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Autore: malfoys    25/05/2013    2 recensioni
Alice osservava, aveva sempre preferito osservare.
Alice era stravagante, esuberante, ma in quei quaranta minuti fingeva di essere un'altra.
In quell'autobus poteva essere chi voleva e lei, aveva scelto la solitudine.
Fino a quando non ha incontrato dei meravigliosi occhi blu.
"Nessuna parola, ma era come se avessimo parlato tutto il tempo. E chissà, forse presto ne avrei avuto davvero occasione."
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Francesco era, con i suo i occhi troppo marroni, i capelli castani che accarezzavano la fronte, la sua simpatia e la sua allegria, il fratello perfetto. Certo, erano più che numerose le volte in cui litigavamo, e come la tradizione impone, era incredibilmente possessivo nei confronti della sua 'piccola Alice', mi chiamava così nei nostri piccoli momenti di amore fraterno. E infatti, la mattina, quando era in mia presenza circondato dai suoi amici, non mi rivolgeva quasi la parola, terrorizzato dall'ipotesi che potessi relazionarmi con l'altro sesso.
Quella odiosa gelosia nei miei confronti, di cui era affetta tutta la mia famiglia e che mi faceva parecchio innervosire, non la capivo proprio. Nei miei sedici anni di vita non ero mai stata particolarmente 'desiderata' e non avevo molti ragazzi intorno. Luca, il mio migliore amico, era adorabilmente gay, e questo non rendeva possibile l'eventuale storia da film, lui non era segretamente innamorato di me, senza alcun dubbio. Sospettavo invece che potesse avere una cotta per Francesco, che durante le nostre telefonate definiva spesso 'un gran figo da paura!'.
Pensandoci mi scappava sempre una risata. Non volevo nemmeno immaginare cosa avrebbe detto, se mai avesse visto Alessandro.
Decisi di chiamare Luca, mi faceva sempre stare meglio sentirlo e non so perchè, pensare al biondino del pullman e vicino di casa, mi faceva sempre diventare un po' triste. E forse quello che realmente mi faceva stare male, era non conoscerlo. Morivo dalla voglia di scambiarci anche poche parole.
Con troppi pensieri, composi il numero.
-Ciao, pasticcino del mio cuore! - rispose la dolce e appositamente squillante voce di Luca. Sorrisi, amavo terribilmente quel ragazzo, tutti i suoi nomignoli fantastici e i baci a stampo giustificati da un 'tesoro, se non posso baciarti senza compromettere nulla, allora perchè diavolo sarei gay?'.
-
Ciao trottolino..- lo dissi con una voce triste, che somogliava quasi a quella di una bimba imbronciata. L'unica cosa che rendeva meno credibile il mio saluto malinconico, era forse il 'trottolino' che non avevo potuto evitare, amavo assecondare le sue manie di dolcezza esasperata.
-Che ti hanno fatto, orsacchiotto?- mi chiese fintamente preoccupato.
-Odio Francesco, l'altra mattina ha rovinato il mio idillio amoroso in pullman. Non riuscirò mai più a parlare con Alessandro. Io già stavo programmando i nostri futuri vent'anni insieme e lui arriva e si frega il fidanzato. Avrà una cotta anche lui per quegli occhioni blu?- avevo sempre avuto uno spiccato dono nell'iperbole. E mi divertivo troppo ad esagerare quella situazione, mi aiutava a non pensare che in realtà mi importava davvero troppo di quel ragazzo, ultimamente.
-Eh no caramellina, ho l'esclusiva su tuo fratello. So che un giorno rinuncerà alla sua eterosessualità per i miei lucenti capelli meshati. E per il tuo Romeo, dolcezza, davvero temi che non riuscirai mai a scambiare una parola con il tuo vicino di casa? Andiamo, tutti hanno bisogno del vicino, per qualche motivo!-
-TU! - urlai al telefono – Luca Ferraro, domani porterai il tuo culo regale a casa mia e mi illustrerai la tua, ovviamente eccellente, tattica di abbordaggio, visto che sei un sommo maestro, no?-
-D'accordo zuccherino! Ricordati di ringraziarmi, quando sarò alle vostre nozze. E pretendo un posto vicino a Francesco e al tuo biondo da paura. Dio, su Facebook ha delle foto da collasso!-
-Luca! L'hai cercato su quello stupido social network?-
-Andiamo amorino, sono una pettegola, lo sai. E ora devo anche scappare, la prof di italiano non ha ancora ceduto al mio fascino e mi tocca studiare.. A domani micetta, passo a prenderti fuori scuola!-
Sorrisi e staccai la chiamata.
Mi ero appena lasciata coinvolgere in un piano, macchinato tra l'altro da me stessa, per tentare di flirtare con il mio vicino di casa, nemmeno fossi una dodicenne con gli ormoni in subbuglio.
Grandioso.

In quel momento arrivò mio fratello in camera mia, senza bussare ovviamente.
-Ciao Ali, che combini?- mi chiese sedendosi vicino a me sul letto. Io avevo ancora il cellulare in mano, lo posai, alzai lo sguardo, e lo osservai per qualche secondo, non ci assomigliavamo per niente. Io con la pelle lentigginosa, i grandi occhi verdi e lo scarso metro e sessanta di altezza, quasi sminuivo di fronte alla sua altezza e i suoi tratti scuri. Mi accorsi che stavo apparentemente temporeggiando sulla sua domanda e risposi in fretta.
-Niente, pensavo- gli sorrisi.
-Parlavi con Luca?- chiese con lo sguardo un po' truce, indicando il telefono. Annuii.
Francesco non aveva mai avuto molta simpatia per il mio migliore amico, forse perchè un giorno, entrando in camera, l'aveva sorpreso mentre mi stampava un innocente e affettuoso bacio a fior di labbra. Si era arrabbiato, dicendogli che 'stava approfittando della mia ingenuità, con la stupida scusa che fosse gay', mi infuriai per quello che aveva detto e non gli parlai per quasi due settimane. Luca invece sembrò subito passarci sopra, preferendo continuare a osannare la sua bellezza. Mio fratello non era della stessa idea e gli era ancora ostile.
Dopo poco, uscì dalla mia camera, senza aggiungere nient'altro. Non avevo voglia di parlare con lui e l'aveva capito. Ci capivamo sempre.
Passai il resto del giorno tra gli adorabili libri di storia e filosofia. Andai a dormire presto, quasi ansiosa di quello che sarebbe successo il giorno dopo.

La mattina, alle sette e venti, eravamo ancora a casa, Francesco che si pettinava tranquillo i capelli e io che gli urlavo contro ricordandogli che il pullman poteva essere già passato, ormai.
Arrivammo alla fermata tre minuti dopo, non volevo nemmeno immaginare in che condizioni fossero i miei capelli, cercai di sistemarmeli mentre vedevo l'autobus, che fortunatamente non avevo perso, fermarsi ed aprire le porte.
Cercai con gli occhi Alessandro e lo vidi poco distante da me e mio fratello, che eravamo vicini. Notai che indossavano una felpa quasi uguale. Durante il viaggio mi appoggiai leggermente al braccio teso di Francesco, che non vedevo in viso, perchè si trovava dietro di me.
Quando scoprii che il braccio coperto dal cotone grigio non apparteneva a lui, avrei voluto morire. Mi imbattei negli occhi color ghiaccio del mio vicino di casa e la mia pelle raggiunse tutte le graduazioni del rosso. Mi ero comodamente rilassata su Alessandro, grandioso.
Mormorai uno 'scusa', non riuscii a capire se avesse sentito o meno, ma mi sorrise comunque. Il sorriso più bello che avessi mai ricevuto. Sentii lo stomaco che faceva le capriole, chissà dove aveva imparato a contorcersi così..
A quattro fermate dalla mia e di tutti gli studenti presenti nel pullman, entrò un uomo evidentemente ubriaco e io, spaventata che si avvicinasse a me, mi gettai tra le braccia di quello che realizzai solo dopo fosse Alessandro, di nuovo. Non riuscivo a decidere per cosa vergognarmi di più, se per essermi lanciata su di lui con la grazia degna di un incrocio fra un elefante e un procione in calore, o per essermi di fatto 'accomodata' su di lui per la seconda volta in pochi minuti. Mi insultai mentalmente per aver mandato a benedire la mia reputazione, se ne avevo una, in una mezz'ora scarsa.

Quando arrivai a scuola, feci un sonoro sospiro di sollievo. Non ero mai stata così contenta di dirigermi verso quell'inferno dantesco, anche chiamato liceo Classico Virgilio.

Quelle ora passarono incredibilmente in fretta e all'uscita trovai Luca, con una t-shirt di qualche gruppo rock che probabilmente conosceva soltanto lui. Era appoggiato al suo motorino e aveva lo sguardo di uno che aveva tutta l'intenzione di sembrare un tipo interessante.
Gli andai incontro.
-Smettila di crederti figo, lupacchiotto.-
-Ciao, dolce cuore!- mi salutò allegro e mi stampo un bacio.
Salii in sella al suo rottame, che aveva chiamato Jack e che ovviamente aveva dei sentimenti, ogni critica verso di lui doveva essere censurata.
Arrivammo poco dopo a casa mia, dove trovammo Alessandro intento ad aprire la porta di casa. Io gli sorrisi, lui fissò me e il mio migliore amico, che mi circondò le spalle con un braccio per avvicinarmi a sé e dirmi in un sussurro: -Da vicino è perfetto. Sono geloso, cuoricino.-
-Cazzo, hai ragione- ma questo lo pensai solamente, la mia cotta per lui stava già avanzando troppo velocemente.

***

Salve a tutti cuoricini! 
Dopo quasi quindici giorni, eccomi con il primo capitolo, vi è piaciuto?
Volevo ringraziare tutti voi, che avete recensito e seguito la storia già al prologo. Spero di essere riuscita a sviluppare una trama che può sembrare interessante e di aver corretto, almeno in parte, gli errori di punteggiatura che a volte mi capita di fare..
Aspetto nuovi commenti. xx

   
 
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