A Iysse, che mi ha fatto conoscere da Vinci’s demons
e che ha un
Giuliano zoppo magnifico ♡
E se tu sarai solo, tu sarai tutto tuo.
martedì
28 aprile 1478 –
«Dov’è
finita tutta la vostra gentilezza, artista?!» Giuliano gemeva piano, stringendo
i denti e tenendo le palpebre chiuse, premendole fortemente solo quanto il
dolore aumentava, purtroppo senza un ritmo preciso con il quale lui potesse
prevedere il male e affrontarlo con più diligenza; le sue reazioni erano più o
meno simili a quelle di un bambino con un ginocchio sbucciato, Lorenzo lo
avrebbe (e di certo lo aveva)
definito infantile.
Non
ricevette risposta, in cambio le mani del suddetto artista finirono di girargli
attorno al torace ferito e scivolarono lente e stranamente eleganti ai suoi
fianchi, Leonardo si alzò dalla sua postazione e alzò le coperte in modo che il
de’ Medici potesse scivolare di nuovo nel suo riposo ristoratore.
«Leonardo,»
la voce di Giuliano sembrò rivolgersi alle pareti, ancora una volta il da Vinci
non gli rispose, si limitò a prendere le fasce sporche, la bacinella d’acqua e
l’asciugamano con cui aveva pulito il sangue rappreso e poggiare il tutto su un
comodino vicino alla finestra aperta: era una bella giornata, il cielo chiaro
catturava la sua attenzione come una calamita, rimase dunque a guardarlo per un
momento, a cui ne seguì un altro e un altro ancora.
«Leonardo,»
lo chiamò di nuovo, appena più spazientito della precedente volta. Questo
finalmente si girò e, senza nessun espressione particolare ritornò seduto in
quell’angolo di materasso che l’altro aveva lasciato proprio perché venisse
ancora occupato dalla mole dell’artista, «che avete? Sembrate preoccupato…» la mano del più nobile navigò a mezz’aria,
andando a raggiungere la manica dell’altro, Leonardo si girò piano verso di
lui, riusciva a vedere nei suoi occhi il proprio riflesso un po’ stanco,
trascurato e imperfetto.
«Lo
sono, infatti,» l’emozione nella sua voce era come sedata, in qualche modo
Leonardo si vergognava di quello che provava, o semplicemente preferiva tenerlo
nascosto fino a quando non gli avrebbe dato un nome preciso, oppure inventato
un marchingegno per sfruttare la sua forza al meglio, «Siete stato coinvolto in
una congiura, pugnalato al petto: quale fiorentino non si preoccuperebbe per la
sorte di Giuliano de’ Medici?» respirò
profondamente, un respiro ansioso di chi non sapeva esattamente come
comportarsi, di chi cercava di nascondersi dietro un dito oppure una mezza
verità. Si lasciò scappare una breve
risata e alzò una mano per accarezzarsi la fronte, assomigliava ad un
vecchietto estremamente preoccupato per la salute della donna con cui aveva
attraversato tutta la sua vita. Come
avrebbe fatto a sopravvivere?
Per
Leonardo era tutto troppo: troppo amore, troppo dolore, troppa preoccupazione,
troppa ansia, era un po’ la pecca di essere un «folle artista», e sapeva che il
suo problema era quello di incanalare tutto quell’impulso dato dal troppo in qualcosa di costruttivo. E in
quel momento sentiva che tutta la sua forza era concentrata nel cercare di non
disperarsi, perché ormai Giuliano era salvo. Sarebbe rimasto ancora con lui.
«Sareste
potuto morire,» sentenziò poi, appoggiando le mani sulle ginocchia, la gamba
destra si muoveva velocemente in su e giù, alzandosi di pochi centimetri come
colta da piccoli spasmi, «sarei rimasto solo», si dannò per quella piccola
confessione, per aver spifferato a tutti la sua paura. Se fosse rimasto solo,
sarebbe rimasto solo per sé stesso – ma la verità è che ora più che mai
desiderava essere di Giuliano, così come Giuliano desiderava essere di
Leonardo.
Il
volto di Giuliano si colorò di un sorriso che esprimeva tutta la sua dolcezza e
comprensione, come se temesse quella frase e sapesse già come reagire. Si
allungò piano verso di lui, appoggiando una mano su quella sopra la gamba
ballerina, sperando che il suo gesto aiutasse a calmarlo, «pensate troppo,
artista».
Un
piccolo stormo di uccellini attraversò il pezzo di cielo davanti alla finestra
della camera di quella casa in campagna in cui avevano portato il de’ Medici
affinché si riposasse e riprendesse fuori dalla caotica Firenze. Un passerotto
si fermò sul davanzale e rimase lì, come un modello per farsi ritrarre,
Leonardo subito afferrò dalle tasche il quadernetto ingiallito e il carboncino,
si avvicinò con estrema lentezza all’animale e assunse la tipica aria da «non disturbarmi, sto disegnando».
Giuliano
sorrise, scivolò nelle lenzuola e appoggiò la testa sui cuscini foderati di una
stoffa elegante e profumata, lasciando poi che il sonno lo abbracciasse in
quella stretta dolce e calda che ricordava tanto le braccia di Leonardo nelle
notti di pioggia.
Note
d’Autrice ▪ il canon non è mai
stato così canon A volte ritornano.
Ebbene
eccomi approdata su un nuovo fandom, ahn. –suda freddo–.
Che
dire? Una piccola Giuliano/Leonardo senza pretese, dato che è stata poi una
richiesta(?) di Iysse, mi sembrava giusto scriverla, indipendentemente
dallo sfangirlo(…) che c’era dietro. Tuttavia, alcuni
chiarimenti sulla fan fiction sono d’obbligo, considerando che è ambientata
circa due anni dopo da Vinci’s Demons
[citando wikipedia: L'8 aprile 1476 venne presentata
una denuncia anonima agli Ufficiali di notte e de' monasteri contro diverse
persone, tra le quali Leonardo, per sodomia consumata verso il diciassettenne
Jacopo Saltarelli, residente in via Vacchereccia –
praticamente l’episodio uwu].
Questa
shot è quindi una what if? della “Congiura dei Pazzi” (avvenuta
nel 26 aprile 1478), nella quale teoricamente Giuliano sarebbe stato
ucciso, ma nella mente malata mia e di Iysse lui è
stato solo pugnalato al petto (il primo colpo che gli è stato dato) e alla
gamba (alla quale aveva già un’infezione e il motivo per cui non era armato
quel giorno, come di solito è). E quindi l’idea di un Giuliano indisposto e a
letto con un Leonardo preoccupato era cosa buona e giusta e non scriverci un po’
più o meno equivaleva all’eresia(?).
In
più, ho cercato di fare un Leonardo molto più verosimile di quello che è nel
telefilm (che, tra parentesi, amo la sua caratterizzazione), inserendo quindi
molti aspetti dell’ADHD (disturbo di cui soffriva – ci sono molte informazioni
in giro ed è parecchio interessante! Senza contare che mio fratello soffre
della stessa sindrome e quindi la mia osservazione è meticolosa e giornaliera
+w+) e anche la maturazione che è sopraggiunta nel rapporto tra i due che va
avanti da più di due anni. Di conseguenza potranno sembrare un po’ OOC, forse,
ma nel caso siano così diversi dal “normale” provvederò a mettere l’avvertenza.
Infine,
il titolo è una citazione di Leonardo da Vinci, e mi sembrava giusto metterla
anche se non c’entra più di tanto con la fanfic(?).
Anyway,
spero che apprezziate.
Adios ♡
radioactive.