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Autore: kazuha89    26/05/2013    8 recensioni
come è successo? non ricordo nulla..come è potuto accadere, senza che me ne accorgessi? come sono passati, in una sola notte..10 anni?!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non bastasse la vagonata delicatissima di novelle appena ricevute, ad accogliere i miei nervi sfatti al rientro a casa, c’era uno dei peggiori acquazzoni mai visti: ogni goccia di pioggia cadeva con la grazia di una lama da fioretto, conficcandosi nella pelle lasciando quasi il segno dell’impatto, il cielo era talmente grigio che nonostante le quattro del pomeriggio in giugno, pareva serata inoltrata, e ogni tre secondi, un tuono mi provocava  dei mezzi infarti rimbombando come una gran cassa in tutto il circondale. Io e Heiji correvamo come esaltati per le strade, alla ricerca di un taxi, coi bambino belli addormentati infilati a involtino nei cappotti. Trovatone uno, mezz’ora dopo l’arrivo del nostro treno a Tokyo, ci accomodammo sui sedili con un litro d’acqua nelle tasche e i capelli ridotti ad alghe marine.
Ciliegina glassata sulla torta del disastro, varcata la soglia, Ran ci piombò addosso come una valchiria furente:
“Ma io mi domando, cosa ho fatto di male, per meritarmi simili trattamenti, eh ragazzino?”
Ragazzino. Ha persino un figlio da me, e ancora devo sentirmi etichettare in quella maniera. Bellissima, come cosa..
“Scusa, avrei dovuto telefonare..” borbottai, gocciolando come un cono gelato al sole sul tappeto del salottino dello studio del vecchio.
“No, quando mai, mi sarei stranita, credo, dopo tanti anni di vagabondaggi senza meta da parte tua..” sbottò sarcastica, mentre mi toglieva piano Arthur dalle braccia. “Però mi sarei aspettata che almeno per il tuo fratellino, un bruscolino di responsabilità fosse germogliato in te..sai cosa ho passato, nelle ultime ore?”
“Ti ho detto che mi dispiace, non so che altro dire, Ran..”
Momenti piacevoli come quello, mi facevano desistere dal mio intento di ricordarmi i momenti persi della mia vita matrimoniale..
“kazuha è già arrivata?” domandò Heiji, dopo aver messo a cuccia la piccola Ellery nella stanza dove Ran aveva messo dei lettini per i piccoli quando stavano allo studio. Ran soffiò come un vecchio gatto arruffato.
“No, signor questore, l’hai scampata bella! Il suo treno arriverà domani mattina, colpa del maltempo. E dio solo sa cosa mi ha fatto desistere dal telefonarle!”
“Beh, qualsiasi cosa sia, tienilo bello attivo, per l’amo di dio..” esalò Heiji, rincuorato. “Comunque, datti pace, piccola. Non credo che i nostri fuggitivi tenteranno un’altra evasione, in futuro..”
“Perché? Siete finalmente riusciti a scucir loro qualche informazione?” chiese subito Ran, ansiosa.
“Beh,oddio, niente di particolare..di per sé, l’unica cosa che abbiamo capito è che andavano laggiù a trovare un loro amico. Il figlio della tua amica Aoko, Harry..”
Ran portò una mano al petto, spiazzata.
“Tutta questa pappardella, solo per vedere il piccolo Harry? Ma bastava che chiamassi sua madre, lei e Kaito l’avrebbero portato qui, o saremmo andati noi da loro, è assurdo..”
“Che vuoi che ne sappia, io? Ho chiamato anche Shinichi, un’ora fa, per riferire..neanche lui ci capisce niente..”
Vidi un po di colorito sfumare via dalle guance di Ran, e fulminai Heiji per aver tirato in ballo l’argomento.
“Ah..lo ha sentito?” chiese Ran, la voce un po incrinata. “Ha..ha detto niente?”
Heiji, che in quel momento era impegnato a non farsi incenerire dalle mie occhiate, la guardò contrito. “Scusa, bambolina..per ora è immerso fin qui nel lavoro. Nel week end gli darò una mano, può darsi riesca a liberarlo un po, ok?”
Lei annui, molto poco convinta.
“Vado a preparare un caffè, sarete intirizziti dal freddo, non sia mai vi ammalaste..”
Detto questo, scivolò come uno spettro nel cucinino dell’ufficio. Controllando per bene che fosse fuori tiro, mi sfilai un mocassino, e lo scagliai in fronte a Heiji con forza.
“Ahio..e che diamine, ho capito, sono scemo, non occorre farmi diventare un unicorno, Kudo!” sbottò massaggiandosi la fronte.
“Rimpiango di non essermi trasformato in donna, quella volta con quel maledetto farmaco..  in questo momento avrei potuto scagliarci un bel tacco 12, su quella testaccia deserta!”
“Saresti stato un cesso, secondo me..” ringhiò Heiji, sbirciando nel vetro del suo mini PC se aveva segni in fronte. Ran tornò pochi minuti dopo, un po gonfia in viso. Tuttavia, evidentemente allenata dai molti anni passati in quella situazione, schermò il tutto dandosi da fare per dare un asciugata ai posti dove avevamo gocciolato. Poi, mentre io e Heiji inghiottivamo grandi sorsate di intruglio caldo, lei salì al piano di sopra e fece ritorno con un cambio asciutto a testa. Quando ci fummo cambiati, Heiji sprofondò su uno dei due sofà, sospirando profondamente, mentre io mi sedetti a gambe incrociate sull’altro di fronte, posai la testa sullo schienale, e chiusi gli occhi, la mente che ronzava come un tafano, dai tanti pensieri.
“No, che mi bagnate tutti i divani, coi capelli zuppi!” sbottò Ran, lanciandoci due asciugamani. Mi avvolse intorno alla testa un asciugamano rosa confetto, e prese a frizionarmi la testa con energia.
“Quando la pianterai di farci da mammina, eh?” chiese Heiji ridacchiando, mentre si tamponava via dal collo le gocce colate dai capelli.
“Quando vi comporterete da adulti, immagino..” sbottò lei. “ Suppongo che abbiate infilato i piccoli nei lettini ancora bagnati, vero?”
Entrambi sbarrammo gli occhi.
“Ecco, per l’appunto..signore, pietà..bene, vado a cambiarli e poi me ne vado a letto, che domani Kazuha arriva presto, e la devo andare a prendere in stazione. Vedete di non fare confusione. Buonanotte.”
Mi lanciò l’asciugamano in grembo, e si diresse a passo spedito verso la cameretta dei bambini.
“Uff, ogni tanto me lo chiedo sai? Se abbiamo fatto davvero un affare, quella volta, a sposare quelle due..”
“Probabilmente saremmo morti molto tempo fa, se non lo avessimo fatto. Anzi, con tutta probabilità saremmo morti anche solo se non le avessimo conosciute..”
“Amen,fratello mio..Kazuha, a volte, somiglia così tanto a mia madre, che ho paura a lasciarla sola con mio padre, rischiando che si confonda anche lui..”
Ridemmo entrambi. Beh, scherno a parte, era vero, le nostre dolci metà fin troppe volte avevano dovuto badare a noi come delle madri improvvisate. C’era da invidiarla, la loro infinita pazienza..
Posai la testa ancora un po fresca sui cuscini del divano, mentre Heiji accendeva la tv sulla scrivania del vecchio per sentire il meteo, e iniziai a ripercorrere gli eventi appena vissuti.
Ran piangeva ancora per la mia assenza, per cui evidentemente non c’era stata traccia di antidoto definitivo, in questo dieci anni dispersi. Il mio bambino era diventato Shinichi kudo jr sotto il naso di tutti, come pure Ellery era diventata il clone in gonnella di suo padre. Beh, rischi a parte, non potevo non gongolare un po, al pensiero..
“Piove, poi piove ancora e, se avanzano cinque minuti..piove!” ragliò Heiji contro un innocente meteorologo dall’aria pallida in tv. “Dio.. di questo passo, ci toccherà tornare in patria col gommone!”
“Com’è che siamo in contatto con Kid, Heiji?” chiesi. Era da quando lo avevamo incontrato, che mi arrovellavo sull’argomento.
Heiji, prese una caramella dalla ciotola sul tavolinetto da caffè.
“Beh oddio, non è che si sia diventati amici di canasta, Kudo, precisiamo. Il rapporto tra noi è sempre lo stesso..esclusivamente lavorativo.”
“Chiaro..” dissi, annuendo. Bene, cercavo ancora di acchiapparlo, dunque. Ottimo, avevo piacere a sentire che le vecchie abitudini erano rimaste tali.
“Ran ha legato molto con sua moglie giusto in queste occasioni. Spesso e volentieri, Nakamori si è trovato a pensare che Furto Kid, in realtà fosse il suo amatissimo genero, e lei poverina, ogni volta moriva al pensiero. Aoko odia kid più di ogni altra cosa, per via dello stress a cui suo padre si sottopone da anni, per cercare di acciuffarlo..”
“Certo che ne ha fegato, quel ladrastro..come fa a guardare la madre di suo figlio e l’uomo che lo ha allevato come suo negli occhi, ogni volta che parlano male di Kid? Tutta la sua famiglia, escluso il suo bambino, odia furto kid, ovvero odia lui.. ci pensi?”
“Lo so, ne abbiamo parlato spesso, anche con lui a volte..” annui Heiji, succhiando la sua mentina. “Lui però dice che alla lunga, ha smesso di farci caso. Amava Aoko e l’ha sposata, vuole bene a Nakamori, e lo rispetta. Quello che fa nei panni di Kid..beh, lui dice che è una cosa che con la vita di Kaito Kurobane ha talmente poco a che fare, che può essere benissimo definita come una vita a sé. E’ come se Kid e Kaito..fossero due persone distinte, ecco..”
“Una specie di bipolarismo pilotato, dunque..ah beh, contento lui, contento il mondo.”
Heiji fece un cenno con la testa in segno di approvazione, e prese un’altra caramella, stavolta al lampone.
“A proposito..” disse, le labbra che andavano colorandosi di fucsia. “ Che diavolo hai detto a Kid, al telefono? La conversazione di cui ha parlato baby Houdini, intendo..”
“E lo chiedi a me? Pronto, amnesia, ricordi?” dissi, indicandomi la testa.
Heiji grugnì, irritato.
“E ora che ti prende? Non puoi prendertela con me, non ho mica deciso io di perdermi la memoria, sai?”
“No, quello no, certo..hai però deciso fin dalla notte dei tempi, di tenerti sempre tutto dentro e di non dire mai niente a nessuno! Sai, preoccupazione per la tua salute mentale a parte, non ti nascondo una certa soddisfazione, a vederti ridotto così. Almeno adesso riesci a capire che a fare il granchio eremita, ad odiare tanto il cameratismo e la condivisone..non hai guadagnato un bel niente!”
Lo guardai, sconvolto. Stava scherzando o cosa?
“Hai trasformato il tuo cervello in una banca dati, da quella maledetta notte, e fino ad oggi, nessuno ne ha mai avuto l’accesso, tranne il suo padrone di casa. E che risultati abbiamo avuto, da questa meticolosa segretezza? Tutta la roba che sapevi, le informazioni sui MIB e tutto il resto.. sono andate a farsi friggere! La tua scheda madre si è bruciata, e hai perso un quintale di Gb di roba! L’unica cosa che rimane a riguardo, sono le 4 cose che so io, ovvero un bel niente, dato che non conosco altro che dei nomignoli da superalcolico e neanche una faccia. Poi, le cose che ricorda Ai, che però sono vecchie di anni, e decisamente obsolete. Ci sarebbero poi i dati raccolti dall’ FBI, per quello, però rimane un piccolo marginale dettaglino..tu non hai raccontato nemmeno a loro tutto! Loro non sanno, per esempio che sono anni che vedi di nascosto Vermouth, non sanno che ti è arrivato almeno venti volte il respiro di Gin dietro al collo.. non sanno praticamente niente!”
“Vuoi piantarla di urlare, idiota, vuoi che ti sentano tutti?” ringhiai, adirato. “Cameratismo..condivisione? Heiji, qui non si tratta di condividere una prova nella risoluzione di un caso o un sandwich nella pausa pranzo, chiaro? Qui si tratta di: se non sai vivi, se sai muori!”
“Credi di aver a che fare un bambino? Le avrei sapute gestire esattamente come te, le cose..”
“Cosa? Tu.. tu sei convinto che non abbia mai detto niente a nessuno..perchè non davo fiducia? Tu..non ci posso credere, tu..”
Mi sentivo sperso. Ok, ero diffidente d’indole, e poco incline alle deleghe ma.. Heiji, colui che si definiva il mio migliore amico, lui..non mi aveva mai capito davvero!
“Oh, ora non fare la faccia da incompreso, per cortesia..” rimbeccò lui, agitandomi l’indice in faccia. “Tu non ti sei mai fidato di nessuno, nemmeno di me che per diverse volte mi sono strinato il pelo, per salvare il tuo, quindi ora non fare il martire..”
“E in tanti anni, tu non ti sei mai chiesto quale fosse l’origine di questo mio atteggiamento, Heiji? per tutti questi anni, presenti o non nella mia memoria, tu ti sei definito il mio migliore amico, mi hai fatto da testimone di nozze e tu hai fatto il mio, ho tenuto tua figlia al suo battesimo e tu hai tenuto il mio, e ancora..ancora non mi hai capito del tutto?”
Heiji parve spiazzato, per qualche secondo. Poi, si riebbe.
“C..certo che so chi sei davvero, credi che sia scemo? Sei la copia incarnata di Sherlock Holmes, ecco chi sei! Borioso, arrogante, permaloso, egocentrico, vagamente sociopatico se non per interesse bel preciso verso una persona specifica, iperattivo sul lavoro ma alquanto svogliato nel resto, diffidente e lunatico. Non ami collaborare o delegare, fai sempre tutto da solo e.. ah si, te la tiri un casino quando riesci in qualcosa prima degli altri..”
Lo guardai, una punta di irritazione in corpo.
“Bene..e, tanto per la cronaca, mi dici perché se sono tanto sgradevole, mi sei lo stesso rimasto appiccicato, negli ultimi anni? Uno che descrive una persona come tu hai descritto me, mi indurrebbe a pensare che la terrebbe volentieri al distanza, non che la farebbe membro onorario della sua famiglia..”
Heiji mi fece una smorfia.
“Sì, certo.. sarebbe cosi, se..chi descrive non fosse identico a chi viene descritto.”
Lo guardai confuso.
“Dio li fa e poi li accoppia, si dice, no? Io ho passato una vita alla berlina, perché la gente comune non accettava che fossi decisamente più mentalmente dotato di loro..”
Evviva la modestia..
“Poi sei arrivato tu, che avevi vissuto specularmente a me, e per la prima volta nella mia vita, mi sono sentito capire davvero..”
L’avrei negato anche sotto tortura, ma.. condividevo in pieno.
“Però non puoi negarlo lo stesso, gemellino..” risposi, sentendo mio malgrado scemare la rabbia. Dannata sensibilità ai complimenti. “Non hai mai capito il perché non condivido mai niente con nessuno. Specie con te.. ”
“Perché..non c’è nessun perché, tu sei fatto così, punto. Beh, il perché non lo fai con me, magari dipende dal fatto che non so tenermi bene la lingua tra i denti, forse.. ”
“No, altrimenti avrei negato fino alla morte di essere..” abbassai il tono fino a renderlo un sospiro. “Shinichi Kudo..”
“Non avevi grandi scelte, eri spalle al muro, bellezza..”
“Avrei sempre potuto farti passare per matto, volendo. Chi diavolo ti darebbe filo, anche al giorno d’oggi, se andassi a raccontare questa storia?”
Heiji, suo malgrado, annui. Poi però, tornò cupo.
“Beh, me ne frego lo stesso, mi ha sempre dato fastidio che diffidassi dei tuoi amici come fossero nelle file rivali. Ok per i poliziotti e l’FBI, ma io! Sai che neanche adesso, non mi dici mai un cavolo? A volte, come ha sentito anche mia figlia, mi fai uscire talmente dai gangheri che mi perdo il controllo per strada. Specie dopo due anni fa.. ”
Vidi sul volto di heiji scendere una maschera scura, e il suo sguardo si perse nel vuoto.
“Cosa? Che vai dicendo..che è successo due anni fa?”
Heiji grugnì, furioso.
“E chi lo sa? Come sempre, silenzio stampa! Tre parole in croce e via.. neanche con me, hai voluto parlare. Dio, che odio, non mi ci far pensare, con la paura che mi sono preso.. Ok, Kudo, se esiste un perché, lo voglio adesso, sono stufo! Si ,ok, sono un amico di merda, non ho mai capito il tuo intento da buon samaritano nascosto dietro la tua faccia da duro..adesso però dimmi perché, perché non ti fai mai aiutare almeno da me!”
“Perché? Ok, te lo dico subito il perché.. perché moriresti, idiota! Il prefisso del numero del capo dei MIB, l’unica persona a cui una bestia malata come Gin obbedisce, è di Osaka! Sapendo questo, aggiungi che tu sei nato lì, tua moglie e tua figlia sono nate lì, tutta la vostra famiglia ha le sue radici lì. Ecco..sommando le due cose, e ponendo il caso che quella persona, il capo dei MIB, venga a sapere che tu, niente meno che il questore di Osaka, il poliziotto più in vista esistente nel tuo paese, da più di dieci anni dai asilo a me e Ai..quanto tempo dai da vivere alla tua famiglia?”
Heiji divenne serio come mai lo avevo visto. La serietà che nasce in volto solo a un uomo che sa di avere un carico sulle spalle del peso di una famiglia.
“E sappi anche, se avessi in mente di replicare come credo, che non esiste nascondiglio al mondo da quella gente, Heiji, neanche ad inventarsene uno. L’unico abbastanza sicuro.. è quello che usano Shinichi Kudo e Shio Miyano, e non credo ti piacerebbe. Non abbiamo a che fare con i soliti furfantelli casalinghi che si pentono tre secondi dopo aver piantato il coltello. Questa gente è come i vampiri: uccide per il piacere del sangue. E non importa da dove sgorga, basta che ce ne sia tanto. Non si fermerebbero davanti a nulla, per fartela pagare, se avessero sospetto che sai anche mezza cosa in più del normale poliziotto di provincia. E come ben sai facendo il nostro mestiere, Heiji, la ferita più dolorosa non è certo sulla tua pelle. E tu, come pure io, hai un punto debole che fa male da ammazzarti, se viene toccato..”
Heiji deglutì, il labbro superiore tutto imperlato di sudore. Dire che ero già in grado di capire cosa potrebbe provare un padre all’idea che la carne della sua carne venisse anche solo guardata da un paio d’occhi come quelli di Gin, magari non mi era ancora possibile ai livelli di Heiji, che ricordava nel dettaglio ogni momenti di vita della sua bambina. Però sottopelle, l’istinto animale di protezione del cucciolo, stimolato da un simile pensiero, tirò comunque su le antenne.
“Tu sei più esposto di tanti altri, Heiji, ma a questo mondo non esiste anima viva che manterrebbe una vita normale, una volta che viene a contatto con quel colore nero maledetto. Macchia fin dentro l’anima, e non te lo levi più. Io ho giocato con la sorte, e ho perso miserabilmente, ogni singola cosa che avevo. Con che coraggio mi chiedi di condividere quello che so, sapendo cosa è successo a me una volta che ho saputo?”
Per qualche istante, heiji rimase in silenzio monacale, fissando gli involti colorati delle caramelle nella ciotola davanti a lui, il respiro ridotto a un filo. Poi, con mia sorpresa, sorrise.
“Mi chiedo..dovrà andare avanti ancora a lungo, questo inferno? Che diavolo, ho quasi trent’anni, e ancora mi ritrovo a puzzare di latte, al tuo cospetto..”
Mi sporsi un po’, e gli posai una mano sulla spalla.
“Chi fa il nostro mestiere, non smette di imparare..”
“..neanche l’ultimo giorno di lavoro, lo so. Però sa dio perché, ho sempre l’impressione che sia io l’unico che impara, tra noi due, e tu quello che si limita a dispensare insegnamenti..”
“Sbagliato. Io me lo ripeto sempre, sai? Per quanto riesca a capire come facciano nel dettaglio, non mi sarà mai chiaro il perché un criminale fa quello che fa. Questo si che è un insegnamento che gradirei imparare, amico mio.. ”
“Ah beh, grazie tante..se sapessimo questa cosa, tanto varrebbe darsi alla pesca d’altura, lavoro non ce ne sarebbe più..”
“Bell’idea! E ci portiamo via anche Kid, mi pare di ricordare che adori il pesce!”
“Sì, come tu adori i clown e io quelle maledette bambole di porcellana..brr!”
Scoppiammo a ridere. Poi; mentre Heiji prendeva un’altra caramella, mi venne in mente una cosa.
“A proposito di bambole.. perché io e Vermouth ci vediamo ancora? Voglio dire, ora che sono il questore, il rischio dovrebbe essere triplicato, no? Le conviene ancora, incontrarmi di nascosto? E soprattutto..perchè ho interpellato Kid a riguardo, e in piena notte, per giunta?”
“Boh, dovevi chiederlo a lui..” disse heiji, spostando da un lato all’latro della bocca la caramella.
“Si, per sentirmi sfottere un ora sul fatto che non ricordo un fico secco, certo..”
“Non credo ti prenderà..beh molto in giro, diciamo. E’ diventato grande anche lui, sai? Col tempo, maturano anche le nespole, si dice. A pensarci, due anni fa si è ingrigito parecchio la chioma anche lui.. ”
“Ancora quel fatto.. ma mi spieghi che diavolo ho fatto, due anni fa?”
Heiji smise di far passeggiare la sua caramella in bocca, e sospirò a fondo, scrutando il diluvio che si stava abbattendo contro le finestre dell’ufficio.
“Non lo sa nessuno, tu non ne hai mai voluto parlare. L’unica cosa certa è..che il discorso dell’autismo è saltato fuori col tempo, dopo quel giorno, tanto che sia i medici che..beh chi non sa di te, diciamo, lo associa direttamente..”
“Quindi..ho avuto un incidente, o cose simili?” chiesi. Heiji denegò.
“I medici e, in seguito e in separata sede, io e Ai, ti abbiamo rivoltato come un guanto, ma non avevi neanche la puntura di una zanzara sul corpo, nulla. Però rimane comunque un fatto assurdo..”
“Quale? Che cosa è capitato, di strano, per ridurmi all’autismo selettivo?”
“Solo tu lo sai, Kudo, e ora che hai perduto i tuoi ricordi, credo che rimarrà un mistero, quello che hai fatto quel giorno..”
Heiji prese un sorso del suo caffè, ormai appena tiepido, lo sguardo perso nel vuoto.
“Ricordo tutto come fosse successo ieri, uno dei peggiori spaventi che la mia pelle ricordi. Ellery aveva solo quattro anni, e ricordo che stavo giocando con lei in salotto, quando il mio cellulare ha squillato, col nome di Ran sopra. Ho preso in braccio la bambina e sono andato a rispondere.”
Heiji posò la tazza, e iniziò a farla girare su se stessa.
“Ran, percettibilmente agitata, mi chiedeva se sapevo per caso di qualche impegno di Conan  per quella mattina, perchè lei quella mattina lo aveva mandato a portare Arthur all’asilo, e non era ancora tornato. Io le ho risposto che non sapevo nulla, e di aspettare un altro po’, che probabilmente ti eri perso in qualche negozio di libri o avevi trovato da chiacchierare con qualche agente di pattuglia tipo Yumi. Riagganciato il telefono, però, feci caso che erano ormai le dieci passate, e che perciò eri fuori da almeno due ore buone, troppo tempo per due chiacchiere o per una vetrina. Così, ho provato a chiamarti, ma sia il cellulare di Conan sia quello di Shinichi, mi davano spento o non raggiungibile. Cosa che prima di allora, non era mai capitata.. ”
“Beh può essere che fossi al laboratorio di Ai a casa del dottore. Là sotto, la ricezione fa pena..” risposi, tranquillo.
Heiji si alzò in piedi, e andò alla finestra dietro la scrivania, il riflesso dell’acqua sul viso.
“Tre ore dopo, ran mi ha chiamato. Piangeva ed era fuori di sé dall’angoscia.. ”
“Cosa? Tre ore dopo non ero ancora tornato? Ma..avete provato a vedere che non fossi andato a trovare qualcuno o cosa?” chiesi, stupito. Non era da me, un simile comportamento. Ok, spesso dimenticavo di avvertire, se deviavo da qualche parte, ma non tenevo mai entrambi i telefoni spenti.
“Certo. Ran, in preda alle lacrime, mi disse che ti aveva cercato dappertutto: a casa dei Db, dal dottore, ed era persino uscita per vedere se eri nel tuo solito negozio di libri o al Poirot. Niente, non eri da nessuna parte. Mi aveva richiamato per chiedermi, se per caso eri venuto qui o se ero riuscito a trovarti al cellulare..che a lei dava ancora irraggiungibile. Mi ha detto inoltre.. di aver cercato anche Shinichi sul cellulare, per vedere se eri con lì, ma non era riuscita a trovare nemmeno lui. Cosa che, grazie a dio, capita spesso, e non l’ha insospettita più di tanto..”
“Assurdo.. dove diavolo ero, alla fine?”
Heiji posò le mani sulla scrivania, dandomi le spalle.
“Passate le tre del pomeriggio..”
“Passato cosa?!”
“Passate le tre del pomeriggio, Ran ha iniziato a stare male, così io e Kazuha siamo partiti col primo treno per venire qui. Arrivati, abbiamo trovato Takagi e Sato. Ran li aveva chiamati nel panico, dimenticando che erano entrambi a casa per il loro bambino appena nato. Tuttavia, essendo praticamente della famiglia e legatissimi a te, erano corsi immediatamente..”
“Gesù..beh, alla fine mi hanno trovato, immagino. Dov’ero?”
Heiji sospirò.
“Erano quasi le otto di sera, quando all’improvviso, la porta di casa si è aperta e..tu sei entrato, come se niente fosse..”
“Co..sono tornato a casa da solo? No, non è possibile..non posso aver fatto una cosa così stupida per niente! Mi avevano rapito, o ero ostaggio da qualche parte, o roba simile.. ”
 “Niente..nessuna banca rapinata, nessun sequestro. Eri semplicemente sparito nel nulla per quasi 12 ore..”
“Io..beh d’accordo, posso aver detto così alla polizia e agli altri..ma a te devo aver detto la verità, per forza! Ok che non ti dico niente sui MIB, ma sai benissimo quante volte Gin mi è arrivato a tiro, te l’ho sempre detto! Se mi succede qualcosa, te lo dico sempre, e tu lo sai! Ok, qual è la versione ufficiale?”
Heiji rise amaro.
“La verità? La versione ufficiale? Eccola: non è successo niente, stai tranquillo.. ”
Lo guardai, sconvolto.
“Me..me l’hai chiesto davanti a tutti o..”
“Te l’ho chiesto davanti a tutti, a quattr’occhi a casa mia, in macchina da soli tu ed io, te l’ha chiesto Ai almeno cento volte nel suo laboratorio e fuori.. la risposta non cambiava mai.”
“No, è impossibile..e i telefoni? Avete controllato le chiamate?”
“Questo è l’unico dettaglio che ci ha indotti a pensare che, benché non volessi ammetterlo per sa dio qualche motivo, avessi effettivamente incontrato qualcuno. Il telefono di Conan.. l’ ha trovato la polizia nel canale, tre giorni dopo il fattaccio. Quello di Shinichi l’avevi ancora con te, ma non aveva più la schedina memoria. Quando ti ho chiesto se l’avevi buttata insieme al telefono o se l’aveva fatto qualcun altro.. tu non hai risposto. Non hai risposto a moltissime domande, a dire il vero.. ”
“Mi rifiutavo di rispondere? Anche a te?”
Heiji annui.
“I medici, come pure Ai, te l’ho detto anche prima che non hanno trovato segni sul tuo corpo. Quindi non sei stato legato, ne niente. Non avevi nel sangue tracce di sonniferi, per cui non eri nemmeno stato drogato o sedato in alcun tipo. Non avevi nemmeno l ma d test d cloroformio. Qualsiasi cosa sia successa.. l’hai fatta di tua spontanea volontà. Kid l’ha visto al telegiornale, tornando a lui: sequestro lampo del figlio del famoso detective Goro. Anche i Kudo l’hanno saputo da lì. A tua madre è quasi venuto un accidente. Anche lei ha provato col bello e col buono a farti parlare, ma niente. Non hai mai detto assolutissimamente nulla a nessuno. Però, da quel giorno, hai iniziato la pantomima del silenzio. Prima a scuola, poi in seguito al distretto dove tu ei DB fate tirocinio. La gente all’inizio pensava fossi solo musone, un po’ orso ecco. Poi però, hai preso a non rispondere neanche alle domande quando qualcuno te le porgeva, ti giravi dall’altra parte e te ne andavi. Conoscendo il tuo carattere, Ran e il vecchio hanno iniziato a preoccuparsi. E poi..beh è storia saputa..”
Abbassai lento la testa, e lasciai che le mie dita sprofondassero tra i miei capelli umidi, sconvolto a dir poco. Ero impazzito, o che cosa? Che diamine di comportamento era? Avrei compreso un silenzio con Ran e il resto del popolo, ma.. perchè non avevo detto niente nemmeno ad Ai e Heiji? Era assurdo.. semplicemente assurdo.
“Hai continuato a vivere normalmente solo con le persone di cui ti fidavi o con i conoscenti stretti. Per gli altri, hai issato un muro. Pensa, persino con Sonoko, hai smesso di parlare. Per questo oggi quella canaglietta era stranita. Quando viene qua con suo padre o voi andate da loro, lui non ti ha mai sentito parlare. Kid, ok, lo senti al telefono, ma prima di oggi, non si sospettava che lui ne fosse la corrente.. ”
“E nessuno hai ami fatto niente? Mi hai sempre lasciato lì in silenzio, anche quando qualcuno mi parlava e vedevi che lo ignoravo? Mi stupisco che Goro non me le abbia mai suonate, francamente.. ”
“Ran non lo permette. Nessuno, da quel giorno, è padrone di dirti o farti niente, se ti rifiuti di parlare. Di solito, ti manda a giocare con Arthur, quando succede.. ”
“Bene, proprio come fossi ritardato o roba simile..” dissi fregandomi il viso, innervosito. “ No, questa cosa è insostenibile, ne verrò fuori, vedi tu. Da domani, tornerò a parlare normalmente, e dirò che quel giorno sono stato sequestrato da un pazzo che mi ha minacciato, che gli sono scappato solo in serata, che ho avuto paura e perciò non me la sono sentita di sporgere denuncia  nel timore facesse del male al piccolo Arthur..”
“No.” disse Heiji perentorio. “Non fare sciocchezze, Kudo..”
“Io non voglio che la gente pensi che abbia dei problemi mentali, Heiji! Ho già abbastanza grane per le mani senza tirarmi in barca anche questo pesce, grazie.. ”
“Non per quello, e che io..io non ho niente in mano a sostegno della mia tesi, fuori che ipotesi campate in aria, e un unico appiglio su un cellulare buttato in mare e una sim card svanita nel nulla. Però.. però io so che come me, Kudo, non ti conosce nessuno, e so..so che se fosse tutto al contrario, tu penseresti: ok, Heiji, stai covando qualcosa, ma non puoi dir cosa, bene. Diamo tempo al tempo, dunque. Mi hai proposto di diventare questore dopo questo casino, sai?”
“Davvero?” chiesi, quasi speranzoso. Se davvero Heiji avesse ragione..dio, perché non ricordo nulla!
“Si, e come ben sai, tu mi dicesti che sapevi cosa facevi, e io mi sono fidato al buio, Kudo. E lo faccio anche per questa cosa. So che è successo qualcosa di strano, in quelle maledette 12 ore nere, ma che tu non ne puoi parlare ad anima viva, nemmeno a me. E grazie alla spiegazione da te fornita oggi, si ha finalmente anche una porca spiegazione a riguardo. Bene, direi che si è fatta l’ora della nanna, eh? Giornatina intensa esige dormita intensa..”
Lo guarda sfilarsi i vestiti e inforcare il pigiama, il cuore gonfio di un affetto. Era impressionante quanto tenesse a me, non ne avevo davvero idea. Se avessi riacquistato i miei ricordi, feci un fioretto a me stesso che avrei iniziato a essere più aperto con lui, più cameralista. Un uomo del genere, come pure la donna che ora era mia moglie, capita una sola volta nella vita.
Srotolammo i futon mentre fuori dalla finestra, iniziarono dei violenti tuoni. Heiji non aveva neppure toccato il cuscino, che già ronfava. Io dal canto mio, con tutte le emozioni vissute quel giorno, mi addormentai praticamente con una gamba si e una no nel pigiama.
Immediatamente, i miei sogni iniziarono a cospargersi d’immagini strane, distorte. Vedevo Ran, che mi supplicava di parlare, e sentivo di morire davanti a quegli occhi, ma una forza dentro di me imponeva alle mie labbra di rimanere sigillate. Poi, mi apparvero dei vicoli familiari.. l strada di casa mia! Vedevo il mio cancello, e le finestre aperte in tutta casa. Subaru stava arieggiando le stanze? Poi, vidi la casa del dottore, un fumetto grigio che filava fuori da una delle finestre. Un’altra invenzione andata male, pensai ridendo. Feci per avvicinarmi, per soccorrere un eventuale dottore ferito, come al solito, ma all’improvviso mi sentì trattenere, trattenere da qualcosa che mi avvolgeva le braccia ma che non vedevo..
Devi stare buono, sai? Stai parlando troppo..
Una voce..una voce di donna..una voce che non conoscevo.
Io non sono come lui, sai? Io non vengo mai vista da nessuno..
Chi sei? Di cosa parli?
Non devi dare la colpa a me, sai? Eri tu che dovevi farti gli affari tuoi..
 Che cosa vuoi da me? Chi sei, dimmelo!
Non devi preoccuparti, sai? Non fa neanche tanto male..
Improvvisamente, la mia testa fu come colpita da un fulmine. Una scarica elettrica dolorosa mi avvolse tutto, le orecchie, il naso, la bocca, gli occhi.. tutto bruciava come il fuoco. Provai a urlare, ma non usci alcun suono. Era come, se mi avessero azzerato l’audio. Pregai intensamente che finisse, cercando ancora di urlare, ma senza risultato.
E’ inutile urlare, sai? Nessuno può sentirti..
Smettila.. ti prego, mi sta facendo impazzire, smettila!
Devi stare attento, sai? La fata verde è velenosa, se vuole..
In quel momento, il dolore raggiunse un’intensità talmente elevata che fui sul punto di espellere dalla bocca il mio stesso cervello, se non fosse cessato. Quando improvvisamente, mi sentì afferrare per le spalle con forza.
“CRISTO, APRI QUEI MALEDETTI OCCHI!”
Nel momento che udì quelle parole, il dolore svanì nel nulla. Mi ritrovai seduto nel mio futon, la pelle di tutto il corpo coperta di sudore ma gelida, le mani e le gambe tremanti come foglie, il naso di heiji praticamente premuto contro il mio, le sue mani salde attorno alle mie spalle. Lo guardai. Era agitato.
“Ci sei? Mi senti, Kudo?” esclamò, concitato.
Io tentai di rispondere, ma avevo la lingua appiccicata al palato, un sapore bruciante e dolciastro in bocca. Annui.
“Gesù santissimo..mi mancava solo questa, porca troia! Credevo che ne fossimo usciti, almeno da questa!”
Prese bruscamente il suo asciugamano dal divano, e iniziò a tamponarmi via il sudore dalla faccia. Sembrava fossi appena uscito dalla doccia, da quanto ero sudato.
“Co.. cosa ho fatto?” farfugliai, la bocca impastata.
“Niente, hai avuto una crisi, tutto qua. Non è la prima volta, tanto per la cronaca, non metterti paura..toh, bevi, ti calma il fiatone..”
Mi spinse sotto il naso un bicchiere d’acqua. Lo trangugiai con voracità. Ne sentivo il bisogno.
“Non..non ricordo di essere mai stato così..” dissi, annaspando per la gran bevuta.
“Sempre un gentile omaggio di quel cazzo di giorno buio..” disse Heiji, prendendomi il bicchiere. “E anche il tempo coincide, devo dire..tutto come al solito..”
“So.. solito?”
“Da quel pomeriggio, sembra che i temporali violenti, ti scatenino una sorta di reazione di panico inconscio. Nel sonno, inizi a respirare male a sudare, e a dimenarti come in preda al dolore. Si fa persino fatica a svegliarti, sai? Poi, in genere hai una sete boia e tremi per un po’, ma in genere stai meglio. E’ strano, come fenomeno, a dirla tutta. Anche perché.. anche il giorno che sei sparito, veniva giù un acquazzone assurdo. E’ come se il tutto fosse associato.. ”
“Quante volte è successo?” chiesi, cercando di calmare il tremore alle gambe fregandole forte.
“Non spesso, per fortuna..però ran si spaventa ogni volta. Continua a finire nel tunnel dei danni mentali.. ”
“Heiji.. cosa ho sognato prima delle crisi..l’ho mai detto?”
Heiji mi guardò stupito.
“No, hai sempre detto di non ricordarlo.. perchè?”
“Perché adesso me lo ricordo, e dato che invece il motivo per cui magari lo omettevo in passato, non lo conosco più..credo di doverlo dire, magari serve a qualcosa..”
Heiji si fiondò al mio fianco.
“Eccolo qua, sono tutt’orecchi.”
“Beh, è un gran casino, all’inizio..vedo Ran che mi incita a parlare, ma sento..sento di dover tacere. E’ come se.. se dentro mi dicessi: non parlare, non farlo..”
“Ok, e così appuriamo un fatto: non parli perché non puoi, bene. Una delle mie teorie, tra l’altro, ottimo! Poi?”
“Vedo le strade che portano a casa mia, casa Kudo. Vedo il mio cancello. Poi, vedo casa del dottore, e vedo del fumo grigio. Penso che il doc abbia fuso l’ennesima invenzione.. ”
“Normale amministrazione.. ok, poi?”
“E poi inizia la confusione..mi sento prendere da dietro e stringere. Sento una voce, una voce di donna..”
“Ran? O magari Ai?” chiese Heiji, ansioso.
“No, mai sentita in vita mia..” risposi. “Mi sussurra all’orecchio..frasi molto simili..sembra una cantilena..”
“Cosa dice?”
“Cose assurde..che parlo troppo, che devo stare al mio posto, e così via..”
Heiji aggrottò la fronte.
“Che parli troppo? E se.. e se fosse quella donna, che ti ha fatto sparire quel pomeriggio? Non hai visto il suo viso?”
“No, e lei ha aggiunto che sono in pochi, quelli che la riescono a vedere, non come lui..non so chi intendesse..”
“Lui..non potrebbe essere..Gin?”
Riflettei.
“Non credo..non ho mai sentito quella voce, da uno dei MIB. Kir, Chianti e Vermouth non hanno quella voce e quel tono. Sembrava.. una bambina scema, a ad essere sincero, anche se si sentiva che era adulta..”
“Però ciò non toglie che gli unici che avrebbero di cui lamentarsi per il fatto che parli o che, per meglio dire, sai un sacco di cose, sono loro. Magari è un membro nuovo, che ne sappiamo? Magari poi tu sai chi è, però l’informazione in questione è finita nel gabinetto insieme all’ultimo decennio di roba.. ”
“Si grazie Heiji, fammi finire..” rimbeccai, stizzito. “Ha continuato a farfugliare assurdità per un po. Poi, ha detto che non dovevo preoccuparmi, che tanto male non faceva.. ”
“Che cosa non doveva far male? Che ha fatto?” chiese Heiji.
“La cosa che mi ha fatto venire la crisi, ovvero un male cane. Mi sono sentito fulminare il cervello, avevo tutta la testa in fiamme! A un certo punto, temevo di espellere tutta la materia grigia, dal dolore.. ”
“Onesta, la signora..poi?”
“Ho iniziato ad urlare, ma non emettevo un suono, così ho pregato che smettesse. Lei ha detto che era inutile, nessuno poteva sentirmi.
“Balle, io ti ho sentito, forte e chiaro, alla faccia sua! Poi, che altro ha detto madame?”
“L’ho supplicata di smettere, e lei ha detto: devi stare attento, la fata verde è velenosa, se vuole.. e poi mi hai svegliato tu.”
Heiji mi guardò confuso.
“Fata verde? E che diamine è una fata verde?”
Io feci spallucce.
“Teoricamente, una specie di elfo color foglia, a detta sua tossica. Piuttosto insensato, devo dire. Nei miti e nelle fiabe che conosco, non ho mai sentito di fate velenose. Di fate che ti danno e che bevono veleno sì, ma velenose di loro essenza no..”
“No,lo escludo anche io. Però tu non potevi vederla, ergo può non essere umana..”
“Heiji, per l’amor di dio, siamo uomini di scienza! Non mi dirai che a rapirmi, quel giorno, è stato un folletto o un suo parente, spero.. ”
“Lo so anche io che è una stupidaggine, cosa credi? Sto cercando di capire che diavolo era, tutto qua.. ”
“Beh ci sono varie spiegazioni al fatto che non riuscissi a vederla, prima di ricorrere alle teorie sulle fatine e affini. I sogni sono immagini residue rimaste nell’inconscio, no? probabilmente quella donna non aveva volto perché quando l’ho incontrata, quel giorno, non sono riuscito a vederla in faccia, no? Magari mi ha assalito alle spalle, o aveva il viso coperto.. ”
“Si,possibile..ok, riassumendo..”
Heiji pescò da uno dei cassetti della scrivania del vecchio carta e penna, e prese a stilare appunti in maniera febbrile.
Punto primo: ti ha detto che parli troppo. Se davvero si tratta di un MIB nuovo, induce a pensare alla frase come a una metafora, dato che in realtà tutto quello che sai su di loro non lo hai mai detto ad anima viva, se non le 4 cose tirate che hai concesso al tuo popolo. Magari lei intendeva..che sai troppe cose!”
“Già..beh, sarà soddisfatta, adesso, immagino..non so più un accidente!”
“Punto secondo: ti ha detto che lei non è paragonabile a un certo LUI, che lei non viene vista quasi mai..membro poco utilizzato? Novellina? Oppure.. ”
“Arma segreta..” mormorai, la mano a sorreggermi il mento. “Una specie di asso nella manica, un jolly..”
Heiji prese nota.
“Punto terzo: ti ha detto che la colpa di tutto è tua, che ti dovevi fare gli affari tuoi.. direi che qui la teoria dei MIB è bella che fondata, eh?”
“Già.. però non è da loro attaccate un ragazzino in pieno giorno, ti pare?”
“Ehi, tu hai detto che parlava come una bimbetta demente..magari il boss non la usa giusto per quel motivo: le manca qualche rotella..”
Io annui, e Heiji appuntò anche questo dettaglio.
“Punto quarto e quinto: inutile urlare, nessuno ti sente e..non fa molto male. Ok, è scesa in campo, ha fatto la sua mossa. Hai detto che hai avvertito una scarica elettrica, no? Può essere che ti abbia fatto una specie di elettroshock, o roba simile.. ma no, è assurdo! Ero lì quando i medici ti hanno visitato, e quando Ai ti ha passato al microscopio. Non avevi segni di ustione da elettricità o un qualsiasi segno attorno alla testa. Che ha fatto, ti ha fulminato con la magia, la fatina?”
“Non mi ha appiccicato niente alla testa, niente elettrodi o placche, niente. Prima parlava, poi mi fulminava. Nel mezzo, niente.. ”
“Punto finale: la fata verde può essere velenosa. Sorvolando sul folklore, può significare diverse cose, ma.. a me ne viene in mente una, Kudo..”
“Fammi indovinare..per ora ti lascio vivo, ma sappi che volendo..posso ammazzarti quando voglio?”
Heiji annui.
“Se la pensiamo allo stesso modo, generalmente è la pista giusta, lo sai, no? tu che cosa vedi, qua dentro?”
Mi porse il figlio con gli appunti.
“Dunque..questa donna è un membro dei MIB che, o non ho mai conosciuto, o che non conosco più. E’ diversa dai suoi colleghi di ufficio, generalmente non scende in campo. Ergo, non è un’assassina qualsiasi, per cui, il suo tasso di pericolosità gratta le stelle. Non è molto sana di mente, o non lo è del tutto. Tradotto in lingua corrente: pericolosa, imprevedibile e, come tutti i bravi psicopatici, sprovvista di coscienza. Anche il fatto che, qualsiasi cosa sappia fare, lei lo reputa indolore anche se fa un male assurdo, induce  a pensare che sia svitata non poco. Per concludere il quadro, si fa chiamare fatina verde, sa perfettamente chi sono in realtà e.. dichiara apertamente che se sbaglio di nuovo, sono un uomo morto. Esimio collega, lei concorda?”
Heiji sospirò.
“Gemelli divisi alla nascita, come del resto quasi tutti i nostri pensieri..” disse, e riprese gli appunti dalle mie mani. “Però mi rimane un neo..siamo usciti dagli schemi, per la prima volta negli annali dell’organizzazione dei corvacci. Non è strano?”
“In che senso, sono usciti dagli schemi?” chiesi.
“Fatina verde. I MIB non hanno mai usato soprannomi fuori dal ramo dell’alcool. Gin, Vodka, Chianti, Kir, Vermouth, Calvados, Korn, Tequila, Pisco e chi più ne ha, più ne ammazzi..perchè lei è diversa, ora?”
Stavo per alzare le spalle, confuso quanto lui su questa cosa, quando.. improvvisamente fui folgorato da un illuminazione.
“Heiji.. quell’affare dove tieni le foto..è un computer vero?”
Heiji estrasse il mini schermo dove mi aveva mostrato le foto.
“Questo, intendi? Tanto per evitare di passare per scemo, ti informo che questo cosino di chiama Tablet, e non esiste ragazzino della tua età che non sappia che cos’è, E si, è un computer portatile, solo che non ha la tastiera fuori coi tasti, ma dentro a touch screen..perchè me lo chiedi?”
“Mi serve internet, puoi connetterti?” chiesi, osservando con un certo interesse quell’aggeggio. Tecnologia a touch..bel passo avanti, aveva fatto, la tecnologia!
“Certo, è istantaneamente..che cosa ti serve?”
“Digita fata verde..superalcolici..se ho ragione, avremmo la risposta al tuo interrogativo sul nome di quella donna..”
“Fata verde..superalcolici..ok, vediamo che mi da..oh, cristo..Kudo, esiste! È un liquore alle erbe, di colore verde smeraldo, con un tasso alcolico assurdo e.. in dosi massicce velenoso! E’ lei, senza dubbio! Ok, il nome d’arte di questa roba è fata verde, ma normalmente, il suo vero nome è.. ”
“Assenzio.” Conclusi per lui. Mi alzai, e andai alla finestra. La pioggia piano andava cessando. Heiji continuò a leggere.
“cristo..non toccherei questa roba mi puntassero un mitra in fronte: L’abuso è causa di gravi disturbi. L’essenza di assenzio è un veleno. Ad alte dosi l’assenzio rivela, inoltre, le sue proprietà di droga e diventa piuttosto tossico per effetto del suo contenuto in tuiolo: tale sostanza, infatti, ha intense proprietà eccitanti sul sistema nervoso centrale e può produrre allucinazioni e manifestazioni epilettiche; ha inoltre una forte azione irritante sugli organi pelvici per via della quale ha trovato impiego in passato come emmenagogo e abortivo. Gesù, ma perché la vendono, una simile porcheria?
“Non ne ho idea, però so perché lei ha scelto quel nome. Il Gin e la Vodka non hanno colore, ma sono molto forti. Il chianti ha un sapore morbido e vellutato, ma ha il colore del sangue. Il vermouth si mischia con talmente tante cose, che alla fine, non sai più quale sia il suo vero gusto. Ognuno di loro sceglie un nome rassomigliate alle loro personalità, Heiji, è così da sempre. Ed ora è arriva lei, Assenzio, la fatina verde che può diventare una droga..oppure un veleno.”
  
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