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Paranoid
Non era esattamente
lucida.
Non corrispondeva alla
descrizione di quella che poteva essere una donna lucida
mentalmente.
Non sapeva dove aveva
trovato la forza di smaterializzarsi a Londra e non sapeva neppure il perché si
era andata a rifugiare nell’appartamento di Blaise.
Aveva provato da Ron e
Harry, ma Ron era in ritiro con la squadra, e Harry era ad un matrimonio con
Ginny, e di certo non era quello il momento per presentarglisi in lacrime
iniziando a tracannare vino e maledire Draco.
Blaise dunque incarnava
ciò di cui aveva bisogno, ma neanche lui era in casa e disturbare David e
Cassidy non era il caso.
Rimanevano solo Adrian e
Theodore.
***
Adrian non era in casa,
e ad aprirle la porta era andato Theodore con simpatici boxer su cui erano
disegnate foglie di marijuana e il solito profumo al
seguito.
“Ma tu non dovevi essere
a Firenze?”, le domandò porgendole una scatola di fazzolettini che qualcuno
aveva prontamente abbandonato in cucina.
“Dovevo… ma Draco era…
era in dolce…”, non riuscì a proseguire e scoppiò in un pianto
disperato.
“Vado a vestirmi… torno
subito e mi racconti cos’è successo, ok?”
Hermione annuì, e
nell’andare nella sua camera in cerca di qualcosa da mettere Theodore sapeva
bene quali erano i suoi limiti, e di certo non sapeva come consolare una
donna.
***
“Ciao”
Una voce armoniosa
distolse Hermione da alcuni pensieri che la stavano solo torturando
psicologicamente.
Alzò lo sguardo e una
ragazza dai corti capelli rossi, dagli intensi occhi verdi e dai numerosi
piercing, era avvolta in un accappatoio rosso e la guardava incerta: “Io sono
Carly, piacere”
“Hermione”, le porse la
mano prima di afferrare l’ennesimo fazzoletto e asciugarsi il
naso.
“E’ per colpa di un uomo
che stai così?”, le chiese mentre con disinvoltura versava dell’acqua calda in
due tazze.
Sembrava quasi
conoscesse quella cucina come le sue tasche.
“Ne vuoi parlare?”,
domandò porgendole una delle due tazze.
“Mi sento a pezzi… e non
saprei cosa dirti, non so nemmeno io cosa è successo… mi sembra così… così…
irreale…”, ammise tirando su col naso e cercando di ricostruire ciò che era
accaduto a Firenze meno di un’ora prima.
***
Nel medesimo istante un
gufo dal piumaggio marroncino era planato sul davanzale dell'’abitazione di
Hermione, e non trovandovi nessuno aveva ben deciso di appollaiarsi lì e
aspettare finchè non sarebbe arrivata.
Draco Malfoy invece era
appena uscito da una delirante riunione e l’unica cosa che avrebbe voluto fare
era scagliarsi un’Avada Kedavra per non dover sopportare oltre quelle atroci
torture applicate al suo stato psico-fisico da sadici uomini da
ufficio.
“Sarai dei nostri
stasera?”
Non ce la faceva davvero
più.
***
E mentre un gufo dormiva
sognando di giorni migliori e Draco veniva trascinato di locale in locale con la
sola voglia di sprofondare in un letto, una scena insolita si stava svolgendo a
casa di Theodore dove si erano riuniti anche gli altri ragazzi e stavano
cercando di consolare Hermione come solo un gruppo di amiche avrebbe saputo
fare.
E infatti tra
cioccolata, vino e fazzoletti, i quattro ragazzi stavano cercando di fare del
loro meglio dopo che Carly aveva dovuto abbandonare il suo ruolo di consolatrice
per andare a lavorare.
“E’ uno
stronzo!”
“Blaise, però sono
sicuro che c’è una spiegazione!”,disse Theodore accendendosi una delle sue
sigarette, e fu un gesto che fece perdere credibilità alla sua
frase.
“Che spiegazione
dovrebbe esserci?”, domandò animandosi Blaise.
“Sai perfettamente che
Draco è cambiato, no?”
“Lo
so”
“E sai benissimo che non
tradirebbe
“Sì”
“E
allora…”
Blaise avrebbe voluto
dire di tutto contro Draco, ma nonostante tutto gli voleva bene e sapeva davvero
quanto era cambiato e che era totalmente pazzo di Hermione, e dunque non
riusciva a capire come avesse potuto finire a fare del sesso con la segretaria
italiana.
“Sai Theo, mi sfuggono
parecchie cose, ma so di certo che Hermione è nostra amica e che quando un’amica
subisce queste cose, le amiche la consolano mangiando cioccolato, bevendo vino e
dicendone di tutti i colori a quel poveretto…”
David sospirò forse un
po’ troppo rumorosamente, “Noi non siamo donne!”
“Siamo noi i suoi amici,
è così difficile da farvi capire?”
“Hai detto bene, Blaise,
siamo suoi amici non amiche”, ribattè David sorseggiando del
vino, “Questo è un compito per Pansy e Cassidy”, aggiunse con
convinzione.
“Non esageriamo! Sai
bene che quelle due la detestano, no?”, fece presente Theodore lanciando il
pacchetto di sigarette a Adrian, svaccato comodamente sul divano a mangiare
quanti più cioccolatini al liquore.
“Ecco che venite al mio
discorso…”, disse Blaise con sguardo vittorioso.
“Ok, hai vinto! Draco è
uno stronzo, e adesso? Che facciamo?”
Hermione era giusto
tornata dal bagno, “Di che parlavate?”, ma nessuno le rispose, solo Blaise andò
a circondarle le spalle con un braccio e le propose di fare un bel gioco in cui
avrebbe potuto sfogare il suo dolore.
***
“Io so solo… solo che se
non avrò sue notizie in questi due giorni… io… lo amo Blaise, ma davvero… non
sopporterei un tradimento, un suo
tradimento…”
***
Quella sera Hermione
dormì da Blaise, mentre numerose lettere di Ron e Harry erano arrivate con la
minaccia di ridurre il furetto in pelliccia per dame
purosangue.
Hermione e i pugni
ormai sono una cosa sola.
Non mi ero mai
concentrata sul fatto che in ogni mia storia Hermione tira pugni con la stessa
frequenza di un pugile professionista! U_u
Non è un problema,
giusto?
Ringrazio chi mi ha
proposto di iscrivermi al S.A.S! E’ una buona idea, ma siccome voi siete buone
mi starete sempre vicino, vero?
Adesso devo scappare.
L’università chiama!
Ringrazio tutti, anche
i nuovi recensitori, (Non sparite, fatemi sapere che ve ne pare di questo
improvvisato gruppo di amiche**)
Kisses