' su di lui per la seconda volta in
pochi minuti. Mi insultai mentalmente per aver mandato a benedire la
mia reputazione, se ne avevo una, in una mezz'ora scarsa.
Quando
arrivai a scuola, feci un sonoro sospiro di sollievo. Non ero mai
stata così contenta di dirigermi verso quell'inferno dantesco, anche
chiamato liceo Classico Virgilio.
Quelle
ora passarono incredibilmente in fretta e all'uscita trovai Luca, con
una t-shirt di qualche gruppo rock che probabilmente conosceva
soltanto lui. Era appoggiato al suo motorino e aveva lo sguardo di
uno che aveva tutta l'intenzione di sembrare un tipo interessante.
Gli
andai incontro.
-Smettila
di crederti figo, lupacchiotto.-
-Ciao,
dolce cuore!- mi salutò allegro e mi stampo un bacio.
Salii
in sella al suo rottame, che aveva chiamato Jack e che ovviamente
aveva dei sentimenti, ogni critica verso di lui doveva essere
censurata.
Arrivammo
poco dopo a casa mia, dove trovammo Alessandro intento ad aprire la
porta di casa. Io gli sorrisi, lui fissò me e il mio migliore amico,
che mi circondò le spalle con un braccio per avvicinarmi a sé e
dirmi in un sussurro: -Da vicino è perfetto. Sono geloso,
cuoricino.-
-Cazzo,
hai ragione- ma questo lo
pensai solamente, la mia cotta per lui stava già avanzando troppo
velocemente.
***
Salve a tutti cuoricini!
Dopo quasi quindici giorni, eccomi con il primo capitolo, vi è piaciuto?
Volevo ringraziare tutti voi, che avete recensito e seguito la storia
già al prologo. Spero di essere riuscita a sviluppare una trama
che può sembrare interessante e di aver corretto, almeno in
parte, gli errori di punteggiatura che a volte mi capita di fare..
Aspetto nuovi commenti. xx