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Autore: Dragon_Flame_    27/05/2013    1 recensioni
[storia di Flame]
E' cominciata la Gerza week gente! Non siete iper-eccitati? Io sì, con tutta me stessa, ed è per questo che ho voluto partecipare, pubblicando questa raccolta su quei due poveri disgraziati (speriamo in un po' di comprensione da Mashima-sensei, potrebbe anche farli mettere insieme, no?) di Gerard e Erza.
Quindi per una settimana sarò qui a pubblicare, e a scrivere storie su una delle mie coppie preferite di tutto il manga, spero che vi piacciano :)
#1: Hope-Voglio continuare a sperare di poterti essere sempre accanto, dovunque tu sia.
#2: Freedom-Perché voglio essere libera, per essere ciò che desidero e ciò che sono già… ma soprattutto, perché voglio stare con te fino alla fine.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza Scarlet, Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Freedom: potranno incatenarmi, imprigionarmi, togliermi l’aria e la dignità, ma io non smetterò mai di combattere, di dimenarmi e di urlare, perché voglio essere libera, per essere ciò che desidero e ciò che sono già… ma soprattutto, perché voglio stare con te fino alla fine.

 
 
Erza si voltò, generando un leggero fruscio tra le coperte azzurre.
Sbatté le palpebre, abituandosi gradualmente alla luce che penetrava dalla finestra, protetta solo da una tenda bianca semitrasparente.
Gli occhi nocciola vagarono, appannati dal sonno appena interrotto, per la stanza, riconoscendone pian piano i particolari che la rendevano la sua stanza: le armature, perfettamente curate appoggiate fiere su degli appositi piedistalli, le armi appese alle pareti di anonimo muro bianco, e il soffitto di scuro legno a cassettoni.
Poi, quando il suo sguardo affilato si posò sul corpo accanto al suo, istintivamente sorrise.
Gerard aveva il volto sereno, disteso in un’espressione rilassata; le labbra semidischiuse, dalle quali, ogni tanto, scappavano leggeri sospiri.
I capelli, di quell’intenso blu elettrico che sempre li aveva resi a dir poco appariscenti, ora, versavano in uno stato di disordine tale da far impallidire la casa di Natsu: scompigliati, e in più punti con ciocche che si ergevano verso l’alto, sfidando –tra l’altro- ogni legge fisica gravitazionale e non.
Gli toccò una guancia, facendo scorrere le dita stranamente fredde su tutta la lunghezza del tatuaggio, soffermandosi poi sulla fronte, e facendo pressione vicino alla cute dei capelli.
Un sospiro, leggermente più pronunciato dei precedenti, uscì dalle labbra di Gerard, convincendola ad aumentare la spinta della dita.
Il ragazzo aprì un occhio, sbattendo la palpebra più volte, gli passò una mano sopra, asciugando qualche lacrima che a causa della forte luce pomeridiana, premeva per capitolare sulle guancie.
Sul momento si chiese per quanto avesse dormito.
“ ’Giorno.”
Erza gli si avvicinò, incastrando il collo tra l’incavo del braccio e la spalla di Gerard, e appoggiando la testa rossa sul suo petto ampio, duro come un ciocco di legno.
“Buongiorno.” Rispose, circondando la vita sottile della maga con le braccia.
Passarono pochi minuti in silenzio, prima che Gerard si accorgesse dell’inusuale freddezza della pelle chiara di Erza.
La pelle di Erza era sempre stata calda come il sole.
“Stai bene? Sei congelata.” Domandò, scostandosi appena per guardarla dritta in volto.
Erza annuì, incrinando le labbra in un sorrisino “Ho solo avuto freddo questa notte.”
Gerard la guardò, inarcando le sopracciglia scure.
Annuì, prendendo una delle mani della ragazza, e circondandola completamente con la sua, racchiudendola in un bozzolo che emanava calore, sperando di riuscire a scaldarla almeno un po’.
Girò la testa verso la finestra, constatando l’altezza del sole, che ormai pendeva sopra le loro teste, ricordando, preciso come un orologio, l’ora tarda.
Sospirò, liberandosi dal corpo di Erza, delicatamente, e, una volta sceso dal letto a baldacchino, cominciò a raccattare i suoi vestiti sparsi per la stanza, rimettendoli man mano che ne trovava uno.
“Vai già via?” domandò Erza, e la sua voce suonò molto più incrinata di quanto non volesse.
Gerard si voltò, annuendo appena, tirando le labbra in un sorriso amaro “È mezzogiorno.- esclamò, nascondendo i capelli sotto la bandana –E alla tua gilda si staranno chiedendo che fine hai fatto.”
Erza non rispose, si lasciò semplicemente ricadere all’indietro sui cuscini, i capelli che creavano una ragnatela rossa come il sangue sulla stoffa chiara.
“Erza…- Gerard aprì la finestra, lasciando entrare una leggera arietta estiva –Un giorno saremo di liberi di fare quello che vogliamo, te lo prometto.”
“Lo so!”
La maga scattò a sedere piantando le iridi nocciola in quelle grigio ferro dell’altro “Lo so- ripeté alzando il tono della voce –Mi fido di te, so che troverai un modo per essere libero, alla fine, e fino a quel momento io combatterò con te!”
Sorrise, alzando la mano destra stretta a pugno, poi aprì l’indice e il pollice, salutandolo, con il gesto riservato ai soli membri di Fairy Tail.
Gerag si toccò l’avambraccio destro, di riflesso, scorrendo la mano sulla stoffa dove sapeva, che il simbolo, rosso come il sangue, di Fairy Tail gli marchiava la carne a fuoco.
“Tu sei un mio compagno adesso, anzi, tu sei il Gerard che quando ero piccola mi ha sostenuto per tanti anni; ce la farai, ce la faremo, e quando arriverà quel giorno, potrò finalmente urlare al mondo che Gerard Fernandez è tornato alla luce, e che combatterà per restarci!”
Gerard la guardò sbigottito, sgranando gli occhi mentre sul volto dai lineamenti decisi di Erza, sbucava quell’espressione determinata che solo lei era in grado di fare, riducendo gli occhi a due fessure, sprizzanti lampi di sfida, e le labbra, serrate in un sorriso spontaneo.
“Sì- disse infine, alzando un braccio, e riproducendo il segno della maga in armatura –Saremo liberi, dopo tanti anni da tutto e da tutti, per essere ciò che siamo…”
“…E ciò che vogliamo!” concluse Erza, annuendo.
Il suo viso si distese, mentre osservava la figura ammantata di Gerard sgusciare fuori dalla finestra, e sparire nel giro di pochi attimi dalla sua vista.
Un giorno sarebbe successo!
Non importava quanto lontano potesse essere, e non importava nemmeno le regole che avrebbero infranto.
Era da troppo tempo che vivevano in quella prigione fatta di leggi e decreti, impossibilitati a muoversi, a toccarsi, per paura di essere scoperti.
Ed Erza voleva smettere di avere paura, lei voleva solo essere felice, con Gerard.
“Non è chiedere troppo, no? Tutti hanno il diritto di una seconda possibilità, se dimostrano di meritarsela.”
 
 
 
Angolo dell’autrice.
Sì, beh… non so da dov’è uscita questa… cosa (non si può nemmeno definire Gerza… che depressione ç__ç), fatto sta che è qua, e questo è uscito dalla mia mente bacata per il secondo prompt (l’ho scritto giusto? Mah)
Spero che vi sia piaciuto, e scusate per l’ora, non volevo fare così tardi ma… cavolo sono difficili da muovere ‘sti due (contate anche una conessione da Matusalemme e siamo a posto! =__=")!!
Spero di non essere andata OOC e se l’ho fatto chiedo umilmente scusa a tutti *s’inchina*
Ora vado, grazie a tutti per aver letto :)
Se volete i commenti sono ben accetti, come sempre!
A presto
Flame
 
P.S. A voi il compito di immaginare cos’hanno combinato durante la notte quei due, anche considerando i vestiti di Gerard sparsi per la stanza xD
  
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