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Autore: Rexam    25/05/2013    4 recensioni
Sette persone, frequentanti un forum di appassionati di gialli, decidono di incontrarsi per conoscersi di persona in una villa che non ha nulla da invidiare ad alcune descrizioni di sherlockiana memoria. Qualcosa di inaspettato e incredibile li attende. Chi si nasconde dietro al nickname di "Re del Mistero"? Quali segreti nascondono queste sette persone? E chi è che sta tentando di ucciderle tutte?
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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3

Ruben Delio ero pietrificato dall’orrore. Accanto a lui Irene Adalera giaceva senza vita. Una chiazza di sangue rossastra macchiava il pavimento mentre tutti i presenti guardavano sbigottiti la scena che avevano di fronte. Milene Depalma urlò e il signor Torre le si avvicinò per calmarla. Contemporaneamente il Dottor Silvestri si alzò e si mosse verso Irene, confermando il decesso. Tutti gli ospiti erano in preda al panico più totale.
«Ma cosa diavolo è successo, per Giove?», urlò Torre da un lato.
«Dobbiamo chiamare aiuto, subito!!», disse Biancardi dall’altro.
In quell’istante Maddalena entrò in sala da pranzo correndo. Appena ebbe varcato la soglia si udì un rumore che sembrava provenire dai recessi più profondi dell’Inferno. Un enorme scoppio, un BOOM distruttivo scosse tutti i presenti più di quanto già non fossero. Si udì la vetrata sopra la porta di ingesso infrangersi e andare in mille pezzi, cadere al suolo come le tessere di un domino.
Maddalena svenne. Silvestri le si avvicinò e l’adagiò su una sedia. Poi prese il comando della situazione.
«Delio, lei resti qui con le ragazze. Biancardi, lei mi segua. Signor Torre, non faccia toccare il corpo e soprattutto che nessuno tocchi quell’arma!»
Sparirono al di là della porta della sala da pranzo. Giunsero correndo fino all’atrio.
«Dobbiamo chiamare aiuto», disse Silvestri, «qui i telefoni cellulari non hanno segnale, prendiamo la mia macchina e…»
Si bloccò. Erano all’aperto. Davanti al grande ponte di legno. La Porshe 256-A del dottor Silvestri era invasa dalle fiamme. La moto di Delio era saltata in aria senza troppa difficoltà e l’auto di Biancardi, in mezzo alle due, stava per essere divorata dal fuoco.
«Questo non è possibile…», Biancardi era paonazzo.
«Stia giù!», urlò Silvestri.
Ebbero appena il tempo di ripararsi che anche la vettura del professore saltò in aria. Le fiamme avevano coperto i lembi del grande ponte di legno che, di conseguenza, cadde nel baratro davanti agli occhi basiti e impotenti dei due uomini.
«Questo è assurdo… assurdo… assurdo…», Biancardi era fuori controllo.
Lì, in quella villa sperduta fra le montagne, i sei ospiti erano completamente isolati. Biancardi aveva paura.

Sala Lettura. Ore 17:00. Il corpo di Irene Adalera era stato spostato dalla Sala da Pranzo e adagiato nella stanza che le era stata assegnata per la notte. Il professor Biancardi era seduto su una sedia vicino un vecchio scrittoio e si tormentava le mani furiosamente. Il signor Torre aveva lo sguardo perso nel vuoto, affacciato alla finestra. Delio e Milene erano in disparte, in silenzio.
All’improvviso il dottor Silvestri fece il suo ingresso nella stanza, accompagnato da Maddalena. Scrutò attentamente i presenti e poi, lentamente, scandì le sue parole.
«Signori, la signorina Irene è stata assassinata con un colpo di proiettile alla fronte sparato, con tutta probabilità, dalla rivoltella che abbiamo trovato sul tavolo. Come avete avuto modo di vedere, il ponte di collegamento è crollato a causa di un incendio che ha distrutto tutti i mezzi con cui noi siamo giunti qui. I telefoni cellulari non prendono. Non vi nascondo che la situazione è grave.»
Molti erano provati.
«Ma c’è dell’altro: ho ragione di credere che il colpevole dell’omicidio di Irene sia uno di noi.»
«Ma non sia ridicolo!», disse Delio, «questo è impossibile!».
«Io non lo ritengo affatto impossibile. E dal momento che non possiamo chiamare i soccorsi ho intenzione di avviare un’indagine; chi ha compiuto un gesto così disumano la pagherà cara», era esaltato.
«Guardi che questo non è un gioco, Silvestri», disse Milene, «non so se lo ha notato ma c’è una ragazza morta con un colpo di pistola nella stanza di sopra! Qui c’è qualcuno che l’ha fatta fuori! Non c’è tempo per giocare al detective! Non siamo in una storia di Doyle. Dobbiamo andare via di qui. Ci sarà pure un modo!»
«Sfortunatamente», intervenne Maddalena, «temo di no… tuttavia, dopo questo fine settimana, sarebbero passati quelli dell’agenzia per controllare lo stato della villa e fare le pulizie, quindi basterà aspettare fino a lunedì.»
«E noi dovremmo rimanere qui con un pazzo furioso che ha appena ucciso una donna?»
«Temo non ci siano alternative», disse Silvestri, «ed è per questo che ora ci metteremo in cerchio e daremo tutti la nostra versione dei fatti. Ma prima c’è una questione più urgente.»
Gli altri lo fissarono.
«C’è una rivoltella di là sul tavolo. Non dovremmo lasciarla così esposta. L’assassino, che sia fra noi o meno, potrebbe colpire di nuovo. Maddalena, mi dica, c’è per caso una cassaforte o qualcosa di simile in questa villa?»
«Oh, beh, si, in effetti si», rispose lei, titubante.
«Bene, propongo allora di mettere la rivoltella in quella cassaforte e sigillarla. Poi ritengo doveroso buttare la chiave nel crepaccio antistante la villa, in modo tale che nessuno di noi possa tornare a prenderla. Sono certo che i proprietari ne avranno un’altra copia, cosicché in seguito quell’arma possa essere prelevata per essere analizzata dalla polizia.»
«Mi sembra una buona idea», disse Torre.
Anche gli altri furono d’accordo.
Il signor Torre e il Dottor Silvestri andarono a prendere la rivoltella e, insieme a Maddalena, la posero all’interno della cassaforte, situata in Biblioteca, di fianco la Sala Lettura. Poi dettero una doppia mandata con una piccola chiave dorata. A quel punto Silvestri prese la chiave e andò fino al crepaccio. Gli altri lo osservarono buttare via la chiave e tornare dentro la villa con più serenità.

Ore 17:15. I sei ospiti erano in cerchio nella Sala Lettura. Biancardi si tormentava ancora le mani.
«Mi presterò al suo gioco, Dottore, ma prima di iniziare», disse Delio, «vorrei chiedere una cosa. Avete notato anche voi il fazzoletto che era sulla spalla di Irene dopo che… si insomma… si è riaccesa la luce?»
«Già, volevo chiederlo anch’io», disse Milene, «mi ricorda qualcosa di familiare, ma non riesco a focalizzare dove potrei averlo già visto…»
«Letto, non visto, signorina Milene», rispose Torre con fare soldatesco, «Assassinio sull’Orient Express, 1933, Agatha Christie. Non so se sia una semplice coincidenza o meno, ma se lo ricorderà anche lei, no? In quel giallo, nella camera del signor Ratchett, Poirot, il signor Bouc e il Dottor Constantine trovarono un fazzoletto del tutto simile a quello che aveva la signorina Adalera. Quel fazzoletto sembrava non essere di nessuno dei presenti, in quel giallo, ma alla fine si scoprì che apparteneva alla principessa Dragomiroff, il cui nome di battesimo era Natalia, di origine russa, e in russo la N si scrive come l’H. Se lo ricorda?»
«Mi sta prendendo in giro, signor Torre?», rispose Milene, «secondo lei davvero quel fazzoletto rimanda ad Agatha Christie? Non sia ridicolo!»
«Ma non trovate effettivamente quantomeno “particolare” che proprio un oggetto che era stato una importante prova in un giallo della Christie sia finito per essere una prova anche in questo omicidio, durante una riunione di giallisti?», disse Delio dubbioso.
«E c’è un’altra cosa che mi lascia perplesso… », disse il Dottor Silvestri, «non trovate strano il comportamento di “Re del Mistero”? Era stato proprio lui ad affittare questa villa e ad insistere che ci incontrassimo, ma alla fine non si è presentato…»
Tutti i presenti guardarono Silvestri. Avevano capito dove il Dottore voleva andare a parare.
«E se fosse stato lui a pianificare tutto questo? Io credo che “Re del Mistero” si stia nascondendo in questa villa. E se non è così», disse con un filo di voce, «allora “Re del Mistero” è uno di noi!»


L'Angolo dell'Autore

E così siamo arrivati al capitolo 3! Le cose si complicano e spero con tutto il cuore di non commettere errori o incongruenze nella trama. Ho deciso di spezzare questo capitolo in due parti, di cui questa è la prima, sia perchè altrimenti sarebbe venuto troppo lungo, sia perché così posso procedere nella narrazione con i piedi di piombo rileggendo anche quello che ho già scritto per evitare di fare sbagli. Ci stiamo addentrando nella storia. Nel prossimo capitolo cercheremo di fare luce sulla morte di Irene. Nel frattempo conviene chiedersi: chi è davvero "Re del Mistero"? Uno dei sei ospiti rimasti o un personaggio completamente differente?
  
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