Superhuman
– III
Fredda
come il ghiaccio.
“Harry!!
Harry, svegliati!”
Sentii una voce roca a
chiamarmi.
Era Louis. Oh no, Louis!
“Mi sveglio,
mi sveglio! Ma non
farlo!!” lo pregai, invano.
Poco dopo mi trovai
bagnato
fradicio, con uno sguardo feroce verso Louis, portante in viso un
sorrisetto
malizioso e soddisfatto.
“Aspetta che
ti prendo e vedi!”
Ma non ebbi tempo di
inseguirlo.
Dovevo pensare alla partita dell’indomani.
Il più
veloce possibile corsi
nella doccia, per lavarmi, mi vestii e iniziai a correre verso il campo
da
baseball.
Quel giorno a Londra
faceva
caldo, quindi ci misi un attimo a sudare e a stancarmi di correre,
così ripresi
a camminare normalmente. Odiavo questi limiti!
*Rose*
“Perrie, vatti a fare un giro,
va!” dissi scortesemente. Solo dopo poco mi ricordai che
forse sarebbe stato
meglio che mi alzassi… “e va bene! Mi
alzo…”
Perrie era in grado di tenere un
contatto con qualsiasi forma di vita vegetale. Questa sua
capacità mi aveva
sempre spaventata.
Andai in bagno a sistemarmi i
capelli. I riccioli rossi spettinati non erano molto carini…
Mi vestii con un semplice paio di
jeans e una camicetta bianca.
Sentii bussare alla porta…
*Harry*
“Perrie! Apri
tu!” sentii urlare
dalla stanza. “Perrie!!”
Alla fine mi aprii la
bella
rossa. Avevo cambiato programma. Non più allenamenti, ma
ricerche. Dovevo
sapere di più su di lei.
Mi appoggiai con la
spalla al
muro.
“Rose, non
sapevo fossi in questa
stanza!” naturalmente stavo mentendo.
“Styles. Che
fai? Mi segui pure?”
mi domandò, certamente scocciata.
“Naaah…
ero solo curioso di
sapere chi alloggia di tanto carina in questa
stanza…”
Tossii.
“Comunque
– continuai – ti va di
uscire un attimo con me?”
“No, ma mi
vedo obbligata, visto
che appena uscirò dalla stanza tu mi
seguirai…”
Come faceva a
conoscermi tanto
bene, dopo solo poche ore insieme?
Uscì
dall’alloggio, seguita da
me. Sbuffò, si tirò indietro i capelli e si
fermò.
“Senti,
parliamoci chiaro,
Styles. Tu non mi interessi; ho di meglio da fare che stare tutto il
giorno con
te. Quindi: dimmi cosa vuoi subito e poi lasciami in pace!”
“Va bene. Ci
sto. Una birra al
bar?” dissi, indicando il chiosco alle mie spalle.
“Anche
due” rispose con un
sorriso.
Mi aveva sorriso. Quei
denti
perfetti, coperti di solito dalle labbra rosee. Non l’avevo
mai vista sorridere
così. Era più bella ancora.
Ci sedemmo fuori, su
un paio di
sedie davanti a un tavolino rotondo, con lo sguardo uno incrociato
sull’altra.
Il sorriso
svanì, quando la
ragazza rossa si ricordò di odiarmi.
“Ora,
sbrigati. Cosa vuoi?”
“Cosa ci fai
nella nostra
scuola?”
“Mia madre
dice che non è normale
vedere cosa accadrà in futuro”
Spalancai occhi e
bocca. Era una
capacità unica, rarissima. Mi sembrava impossibile averne
una portatrice sotto
al naso.
“Chiudi la
bocca, che entrano le
mosche” mi disse, con un tono quasi più acido del
solito. “E tu? Che ci fai
qui?”
“Nella mia
scuola correvo troppo
veloce, anche se solo per pochi secondi, e mia mamma chiamò
diversi medici,
pediatri, finché non si presentò in casa un uomo
alto, vestito molto elegante.
Come un agente immobiliare. Poi mi dissero di fare i bagagli. Sono qui
da nove
anni.”
“WOW! Credo
che non me ne andrò
presto da qui… Almeno Londra è bella?”
“Non
l’ho mai visitata davvero…
Solo qualche passeggiatina qua e là”
Non aspettai nemmeno
la
cameriera. La presi per mano e la obbligai a salire sulle mie spalle.
Non cercò
di resistermi, forse perché sapeva che sarebbe successo.
“Rose, ti
fidi di me?” dissi,
iniziando a correre il più veloce possibile.
“No”
Mi aspettavo qualcosa
tipo ‘più o
meno’ o ‘può
darsi’… però non sembrava spaventata.
Entrai nella riserva.
Un
bellissimo bosco ci circondava.
Iniziò a
salirmi il fiatone. Rose
si mise a urlare.
“STYLES!!
FERMATI, FERMATI!”
“Va bene, mi
fermo, calmati però”
dissi, iniziando a rallentare.
Scese velocemente
dalla mia
schiena.
“Non
capisci! Dobbiamo tornare
giù!”
“Calmati,
Rose.. Tranquilla,
adesso torniamo indietro.”
Iniziò a
correre nella direzione
opposta, seguita da me.
Chissà cosa
aveva visto da
spaventarla tanto…
Arrivati
all’uscita della
riserva, prima di farla andare via, le presi una mano.
“Lasciami!”
mi gridò.
“Cosa hai
visto?”
“Nulla che
ti possa interessare”
mi rispose acida. Con uno strattone si liberò dalla mia
presa e incominciò a
correre verso la sua stanza.
‘Era
mia… e l’ho lasciata andare,
che stupido.’
Sentii una voce urlare
il mio
nome. Era Niall.
“Cosa vuoi,
tappo?” gli domandai,
appena lo raggiunsi.
“Ho visto
come ti è corsa via
l’americana” disse con un sorrisetto insopportabile
sulle labbra.
“Non
è come credi” gli confessai.
“Eravamo nel bosco e si è spaventata”
“Sì,
certo…”
“Ma
smettila, tappo!”
“Non
chiamarmi così!!”
“Ti chiamo
come voglio”
Mi prese la mano e me
la circondò
di ghiaccio. Quando me ne accorsi era troppo tardi.
“Niall!!”
“Ho imparato
a fare lastre più
spesse, auguri a liberartene”
Si mise a correre
verso il
dormitorio, ignorandomi completamente. Non lo stavo inseguendo,
stranamente.
Stavo pensando a lei.
A Rose.
Cosa poteva esserle successo? Cosa aveva visto??
Dopo quel giorno, lo
sapevo bene,
avvicinarmi a lei non sarebbe più stato molto
facile… Forse, tutto il
contrario.
okay.
Ed ecco un altro bellissimo capitolo sbucato come sbuca qualcosa a voi quando andate in bagno. cioè penso sia una merda(?). Come vi sembra? Secondo voi chi è veramente questa rose? posso dirvi che ha molte molte cose in comune con il nemico, che apparirà presto :) Bene, allora... innanzi tutto adoro la parte di Niall alla fine ** ammetto che mi è venuta bene hahahahah per il resto vorrei sapere cosa ne pensate davvero, anche perchè questa ff ha solo una decina di capitoli, quindi presto (prima di quanto crediate) harry avrà conquistato rose, in tutti i sensi c: io vado a scrivere il nuovo capitolo di - Once Upon A Time :) a presto dolcezze
Con affetto, V. xx