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Autore: Supreme Yameta    26/05/2013    4 recensioni
Il mondo è in subbuglio dopo avere appreso della distruzione del villaggio della Foglia e di quello della Pioggia. Akatsuki è diventata una seria minaccia per tutti ed è giunto il momento che i leader delle cinque grandi potenze militari ninja si riuniscano per decidere le nuove mosse.
Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Kakashi Hatake e Madara Uchiha saranno i principali attori degli stravolgimenti che passeranno alla storia. Il mondo ninja sarà pronto per loro?
Genere: Azione, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Asuma/Kurenai, Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Naruto Shippuuden
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Carissime lettrici. Cari lettori.
Sasuke contro Killer B!
Questo è il capitolo che stavo aspettando da molto tempo, in modo da essere finalmente in grado a scrivere la prima scena di lotta effettiva della storia. I primi capitoli sono stati un trauma, poiché troppo calmi; ho bisogno di violenza allo stato puro e sono certo che questo capitolo riuscirà a sopperire a parecchia carenza.
Non mi dilungo oltre e vi auguro una buona lettura!



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Scontro con il grande demone dalle otto code. Il nuovo potere di Sasuke si risveglia.


Non appena ebbe concluso il suo allenamento quotidiano, la forza portante del demone dalle otto code uscì dal piccolo tempio, situato in cima una irta scalinata scavata fra le rocce del sacro santuario di Unraikyou. Da anni quel posto era il campo personale della forza portante, spesso anche considerato l’ideale per starsene da soli con i propri pensieri, sebbene fare casino fosse la sua priorità primaria.
La forza portante scostò la tenda dell’uscita del tempio. La luce del sole inondò il suo corpo all'istante; sensazione più sgradevole non avrebbe potuto patire. Se c’era una cosa che la forza portante dell'Ottacoda odiava era la luce del sole, per questo preferiva l’oscurità, senza togliersi mai da dosso un paio di spessi occhiali da sole.
La forza portante dell'Ottacoda era un uomo molto alto, dal fisico muscoloso, pigmenti scuri, capelli biondi tirati all'indietro e barbetta del medesimo colore. Si aggirava attorno ai trentacinque anni e indossava la tipica divisa dei jonin del villaggio della Nuvola, in cui gli unici tratti distintivi consistevano in una sciarpa bianca e una lunga cinta rossa lungo la vita. Portava inoltre una grande faretra sulla schiena in cui erano contenute le sue temute armi.
«Che palle questa luce…»
La forza portante dell’Ottacoda non era un tipo di cui ci si poteva dimenticare. Per prima cosa era il fratello minore dell’attuale Raikage della Nuvola, inoltre era un tale megalomane che si faceva sentire per tutto il villaggio con la sua più grande vocazione della vita: il rap.
Killer B, questo era il suo nome, parlava continuamente in rime.
Egli trascorreva i giorni a creare nuove rime e a migliorare le sue doti da cantante, dato che quelle da ninja erano giunte a un livello tale che aveva bisogno di allenarsi poche volte; certo, con l’avanzare dell’età doveva sudare di più per mantenere un’ottima forma, ma per lui, che era abituato agli allenamenti strazianti, non costituiva un problema.
«YEAHH!!» sbottò l'energumeno.
«♪ E adesso si mangia. Pancia mia fatti capanna! Yeah! ♪»
Killer B scese trotterellando l’irta scalinata del suo luogo di allenamento preferito, macchinando di farsi una grande scorpacciata per saziare la sua grande fame; dopotutto era già mezzo giorno e doveva far stare zitta la bestia dentro il suo corpo, la quale aveva a sua volta fame come lui.
Per tale ragione, rimase leggermente seccato quando giunse alla fine della scalinata, per accedere alla grande piazzola del tempio, trovandovi quattro individui che non aveva mai visto in vita sua.
Si trattava di quattro giovani sconosciuti che indossavano un lungo mantello nero con delle nuvole rosse stampate di sopra. Non avevano affatto un’aria amichevole; non che questo importasse alla forza portante.
«Sei tu la forza portante dell’Ottacoda?» domandò uno di loro.
Si trattava di un giovane ragazzo dalla espressione che inquietò pure la forza portante: Sasuke Uchiha.
Non che facesse paura al grande Killer B.
«Forse volevi dire “onorevole Ottacoda” oppure “signor forza portante”, bastardo, coglione.»
Aveva appena confermato la sua identità.
Ciò era più che a sufficienza per Sasuke.
«Bene. Siamo qui per catturarti.»
La forza portante sghignazzò. Non proferì parola, però l’idea che quei tizi, giudicati da lui un branco di pivelli, potesse solo pensare di poterlo catturare era lontanamente impossibile.
«Forse volevi dire “Siamo qui per catturarla, vostra signoria!”»
Non ottenne risposta da nessuno dei quattro; lo interpretò comunque per un sì.
In seguito il moro a capo del gruppo iniziò a dettare ordini agli altri componenti, in vista dello scontro imminente.
«Suigetsu a sinistra.»
Eseguito.
«Jugo a destra.»
Fatto.
«Karin dietro di me.»
Obbedito.
Le loro mosse restavano comunque ininfluenti contro Killer B: niente riusciva a intimidirlo. Egli aveva preso quell'attentato come il pretesto per un allenamento extra; era stufo di allenarsi da solo.
«♪ Ok, pivellini. Ora vi stendo e dopo vado a mangiarmi cento panini! ♪»
Reazione assente per il suo rap alternativo.
L'unica conseguenza del suo urlo di battaglia, lo scatto repentino dello spadaccino albino verso di lui.
Il giovane aveva appena sguainato la grande katana che portava in schiena; un'arma pericolosa e che ogni spadaccino del mondo aveva almeno sentito parlare una volta nella vita.
Killer B era uno shinobi molto esperto e aveva riconosciuto subito la Kubikiri Hocho[i] del demone del villaggio della Nebbia; eppure, malgrado la fama della grande mannaia, la forza portante riuscì tuttavia a mantenere un certo tono di sicurezza che impensierì parecchio il suo avversario, ancor prima che sferrasse il suo potentissimo attacco.
L'attacco di Suigetsu aveva lo scopo di confondere l’avversario, in modo da fornire a Sasuke e Jugo il tempo necessario per attaccare il nemico in un momento di distrazione; quanto male avevano fatto i loro calcoli.
La forza portante fu molto scaltra. Ella fermò l’avanzata della grande lama a mani nude, facendo risentire del grande impatto il terreno circostante.
La forza portante dell'Ottacoda era fresca come una rosa, come se avesse fermato l’avanzata di un foglio di carta smosso da una leggera brezza.
Prodezza che lasciò i membri del Falco senza parola.
La forza portante tornò a sfottere Suigetsu.
«♪ Credevi di farmi male? Lasciatelo dire, amico, il tuo attacco era un po’ banale! ♪»
Il che rendeva pericolosamente irrequieto lo spadaccino.
«Ne ho abbastanza di questo cazzo di parlare a versi!»
Provò ad aumentare la forza nella presa, però la sua spada era completamente in balia della forza delle braccia dell’avversario, il quale non aveva perso più tempo a sfotterlo, colpendolo rapidamente con una pedata allo stomaco.
Nolente, Suigetsu dovette abbandonare la sua preziosa spada e tornare dai compagni.
«Cazzo! È dannatamente forte!»
Killer B, intanto, aveva conficcato la punta della grande spada al suolo e vi si era appoggiato per la noia; quel breve scontro era stato tremendamente facile da vincere e se quello era il massimo che i nemici sapessero fare, allora non si sarebbe per niente divertito.
Subito dopo, li fissò con una punta di brio sul viso, in attesa che compissero la mossa successiva.
Giunse il turno del possente Jugo. Egli ricorse alla sua speciale abilità per deformare il proprio braccio destro in un groviglio di dura carne scura; il braccio di un vero demonio.
«Non sottovalutarci!»
L'omone si gettò addosso il placido avversario, il quale non sembrava per nulla impaurito dal bipolare. Killer B aveva infatti infilato la testa dentro l’apertura della grande spada che aveva appena rubato, facendo girare la lama con tono giocondo.
«Bastardo! Ci sta prendendo in giro!» sbottò Suigetsu.
Sentimento perfettamente condiviso da Jugo, che continuò il suo attacco, riuscendo ad afferrar l’elsa della katana, dopo aver ricevuto qualche colpo dalla stessa.
«Bastardo!» tuonò in procinto di attaccare.
Peccato che Killer B fosse molto più potente di più e l’aveva colpito con un montante così forte da fargli sputare sangue; di conseguenza, il possente Jugo cadde al suolo e la lama della Kubikiri si conficcò nuovamente al suolo.
«♪ Dell’Ottacoda sono la forza portante, il che mi fa uno importante, e a te lascia solo il mutande! YEAH! ♪»
Jugo era a terra e sembrava proprio che non avesse la forza per effettuare un secondo tentativo. La potenza della forza portante era dirompente e aveva lasciato letteralmente basiti Taka, in primis il capo della squadra.
«Non ci credo! Ha battuto Jugo senza battere ciglio! Ma chi diavolo è questo tizio?» fece sbalordita la ragazza del gruppo.
Credere che ci fosse qualcuno capace di stendere un energumeno come Jugo con facilità era inaudito. Pensare alla eventualità che qualcuno potesse bloccare a mani nude la grande spada di Zabuza, non era stato contemplato nemmeno dal fabbro che aveva forgiato l'arma.
Non erano tuttavia tali prodezze a infastidire il Falco; il tono giocoso e strafottente del nemico era la beffa più insopportabile in tutta la loro carriera, essendo sempre stati geni, le cui lodi erano state sempre tanto tessute.
«♪ E voi volevate catturarmi? Branco di dilettanti che hanno fatto una figura penosa! Yeah! ♪»
«Ma dove cazzo è la rima in questa frase?!» sbottò spazientito l’albino del gruppo.
«Calmati, Suigetsu.» intervenne Sasuke, senza scomporsi.
Successivamente la forza portante prese con nonchalance Jugo per il bavero del mantello e lo lanciò contro i suoi compagni, fissandoli annoiato.
«♪ Voi non mi potete battere, idioti, deficienti! Splende la mia possanza di bellezza e potenza e -»
Il teatrino dello scuro shinobi si arrestò inspiegabilmente, lasciando un serio segno in egli stesso, come se stesse reprimendo a stento a rabbia per essere stato interrotto.
«Merda. Mi sono morso la lingua…»
Il tono della sua voce era cambiato. La forza portante si era fatta seria e stufa di perdere tempo inutile con quella marmaglia di principianti; il suo tempo era certamente più prezioso.
Smise di pensare a una cosa del genere, quando il giovane moro del gruppetto si fece avanti; egli riusciva a trasmettergli una sensazione totalmente diversa dal senso di inettitudine degli altri due ragazzi che aveva già sconfitto.
Quel giovane tenebroso dava l’aria di essere forte.
«Vado io.»
La dichiarazione di Sasuke al suo gruppo, prima di incamminarsi verso il suo avversario, con la sua fida katana sguainata.
«Ehi, Sasuke, vedi di stare attento. Questo tizio è dannatamente forte!» lo avvertì l’albino.
L'Uchiha non rispose; non aveva senso farlo di fronte all'ovvio.
Intanto continuavano le discussioni alle sue spalle, stavolta con un pensiero espresso dalla rossa kunoichi.
«Sinceramente, non capisco come siamo giunti ad avere a che fare con un individuo del genere che fa delle rime assurde.»
«Se non ti sta bene, puoi anche andartene. –replicò Sasuke. Il nostro obiettivo è quello di acquisire rapidamente più potere e solo con la forza delle bestie codate è possibile.»
Essendo cinico, Suigetsu lo corresse mentalmente, asserendo che in realtà, acquisire il potere delle bestie codate era una fissazione che al suo capo era stata inculcata dal vecchio Madara, poiché Sasuke voleva servirsi di tale potere per attuare la sua vendetta.
«Ricordate. –aggiunse poi il moro. Siamo noi a usare Akatsuki, non viceversa.»
Con quelle parole, il più giovane Uchiha aveva rialzato rapidamente il morale nelle sue truppe e si stava tenendo pronto ad attaccare il suo avversario.
Killer B intanto rifletteva sul nome che aveva appena udito.
«Akatsuki? Gli stessi tizi che hanno rapito Yugito.» pensò.
In seguito gli venne automatico fare delle altre domande, in merito ai piani dei suoi attentatori.
«Perché volete catturarmi? A che vi servo?»
«Non sono tenuto a rispondere.» tagliò corto Sasuke.
Non aveva più senso parlare. Di fatti l’Uchiha attese il momento più opportuno per spiccare un rapido balzo verso l’avversario e dar inizio allo scontro.
Killer B l’aveva capito subito che l’avversario che aveva di fronte era a un livello totalmente diverso dagli altri. Per tale ragione, aveva deciso di impegnarsi discretamente di più con lui.
I suoi movimenti furono rapidi quanto quelli dell'Uchiha.
Dopo aver afferrato l’elsa della Kubikiri Hocho, l'uomo aveva sferrato una poderosa sferzata verso l’avversario, il qualche aveva usato la propria arma tagliente per attutire la violenza del colpo subito.
Sasuke dovette strisciare parecchi metri per riuscire a fermare l’avanzata della pericolosa arma, tuttavia ci riuscì e dovette sbrigarsi a riprendere il combattimento, se non voleva finire a fette. Naturalmente la sua grande velocità nei movimenti era un fattore che gli era molto d’aiuto in uno scontro come quello, dato che la forza portante sembrava non avere rivali in uno scontro corpo a corpo; persino contro uno specialista di arti marziali come Sasuke Uchiha.
Killer B continuò ad attaccare. Sfruttò il peso della mannaia per ruotare vorticosamente su se stesso con l’obiettivo di tranciare a metà l’avversario, il quale non era per nulla intenzionato a fare una brutta fine, così, per stare pari passo con i suoi movimenti, ruotò su se stesso nell'identico modo.
Il ninja della Nuvola non si aspettò di certo ciò che accadde successivamente, poiché gli aveva fatto aprire gli occhi su quanto avesse sottovalutato il ragazzino moro.
Infatti Sasuke aveva escogitato un astuto stratagemma per bloccare la grande lama del demone della Nebbia. Grazie al suo sharingan, egli era riuscito quindi a conficcare la lama della propria arma nel bel mezzo della fessura circolare che vi era all'interno della spada. Tale azione aveva fermato di botto l’attacco della forza portante, la quale, molto sorpresa dalla prodezza appena eseguita, non poté far nulla all'attacco successivo dell’avversario, ricevendo un calcio potente dritto sulla giugulare.
Sasuke Uchiha era veramente in gamba.
Anche i suoi compagni dovettero ammetterlo per l’ennesima volta; il loro capo sapeva sempre come stupirli, anche con un nemico indubbiamente molto più potente di loro. Ovviamente quella più estasiata della squadra era Karin.
«Oh, Sasuke. Sei un grande!»
Intanto la forza portante lasciò cadere a terra la Kubikiri Hocho.
Sasuke pensò che l’avesse fatto poiché aveva risentito del suo colpo letale, invece l’avversario aveva estratto velocemente un quadernetto logoro dalla tasca e vi stava appuntato qualcosa con una matita.
«Ma che cazz…?»
Suigetsu imprecò parecchie volte per l’invidia, osservando gli strani comportamenti del nemico.
L'Uchiha ne approfittò per alzare la lama del compagno in aria con la sua katana e lanciarla verso Suigetsu, dopodiché scrutò la forza portante, rimuginando sui suoi enigmatici comportamenti. Giudicò abbastanza anormale il fatto che scrivesse, considerando la situazione, malgrado ciò il moro evitò di attaccarlo, poiché non poteva permettersi alcun passo falso con un avversario così in gamba.
Ci vollero cinque minuti prima che il rapper chiuse il suo quadernetto; tempo che venne giudicato dal Falco molto snervante, persino da Sasuke.
I membri del Falco non sapevano purtroppo che si sarebbero pentiti che la loro attesa fosse volta al termine: da quel momento in poi, Killer B avrebbe fatto sul serio.
L'uomo infatti aveva portato le proprie mani verso l’elsa delle spade foderate sulla sua schiena; stava sorridendo.
«Ti ringrazio, bambino. Il colpo che mi hai dato mi ha ispirato, così sono riuscito a scrivere dei buoni versi. Per questo, ho deciso di premiarti, facendo sul serio!»
Le sette lame tirate fuori danzarono in cielo con ritmo sinuoso di fronte agli occhi del Falco. Il dubbio andò ad alimentarsi nei cuori dei presenti, in merito a quali diavolerie avrebbe usato la forza portante quelle sottili lame tenebrose.
Suigetsu aveva comunque capito che quell'uomo era uno spadaccino di gran lunga migliore di se stesso che di Sasuke; probabilmente era bravo quanto Kisame.
«Sta attento, Sasuke! Questo tizio è a un livello superiore al nostro!»
Anche Sasuke lo sapeva, per questo attivò rapidamente i suoi occhi speciali. Aveva bisogno di tutto il suo potere per studiare lo strano modo con cui la forza portante reggeva le sue armi.
Killer B riusciva a maneggiare sette spade in contemporanea, assumendo una strana posa che nessuno del Falco aveva mai visto in vita loro. Due spade erano rette dagli avambracci, un’altra dal collo, poi una in bocca, un’altra ancora sotto l’ascella, una fra lo stomaco e la coscia, infine fra la gamba. Si trattava della famosa tecnica a sette spade della forza portante dell'Ottacoda.
«Oh... Puppetto, quello che vedo è uno sharingan?» disse l'uomo, scrutando meglio il suo avversario.
La prospettiva di combattere contro un Uchiha non lo impensieriva comunque.
«Ti farò assaggiare i miei artigli!»
«Ma che razza di posa è quella?» domandò Karin.
Nella perplessità, i due si rivolsero a Suigetsu.
«Ne sai qualcosa a riguardo, Suigetsu?» chiese Jugo
L'albino non rispose; era rimasto troppo allibito per poter rispondere, anche perché non aveva idea che qualcuno potesse combattere con sette spade. Era praticamente impossibile!
L'attenzione si concentrò tutta su Killer B e Sasuke. Il primo spiccò un rapido balzo verso il secondo, ruotando su se stesso, assieme alle sue lame letali. Il secondo strinse con forza la propria arma e si scagliò sull'avversario, sebbene non riuscì nemmeno una volta ad effettuare un attacco significativo, dato che doveva pensare di più a difendersi che ad attaccare.
La forza portante dell'Ottacoda aveva uno stile completamente stravolgente e imprevedibile; era chiaro che non era uno shinobi comune, bensì uno con un talento più unico che raro nella lotta corpo a corpo. Nemmeno lo sharingan era in grado captare i suoi movimenti.
Proprio a causa dell’imprevedibilità, il giovane Uchiha si guadagnò diverse ferite durante il suo scontro con lo spadaccino della Nuvola. Era come combattere contro sette abili spadaccini allo stesso tempo che sapevano colmare le inefficienze dei loro compagni e Sasuke non era stato ancora in grado di trovare un punto cieco in quello schema di attacco; in un tentativo rischiò pure di perdere un occhio.
Una sequenza di rapidi colpi di lama e calci lo ridusse al tappeto, privandolo addirittura della sua fidata katana come nessuno era mai riuscito a fare.
Panico fra il team del Falco.
«Questo tizio –mugugnò Suigetsu. Che razza di stile usa?»
Karin era rimasta addirittura senza parole.
«I… Incredibile. Nemmeno Sasuke riesce a stargli dietro…»
L’Uchiha in questione si era rimesso rapido in piedi, preparandosi a recuperare la propria arma e riprendere l’attacco. Non avrebbe mai immaginato di incontrare uno shinobi in grado di eguagliare la velocità di suo fratello e una tecnica di uso della spada superiore alla sua e di Orochimaru.
Suigetsu e Jugo lo affiancarono, armati rispettivamente della Kubikiri Hocho e di due grosse braccia demoniache fornite di lama.
«Sasuke, fatti dare una mano, sennò ci lasci le penne.» fece Suigetsu, pronto alla lotta.
Il moro li superò senza proferir parola, avventurandosi verso il suo nemico.
«Mi basta che lo distraiate per qualche secondo, giusto il tempo che lo colpisca con un Chidori.»
«Sicuro di farcela?» domandò sfottente l’albino.
«Ha lo sharingan. Lui è l’unico che può farcela.» ribatté Jugo.
Detto questo, i due guerrieri del Falco si gettarono contro il loro avversario, il quale non perse tempo ad attenderli, gettandosi a capo fitto verso di loro, con la sua tagliente danza dei sette artigli.
Killer B si muoveva davvero in maniera asincrona; il suo stile non disponeva di nessuno schema di attacco ed era impossibile prevedere che mossa avrebbe effettuato, nemmeno se Sasuke dedicava tutta la sua abilità a fissare i suoi movimenti con lo sharingan.
Un attimo di distrazione e per fortuna i suoi occhi captarono una delle katane del nemico giungere come un proiettile verso di lui. Si mosse rapido per evitarla; se non l’avesse fatto, l'arma gli avrebbe perforato il cranio, donandogli una morte veramente disonorevole.
Subito dopo Suigetsu e Jugo vennero scaraventati a qualche metro di distanza dalla forza portante. Jugo aveva il mantello tutto sporco del suo stesso sangue, mentre Suigetsu era ridotto a una manciata di goccioline e privato nuovamente della sua spada.
Fu il momento ideale di agire. Non appena l'Uchiha ebbe formulato i simboli necessari per l’evocazione dei fulmini della sua tecnica, si fiondò verso il suo avversario. Durante il tragitto afferrò l’elsa della sua katana, infondendo i fulmini al suo interno e corse verso l’immobile spadaccino.
I membri del Falco trattenevano il respiro.
«Certo! –tuonò pensieroso, Suigetsu. Con il Chidori ha rinforzato la forza penetrate della katana. Ora dovrebbe riuscire a fermarlo!»
Pallide illusioni.
Nessuno del Falco aveva pensato per un secondo che fosse possibile fermare anche quell'attacco; per questo i membri della squadra rimasero a bocca aperta quando l’impatto fra la katana di Sasuke e quella di Killer B, entrambe percosse dai fulmini, non produsse alcun effetto.
Altra dimostrazione che Killer B fosse uno shinobi di alto livello.
«Merda! Anche lui sa infondere il chakra negli oggetti!» sbottò la rossa del gruppo.
Persino Sasuke era rimasto sbigottito.
Invece Killer B se la rideva sotto i baffi, poiché con quella mossa era riuscito a trovare l’apertura che gli serviva per infliggere il colpo decisivo al suo nemico. Magico nei movimenti, alzò le spade nella giusta angolazione e recitò il suo ritornello mortale.
«♪ Volo come una farfalla.»
Rapidi movimenti, così veloci che nemmeno il giovane Uchiha era riuscito a muoversi per schivare il grande problema che stava per fronteggiare.
Sasuke Uchiha aveva rischiato seriamente di morire due volte in vita sua fino a quel momento. La prima volta contro la tecnica del ghiaccio di Haku, il ninja che manipolava il ghiaccio; l’altra contro suo fratello. Nessun altro; nemmeno Orochimaru. Per questo non avrebbe mai immaginato che Killer B sarebbe riuscito a utilizzarlo come un puntaspilli.
«Pungo come un'ape[ii]! Sono il mitico Ottacoda! ♪»
Stupore generale.
Sangue Uchiha zampillava lungo le lucenti lame dentro la carne del giovane shinobi, alcune gocce si scaraventarono sia sul viso della forza portante dell'Ottacoda che su quello della sua vittima, mentre quest’ultima cadde a qualche metro dal suolo, immobile.
I membri del Falco accorsero verso il loro capo, così come lo stava facendo rapidamente il ninja della Nuvola, premeditando l’attacco finale.
«Sasuke!»
La forza portante spiccò un rapido balzo verso il suo avversario, contemporaneamente ai movimenti dei ninja della squadra del Falco. La spada tratta verso l’Uchiha, pronta a perforarlo e finirlo.
Suigetsu si mise in mezzo con la sua grande spada; il suo intervento aveva salvato la vita del suo capo.
«Che tempismo, Suigetsu!» tuonò festosa Karin, tirando un sospiro di sollievo.
Lo spadaccino della Nebbia tentò di fermare l’avanzata della forza portante, ma ella non si era tirato indietro e aveva cosparso la sua lama di un fascio fulmineo che iniziò a tagliuzzare la lama della Kubikiri Hocho.
«Oh, merda!» imprecò l'Hozuki.
Fu allora l’intervento del pugno potenziato di Jugo sul viso del nemico a destabilizzare il controllo della difficile situazione. Inoltre Karin ebbe l’occasione ideale per prelevare l’Uchiha dalla zona rossa e portarlo alla salvezza.
Si alzò un polverone. Le urla di Suigetsu e Jugo tuonanti. La forza portante dell’Ottacoda che si muoveva sinuosamente. Nessun colpo. Nessuna ferita ai danni di quest’ultimo. Gli altri stremati. Senza energie. La loro indomita sicurezza nell'essere ninja d’élite messa in dubbio da un mostro di bravura.
Karin intanto eliminò le fatali armi dal corpo del suo amato capo. Non avrebbe mai immaginato che il capace Sasuke Uchiha fosse stato messo fuori combattimento da uno sconosciuto potentissimo.
Fissò le profonde ferite sanguinanti che tempestavano il mantello del giovane; il suo corpo era pallido e ansimava debolmente con rivoli di sangue che colavano dalla bocca. Le lame del nemico vennero prelevate. Karin si apprestò a curarlo.
La rossa scostò una delle sue maniche, esponendo al ferito la sua carne nuda. Nuova scoperta sulle sue abilità, poiché aveva la gran parte della sua pelle era coperta da morsi; una delle sue abilità era di guarire qualunque malato con un semplice morso.
«Avanti, Sasuke! Mordimi!»
Per la ragazza fu un’esperienza impagabile. Chiunque la mordesse e risucchiasse il suo chakra, le provocava un’emozione equivalente all'estasi sessuale.
Sasuke guarì in fretta e Karin si accasciò al suolo con il fiatone e perdutamente sudata e soddisfatta.
Lo sharingan si riattivò nel giovane guerriero, il quale osservò perplesso la forza portante dell'Ottacoda che pestava per bene i suoi compagni: quel tizio era forte.
«Resta qui dietro, Karin.»
Afferrò nuovamente la katana e affiancò i suoi compagni.
«Come ti senti, Sasuke?» domandò Jugo.
«Sto bene. –replicò lui. Pensiamo a sconfiggere questo energumeno, piuttosto!»
I tre membri del Falco si preparavano per l’ennesima baraonda ai danni della loro preda. Nel frattempo, quest'ultima stava facendo delle sue considerazioni mentalmente, in merito al giovane portatore di sharingan che era ancora vivo, dopo aver subito il suo terrificante attacco; era la prima persona che ci riusciva.
«Ha usato la manipolazione del fulmine su tutto il suo corpo nel momento in cui l'ho trafitto con le mie lame, in questo modo ha annullato l’azione perforante del mio chakra. Non c’è che dire, il moccioso sa il fatto suo.»
Dopodiché l’uomo si voltò verso la ragazza dai capelli rossi accasciata al suolo, stanchissima.
«Quella mocciosa è un ninja medico da una stana abilità. Devo toglierla di mezzo.»
Prima che il suo piano potesse essere portato a termine, le urla dei tre ragazzi del Falco riecheggiarono per il santuario di Unraikyou e Killer B dovette focalizzarsi a un gioco di pugilato contro tutti loro. Era rimasto senza nessuna delle sue preziose spade, poiché distrutte dalla spessa pelle di Jugo e dai colpi con la lama di Suigetsu.
Ciò non significava che la forza portante dell'Ottacoda avesse problemi. Poteva gestire benissimo quei tre a mani nude, sfruttando le basi di un elegante pugilato, alternato ad arti marziali più free-style che altro.
Jugo venne colpito da un montante al mento, dopo che il suo pugno gigantesco era stato schivato dall'avversario.
Suigetsu aveva nuovamente le braccia demolite dai colpi. Sasuke era stato atterrato con un calcio alla nuca, rischiando quasi di ficcarsi in petto il suo stesso Chidori.
Non c'era dubbio che Killer B fosse tremendamente potente. Il grande guerriero era molto più abile di loro, imprevedibile e con un bagaglio di esperienze pari a quello dello stesso Orochimaru o di Itachi Uchiha; era normale che la stessa Akatsuki l’avesse lasciato come ultimo soggetto da catturare, poiché era conosciuta da tutti la sua forza sia come shinobi che come forza portante.
Però Madara aveva reputato Sasuke e la sua squadra in grado di catturarlo; malgrado ciò, nessuno di loro credeva fosse lontanamente possibile.
Killer B continuò la sua truce avanzata verso il nemico. Il suo obbiettivo era Suigetsu, il primo che gli era capitato a tiro. Gli rifilò un tremendo montante dritto allo stomaco, tanto che si sentì il rimbombo del colpo per tutta l’arena di battaglia.
Killer B era convinto che con quella mossa si sarebbe liberato di un fastidioso avversario, invece non andò così, poiché contro Suigetsu non funzionavano gli attacchi fisici, perché era un uomo fatto d’acqua.
L’Hozuki aveva infatti approfittato della situazione per chiamare a sé i suoi collaboratori per usufruire della ghiotta occasione.
«Lo tengo!»
Sasuke si fece avanti con un Chidori a massima potenza.
«Chidori!»
Il colpo andò a segno. L’acqua di cui era composto Suigetsu entrò in contatto con il corpo della forza portante, spargendo l’azione dei fulmini per i due combattenti. Sebbene Suigetsu avesse comunque risentito di più di Killer B del colpo, egli era ben conscio che quella azione era necessaria al fine di ottenere la vittoria.
La forza portante barcollò per qualche secondo; il colpo era stato più doloroso di quello che si immaginava e questo gli aveva fatto perdere l’occasione.
Jugo ne approfittò per un attacco a sorpresa, con un doppio colpo che alzò un violento polverone. Solo dopo qualche secondo l’omone si accorse che qualcosa non andava.
«Merda! È sparito.»
Proprio così. La forza portante si era volatilizzata, approfittando del grande polverone alzato dal nemico; nessuno riusciva a capire dove si fosse cacciato.
C’era un unico modo per far luce sulla situazione. Sasuke sapeva quale fosse.
«Karin! Trovamelo!»
La ragazza si era appena ripresa dalla pratica di cura del suo superiore, eppure eseguì senza fiatare il suo ordine.
Ella era un ninja sensoriale. I ninja sensoriali erano persone in grado di percepire il chakra della gente e di distinguerlo uno dall’altro. L’abilità di un ninja sensoriale si misurava per il grado di accuratezza e alla distanza che riuscivano a coprire le loro abilità. Si trovava un ninja sensoriale uno shinobi su venti e Karin era una rara eccezione anche fra di loro.
«Kagura Shingan![iii]»
Con quella tecnica, Karin era in grado di amplificare le sue capacità percettive, ricoprendo una distanza considerevole. Infatti non le venne per nulla difficile rintracciare la sfuggente forza portante dell'Ottacoda, che si era nascosta dietro a una montagna vicina.
La rossa notificò subito ai propri compagni quanto scoperto, ma li bloccò un attimo dopo, impedendo che Sasuke si fiondasse contro il nemico, specie dopo che lei aveva avvertito dei cambiamenti radicali in quest’ultimo.
«Che ti prende, Karin?»
Si accorsero subito di quanto fosse diventata pallida in maniera tanto repentina, anche se non ne compresero il motivo, fino a quando non udirono delle urla provenire dal punto suggerito dalla ragazza.
Subito dopo la montagna andrò letteralmente in frantumi. Cumuli di macerie cadenti come meteoriti sul lago, situato sotto ai promontori del santuario Unraikyou. Da essi era fuoriuscita una figura avvolta da un luminoso chakra rossastro che si rivelò essere niente poco di meno la forza portante dell'Ottacoda.
«Ma che diavolo…?!» sbottò Suigetsu per lo stupore.
Karin si mise le mani in testa per la disperazione; quel chakra la terrorizzava.
«Quel tizio… Ha un chakra pazzesco!»
Killer B si era stufato di combattere contro il Falco e aveva deciso di fare sul serio, ricorrendo ai poteri ancestrali della sua bestia codata. Proprio come ogni altra forza portante, egli si era lasciato cospargere dal chakra rosso del demone, che andò ad assumere la forma geometrica di un manto dalle corna da toro e sei code mostruose.
La forza portante si stava fiondando contro i suoi nemici.
Il Falco era rimasto impietrito dalla mutazione dell’avversario e aveva deciso di distanziarlo, poiché in quella forma era decisamente troppo per le loro attuali condizioni.
Sasuke fu l’unico che volle tentare un approccio con il possente nemico.
«Quel chakra… Proprio come quella volta.» pensò.
Era la stessa trasformazione che aveva subito il suo rivale, durante il loro scontro nella valle dell’Epilogo. Ricordò benissimo che con quel manto, Naruto era riuscito a colpirlo ripetutamente, nonostante le doti divinatorie del suo sharingan; probabilmente per Killer B era la stessa cosa.
Per questo motivo, sapeva che un normale sharingan non sarebbe stato all'altezza della situazione, così decise di ricorrere al nuovo potere che aveva ottenuto nel suo primo combattimento. Sfortunatamente non ebbe il tempo per scagliare uno Tsukuyomi, poiché gli serviva maggiore chakra per scagliarlo contro il nemico e non aveva ancora avuto tempo per raccoglierlo.
Jugo lo tirò via, altrimenti sarebbe stato spazzato via dalla tremenda potenza della forza portante. Se non fosse stato per l’omone, tutti i membri del Falco sarebbero stati coinvolti nell'esplosione generata dalla bestia. Egli era stato capace di creare dei tubi di carne da una parte del suo corpo, con i quali poteva aumentare la propria velocità, se alimentati da chakra.
Ben presto il Falco si trovò a cadere in picchiata da un dirupo assieme a grossi pezzi della piazza del santuario. Finirono alle pendici del grande lago sotto al santuario. Indolenziti. Stanchi. Senza più la possibilità di distinguere fra finzione e reale.
«Dannazione! Questo bastardo ci sta facendo a pezzi.» borbottò Suigetsu.
L’albino era coperto di ferite e stava strisciando verso il grande specchio d’acqua per fondercisi, in quel modo avrebbe quantomeno recuperato le forze.
Karin e Jugo respiravano a fatica, così come anche Sasuke, sebbene egli stesse in silenzio con un occhio chiuso, attuo alla raccolta del chakra.
«Arriva!» tuonò Karin.
Pessima notizia per tutti.
Killer B emerse dalle macerie cadenti, diretto ancora una volta verso il nemico. Stava puntando su Sasuke e nessuno quella volta poteva salvare il giovane shinobi da uno scontro diretto con la forza portante.
Invece quella volta Sasuke era pronto per scagliare un potente Tsukuyomi contro l’avversario e ne bloccò l’avanzata.
La forza portante cadde a qualche metro dall’Uchiha, immobile, vittima della potente illusione del Mangekyo Sharingan di Sasuke.
«C… C’è riuscito?» domandò titubante l’omone del Falco.
Nemmeno Karin ne era sicura.
«Almeno adesso quel mostro non potrà più attaccarci.»
La magra consolazione che andò a frantumarsi un attimo dopo.
Accadde tutto in un istante. Karin e Jugo non riuscirono a credere ai loro occhi. La forza portante si era rialzata e aveva assestato un potente colpo sul petto dell’ignaro Sasuke.
«LARIAT![iv]»
Sasuke volò per una decina di metri. Dal suo pezzo zampillava del sangue lucente in una quantità indicibile e in lontananza si poteva notare che il braccio del rapper della Nuvola era ricoperto del medesimo liquido di appartenenza Uchiha.
«SASUKE!» urlò Karin in preda al panico.
Accorsero al capezzale del loro compagno, sgranando gli occhi per la sorpresa e allo stesso il terrore per quanto fosse grave la ferita generatasi per il colpo ricevuto. Il petto di Sasuke era stato completamente sfondato e gran parte del mantello e della pelle sbrandellata con una violenza tale da spezzare anche qualche osso della cassa toracica.
«Oh mio Dio…» mormorò la rossa terrorizzata.
Jugo sollevò pian piano l’amico per guardare meglio quello che si potesse fare per salvargli la vita; in quelle condizioni aveva ancora poco da vivere.
«Si riesce persino a vedere i suoi organi interni…»
Sasuke respirava molto lentamente e anche male, poiché il colpo del nemico aveva compromesso anche il funzionamento dei suoi polmoni. Il suo colorito cominciava a sfumare. La terra a lui sottostante si stava tingendo di un denso rosso scuro, così come i piedi e le gambe dei suoi compagni.
Karin si sbottonò gran parte della sua maglia, fino a rendere visibile gran parte del suo petto coperto di morsi; non c'era un minuto da perdere, altrimenti Sasuke sarebbe morto.
«Presto, Sasuke! Mordimi!»
«Aspetta, Karin. –la fermò Jugo. Hai già usato questa tattica, sarai a corto di chakra. Lascia che ci pensi io stavolta.»
«E come pensi di fare? Non sei un ninja medico!» rispose ansiosa la giovane donna.
Jugo poggiò la sua mano demoniaca sulla grossa ferita del compagno, poi spiegò le sue intenzioni.
«Gli donerò la mia carne. Credo che non dovrebbe avere problemi, dato che era compatibile con il segno maledetto.»
Già poteva funzionare.
Tuttavia, entrambi si erano completamente dimenticati della forza portante dell'Ottacoda.
«♪Coglione, Non ti servirà. L’amico tuo fra un poco creperà! Yeah!!♪»
La forza portante stava iniziando a subire un'altra mutazione. La sua pelle stava iniziando a bruciare e a staccarsi dal suo corpo in maniera sempre più rapida.
Anche il tono di voce dell’uomo cambiò; non cantava più e parlava in maniera seria su quanto avesse intenzione di farne di loro.
«Il vostro amico credeva che le illusioni potevano fermarmi, ma è stato un illuso e ne ha pagato le conseguenze. Per annullare l’effetto di una illusione serve un compagno che destabilizzi il mio chakra e io ho la bestia codata dentro di me che opera questo lavoro. Le illusioni sono inutili contro una forza portante che sa controllare per propria bestia!»
Le code rossastre assunsero una consistenza propria, mutandosi in tentacoli da polipo, le quali ricoprirono interamente il corpo del loro possessore, mentre questi completava la sua trasformazione finale.
«♪Avete voluto scherzare con il fuoco, questo non è un gioco. L'Ottacoda vi farà cagare sotto, ora che assumo la sua forza terrificante in un botto!!♪»
Detto fatto.
Karin e Jugo si videro privati della luce del sole. Le loro presenze vennero sottomesse a quelle di una titanica bestia di sessanta metri da otto code.
Un bue[v] privo di un corno, poiché tagliato da un potente avversario tanti anni prima, egli stesso sembrava una montagna con i piedi. Il suo stesso respiro emetteva vapori che si spargevano per l’intera valle e le sue otto code da polipo. Il mostro era sprovvisto di gambe, ma compensava con due grosse braccia giganti e spesse quanto la massa totale di due Manda[vi]: questo era il demone dalle otto code.
«Mio… Dio…» recitò Karin con il respiro bloccato.
La creatura che si estendeva di fronte a loro era immensa sia dal punto di vista della forma che dal chakra; da quel che percepiva, le sembrava impossibile che esistesse qualcosa con un chakra di una tale potenza e quantità.
Era impossibile per loro solo pensare di poter catturare una creatura così mastodontica.
Karin era rimasta senza parole, poiché il demone si estendeva in lontananza in tutta la sua possanza, per cui si focalizzò sul ragazzo che reggeva fra le braccia, condividendo il peso con il grande Jugo.
Il grande.
«Ma che ti è successo Jugo?»
In maniera anomala il gigante dai capelli rossi si era rimpicciolito di colpo, tornando nelle sue dimensioni da bambino; in compenso però il petto di Sasuke era tornato al suo aspetto originario, così che quest’ultimo infine ebbe recuperato un poco di colorito.
Il piccolo omone ansimava per la stanchezza, continuando a fissare Sasuke con uno sguardo ricco di speranza.
«Sasuke è l’incarnazione di Kimimaro, non posso lasciare che muoia.»
Per il vecchio amico avrebbe dato pur volentieri la sua misera vita; non solo quella volta, sempre.
A quel punto Sasuke emise qualche tossito, donando così ai suoi compagni una buona dose necessaria di sollievo; tuttavia tale quantità non sarebbe mai stata a sufficienza per colmare il profondo senso di terrore che si provava di fronte alla bestia dalle otto code.
C’era solo una cosa da fare.
«Dobbiamo scappare il più lontano possibile da qui, o moriremo!» suggerì la ragazza del gruppo.
«Dove diavolo è finito Suigetsu?» continuò sempre la stessa, nel cercare l’antipatico aguzzino.
Nel frattempo il bambino aveva aiutato il moro a rimettersi in piedi.
«Non preoccuparti per lui, sa badare a se stesso.» replicò appunto quest’ultimo.
«E chi si preoccupa! Quel coglione può anche crepare per quel che mi riguarda. Pensiamo a scappare piuttosto!» controbatté la rossa.
Eseguirono.
Il chakra del mastodontico mostro si stava espandendo per tutta la valle. La terra tremava a ogni suo respiro che quando il demone compì il primo movimento, sembrò che fosse vittima di un tremendo terremoto.
A quanto sembrava, la forza portante non aveva la benché minima intenzione di lasciarli andare; dopotutto era sensato. Avevano cercato di infastidire il can che dorme e ne avrebbero pagato le dovute conseguenze.
«♪L’Ottacoda vi farà a pezzi, con tutti i mezzi, affinché io spezzi i vostri ossicini! ♪»
I membri del Falco corsero a più non posso. Sentivano la presenza del grande demone alle loro spalle che non li voleva lasciare andare e ben presto li avrebbe raggiunti.
«Non ce la faremo mai!!»
«Risparmia il fiato e corri!»
Nonostante le dimensioni ridotte, la forza di Jugo era rimasta sempre la stessa, per questo non gli risultava particolarmente faticoso portare Sasuke in braccio e correre all'impazzata allo stesso tempo. Malgrado ciò, riconosceva che le speranze di salvezza tendevano drasticamente allo zero.
A un certo punto, di fronte al trio si estese una gigantesca ondata d’acqua che aveva magicamente assunto la forma di un grosso piranha, il quale sembrava piuttosto determinato a voler ostacolare l’avanzata del demone con le otto code.
Nel cuore del suddetto ammasso d’acqua c’era proprio lui: Suigetsu.
«Avanti, muovetevi! Non so per quanto riuscirò a tenere a bada questo bestione!» urlò loro.
Allora i tre membri del Falco ne approfittarono, nascondendosi dietro a una montagna, intanto che il membro del clan Hozuki se la vedeva contro il bue del villaggio della Nuvola.
Prima che lo scontro fra queste due bestie cominciasse, l’albino fissò i suoi compagni e con tono saccente ripeté a se stesso le seguenti considerazioni.
«Chi l’avrebbe mai immaginato che avrei messo a repentaglio la mia stessa vita per quei bastardi. Dannazione a te, Sasuke.»
L’Ottacoda era di fronte a lui.
«♪Mi vuoi sfidare? Attenzione perché ti farò tanto male! Yeah!!♪»
Il piranha si gettò contro il bue e tentò di morderlo. Il bue replicò con un potente montante, il quale non ebbe comunque l’effetto sperato, poiché l’alta pressione di cui era composto il pesce era in grado di privare della sua forza il mostro codato.
«Merda! –tuonò Killer B infastidito. Proprio del mio punto debole è composto questo coglionazzo!»
Un altro colpo. Ancora nessun effetto. Di nuovo. Ancora nulla.
Nervosismo alle stesse. Le urla di battaglia di Suigetsu. I suoi sforzi più intensi. La sua fatica. La sua vita. Entrambe messe fino agli estremi per il bene dei suoi compagni. Lui. La reincarnazione del demone Zabuza che si sacrificava per il bene dei suoi compagni. Perché?
Perché stava per prendersi in pieno una tremenda sfera di chakra per quelle persone, sebbene sapesse che avrebbe tirato le cuoia?
«Diavolo se non lo so!»
Killer B aveva perso la pazienza. Quando iniziava a dare di matto, egli risolveva le cose in un unico modo: distruggendo tutto. In quello stato solo il Raikage poteva fermarlo, ma lui non c’era e questo gli aveva dato la consapevolezza di avere le carte in regola per spazzar via l’intera valle di Unraikyou in un solo istante.
Karin tremò quando percepì l’immensa quantità di chakra che andò a concentrarsi nella sfera nera appena generata dal possente demone. La sfera del demone si abbatté senza pietà contro il nemico l’attimo seguente, coprendo l’intera zona di un bagliore accecante, il quale venne persino percepito da alcuni shinobi della Nuvola che si trovavano in quelle zone per motivi di lavoro.
Due di loro accorsero il prima possibile nei pressi della tremenda esplosione della Teriosfera[vii] della bestia codata. Uno fra questi estrasse un piccolo cannocchiale per osservare meglio.
«Ma perché? Lord B sa benissimo che non deve trasformarsi in una zona come questa! Ha usato addirittura il colpo più potente della bestia! Eppure il Raikage glielo aveva proibito.»
L’altro allora iniziò a tremare per la paura.
«Non oso nemmeno immaginare quel che dirà il sommo Raikage non appena ne verrà informato!»
Tuttavia sempre quest’ultimo si sentì in dovere di rammentare all’osservatore che probabilmente la forza portante si era trasformato per un valido motivo.
«Può darsi. Vediamo che succede.» continuò l’altro.
La valle di Unraikyou era stata completamente distrutta, sommersa dalle acqua del grande lago, nel quale al centro si ergeva l’immensa bestia codata; doveva per forza essere accaduto qualcosa di grave per spingere Killer B a distruggere una tale meraviglia naturale.
Il colpo sferrato era stato il lampante esempio di che cosa una bestia codata fosse in grado di distruggere in pochi secondi, soprattutto se nervosa e ansiosa di concludere a breve la sua lotta per andare a mangiare; perché aveva veramente fame, dato che erano ormai l’una del pomeriggio e nella sua routine lui era già a poltrire sotto il portico della magione del capo villaggio.
Di tutto questo a pagarne le spese era stato Suigetsu. Il poveretto era stato ridotto a un colabrodo e aveva perso i sensi a tal punto che il suo corpo era mutato in una consistenza simile a una melma acquatica incapace di solidificarsi completamente.
Karin si apprestò a controllarne le funzioni vitali.
«Dannazione! È ridotto veramente malaccio.»
Lui più di loro, poiché gli aveva fatto da scudo contro l’onda di energia sprigionata dal nemico.
«Povero Suigetsu…» sibilò desolato il bambino.
Sasuke gli donò solo la sua espressione più pensierosa.
Non avrebbe mai immaginato che le loro vite si sarebbero estinte in un posto del genere, soprattutto contro una tale mostruosità, che lo stesso Madara credeva fossero in grado di catturare. Che razza di gente erano quelli dell’Akatsuki se erano in grado di catturare bestie del genere.
Quant'era grande la distanza a separare Sasuke dal livello di potenza di suo fratello?
Egli era certo che Itachi sarebbe già stato in grado di sconfiggere la potentissima forza portante, o quantomeno avrebbero combattuto alla pari; non come lui che stava mettendo pure in pericolo la vita di quelli che oramai reputava compagni.
Il demone si avvicinava lentamente verso di loro per finirli.
Non potevano più far nulla. Erano ridotti a uno straccio.
Sasuke allora si passò il tempo a guardare i volti dei suoi compagni di ventura. Le stesse persone che avevano dato la loro vita per salvare la sua, stavano per essere divorate dal mostro, senza che lui fosse stato in grado di difenderle.
«Uno shinobi che non è in grado di proteggere i suoi compagni è solo spazzatura.»
Kakashi aveva detto quelle sacrosante parole alla squadra, prima del suo scontro mortale con Zabuza. Aveva portato a termine quanto promesso e li aveva protetti a costo della vita.
Lui era un leader adesso e benché nel suo cuore esistesse solo vendetta, non aveva dimenticato gli insegnamenti che gli erano stati impartiti. Era stato protetto dai suoi subordinati, significava forse che in realtà fossero loro a essere più forti di lui?
Guardò Karin colta dal terrore.
«Presto, Sasuke! Mordimi!»
Due volte aveva pronunciato quella frase, durante il combattimento, quando era stato ferito pesantemente dalla forza portante della Nuvola.
Passò a Jugo. Lui aveva messo a repentaglio la sua vita per salvarlo.
«Sasuke è l’incarnazione di Kimimaro, non posso lasciare che muoia.»
«Avanti, muovetevi! Non so per quanto riuscirò a tenere a bada questo bestione!»

Infine a Suigetsu che era in bilico fra la vita e la morte per aver fatto loro da scudo.
Loro tre avevano fatto così tanto per la loro piccola squadra. Ognuno aveva usato le corrispettive abilità per proteggere l’altro, specialmente lui, Sasuke Uchiha che della forza aveva sempre fatto la sua maggior prerogativa; la sua forza era il suo orgoglio. Nonostante ciò, non aveva ancora fatto nulla di encomiabile per salvare la squadra; che penoso.
«Stupido debole fratellino.»
«Itachi ti ha protetto.»

Lui non aveva bisogno la protezione di nessuno. Lui era forte. Lui era forte! Lui era forte!!
Lui avrebbe protetto quelle persone! Gli servivano ancora. Erano la squadra migliore che potesse avere per raggiungere il suo obiettivo: distruggere il villaggio della Foglia!
Avrebbe raggiunto quel grande scopo vendicativo solo grazie al loro aiuto e non voleva perderli, prima di quel grande giorno.
La squadra del Falco. Simile alla squadra 7. Al suo passato che aveva rinnegato. Alla gente che aveva giurato di uccidere per la sua vendetta. Ora e per sempre.
Ogni mezzo sarebbe stato utile al conseguimento della sua causa e l’avrebbe usato anche a costo di vivere una vita densa nel peccato e nel dolore.
SEMPRE.
L'ombra del mostro dalle otto code li coprì interamente. Proprio quello che stava aspettando per scagliare il suo ultimo, disperato attacco.
L’occhio sinistro iniziò a sanguinare copiosamente. Il suo Mangekyo Sharingan andava a fuoco. Proprio quello che gli serviva.
«AMATERASU!!»
Proprio com'era successo con Itachi e Madara, si palesarono le eterne fiamme nere che divoravano qualunque cosa toccassero, senza che niente fosse in grado di fermarle; il che comprendeva anche la bestia con le otto code, la quale venne totalmente sommersa dalle fiamme.
Sasuke sentiva l’occhio sinistro esplodergli; non aveva mai patito un dolore del genere, non si era mai sentito così potente come in quel momento. Sentire il mostro contorcersi dal dolore per la sua tremenda tecnica gli stava pian piano suscitando un profondo senso di gratificazione, poiché aveva scoperto che i suoi limiti erano soltanto illusori: il potere che aveva a disposizione era insuperabile!
«Fiamme nere… Sasuke…» mugugnò Karin, osservandolo, assieme a Jugo.
Il dolore si fece troppo intenso, così il moro fu costretto a chiudere l’occhio e a squittire nella sua agonia, con mani e viso coperti dal suo stesso sangue.
Che potere.
Le fiamme stavano ancora consumando l’agitata bestia, la quale aveva perso ogni forma di controllo e stava distruggendo qualsiasi cosa le capitasse a tiro.
«Presto! –suggerì Jugo. Mettiamoci al riparo!»
La mossa successiva fu recuperare Suigetsu e muoversi, però la storia insegnava che niente andava mai come previsto in momenti del genere; c’era sempre un intoppo e toccò a Karin ricoprire quel ruolo.
La svista di una delle code del demone era stata fatale e aveva colpito Karin alla schiena con una forza tale da farle perdere i sensi; in più, sulla coda erano presenti alcuni frammenti di Amaterasu che si trasferirono sulla povera disgraziata. Karin cacciò un urlo di dolore, prima di cadere sullo specchio acquatico, venendo inghiottita dalle fiamme nere.
«Karin!» tuonò Sasuke.
Doveva salvarla.
Jugo provò a fermarlo.
«Lascia perdere, Sasuke. Ormai è andata.»
Il moro se lo scrollò di dosso. Non era proprio intenzionato a lasciare morire nessuno.
«Possiamo ancora salvarla!»
Ne era assolutamente convinto. Era sicuro che poteva domare quelle fiamme nello stesso identico modo con cui le aveva evocate. Attivò il suo Mangekyo, focalizzandosi sulla porzione di Amaterasu addosso a Karin. Sforzò così tanto l’occhio sinistro che non ce la fece più e aprì anche il destro; proprio quello che serviva. Così come il sinistro serviva per evocare le fiamme nere, il destro, se allenato, era in grado di dominare interamente le fiamme, manipolandole secondo i gusti del padrone.
Grazie a quella scoperta, Sasuke fu in grado di salvare la vita di Karin.
«Forte.» sbottò Jugo al suo fianco.
Sasuke cadde in ginocchio per lo sforzo appena compiuto, ma non ebbe nemmeno il tempo di riposarsi che dovette preoccuparsi anche della forza portante, la quale coda stava per colpire nuovamente la ragazza. Usò dunque la sua spada fulminea di chakra per tranciare a metà la coda, salvando nuovamente la vita alla compagna.
La parte di coda andò a finire nei fondali del lago, mentre il resto del corpo del mostro si stava contorcendo per il troppo dolore. A quel punto, Sasuke sapeva che cosa fare per ottenere la vittoria.
Per prima cosa egli si accertò che il recupero di Karin fosse portato a buon fine; ci pensò Jugo e il suo braccio estendibile a portare a termine quel compito. Infine il moro usò nuovamente il suo Mangekyo Sharingan alla massima potenza per acutizzare la potenza delle fiamme al punto che il demone perdesse i sensi.
Man mano che la sua tattica andava a compiersi, il mostro emetteva spasmi sempre più acuti, fino al punto da zittirsi e rimpicciolirsi allo stesso tempo, tornando nella sua devastata forma umana. A quel punto Sasuke sospese l’azione delle fiamme e poté finalmente dichiarare che la missione si era conclusa.
«Incredibile…» fece Jugo.
«Recuperiamo subito la forza portante e andiamo via. I ninja della Nuvola potrebbero arrivare quanto meno ce lo aspettiamo.» proferì il capo del Falco.
Fu egli stesso ad accertarsi delle condizioni di Killer B e a legarlo per bene con il suo mantello a nuvole rosse, dopodiché prese il pesante carico sulle spalle e raggiunse Jugo, il quale teneva in braccio gli altri membri del team.
La battaglia della valle di Unraikyou si era conclusa.
«E adesso che faremo? Terremo per noi il potere della forza portante?» domandò il bambino, durante la marcia.
«Dimenticati delle forze portanti. Lo consegneremo a Madara e poi ci riprenderemo dallo scontro.» replicò invece Sasuke.
Non aveva più bisogno del potere delle bestie codate. Il potere che gli aveva donato Itachi era immenso e ancora tutto da scoprire; quel potere sarebbe certamente bastato per radere al suolo il maledetto villaggio della Foglia.
Nonostante la vittoria, i due membri del Falco non si accorsero di essere osservati dall’alto da due ninja della Nuvola, i quali avevano assistito a tutto il combattimento.
«Merda! Dobbiamo fermali, prima che portino via lord B!» fece guerrigliero uno dei due.
L’altro lo bloccò.
«Quei tizi hanno battuto lord Killer B, non avremmo alcuna speranza contro di loro. La cosa migliore che possiamo fare è avvertire il Raikage e lasciare che ci pensi lui.»
La migliore soluzione. La più dura da sopportare.
Solo dopo il ninja che usava il cannocchiale per scrutare il nemico si accorse di un particolare molto importante. Quel particolare era situato sopra la maglia dell’individuo che aveva sconfitto la forza portante, un simbolo di un clan molto potente.
«Ma quello… Il simbolo del clan Uchiha.»
«Clan Uchiha? –ripeté perplesso il compagno. Non l’ho mai sentito.»
Il compagno invece sapeva tutto sugli Uchiha e gli risultava più facile credere che Killer B fosse stato battuto, se c’era in mezzo un membro di quel terrificante clan di ninja.
«La situazione è più grave del previsto. Andiamo ad avvertire subito il Raikage!»
Così fecero.

*


Madara dovette ammettere che un po’ non si aspettava di vedere la squadra del Falco tornare tutta intera, dopo uno scontro con una forza portante. Nella sua testa aveva fatto qualche scommessa su chi sarebbe morto nel tentativo, invece erano tutti e quattro vivi, benché due fuori gioco e altri due seriamente provati; erano tornati e avevano portato con loro un regalo molto allettante: la forza portante dell’Ottacoda.
Sasuke gettò l’uomo della Nuvola ai piedi del vecchio Uchiha con sprezzo, dopodiché si sedette per qualche secondo, al fine di recuperare fiato.
«Te l’ho portato, proprio come mi hai chiesto.»
Madara scrutò per qualche istante il corpo della forza portante tutto annerito e capì che cosa fosse successo.
«Dovresti stare attento. Amaterasu non è una tecnica a cui puoi ricorrere a tuo piacimento.»
Dopodiché si interruppe, notando l’espressione infastidita del moro; decise di fregarsene, poiché Sasuke aveva deciso di agire per conto proprio.
«Comunque hai portato a termine il compito che ti ho assegnato ed è questo quello che mi interessa.»
Dunque il giovane si alzò per entrare in un’altra stanza del nascondiglio che Madara aveva allestito per loro, nei pressi della nazione del fulmine.
«Adesso tocca a Naruto e poi al villaggio della Foglia.»
Poi tutto sarebbe stato perfetto.
«Ah, mi sono completamente dimenticato di avvertirti. –disse con nonchalance il vecchio Uchiha. Il tuo amico Naruto è già stato catturato da Pain, in pratica puoi anche consideralo morto.»
Sasuke si immobilizzò di colpo. Madara avrebbe dato tutto l’oro del mondo per vedere la sua espressione in quel momento, ma non gli venne dato quel piacere.
«Bene. Allora mi preparo per distruggere la Foglia…»
Subito dopo sparì dalla visuale del capo di Akatsuki assieme a Jugo e ai suoi compagni.
Rimasto solo, Madara scrutò per qualche altro istante il corpo della forza portante, dopodiché focalizzò nuovamente i suoi pensieri sul giovane Sasuke Uchiha e sul loro ultimo colloquio privato.

«Quindi hai deciso di distruggere il villaggio della Foglia. Sei sicuro che sia la scelta giusta?»
Erano seduti uno di fronte all’altro, da soli. Parlavano attivamente dei piani che avevano intenzione di applicare contro i loro più acerrimi nemici, ma spesso si ritrovavano indirettamente a parlare di Itachi, sulla sua missione e sul profondo desiderio di vendetta covato da Sasuke.
Madara stesso aveva delle idee molto precise sull’uso che ne avrebbe fatto del giovane Uchiha e voleva scoprire sempre di più sui suoi pensieri e le sue motivazioni, per questo faceva sempre quelle domande.
«Itachi ha sacrificato la sua vita per il villaggio, come suo fratello minore, non credi che sarebbe più consono continuare a proteggerlo per rispettare la sua volontà?»
Sasuke non la pensava affatto così; per questo stava agendo in maniera controcorrente alle aspettative del fratello maggiore.
«Quando a Itachi venne affidata quella missione, egli uccise tutto il clan per il bene del villaggio. Non gli importò di chi dovesse assassinare, fossero i nostri stessi genitori o estranei, lui li aveva anteposti al bene del villaggio. Però lui fu in grado di uccidermi, perché, come hai detto tu, lui mi considerava più importante del villaggio. Per me è la stessa cosa. La vita di mio fratello è più importante di quella di un insulso villaggio che non ha fatto altro che condannarlo per una pace fittizia!»
Era proprio quello che Madara voleva sentire; musica per le sue orecchie.
«Quindi cosa farai? Ucciderai i consiglieri?» domandò in seguito.
«TUTTI!»
Madara sgranò gli occhi per quella risposta. Diavolo se Sasuke non era veramente se stesso quando era giovane; erano così identici che alle volte stentava a fare delle differenze fra di loro.
«I consiglieri saranno i primi a pagare per quello che hanno fatto, dopodiché ucciderò tutti gli abitanti della Foglia, perché sono stati complici del trapasso di mio fratello. Loro devono vivere lo stesso ammontare di sofferenza di Itachi!»
Sasuke si era lasciato andare al dolce conforto della sedia in cui erano poggiate le sue regali natiche e sospirò a seguito di quanto precedentemente affermato.
«Chiamami bambino, dimmi che sono solo un moccioso capriccioso. Lascia che siano anche gli altri a dirlo. Non mi importa. È facile criticare quando non si conosce il mio dolore. Ucciderò le persone più care di chi oserà criticarmi… Magari così capiranno in parte che cosa sto provando.»
Il Mangekyo Sharingan di Sasuke emanava un folle istinto omicida percepibile anche da parte del vecchio Uchiha.
Quest’ultimo non aveva avuto nient’altro da dire a tal proposito. Sasuke avrebbe fatto quello che era stato fatto a sua volta a Itachi dal complesso mondo dei ninja. Una catena d’odio che li legava per sempre.
Non poteva essere altrimenti. Per odiare in quel modo, prima bisognava aver amato in maniera totale qualcuno. Era un rischio che comportava l’amare; in un modo o nell’altro si finiva sempre a covare odio dentro il proprio cuore.


*


Quel pomeriggio non era per nulla consigliato passare vicino all’ufficio del capo del villaggio della Nuvola. La tragica notizia che era appena giunta alle orecchie del Raikage non era stata recepita per nulla bene da quest’ultimo che aveva la stessa dose di pazienza della capienza di un tappo di bottiglia.
Nervoso, il possente capo della Nuvola sollevava rapidamente un manubrio da duecento chili con un’energia incontenibile. Dal suo cappello da Kage emergeva fumo e continui ruggiti che intimidivano il ninja che aveva appena notificato quanto accaduto alla forza portante dell’Ottacoda.
«Non ci credo! Non è possibile che anche B sia stato catturato! Impossibile!»
«Mi dispiace, sommo Raikage. Purtroppo è quello che ho visto. –replicò il ninja inchinato. Da quel che sappiamo, si tratta dello stesso gruppo di criminali che ha rapito Yugito qualche mese fa.»
Il Raikage non ce la fece più a contenere la rabbia e con la mano libera spaccò a meta la spessa scrivania del suo ufficio in un attimo di foga.
«DANNATA AKATSUKI!»
L’uomo impallidì completamente, mentre la bella segretaria del Raikage teneva un comportamento molto pacato, al fine di impedire al diretto superiore di distruggere l’intera magione. Mantenere la calma non era mai stata una prerogativa del possente Raikage, per questo era sempre affiancato dalla sua segretaria, che lo aiutava a gestire la rabbia, specie in situazioni del genere.
«Come agiamo, sommo Raikage?»
Il Raikage sapeva perfettamente come agire e non avrebbe risparmiato ogni singola risorsa a sua disposizione per recuperare la forza portante del suo villaggio. Oltre che come a Raikage, quella faccenda lo coinvolgeva anche in maniera personale.
«Non preoccuparti, fratello! Giuro che ti salverò e farò a pezzi quei porci di Akatsuki!»


L'angolo dell'autore
Cavoli, ragazzi. Fra le lezioni, gli esami, la tesi e la poca voglia di scrivere ho perso veramente così tanto tempo su un capitolo in cui alla fine ricalco esattamente gli eventi narrati del manga; sono veramente un deficiente, lasciate che ve lo dica.
Mi farò perdonare nel prossimo, ve lo prometto.
Grazie per la lettura e ci vediamo presto. CIAO!

NOTE
i. Kubikiri Hocho = ovvero Mannaia Decapitatrice. Una delle famose spade dei sette spadaccini della Nebbia. Essa è appartenuta a Zabuza Momochi.
ii. citazione = la frase è una famosa citazione del pugile Mohamed Alì.
iii. Kagura Shingan = letteralmente specchio di Kagura. Si tratta di una tecnica sensoriale unicamente usata da Karin.
iv. Lariat = Letteralmente "Lama lucente del fulmine. Si tratta di un colpo di nin-taijutsu usato da Killer B e A.
v. bue = in realtà l'Ottacoda è un Uchi-Oni, ovvero un demone toro con le code a tentacoli.
vi. Manda = era il re dei serpenti che evocava Orochimaru quando doveva affrontare scontri difficili. I suoi corrispettivi rivali erano Gamabunta e Katsuyu. Muore durante lo scontro fra Sasuke e Deidara.
vii. Teriosfera = meglio conosciuta come Biju-Dama. Attacco concentrato di una bestia codata sotto forma di sfera colma di denso chakra.



Scheda Personale di Killer B
Compleanno: 16 Settembre
Sesso: Maschile
Età: 35
Abilità speciale: Forza Portante dell'Ottacoda
Affiliazione: Villaggio della Nuvola
Rango: Jonin/Ninja di Livello S
Occupazione: Guardiano del villaggio della Nuvola
Natura del Chakra: Fulmine
Parentele: A (fratello maggiore)
Hobby: Sviluppare il suo rap
Statistiche di Abilità
Nin: 5 Tai: 5 Gen: 3.5 Int: 3.5 Fo: 5 Velo: 4.5 Stam: 5 Seg: 3 Tot: 34.5


Scheda Personale di Sasuke Uchiha
Compleanno: 3 Luglio
Sesso: Maschile
Età: 17
Abilità Innata: Sharingan; Arte della Fiamma
Affiliazione: Akatsuki
Rango: Genin/Ninja Traditore/Ninja di Livello S
Natura del Chakra: Fulmine, Fuoco, Fiamma nera
Parentele: Madara Uchiha (avo); Fugaku Uchiha (padre); Mikoto Uchiha (madre); Itachi Uchiha (fratello maggiore)
Gusti Alimentari: Adora le noccioline. Odia invece qualunque tipo di dolce.
Hobby: Allenarsi e fare lunghe passeggiate
Statistiche di Abilità
Nin: 5 Tai: 3.5 Gen: 4 Int: 3.5 Fo: 3.5 Velo: 4.5 Stam: 3.5 Seg: 4 Tot: 32


Nel prossimo capitolo
-Allora la situazione è anche più grave di quello che immaginavo.-
-Eh già.-
-Lei che intenzioni ha a tal proposito?-
-Per il momento voglio restare nell'ombra e attendere gli esiti dell'incontro fra i Kage delle cinque grandi terre.-
-Direi che è la scelta migliore. Dopotutto non c'è nessuno che sa calcolare bene la situazione come lei, maestro.-


Il Raikage si muove
   
 
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