Di numeri e combinazioni.

 

Torment

Bellatrix Lestrange - Marlene McKinnon.

Bellatrix aveva sempre considerato veritiere le parole del suo Signore, quando diceva che l'amore rendeva deboli – l'aveva compreso dall'assottigliamento delle file nemiche, troppo sentimentali per combattere una guerra. Era per questo che non si era mai lasciata andare a quell'emozione. Lei provava passione, ossessione, verso qualcosa o qualcuno, ma non amore. Rendeva deboli, e Bellatrix odiava esserlo.

Aveva dovuto ricredersi, però. Quando aveva sentito il terriccio nella bocca, aperta per far uscire urla di straziante dolore; quando si era arpionata al terreno con le unghie – graffiando e dibattendosi e ridendo, preda della follia –, nel tentativo di placare la sofferenza fisica; quando aveva visto Marlene McKinnon – la disgustosamente dolce e timida e troppo buona Marlene McKinnon – cruciarla, senza timore, senza tremare, ma con una furia cieca – e tanto odio – negli occhi. Quando aveva visto nella disgustosamente debole Marlene – troppo incapace di nascondere i suoi sentimenti per quel Prewett, ucciso dai suoi compagni insieme al fratello – una straordinaria forza, che sapeva essere superiore alla sua.

Per la prima volta Bellatrix aveva avuto paura – mentre si schiacciava sempre di più sul terreno, respirandone l'odore muffoso, e la gola bruciava e le grida e le risa si disperdevano nell'aria, coperte dalla pioggia e da quelle degli altri combattenti (loro gridavano incantesimi, ordini, ammonimenti, lei il suo dolore, ridendo della sua stessa debolezza). Per la prima volta Bellatrix aveva dovuto ammettere che il suo Signore aveva sbagliato. Era la disperazione – e il livore e il rancore – di un amore perso a rendere la McKinnon così potente.

Bellatrix, però, ne capirà pienamente l'intensità solo quando si renderà conto che il suo Signore sarà realmente caduto – e di nuovo urlerà il suo dolore e riderà della sua debolezza. Non accetterà, tuttavia, di essere torturata da sola, e crucierà le sue vittime per fargli provare il suo stesso tormento.

Negli occhi, la stessa furia cieca della disgustosa traditrice.

 

[324 parole.]

---

Storia scritta per la Challenge "Coppie scoppiate" indetta da Finn_the_raccoon.

Okay, non è che penso che tutti i Mangiamorte siano pazzi o che tutti i Mangiamorte impazziscano quando torturano i Paciock, sia chiaro xD È che, oggettivamente parlando, Bellatrix e Barty lo sono. Bellatrix lo è già da prima dei Paciock, ma tutta la sua follia esce fuori nel momento della loro tortura proprio perché, come scritto nella storia, è quello il momento in cui si rende conto che Voldemort è veramente morto e la loro causa è persa. Barty invece ha tutti i suoi motivi, già spiegati nella precedente flash. Mi dispiace solo che a rimetterci debbano essere sempre quei poveracci di Alice e Frank :(
Volevo anche sottolineare il fatto che anche se Marlene si era rinforzata grazie (?) alla disperazione per il perduto amore, e l'ultima frase è praticamente una similitudine tra lei e Bellatrix, non significa che quest'ultima fosse innamorata dell'Oscuro. Anzi, tutt'altro. Infatti, anche se lei si rende conto che l'amore non rende necessariamente deboli, la prima parte della storia resta com'è, nel senso che Bellatrix non prova e non proverà mai amore, ma solo ossessione. E credo che la disperazione per un'ossessione persa sia anche più straziante di quella per un'amore perso, tant'è vero che la Black impazzirà totalmente.
Credo di aver detto tutto, per qualsiasi cosa, comunque, non esitate a domandare, mi farebbe molto piacere avere un vostro parere ^^