8° CAPITOLO

Non sei pronta! Non sei pronta...questo era l'eco che sentivo nella mia testa, probabilmente non lo ero davvero ma avevo bisogno di lui, anche solo la sua vista mi faceva stare bene.

"Io", dissi con voce tremante. "tu stai...bene?", riuscii a dire,

"Ho avuto giorni migliori", rispose con una nota acida nella voce

"Ah", fu l'unico suono che ebbi il coraggio di pronunciare; in fondo era colpa mia.

"Sono felice che tu abbia accettato di vedermi", dissi abbassando la testa,

"Facciamo in fretta", il suo tono era duro e i suoi occhi non tradivano alcuna emozione.

"Non so da dove cominciare"

"Perchè non cominci a prendermi in giro o preferisci iniziare subito con gli insulti?!", sentii i miei occhi pieni di lacrime.

"Scusa", dissi in un sussurro prima di scoppiare a piangere, vidi il suo viso riempirsi di tristezza e quella visione mi diede un colpo al cuore; lui stava soffrendo, non ne facevo una giusta...

"Era la verità?", nella sua voce una combinazione di rabbia e incertezza,

"Come?", chiesi confusa mentre cercavo di calmarmi

"Le parole che mi hai detto, erano...vere, sincere?", i suoi occhi erano pieni di dubbi,

"No" , dissi prendendo tempo per cercare le parole giuste;

"Mio fratello era venuto sulla terra per conto di mio padre pensando che fosse la cosa giusta da fare.", feci una pausa per decifrare la sua espressione, era impassibile.                             "Mi promise che non avrebbe fatto del male a nessuno di voi, a patto che me ne fossi andata presto. Dovevo fare in modo che..."

"Nessuno ti seguisse", concluse la frase per me.

"Si", dissi sospirando

"Perchè non me ne hai parlato? Non ti fidi?"

"Non capisci, cosa avresti fatto se...se ti avessi detto la verità?", lo vidi riflettere

"Beh", cominciò incerto, "avrei cercato di capire"

"Non è così semplice e il fatto che siamo entrambi qui ne è la dimostrazione!", nei suoi occhi comparve una certa rassegnazione e capii che eravamo in un vicolo cieco...

"Mi sfugge una cosa..."disse prendendo tempo, "...perchè hai voluto incontrarmi?"

"Mi mancavi", risposi senza pensarci

"Davvero?", la sua voce era incredula

"Certo, capita quando si ama qualcuno", mi sentivo offesa dalla sua affermazione,

"Tu...mi ami?"

"Certo!"

"Ma avevi detto...", alzai una mano per zittirlo

"Ti ho appena detto che le mie parole non volevano dire niente, era solo un modo per...proteggerti", che parola strana, sul mio viso comparve un sorriso amaro al ricordo di quelle parole orribili mentre lui...lui rideva?

"Perchè stai ridendo?", chiesi curiosa

"E' strano, le tue parole; credevo di non poterle dimenticare di non poterti perdonare invece, è tutto più facile, più bello quando sono con te", i miei occhi si bagnarono ancora; stavolta non erano lacrime di sofferenza ma di gioia, amore...

"Anch'io ti amo", disse prendendomi una mano per baciarla.

Il contatto con le sue labbra fece accelerare i battiti del mio cuore, riportando a galla sensazioni che per troppo tempo mi erano mancate.

"Non voglio più separarmi da te", sapevo che sarebbe stato difficile ma, nessuno doveva più soffrire.

"Allora non farlo", disse stringendomi forte per poi posare le sue labbra sulle mie in un bacio tutt'altro che prudente, in un bacio avido e desideroso d'amore; le mie mani si intrecciarono nei suoi capelli e scesero lungo la schiena. Ci sedemmo sull'erba e cominciò a percorrere il mio collo con le labbra facendomi restare senza fiato, si soffermò un attimo, lo sentii respirare il mio profumo e stringermi un'altra volta nel più dolce degl'abbracci.

"Per tutta la vita", proclamò solenne mentre ero ancora stretta fra le sue braccia.

"No, molto di più, per l'eternità...", dissi alzando lo sguardo per incrociare i suoi occhi color topazio.

"Carlisle aveva ragione"

"Cosa?", chiesi confusa

"Mentre te ne andavi stava pensando che mi amavi e probabilmente lo facevi per un'altra ragione ma non l'ho ascoltato...", ora era tutto chiaro, il suo sguardo comprensivo...

"La tua famiglia mi odia", dissi abbassando la testa,

"Non dire assurdità", cominciò baciandomi la fronte, "loro capiranno, non preoccuparti"

"D'accordo", dissi fiduciosa, il suo sguardo bastava a tranquillizzarmi.

"Come farai con tuo padre?", la sua domanda mi fece correre un brivido lungo la schiena,

"Non lo so; io e Greg troveremo un modo"

"Potrei darti una mano, parlare con lui...", sentii la mia faccia sbiancare e il mio cuore perdere alcuni battiti,

"Assolutamente no!", dissi alzando la voce

"Perchè?"

"Edward", cominciai respirando a fondo, "se volesse, ti ucciderebbe in due secondi; non sfidare la sorte"

"Quindi solo tu la puoi sfidare?", chiese indispettito,

"Io e Greg siamo piuttosto forti, ce la possiamo cavare; stai tranquillo...", in risposta mi baciò per qualche istante per poi prendermi la mano e dire:

"Il tempo passato in tua assenza mi ha distrutto, non voglio più separarmi da te..."

"Nemmeno io", dissi sorridendo

"Bella", disse austero, "diventa mia moglie".

"Come?", riuscii a dire

"Sposami e vivi con me per l'eternità"

"Io...io", le parole mi morirono in gola. Sposarmi? Adesso? Ero giovane, troppo giovane; però avrei vissuto con lui per sempre, qualche anno non avrebbe fatto la differenza!

Presi tempo un attimo e chiusi gl'occhi immaginandomi in abito bianco; c'erano mille fiori colorati, i Cullen seduti ad aspettare che attraversassi la navata della chiesa per arrivare all'altare...

"Bella?", chiese preoccupato prendendo il mio viso tra le mani,

"Si", dissi destandomi dal torpore, "ti sposerò, ti amo, per sempre", le sue labbra si incollarono alle mie mentre lo stringevo forte.

Grazie per le vostre recensioni e a chi legge e basta!

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto; nel prossimo la storia prenderà una direzione inaspettata...