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Autore: biersackwife    27/05/2013    12 recensioni
Harry era stanco morto, doveva staccare dalla solita vita che lo opprimeva.
Tumblr era il suo unico sbocco sulla realtà. Quando vide il nome 'Boobear' gli si illuminarono subito gli occhi.
“Ciao, mi chiamo Harry. Sembri interessante. Ti va di chattare?”
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bravery

 

Harry si decise a creare uno stupido account, così, per passatempo, su quel social network che tutti quanti usavano ultimamente: Tumblr.
All’inizio non capiva davvero come diavolo si usasse, poi, dopo un po’ facendosi aiutare dal suo migliore amico, capì come funzionava.
Ma Harry non aveva tempo per stare su quei social network come Tumblr o Twitter, sua madre gli aveva imposto di studiare e quindi il computer lo vedeva raramente.
Solo qualche settimana dopo, finiti i compiti verso sera, Harry decise di connettersi e trovò già dieci persone che lo seguivano. Diede un’occhiata e il nome di un ragazzo lo interessò:Boobear.
Cliccò su quell’account, curioso, così iniziò a seguirlo e vide che postava molte foto e varie citazioni di personaggi importanti. Doveva essere un’intellettuale.
Il ricciolino si fece coraggio, era ora di socializzare un po’ e perché non farlo proprio con qualcuno che sembrava condividere le sue stesse idee sulla vita?

“Ciao, mi chiamo Harry. Sembri interessante. Ti va di chattare?”

Aspettò per un po’, ma questo non rispondeva. Pensò che non aveva voglia di parlargli o magari doveva farsi gli affari suoi, così lasciò lo schermo in stand-by e si alzò dal computer perché era ora di cena.

Harry fece un sospiro, si accasciò alla sedia del suo computer e notò una nuova notifica nel suo account di Tumblr. Emozionato, aprì la chat che aveva iniziato lui stesso con Boobear.

“Hey, io sono Louis. Mi piace il tuo blog! Sì, certo. Da dove vieni?”

Il cuore del ricciolino perse un battito involontariamente. Gli aveva risposto, era emozionato, finalmente qualcuno si era interessato ad avere una conversazione con lui.
Non esitò a rispondere.

“Sono di Holmes Chapel, tu?”

Aveva l’umore alle stelle, sparò una canzone dei Beatles e aspettò impaziente, tremante sulla sua sedia. Mentre scorreva nel blog di Louis e trovò una sua foto: era un ragazzo bellissimo.
Gli occhi di Harry brillarono, aprì la foto e iniziò a studiarla attentamente. A quanto pareva, quel Louis aveva un viso stupendo, gli occhi azzurri, capelli castani e lisci sistemati sulla fronte. 
Il cuore aveva iniziato a battergli fortissimo. Harry aveva spesso avuto dei dubbi sulla sua eterosessualità, ma quell’anno aveva scoperto di essere bisessuale, in quanto si ritrovava attratto sia da maschi che da femmine. Quindi trovava Louis alquanto interessante.

“Doncaster. Non siamo poi così lontani. Quanti anni hai?”

Harry non volle aspettare oltre per rispondere, voleva approfondire la questione.

“Diciassette, tu?”

Alzò un po’ il volume della canzone che stava ascoltando: Read all about it, una canzone che parlava di un amore nascosto, di due persone che si amavano ma che non potevano dirlo al mondo.

“Harry?”, la voce di sua madre lo fece sobbalzare.

Il riccio si girò verso sua madre. “Sì, mamma?”, rispose.

“Hai finito di studiare, tesoro?”, chiese con dolcezza, appoggiandosi allo stipite della porta.

Harry annuì con un sorriso. “Sì, mi sto prendendo un po’ di svago.”, rispose lento.

“Bene, stai attento con quei social network, non si sa mai chi incontri!”, si raccomandò lei, facendo un ultimo sorriso e uscendo dalla stanza.

Si poteva incontrare un certo Boobear, ad esempio. Harry si continuava a chiedere perché un ragazzo come Louis potesse avere quel nickname.
Una notifica, aveva risposto.

“Diciannove. Ti va di fare una webcam? Mi scoccio ad aprire sempre i messaggi. J”

Harry iniziò a sudare freddo: gli aveva chiesto di fare una webcam ed erano solo una ventina di minuti che si conoscevano. Ma il ricciolino ne aveva bisogno, aveva bisogno di conoscerlo, di sapere di più su quel ragazzo stupendo.

“Certo, aggiungimi su Skype, il mio nickname è haz94, ti aspetto lì.”

Non ci aveva nemmeno pensato. E se fosse stato un pedofilo stupratore e quella che aveva visto non era una sua foto? E se aveva appena venduto il suo nickname a un serial killer? Harry era preoccupato, ma allo stesso tempo eccitato.
Entrò su Skype e aspettò con ansia una nuova richiesta di contatto, per poter iniziare a fare la webcam con quello che credeva fosse un bellissimo ragazzo diciannovenne.
Una richiesta di contatto: Loulou. Accettò subito, doveva essere lui.
Le mani gli tremavano, stava sudando per l’emozione, quando finalmente questo gli scrisse in chat. Harry deglutì nervoso.

“Hey sono Louis, tranquillo. Avviamo la webcam?”

Harry risponde in senso affermativo e aspetta che la webcam abbia inizio. Aveva le farfalle nello stomaco, lo stavano divorando, aveva paura ma nello stesso tempo era eccitato.
Poi si avviò e lui accettò subito. Sistemò al meglio i suoi capelli, raddrizzò la webcam e fece un piccolo sorriso che lasciava scoperte le profonde fossette.
Quando lo vide il suo cuore era come se volesse uscirgli dal petto. Louis era proprio come nella foto: il suo viso era luminoso, i lineamenti perfetti, quasi angelici, gli occhi azzurri come il mare, i capelli castani sistemati accuratamente davanti alla fronte. Aveva una maglia bianca a strisce blu addosso, ma non si vedeva oltre.

“Ciao, bello.”, lo salutò lui con un sorriso, un sorriso perfetto.

Harry deglutì. “Ciao, Louis!”, rispose con la sua voce roca.

“Sei carino.”, ridacchiò l’altro.

Harry stava iniziando ad amare la sua voce che, seppure fosse squillante, gli sembrava perfetta come il resto del suo aspetto, compreso il suo sorriso.

“Anche tu lo sei.”, rispose timidamente il riccio.

“Parlami di te. Hai fratelli, sorelle?”, chiese Louis per rompere il ghiaccio.

Harry sorrise. “Una sorella, Gemma. Tu?”, replicò.

Lo vide ridacchiare, poi abbassò lo sguardo senza togliersi il sorriso. “Ho quattro sorelle minori: Lottie, Felicite, Phoebe e Daisy.”, rispose.

Harry strabuzzò gli occhi. “Beato tra le donne!”, replicò ridendo.

Louis rise insieme a lui, una risata pura e cristallina. “Sono l’unico maschio in casa.”, disse facendo spallucce.

“Anche io!”, replicò prontamente Harry, facendo brillare gli smeraldi che aveva negli occhi.

“Abbiamo qualcosa in comune.”, rispose Louis sorridente ed elettrizzato.

Harry annuì sorridente, scoprendo le fossette. “Posso farti una domanda?”, chiese.

Louis annuì prontamente. “Puoi chiedermi tutto quello che vuoi.”, rispose.

“Sono curioso di sapere perché su Tumblr ti sei chiamato Boobear.”, fece Harry, timido, diventando tutto rosso in viso.

“Sei carino quando sei in imbarazzo”, disse, “Comunque mi chiama mia madre così, è un nomignolo dolce.”, annuì.

Harry sorrise dopo di lui. “Sì, è carino. Quindi ti chiamo Lou o Boobear?”, chiese ingenuamente.

Louis lo guardò a lungo, studiandolo. “Puoi chiamarmi Boo.”, rispose.

“Tu puoi chiamarmi Haz.”, replicò.

E continuarono a parlare per ore, fino a quasi mezzanotte, raccontandosi parti importanti della loro vita, parlando di loro, ridendo, scherzando.
Harry aveva capito che Louis era un tipo divertente, profondo, simpatico e gentile, era un ragazzo perfetto in ogni sua piccolezza. 
Il riccio non aveva mai provato niente di simile per una persona, era stato come colpito a prima vista. Non sapeva se definirlo ‘amore a prima vista’, ma sapeva che qualcosa era scattato non appena lo aveva visto.
E non si pentiva affatto di averlo cercato, di avergli chiesto di chattare, quella sera. Harry aveva appena conosciuto il pezzo mancante della sua vita.

 

-


Erano passati quasi quattro mesi e Harry poteva finalmente dire di essere attratto in un altro senso verso quello che era diventato il suo migliore amico.
Louis aveva confessato che aveva dato il permesso solo al piccolo Harry di chiamarlo Boo, quel nomignolo che gli piaceva essere pronunciato solo dalla bocca del riccio.
Volevano vedersi, la voglia di potersi abbracciare, toccare, sentire uno a contatto con l’altro, tutto li stava opprimendo troppo.
Negli ultimi quattro mesi Harry era calato molto a scuola, non portava più i risultati più che sufficienti su cui aveva studiato per tutto quel tempo – tutto a causa di Louis.
Avviarono la webcam.

“Lou non ce la faccio più.”, sbuffò stressato Harry, buttandosi sul suo letto e mettendosi a pancia in giù davanti la webcam del portatile.

“Harry, devi tenere duro ancora un po’, la scuola sta finendo, fai gli ultimi sforzi.”, lo rassicurò il più grande, con un piccolo sorriso.

“Ma no, Boo, non hai capito..”, replicò Harry guardando fisso il ragazzo.

Louis fece spallucce. “Che intendi, allora?”, chiese.

Harry prese coraggio, deglutì, sentì le farfalle divorargli lo stomaco e il cuore battere più velocemente. “Dico che non ce la faccio più a non vederti.”, sussurrò quasi.

Il castano rimase un po’ di tempo a fissarlo a bocca aperta. “Sei il ragazzo più bello che abbia mai visto.”, confessò.

Harry rimase spiazzato. “D-dai, Lou, non scherzare.. Voglio vederti.”, affermò l’altro ormai con le guance tutte rosse.

“Vieni qui da me, Harry. Ti pago il viaggio se necessario, ma vieni a trovarmi.”, disse allora Louis, con gli occhi che gli brillavano.

“Dici sul serio? Vuoi che venga da te?”, chiese Harry speranzoso.

Louis annuì sorridente. “Certo che sì! Vieni qui la settimana prossima Harry, vieni da me.”, lo pregò.

“Vengo domani Lou! Te lo prometto. Cerco un biglietto e vengo. Ti voglio bene.”, disse tutto in una volta il piccolo Harry, mandandogli un bacio.

“Cosa? Haz! Ti voglio bene anche io.”, replicò entusiasta Louis.

Chiusero la webcam dopo quello e Harry si mise subito a cercare un aereo per Doncaster. Non poteva più aspettare per vederlo, il desiderio era troppo forte. Non poteva aspettare una settimana, lui doveva partire subito.
Cercò il volo meno costoso e ne trovò uno solo a 50 sterline, non esitò a prenotarlo e corse al piano di sotto dove sua madre teneva la borsa e il portafoglio. 
Con cautela estrasse il portafoglio e prese la carta di credito, si guardò intorno prima di stabilire che nessuno lo aveva visto o lo avrebbe visto, poi corse a passo pesante di nuovo verso la sua camera, chiudendosi a chiave dentro.
Il volo fu prenotato con la carta di credito di Anne, sua madre. 
Harry si alzò in piedi e iniziò a sistemare i suoi vestiti più importanti dentro un trolley che teneva dentro l’armadio. 
Aveva intenzione di lasciare un biglietto con scritto che sarebbe tornato una settimana dopo, assumendosi ogni responsabilità per la cazzata che avrebbe fatto. 
Sua madre non avrebbe mai approvato che andasse a trovare il suo migliore amico Louis a Doncaster, così era costretto a scappare di casa.
Mise la sua valigia sotto il letto e aprì la porta della sua stanza. Aggiornò il suo stato di Twitter, dicendo che avrebbe finalmente incontrato il suo migliore amico, poi scese di sotto.
Avrebbe preso l’autobus per arrivare all’aeroporto, poi il suo aereo sarebbe partito alle nove di mattina e lui avrebbe visto Louis.

“Domani mattina vienimi a prendere all’aeroporto di Doncaster verso le dieci di mattina, ti voglio bene, Haz. xx”

Detto questo Harry, nervoso più che mai, scrisse un biglietto per sua madre che avrebbe trovato la mattina dopo essere tornata dal lavoro. 
Scese le scale e trovò Anne che finiva di apparecchiare, poi lei gli fece un sorriso.

“Domani torno tardi.”, disse mettendo il cibo nei piatti.

Harry annuì sorridente. Il suo piano non sarebbe andato male, lui era sicuro, aveva ancora tanta paura e l’adrenalina gli scorreva nelle vene per l’eccitazione, ma questo ne valeva la pena per vedere la persona che amava più di tutte.

Che poi Harry aveva capito di provare qualcosa di più profondo di un legame di amicizia, Harry non aveva mai sentito niente del genere per nessuno. Le farfalle nello stomaco, le mani sudate, il corpo che trema, il cuore che batte forte.
E più pensava a quanto fosse perfetto Louis e più se ne innamorava. Ancora pensava a quando l’aveva conosciuto quel giorno per pura curiosità. Chi avrebbe mai pensato che sarebbe finita così?
L’avrebbe visto per la prima volta, lo avrebbe baciato, avrebbe sentito la sua voce dal vivo, sarebbe stato suo per una settimana.

Sì, Harry era felice.


-


La mattina dopo Harry si svegliò da solo alle sette e mezza. Iniziò a prepararsi la colazione, si lavò, si vestì e si preparò al meglio per il suo incontro.
Guardò dal suo computer portatile se Louis aveva scritto qualcosa nel suo account Tumblr o Twitter, così notò gli aggiornamenti di stato:

“Non posso crederci che lo incontrerò! Sono emozionato!”

Harry sorrise a leggere quelle parole, anche lui era emozionato. Non gli aveva parlato del suo piano di fuga, in quanto avrebbe potuto fermarlo o dirgli addirittura che fosse pazzo. Semplicemente Harry voleva essere indipendente e fare tutto da solo.
Prese il suo trolley, in casa non c’era nessuno, tutti erano a lavorare. Aspettò alla fermata dell’autobus con la sua piccola valigetta e il cuore in gola.
Quando arrivò anche l’autobus Harry si sentì super felice, il cuore gli batteva all’impazzata: avrebbe raggiunto l’aeroporto in nemmeno dieci minuti.

“Prima che vado nell’aereo.. Ti amo.”

Il riccio non poteva credere che aveva mandato davvero quel messaggio. Il fatto era che non ci aveva nemmeno pensato, gli era venuto così, spontaneo, e forse se era stato così spontaneo scriverglielo era perché lo sentiva davvero.
Harry aspettò la risposta del suo Louis che probabilmente non sarebbe arrivata subito, forse stava ancora dormendo, o forse si stava preparando, o…

“E ti amo anche io, Haz! Non vedo l’ora di averti qui! Preparati per tutti gli abbracci che riceverai! xx”

E fu lì che il cuore del più piccolo partì. Louis glielo aveva detto, aveva detto di amarlo, aveva detto che non vedeva l’ora di averlo lì.
Come si sarebbero comportati una volta visti dal vivo? Harry aveva un fortissimo desiderio di abbracciarlo e baciarlo, sentirlo suo.

“Anche tu! :D xx”

Ormai era fatta, ormai tutto era diventato perfetto. Louis sarebbe stato suo, presto.

Louis non smetteva di guardare gli arrivi sul tabellone dell’aeroporto. Quando finalmente il nome Holmes Chapel comparve sullo schermo con accanto ‘arrivato’, il cuore del castano partì.
Lo avrebbe visto di lì a poco, lo avrebbe abbracciato e gli avrebbe detto di amarlo  a voce, avrebbe sentito l’odore della sua pelle e il dolce suono della sua voce. Avrebbe visto il suo sorriso e le fossette che lo contornavano. Avrebbe toccato i suoi ricci che tanto amava.
Gli aveva detto di amarlo poco prima e lui aveva risposto che provava lo stesso. Perché Louis lo sapeva che era stato amore a prima vista, il loro. Non poteva sentirsi più felice di essere stato contattato quel giorno su Tumblr.
Aspettò ancora qualche minuto prima di scoprire una chioma di ricci che camminava nervosa verso il centro del piccolo aeroporto di Doncaster. 
I loro cuori si incontrarono, i loro sguardi si incrociarono, le lacrime solcarono i loro occhi chiari. Verde nell’azzurro, azzurro nel verde, una magia incomparabile.
Louis corse verso il più piccolo che lasciò il trolley a terra, scontrandosi con lui e abbracciandolo fortissimo, fino a sentire il battito del suo cuore.

“Sei qui.”, sussurrò Louis al suo orecchio.

Harry si abbassò verso di lui, baciandogli la guancia. “Sei ancora più bello dal vivo.”, disse a bassa voce con tono roco.

“Sei perfetto.”, replicò prontamente Louis, guardandolo dritto negli occhi.

Harry prese il viso del più grande tra le sue mani. “Sei mio, Boo.”, disse senza più vergogna, senza imbarazzo, pieno di coraggio.

Louis deglutì emozionato. “Sono solo tuo.”, replicò appoggiando delicatamente le sue labbra sottili su quelle carnose di Harry.

Si circondarono le spalle e camminarono verso la macchina di Louis, per raggiungere la sua casa in quella cittadina.

Harry era emozionato, Louis era estasiato, loro erano vicini, erano abbracciati sul divanetto a scambiarsi coccole e amore.

“Non ho mai amato nessuno, Lou.”, sussurrò Harry, lasciandosi accarezzare con dolcezza i ricci.

Louis ridacchiò. “Nemmeno io. Tu sei il primo.”, affermò.

“Sicuro che non stiamo scambiando l’affetto con l’amore?”, chiese ingenuamente il più piccolo.

“Io sono sicuro, Harry. Solo con te ho le farfalle nello stomaco, solo con te tremo, solo con te il mio cuore batte all’impazzata, solo con te succede tutto questo. Solo con te non mi vergogno di dire ti amo.”, disse Louis con decisione.

Harry sorrise davanti quelle parole, quelle sensazioni che anche lui provava. “Noi non possiamo stare insieme, siamo contro natura.”

“Al diavolo quello che dicono, tu sarai mio per sempre.”, replicò prontamente.

Harry ridacchiò. “Ti amo, Boo.”

“Ti amo anch’io, Haz.”

 

 

Okay ho fatto questa one shot seguendo delle gif trovate su tumblr, lol.
Spero che vi piaccia, sarà venuta una mezza schifezza ma vabè.
Fatemi sapere che ne pensate con una recensione di più di dieci parole c:
twitter: @xgimmestyles 

 

 


  
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