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Autore: ThankYouIdols    26/05/2013    24 recensioni
Lei, lui, un'isola.
A causa di un naufragio i due sono costretti a vivere insieme per una settimana su un'isoletta inabitata nell'atlantico.
Che tra loro nasca qualcosa?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo - Io non parlo con le sfigate.


Diciassette anni, figlia di una famiglia nobile, e come hanno deciso di chiamarmi? Pineapple.
Esatto, sono Pineapple Spencer, ma per tutti sono Pine. Dire che odio il mio nome è dire poco, insomma, un frutto? E' ridicolo, ammettiamolo. Non voglio sapere a cosa stavano pensando i miei genitori quando mi affibbiarono un nome del genere.
«Pine, sei pronta?» Sentii mia madre urlare dall'altra parte della porta della mia cabina. Esatto, cabina. Mio padre infatti era proprietario di una nave e spesso andavamo a esplorare con essa le coste dell'Atlantico. Ogni volta invitava a prendere parte del viaggio familiari, amici, cugini, parenti, cognati, vicini, sconosciuti, barboni e chiunque avesse acquistato anche la più inutile cosa dalla sua catena di prodotti per la casa.
«Infilo le scarpe e arrivo!» Risposi io, prendendo delle decollete dall'armadio. Ero obbligata a indossare solo vestiti eleganti, rigorosamente lunghi, rigorosamente costosi. La mia vita poteva sembrare comoda avendo soldi, ma vi assicuro che era a dir poco stressante.
Non avevo libertà di scelta, dovevo fare solo ciò che mi ordinavano, non potevo avere amici se non ricconi, ovviamente sotto il permesso di mio padre. Non uscivo di casa, se non per andare a fare la spesa o per un viaggio, e come se non bastasse non avevo fratelli.
Ero sola. Lo ero sempre stata.
Non avevo nessuno con cui sfogarmi, nessuno che mi potesse capire.
Non avevo un cellulare, non avevo un computer, non avevo una televisione.

“Lo facciamo per tenerti al sicuro.” Mi ripetevano, ma al sicuro da cosa? Vivevamo a New York, in una villa grande quanto una portaerei, circondata da mura, piena di guardie del corpo e con cinque dobermann addestrati ad uccidere, e io non potevo avere un computer?
Mi guardai per un'ultima volta allo specchio, giusto per essere sicura di andare a genio ai miei, e poi uscii per andare verso la sala da pranzo.
«Pine, io ho aspettato ventidue minuti e mezzo per vederti conciata così? Sei un mostro!» Mia madre era sempre così dolce e gentile con me, che poi, parlasse per lei. Io almeno non avevo la pelle rovinata da rughe o occhiaie, nascoste da dieci chili di trucco.
Avrei tanto voluto risponderle con un bel “vaffanculo”, una delle parole che mi aveva insegnato mia nonna, ma mi avrebbe picchiata, così decisi di tenere il commento per me e fare spallucce.
«Beh, dai, non fa niente. Tanto tutti gli occhi saranno puntati sulla mia di bellezza, quindi a te neanche ti noteranno.» Si sistemò i capelli tinti e ritinti almeno duecento volte, si annusò l'alito, e quando si accertò di essere 'perfetta' ci sedemmo al tavolo, dove c'erano posti circa per una sessantina di persone.
«Mela!» Urlò qualcuno da dietro, non poteva che non essere la nonna, era l'unica a chiamarmi così.
Giurerei che se non fosse per i capelli bianchi, sembrerebbe più giovane di quella strega di mia madre.
«Laetitia, può gentilmente stare lontano dalla mia bambina? Ha una cattiva influenza su di lei.» Mia madre odiava la nonna più di chiunque altro, e la cosa era reciproca.
«Marianne, ti saluta Kitty.» Rispose lei prendendomi per un braccio e portandomi lontano dalla strega dai capelli rossi.
«Non conosco nessuna Kitty.. Kitty chi?» Sapevo già che risposta avrebbe dato mia nonna, faceva quello scherzo con chiunque non sopportava. Se vi immaginate mia nonna come una di quelle che si preoccupa se avete mangiato e ti regala soldi, vi sbagliate di grosso.
«Kittisincula!» E così dicendo mi portò a sedere dall'altra parte del tavolo, ottenendo le mie gratificazioni, visto che se fossi rimasta là, mia madre avrebbe passato tutto il tempo a vantarsi di quanto fosse bella e lamentarsi di quanto non lo fossi io.
«Mela, ho adocchiato un bello gnocco fatto apposta per te.» Mi fece l'occhiolino, ma io non capii. Non ero solita sentir parlare un linguaggio del genere, e visto che con la nonna ci potevo passare pochissimo tempo in compagnia, ero ancora una principiante a usare parole informali o addirittura parolacce.
«Io veramente avrei preferito un piatto di spaghetti..» Dissi io incerta, quando mia nonna scoppiò a ridere. Eppure io non avevo fatto alcuna battuta.
«Uno gnocco sarebbe un figo, un fregno, un bonazzo, il sesso che cammina, chiamalo come ti pare, ma il concetto è quello!» Era incredibile come mia nonna fosse più ragazzina di me, e la cosa mi faceva alquanto paura.
«Ohh.. Quindi sarebbe un ragazzo affascinante?» Chiesi io. Non avevo mai avuto un amico, figuratevi se avessi avuto un fidanzato. Non potevo stare a contatto con persone di sesso maschile, eccetto mio padre e i miei zii.
«Porca puttana Mela, non parlare come una del paleolitico. E' un figo, un fi-go, f-i-g-o. Ed è seduto proprio lì.» Così dicendo mi indicò un ragazzo più o meno della mia età, capelli biondi e occhi azzurri color ghiaccio. Oh minchia, sembrava un angelo. Aspettate, ho detto minchia?
«Wow.» Furono le poche lettere che riuscii ad emettere, non avevo mai visto tanta bellezza in una sola persona. In effetti, di persone ne avevo viste poche, ma questi sono dettagli.
«Ora però non guardarlo troppo che lo consumi! Che ne dici se te lo faccio conoscere?»
«Non saprei come comportarmi..»
«Troppo tardi, si stanno accomodando proprio davanti a lui, insieme al padre. Chissà se è vedovo, è proprio sexy.» Mentre mia nonna si stava letteralmente mangiando con gli occhi il padre di quell'essere angelico, si sedettero di fronte a noi. Sentii una vampata di calore investire il mio corpo, ero in un evidente imbarazzo.
«Salve, io sono Laetitia e lei è mia nipote Pineapple, nonché figlia del signor Spencer.» Esclamò lei, vedendo il ragazzo dagli occhi color ghiaccio abbozzare una risata quando la nonna pronunciò il mio nome. Magnifico.
«Io sono Bobby e lui è mio figlio Niall, siamo stati degli acquirenti di mr. Spencer, complimenti, è un uomo fantastico!» Disse il padre di quella creatura perfetta.
«Evidentemente non lo conosce abbastanza.» Risposi io, vedendo un'espressione di disprezzo apparire sul suo volto, mentre un sorriso apparve su quello di Niall. Avevo per caso dei pupazzi sulla faccia?
«Cosa fate durante il vostro tempo libero? A giudicare dai vostri fisici così ben costruiti..» Nonostante i suoi sessantasei anni mia nonna era una pervertita persa. Diceva che alla mia età si era già fatta una ventina di ragazzi, la cosa mi spaventava.
«Ahah, beh, ecco.. faccio sci, sci nautico, parapendio, karate, kick boxing, pilates, nuoto, ginnastica attrezzistica, judo, cavalco cavalli, pony, unicorni, delfini e a volte faccio anche il trapezista al circo, ballo hip hop, dance, tango e anche il ballo del qua qua, ma non è niente di che..» Esclamò Bobby, versando del vino rosso nel bicchiere. Mia nonna lo guardava affascinata, mentre io provavo solo un senso di ribrezzo.
«Ne vuole un sorso?» Domandò il procreatore di quell'angelo con tono soave. Che stesse cercando di sedurre la nonna?
«Un sorso? Riempia il bicchiere fino all'orlo, la prego!» I due uomini erano rimasti sorpresi da quell'affermazione, come compatirli? Infondo io ero abituata, ma se non fossi stata sua nipote, avrei reagito più o meno nello stesso modo.
«Ragazzi, perchè non chiacchierate un po'? Siete coetanei, potreste fare amicizia.» Disse Bobby, dando qualche spintone a Niall per incoraggiarlo. Cominciò a sorridere e leccarsi le labbra, sembrava quasi imbarazzato.
«Secondo me gli piaci.» Mi sussurrò nonna all'orecchio, e gli occhi mi brillarono.
«Non penso.» Bisbigliai io, ma in fondo una piccola parte di me sperava che la nonna avesse ragione.
Passarono qualche altra frazione di secondo, mente il biondo continuava a sorridere e guardare il pavimento, poi finalmente incastrò dolcemente le sue iridi nelle mie e si decise a parlare.
«Io non parlo con le sfigate.» Esclamò ridendo, seguito dal padre e da qualche signora accanto a loro che non si faceva i cazzi suoi. Aspettate, avevo davvero pensato alla parola cazzi?
Volevo solo sotterrarmi, sparire, sciogliermi.
«Dove vai?» Mi bloccò la nonna mentre io stavo lasciando il tavolo.
«Lontana da questo schifo.» Risposi io fredda, tornando nella mia cabina.
Si sentiva per caso simpatico il ragazzo? D'accordo che sembrava un dio greco sceso in terra, ma questo non gli dava il permesso di trattarmi come un'idiota.
Mentre camminavo per i corridoi udii un rombo, susseguito da un tonfo, e vidi il pavimento allagarsi.
«Cosa cazzo sta succedendo?» Urlai preoccupata.. un momento, avevo detto cazzo?
Mi tolsi le scarpe e cominciai a correre, tornando verso la sala da pranzo, ma a causa dell'acqua scivolai sbattendo la testa. Riuscii a malapena a sentire qualcuno che sbraitò “Affonderemo!”, poi persi i sensi.

***

Saalve! c:
Benvenute e grazie per aver letto, mi sento onorata :')
Ci tengo a dire che questa fanfiction non durerà molto,
ma solo una decina di capitoli, se non meno!
Spero comunque che continuerete a seguirla, sempre se qualcuno abbia letto questo capitolo lol
Se nessuno se la cagherà, la eliminerò, altrimenti sarò felicissima
di continuare, perchè scrivere questa ff mi piace c:
Il protagonista è - palesemente - Niall Horan.
Che altro?
Ah si, Pineapple è quella figona della Gomez!

Bene, è tutto!
Se vi piace il capitolo, lasciate una recensione :3
Mi raccomando, deve avere più di 10 parole, altrimenti
mi arriverà come messaggio!
Un bacione :*

  
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