THE BEST DAMNED THING
Tre bambini allegri sorridenti erano seduti a gambe incrociate sul ramo di un albero.
Insomma, le gambe di Rufy erano attorcigliate tre volte attorno al ramo per impedirgli di cadere, e questo toglieva un po' di dignità al gruppetto, ma non ci facevano caso.
Erano troppo eccitati.
“Un milione di Berry! Ragazzi, siamo arrivati ad un milione di Berry!” gridò Sabo, eccitato.
“Zitto, stupido! Vuoi farti sentire?” lo richiamò Ace, scoccandogli un'occhiataccia.
“Ma Sabo ha ragione, è fantastico!” rise Rufy, sporgendosi all'indietro e facendosi dondolare a testa in giù.
“Torna indietro.” lo sgridò Ace, tirandolo per un braccio. “Non scherzare, ok? È una cosa seria. E la parte migliore...” attaccò, gli occhi che luccicavano.
“La parte dannatamente migliore.” lo corresse candidamente Rufy, appena tornato tra loro.
Ace e Sabo voltarono lentamente la testa verso il minore.
“... P-prego?” balbettò Ace, confuso.
“M-ma Rufy... Non si dice!” fece Sabo, scuotendo freneticamente la testa.
“Dadan lo dice, però. L'ha detto ieri. Ha detto: “E la parte dannatamente migliore è che così potremo comprarci un nuovo dannatissimo secchio per l'acqua!” E ho pensato, cioè, non suona bene?” chiese poi, candidamente.
Ace si sbatté una mano in faccia. Sabo invece cercò di spiegargli che non erano cose da dire, non a sette anni.
“E perché a sette anni non si può mentre a centocinquanta sì?” chiese innocentemente Rufy.
“A parte che sono abbastanza sicuro che Dadan non abbia centocinquant'anni... Oh, tu sei ancora piccolo, non puoi capire.” disse Ace con fermezza.
“Sono dannatamente piccolo, già...” borbottò Rufy, per poi mettersi a ridere.
“Sono serio! Smettila!” gridò Ace, scagliandosi addosso al minore.
“Sei dannatamente serio?” chiese Rufy, schivandolo e rimbalzando su e giù dal ramo. In casi come quello, un corpo fatto di gomma era estremamente utile.
“RUFY!” esclamò Ace, prendendolo per un orecchio.
“Ahi! Mi fai male!” piagnucolò quello, agitandosi inutilmente.
“Ti fa dannatamente male, eh?” ringhiò Ace, continuando a torturare l'orecchio di Rufy senza mostrare segni di pietà. “Credi che io sia un dannato ragazzino?”
Strano come, nei momenti meno adatti e prevedibili, quell'angoscia lo prendesse impreparato e impotente.
Strano come, per quanti sforzi facesse, quell'oppressione alla bocca dello stomaco non lo abbandonasse mai del tutto.
Strano come, quando meno se l'aspettava, quelle parole rimbombassero nella sua mente.
Figlio di un demone.
Dannato.
Lui era un dannato ragazzino figlio di un demone, quella era la verità, quello dicevano tutti!
Non meritava di nascere.
Ed era inutile continuare a fingere il contrario, se poi passava la vita tormentato da questi ricordi talmente dolorosi...
“No, tu... tu non mi sembri proprio... un dannato ragazzino. Decisamente... decisamente no” ansimò Rufy, rosso in volto.
Ace fu tanto sorpreso che mollò la presa, e l'orecchio di Rufy tornò al suo posto.
“Ah... no?” chiese, esitante.
“Ma scusa, almeno sai cosa vuol dire dannato?” sbuffò Sabo, desideroso di cambiare argomento.
“Non ne ho idea.” ammise tranquillamente Rufy, sfoderando poi un incredibile sorriso. “Ma non ti s'addice proprio, Ace!”
Angolo autrice se posso farmi ancora chiamare autrice dopo questo
Salve!
Ora ditemi un po' se è normale. Chiunque abbia ascoltato The best Damned Thing sa che questo non può essere normale, non con una canzone del genere.
Ma io non l'ho ascoltata, quindi shhhh, non ditemi niente, e facciamo finta che fosse fluffosa ^^
Perché appena ho letto questo titolo mi sono detta no, Rufy queste cose non le dice >.<
Ma poi ho pensato che in fondo è un bambino. E i bambini, loro ripetono tutto... E da lì il pensiero triste di Ace era d'obbligo. Perché tutto gli ricorda quei brutti momenti. Anche quando non c'entrano niente con quello che succede al momento, ogni tanto gli prende questa tristezza...
E chi meglio di Rufy può sollevarlo? ^^
Quindi ecco a voi!
Ci sentiamo martedì prossimo!
Un bacione, vostra
Emma ^^