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Autore: soulmirrors    29/05/2013    6 recensioni
“Immaginiamo un mondo senza colori. Tutto sarebbe in bianco e nero. Il problema è che il bianco e il nero non distolgono l’attenzione, anzi ci fanno concentrare sui soggetti. E ci concentreremmo solo sui caratteri delle persone, e sarebbe come buttarsi in pasto ai leoni.”
Zayn!pov [Harry/Louis] [Accenni di Liam/Niall] [Cris]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Una volta un’amica mi disse che le foto in bianco e nero erano le migliori, perché focalizzate su uno specifico soggetto. Da qui, e dall’idee malsane di Feds e Kikka, che mi hanno proposto un Louis skater e un Harry disegnatore. E poi, dentro, ho messo anche i pensieri di Zayn. Penso che sia l’anima più complicata, più turbata fra i cinque ragazzi. Così ho cercato di psicoanalizzare un po’ questo ragazzo, un po’ come fa il dottor S. con Zeno, nella Coscienza. Con scarsi risultati, è venuta fuori questa cosa.

Ovviamente è una one shot Larry, perciò se non vi piace il pairing, beh attaccatevi. Con amore, Cristina.




Colori.



Bianco - Insicurezza (Parte 1.)


Immaginiamo un mondo senza colori. Tutto sarebbe in bianco e nero. Il problema è che il bianco e il nero non distolgono l’attenzione, anzi ci fanno concentrare sui soggetti. E ci concentreremmo solo sui caratteri delle persone, e sarebbe come buttarsi in pasto ai leoni.”

Il ragazzo biondo mi fissò con uno sguardo molto confuso, maneggiando una bomboletta ormai praticamente vuota. Si morse un labbro, indeciso se chiedere spiegazioni o meno. Era fatto così il piccolo Nialler, si preoccupava troppo di non essere all’altezza di noi altri, si preoccupava di non sapere abbastanza, di non poterci capire. E questo era grave, perché eravamo noi la sua famiglia, e se non ci capiva, era perso. “In che senso?” chiese in fine.

Gli sorrisi sinceramente, prendendo la bomboletta blu che aveva tra le mani, e avvicinandomi al muro ancora troppo bianco. Niall, dietro di me, mi guardava impaziente. “Le persone, che mondo orrendo. Non puoi concentrarti su di loro a lungo, Niall. Se lo fai, impazzisci. Le persone sono troppo crudeli, malsane e se inizi ad analizzare i loro caratteri finisci con il buttarti dal burrone.” E mentre le parole scorrevano come un fiume, sentivo addosso a me due paia di occhi, che mi scrutavano, che cercavano di capirmi.

Hai ingoiato un libro di filosofia o cosa Zayn?”.

Louis Tomlinson era il mio bianco e nero. Era l’unica persona a questo mondo che riusciva a farmi concentrare su me stesso. Era il mio migliore amico, l’unico che mi capiva sempre, o quasi. Ed era tremendamente interessante come non capisse nulla di arte, di muri, di bombolette e di colori, ed era altrettanto interessante come comunque faceva parte del mio mondo.

Taci Louis, tu nemmeno li capisci i colori.” gli dissi, iniziando a spruzzare macchie di colore sparse sul muro. Quel giorno non avevo ispirazione, ma ovviamente non era mio uso restare un giorno senza fare uscire quei colori per dare un po’ di tonalità al mondo. “Sono meravigliosi i colori, Lou. Ti salvano. Ogni colore ha un suo significato.”

Il murales che stava venendo fuori era un completo disastro. Non avevo mai fatto un disegno così pessimo. Sospirai, buttando a terra la bomboletta vuota. Dietro di me, Niall mi sorrideva in modo consolatorio, mentre iniziava a raccogliere tutti gli spray sparsi per terra. Restammo così, in silenzio per un tempo che mi sembrò lunghissimo. L’unico rumore che si sentiva era quello delle ruote dello skate di Louis, con il quale giocherellava con i piedi. Non so cosa si provasse ad andare sopra lo skate. O meglio, non so cosa ci provasse lui, perché per me era un gioco come un altro, un passatempo che rischiava di diventare la causa di un collo spezzato. Ma Tommo era fatto così: amava il rischio e l’adrenalina, e rifiutava la serenità dei colori. Ma non mi importava, fin quando c’ero io accanto a lui. Fin quando eravamo noi tre insieme, contro il mondo delle persone.

E che colore mi daresti?” chiese il ragazzo dagli occhi azzurri, incastrandoli come solo lui sapeva fare dentro i miei. Mi passai una mano fra i capelli castani, dai quali si distingueva un ciuffo biondo (tanto per sottolineare ancor di più la mia passione per i colori.) e sospirai. Louis Tomlinson era decisamente un bianco. Bianco come un angelo custode, bianco come le insicurezze che nascondeva dentro di sé, bianco come la nostra amicizia silenziosa. Ma ovviamente non glielo avrei mai detto, tutto ciò. Così mi limitai a sorridere e a rispondere “Non posso associarti ad un colore, se non li hai dentro di te.”



Giallo - Sorpresa (Parte 2.)


I corridoi della scuola quel giorno erano più confusionari che mai. Questo perché erano i primi giorni dell’anno scolastico, e la gente si premurava di presentarsi, almeno all’inizio. Camminavo al fianco di Niall, che allegramente salutava tutti quelli che conosceva e anche quelli che non conosceva, perché, come diceva lui, “si sarebbero potuti offendere”. C’era così tanto da imparare da lui, e così tanto ancora che avrei voluto conoscere, nonostante i già tre anni compiuti di amicizia. Era la persona più solare del mondo, e lo apprezzavo per questo. Almeno lui, tra i tre della nostra combriccola, portava allegria. Poi c’era il bianco, con le sue insicurezze e con le sue pazzie. E poi c’ero io. Era strano come riuscissi a collegare ogni persona ad un colore, tranne me stesso. Probabilmente perché li amavo tutti, e non sapevo scegliere.

Entrai in classe, aspettando l’unica lezione decente di quella scuola. Ovviamente era Arte. Anche se il prof, diciamocela tutta, non capiva proprio un cazzo di arte. E soprattutto non capiva la mia arte. Ma era comunque interessante e soprattutto obbligatorio seguire la lezione, per cui non avevo motivo di ribellarmi. Seduto accanto a me, Niall squadrava ogni singolo studente della classe. Io non ne avevo bisogno, sapevo già quali teste di cazzo ci fossero là dentro. C’era Nick Grimshaw, che era così frocio che era là solamente per disegnare cazzi nei giorni in cui il tema era il “corpo umano“. C’era Eleanor Calder, la scopatrice più famosa a scuola (probabilmente anche lei era lì per disegnare cazzi). C’era anche Danielle Peazer, che non parlava e non sorrideva mai. C’era Liam Payne, che come me era stato costretto a frequentare quel corso per via dei crediti. E poi accanto a lui c’era uno sconosciuto. Un ragazzo riccio che non avevo mai visto e che se ne stava in silenzio. Provai un brivido appena lo vidi, qualcosa mi diceva che a lui, non avrei associato un buon colore. Il professore fortunatamente entrò interrompendo quei pensieri cupi e assegnandoci una natura morta da riprodurre sulla tela che ognuno di noi aveva davanti. Che palle, pensai. Passai praticamente dieci minuti a disegnare ciò che il prof aveva detto, e i restanti cinquanta minuti a cazzeggiare con Niall. Anche lui era davvero bravo con il disegno, con l’arte. L’unica sua pecca era che preferiva restare negli schemi che l’arte tradizionale gli proponeva: se gli davate un Michelangelo, lo rendeva migliore dell’originale. Ma quando si trattava dello stile libero, aveva ancora qualche problema, ma prometteva davvero bene, ed ero sempre stato orgoglioso dei suoi lavori. Mancavano circa dieci minuti dal suono della campana e morivo di fame. Così decisi di dare un’occhiata a ciò che i miei carissimi compagni di corso avevano creato. Inutile dire, che dare un pennello in mano alla Calder, era come dare fare entrare un elefante in una cristalleria. Lei era brava solo con altri tipi di pennelli, parola di testimone. Nick e Danielle invece se la cavavano, ma avevano ancora un sacco di strada da fare.

Mi piaceva molto invece, l’arte di Payne, semplice ma che soddisfaceva abbastanza un occhio intenditore. E poi, curioso, guardai la tela del nuovo arrivato. E seppi subito che colore affibbiargli: giallo, come la sorpresa. Ero davvero sorpreso. E quel ragazzo riccio, era fottutamente bravo con i colori.



Arancione - Attrazione. (Parte 3.)


Harry Styles. Era così che si chiamava il mio giallo, o almeno così diceva Niall. Perché Niall conosce sempre tutti. O almeno così voleva far credere, in realtà era andato dritto dritto da Liam Payne a chiedere il nome del forestiero, e magari aveva anche approfittato del momento per flirtare spudoratamente con lui.

Perché se c’era una cosa oltre l’allegria che contraddistingueva il piccolo Nialler era sicuramente il suo essere così palesemente gay. E terribilmente innamorato di Liam Payne, che ovviamente, non si sarebbe mai accorto di niente, dato che era nato coi prosciutti sugli occhi. A volte avrei voluto scuoterlo con una violenza inaudita e urlargli in faccia “Scopati Niall e rendilo felice”, ma ovviamente non l’avrei mai fatto, soprattutto per la salute mentale del mio amico.

Comunque. Harry Styles era il nuovo ragazzo. Harry Styles era il nuovo ragazzo che sapeva disegnare meravigliosamente. Harry Styles era il nuovo ragazzo che sapeva disegnare meravigliosamente e che avevo invitato al parco quel pomeriggio alle sei, perché avevo una fottuta voglia di vederlo alle prese con un muro. Non so esattamente cosa mi spinse al farlo. Volevo illudermi che fosse stato quel meraviglioso accostamento di colori che aveva creato sulla sua tela, quella linea praticamente perfetta che scolpiva ogni singolo oggetto come se fosse reale. Ma qualcosa dentro di me mi sussurrava che non era stato solo per quel motivo. Avevo una paura tremenda che Harry Styles dall’essere un giallo, stesse passando all’essere un arancione. Attrazione, era questo il significato. Quella mattina, quando lo invitai, in realtà pensavo a tutt’altro che alla sua tela. Pensavo ai suoi ricci così maledettamente affascinanti, a quelle clavicole così perfette che si intravedevano dalla maglia bianca, a quelle labbra così carnose che mi stavano facendo letteralmente impazzire. Signori e signori, Zayn Malik provava una fottuta attrazione fisica per Harry Styles. Ma la cosa peggiore era tutt’altro. Quei maledetti occhi verdi, degni di una canzone dei Coldplay o di una poesia di Pascoli. Quei maledetti occhi verdi che mi avevano fatto capitolare. E mentre camminavo agitato su e giù per il parco, con un Louis Tomlinson preoccupato e un Niall Horan indaffarato a messaggiare con Liam Payne a fissarmi, vedevo tutto arancione.



Grigio - Disprezzo. (Parte 4.)


Se c’era una cosa che non avevo mai visto, era Louis Tomlinson che cambiava colore. Era sempre stato bianco per me, come il suo angelico sorriso. Ma quel pomeriggio, il mio migliore amico era diventato terribilmente Grigio. E il grigio porta tutt’altro che sorrisi, il grigio significa disprezzo. La causa del cambiamento di colore? Harry Styles. Quel nome e cognome era la risposta a tutto.

Cosa avesse fatto scattare la molla dell’odio dentro Lou non lo sapevo neanche io. Fatto sta, che quel pomeriggio al parco era stata una rivelazione, per me in positivo e per Louis in negativo. Harry era arrivato in t-shirt bianca e jeans scuri, converse malridotte ai piedi e un sorriso sfacciato in volto. Era incredibile come quell’Arancione sorridesse. Eppure nemmeno ci conosceva. Si avvicinò lentamente e biascicò un saluto a tutti e tre. Niall, che probabilmente voleva approfittare della situazione per avvicinarsi al suo grande amore, lo salutò calorosamente. Io gli rivolsi semplicemente un sorriso, e gli tirai in mano una bomboletta, facendo segno di seguirmi. Camminammo piano, fianco a fianco, mentre dietro c’erano un biondino esaltato e un castano silenzioso. E non so chi dei due fosse peggio. Arrivati al muro, non potei fare altro che guardare quell’orrendo lavoro che avevo fatto pochi giorni prima. Mi rivolsi verso Harry, indicandogli la parete che si stagliava davanti a noi.

Fai qualcosa di straordinario.” gli ordinai semplicemente. Il riccio non batté ciglio, come se si aspettasse quella sfida. E col suo ormai abituale sorriso sfacciato, si avvicinò al muro e iniziò a colorarlo. Niall lo aiutava, porgendogli gli spray che ci eravamo premurati di portare. E mentre lui lavorava, Louis Tomlinson si ingrigiva. Gli rivolsi uno sguardo di domanda, ma l’unica cosa che fece fu voltarsi dall’altra parte. Non avevo la minima idea di cosa gli stesse succedendo.

Passò circa un’oretta e mezza (neanche tanto poi) e Harry Styles si girò trionfante mostrandoci il suo lavoro. Davanti a me, c’era il murales più bello che io avessi mai visto. Era un musicista di colore, che con sassofono alla mano sembrava far vibrare i mattoni stessi. La precisione di ogni dettaglio era impressionante, i colori sfumati perfettamente. Mi avvicinai al muro, piano, quasi con paura di poterlo sciupare. Ero estasiato, e dentro di me si faceva largo la convinzione che Harry Styles iniziava a piacermi davvero. Sorrisi, spontaneamente di fronte a quello spettacolo. E avrei voluto sorridere anche davanti a lui, ringraziarlo per quel regalo, ma il mio sorrise si spense appena mi voltai.

Se c’era una cosa che amavo, e che tutti sapevano erano i colori.

Se c’era una cosa che amavo, era vederli mischiati insieme.

Ma quella volta, quando vidi il verde degli occhi di Harry mischiato con l’azzurro degli occhi di Louis, detestai i colori.



Verde - Gelosia (Parte 5.)


Louis Tomlinson era adesso diventato verde ai miei occhi. Ero così fottutamente geloso di Harry, che era riuscito a far provare qualcosa al mio migliore amico. Ma ero anche geloso di Louis, che aveva scelto la persona sbagliata di cui infatuarsi.

Se c’era una cosa che Louis odiava era l’amore. Lo odiava con tutto se stesso, non poteva farne a meno. Così qualche giorno dopo l’uscita al parco, senza preavviso o chiamate, Lou si presentò in casa mia, con uno sguardo carico di Grigio. E mi spiazzò completamente.

Io odio Harry Styles.” era il succo del discorso. Ma io sapevo che Louis non odiava niente e nessuno che non fosse l’amore. E questo mi faceva preoccupare, perché quel nome e cognome, ancora una volta, erano la risposta. “Sto impazzendo Zayn, non so con chi parlarne.”

Ma quella volta, Louis Tomlinson non parlò e l’unica cosa che fece fu andare su e giù per la mia stanza, scaraventando tutto ciò che gli capitava sotto tiro. E continuavo a non capire, fino a quando il mio biondino preferito non mi aprì gli occhi.

Erano passate settimane ormai, e Harry era praticamente diventato uno dei nostri. Ci accompagnava durante i nostri atti vandalici, ma non collaborava, dopo quel meraviglioso capolavoro non aveva più dipinto. L’unica cosa che faceva era sedersi penzoloni su una panchina, o un muretto e osservarci. O almeno così mi illudevo facesse. In realtà il soggetto dei suoi sguardi era solamente uno, che troppo grigio per stare con noi, gironzolava con il suo skate. E come Harry non riusciva a staccare gli occhi di dosso da Louis, io non riuscivo a staccarli da lui. E vedevo tutto verde, perché non era giusto, dovevo essere io al centro della sua attenzione, non Louis, il mio migliore amico.

Comunque i pomeriggi passavano, fra una canna e un barattolo di vernice, e il grigio di Louis era così accentuato che sembrava quasi nero. Anche a capire quale fosse il suo problema, non c’era alcuna speranza di risposta: non mi parlava più dei suoi problemi. E questo per colpa di Harry Styles, ne ero certo. Ma l’arancione, il verde che vedevo ovunque mi rendevano cieco. Per fortuna Niall Horan era il mio cancellino, e riusciva a riportarmi dentro la realtà, senza perdermi troppo nei colori. Molte volte anche crudelmente.

A Louis piace Harry. Anche se non lo ammetterà mai. Ma io queste cose le sento, sono gay in fondo.”

E questo, fece crollare tutto il mio mondo. Il mio migliore amico era innamorato del ragazzo che piaceva a me. E questa è decisamente la frase più difficile che io abbia mai pronunciato.

Effettivamente, avrei dovuto capirlo, ma purtroppo non sono bravo a capire Lou come lui è bravo a capire me. L’odio che provava non era nei confronti di Harry, realizzai. Era nei confronti di se stesso. Louis Tomlinson si odiava perché era innamorato di Harry Styles. Ero stato uno stupido cieco. Il mio migliore amico aveva sempre avuto problemi ad accettare la sua sessualità In prima media, lo baciai, così senza pensarci, per gioco. Non mi parlò per due mesi e tredici giorni, ma non perché mi odiasse, ma perché odiava se stesso e il fatto che gli fosse piaciuto il bacio.

Al primo superiore, Niall, completamente ubriaco aveva fatto una sega a Louis, completamente ubriaco. Non gli parlò per tre mesi e ventitré giorni. C’era anche da dire che Louis aveva sempre avuto un sacco di ragazze, probabilmente per il suo fascino da skater ribelle. Ma nessuna di queste era stata guardata come era guardato Harry. E mi distruggeva dentro, tutto.




Rosso - Sesso. (Parte 6.)


Tomlinson, tu di arte non ne capisci proprio un cazzo.” aveva affermato Harry, con quel suo sorriso stampato in volto e un barattolo di vernice in mano. Erano passate altre settimane dalla rivelazione di Niall, e sia io che Louis continuavamo a non confidarci. Non so se Louis sapesse della mia cotta per Harry, probabilmente no. Fatto sta che, nascosto dietro un albero, ero lì, a fissare Harry e Louis flirtare amorevolmente. E io che volevo solo un posto tranquillo dove farmi una canna. Invece ci avevo trovato il mio peggiore incubo. Era circa mezzanotte, e la luce fioca del lampione illuminava il viso perfetto di Harry, intento a dipingere. Quando era con me, Harry non dipingeva mai. Con un groppo in gola, continuai ad osservare la scena.

Non mi interessa l’arte. Mi bastano queste ruote.” disse Lou, girando con il suo skate intorno alla figura di Harry che lavorava. “Scommetto che non ci sai andare tu su queste ruote.” disse, con un ghigno che si apriva nel visto che tanto conoscevo. Eppure io quel sorriso l’avevo ormai dimenticato. Quando era con me, Luis non sorrideva mai.

Ok facciamo così. Tu dipingi e io vado sullo skate. Voglio capire perché ti piace tanto quel giocattolino.” disse il riccio, poggiando il barattolo di vernice rossa per terra, con il dito puntato sullo skate e la voglia di adrenalina negli occhi verdi. Louis, un po’ titubante, restò in silenzio per un po’, ma poi spinse con il piede la sua tavola verso i piedi di Harry. “Inizia tu.” aveva semplicemente detto.

Harry, che fin da subito avevo capito era un tipo che non si sarebbe mai tirato indietro, non se lo fece ripetere due volte. Poggiò il piede sullo skate e spingendosi con l’altro iniziò ad andare. Teneva le braccia aperte, come per mantenere l’equilibrio, mentre piano percorreva il vialetto. Riuscì persino a fare la curva e a tornare verso Lou, fin quando un sasso non bloccò la sua strada e provocò una rovinosa caduta. Le risate di Louis riempirono quella notte buia. Era come un coltello per me quella risata, perché io non lo facevo ridere così da almeno sei mesi (che non a caso coincidono con l’arrivo del riccio.) E fu in un attimo che vidi tutto rosso. E non perché Lou avesse preso il barattolo di vernice rossa e iniziava a muoversi verso Harry. Ma perché nei suoi occhi languidi c’era solamente rosso, era tutto rosso. Il colore del sesso. Fu così che realizzai che Harry e Louis scopavano. E non me ne ero accorto per tutte quelle settimane. Lou si avvicinò lentamente a Harry, piegandosi e sorridendogli, mentre immergeva due dita nel barattolo. “Tocca a me.” disse semplicemente. Con un gesto quasi esasperato, le labbra fra i denti e gli occhi dentro quelli di Harry, mosse piano le sue dita sulla guancia che supposi fosse vellutata del riccio, facendo due strisce rosse. Harry, che di certo non era un tipo che si tirava indietro, fece la stessa cosa immergendo due dita nel barattolo, e creando un segno rosso sul collo del mio migliore amico. I loro volti erano così vicini che quasi non li distinguevo più, ma ancora così distanti e così titubanti. Avevano paura di tutto quello, si sentiva a pelle. Eppure non potevano fare a meno l’uno dell’altro, e mi fu chiarissimo tutto ciò, quando le loro bocche si scontrarono in una lotta senza fine, pelle contro pelle, labbra contro labbra, lingua contro lingua. E nessuno dei due sembrava aver alcuna intenzione di perdere. Non so quanto tempo passò. Ma io ero ancora lì, con il cuore fermo e rosso ovunque. I due ragazzi se ne andarono così in silenzio, senza proferir parola e lasciando sia il barattolo che lo skate. E capii che stavano andando a scopare, o ancora peggio, a fare l’amore.



Blu. - Tristezza (Parte 7.)


Non avevo mai visto passare così tanti colori dentro Lou, eppure era successo, in così poche settimane. Dal grigio, al verde, al rosso. Ma adesso Louis era un blu tetro, che colpiva persino me, e tutti quelli che gli stavano intorno. Louis era triste.

La causa di tutto era Niall Horan, che dopo aver rivelato la triste verità a me, l’aveva rivelata anche a lui. “A Zayn piace Harry.” Aveva detto con una semplicità assurda, e l’aveva ripetuto quando lo stava raccontando a me. C’era però la sottile differenza, che Louis e Harry stavano insieme, anche se segretamente, e io non potevo farci nulla. Ma da quel giorno, Harry Styles non si fece più vedere al parco. E Louis tornò ad essere il solito migliore amico, con la differenza però, che non aveva più un cuore. Il suo blu mi fece capire che l’aveva lasciato. E collegando la cronologia degli eventi, l’aveva lasciato per me, e questo mi faceva un male cane. Louis era sempre stato così premuroso nei miei confronti, ma non avrei mai pensato che potesse arrivare a lasciare il ragazzo dei suoi sogni pur di preservare la nostra amicizia. Eppure era così, e una gioia rabbiosa mi pervadeva ( o forse era infelicità?).

Era finito tutto. Il mio incubo era finito. Louis non stava più con Harry, e Harry non stava più con Louis. E questo, almeno in teoria, doveva rendermi felice, perché avevo riottenuto il mio migliore amico e perché l’oggetto dei miei pensieri era scomparso dalla circolazione. Ma ero tutt’altro che felice quando mi immergevo nell’azzurro degli occhi di Lou. Era come soffocare dentro la tristezza, la solitudine e tutto ciò che io stesso avevo devastato. Louis Tomlinson soffriva, e io, Zayn Malik ne ero la causa.

A gennaio la temperatura si abbassò radicalmente, e lo notai solamente quando Liam Payne, indossando cappello di lana e guanti, si dirigeva verso di me. Non che avessimo mai avuto un vero e proprio rapporto, ma c’era stata in passato qualche chiacchierata. E per di più, erano solo per spianare il terreno a Niall. “Malik, sono preoccupato per Niall.” mi aveva detto quel giorno. La cosa non mi sorprese affatto, dato che gli si leggeva in fronte che aveva capito finalmente i suoi sentimenti per il mio amico biondo. “A dir la verità è più Niall ad essere preoccupato per Louis, e quindi di conseguenza lo sono anche io per Niall.” continuò. Mi chiesi perché fosse proprio Liam Payne a farmi questo discorso. Mi rendevo conto già da solo quanto fosse difficile la situazione per Louis, non avevo bisogno di una balia pronta a ricordarmelo. Mi chiesi poi perché non fosse Niall stesso a dirmi tutto ciò, fin quando realizzai che Niall non poteva dirmelo. Niall sapeva tutto della relazione e non poteva parlarmi a cuore aperto, così mandava le sue sentinelle. Era un genio del male quel ragazzo. Ma la cosa che mi fece più male era che Niall sapeva, e che invece Lou a me non aveva detto proprio un bel nulla, e avevo dovuto scoprirlo da solo, tra un barattolo rosso e uno skate colorato.

Non risposi, quella volta, a Liam Payne. Non risposi neanche ai continui messaggi di Niall, né a quelli di Lou. L’unica cosa che volevo fare, era stare da solo. E l’unico posto che mi faceva stare bene era il parco. Peccato, che ancora una volta, quel parco era occupato. Harry Styles era là, solo, davanti al muro del suo capolavoro che aveva subito una modifica che mi sembrò terribile. Perché sotto il musicista, fra una nota e l’altra, piccola e quasi impercettibile c’era la scritta L+H. Ma dentro gli occhi di Harry Styles, vedevo solo blu, e capii che era giunto il momento di affrontare la verità.



Viola - Verità. (Parte 8.)


Che ci fai qui?” chiesi, avvicinandomi al ragazzo che spuntava dalla penombra creata dalla luce del lampione. Mi guardò deluso, probabilmente sperava fossi qualcun altro. “Dipingo.” rispose. Eppure non vi era nessun barattolo intorno, nessuno spray, nessun pennello. Lo guardai con sguardo interrogativo, chiedendomi che cazzo stesse dicendo.

Ho perso tutti i colori.” mi disse semplicemente. Se c’era una cosa che non mi aspettavo da Harry Styles, era che sapesse usare le metafore. O forse era semplicemente una frase a caso, ma sapevo dentro di me che i suoi colori si identificavano con Louis Tomlinson. Sospirai, guardando il cielo e le stelle nascoste dalle nubi. “E dove li hai persi, i tuoi colori?” chiesi semplicemente.

Me li hanno portati via.” disse dopo un silenzio interminabile. Era ancora di fronte al muro, mentre io mi sedetti sulla panchina e mi accesi una sigaretta. Quella conversazione stava diventando troppo pesante. “Li rivuoi indietro?” chiesi piano, consapevole del fatto che il soggetto della conversazione non fossero più i colori stessi.

Ho paura che non vogliano tornare da me. Ho paura che stiano soffrendo troppo.” mi rispose, guardando il suo lavoro. La tristezza con cui pronunciò quelle parole mi lasciò un grande vuoto dentro. Anche Harry stava soffrendo per la mancanza di Louis, stavano soffrendo entrambi, ed era colpa mia.

Ci tieni davvero ai colori?” chiesi poi, con una scelta che già avevo preso. Non potevo lasciare nel baratro quei due. Harry non mi avrebbe mai amato, e Louis non poteva rimanere mio per sempre. Zayn Malik non poteva intromettersi fra quei due, non ne aveva alcun diritto.

Più di ogni altra cosa al mondo. Sarebbe come togliere i colori a tutto il mondo.” mi disse, incastrando finalmente i suoi occhi dentro i miei. Nero contro verde. E sorrisi, consapevole di averlo perso per sempre. “Lo riavrai.” dissi semplicemente, alzandomi in piedi e allontanandomi dalla panchina, da lui. Dietro le mie spalle sentii una leggera risata, seguita da un “Non stavamo parlando di colori?”. Non risposi, continuando per la mia strada. E poi sentii un “Grazie.” e questo mi bastò per capire che stavo facendo la cosa giusta.

Quella notte, mi presentai in casa Tomlinson con un barattolo di vernice in mano e sei lattine di birra nell’altra.



Arcobaleno - Amore (Parte 9.)


La signora Tomlinson era un tipetto davvero interessante. La cosa che amava più fare, era insultarmi. Ovviamente lei era quella mamma che preferiva persone come Niall, dolci e gentili, e non gli scapestrati come me, ma non mi importava. Erano le due di notte e dovevo parlare con Louis. Con uno sguardo di disappunto, mamma Tommo mi fece entrare, e io entrai in camera di Louis, in punta di piedi, perché stava ancora dormendo. Lo guardai, per un tempo infinito e capii quanto ci tenessi a lui, e che la nostra amicizia era più forte di qualsiasi altra cosa. Lo chiamai, piano spingendolo dalle spalle e tutto quello che ottenni fu un mugolio indistinto. “Sono Harry.” dissi in fine sottovoce, sperando che quella fosse una buona soluzione per svegliarlo, ed effettivamente fu così. “Har.. Zayn?” chiese lui, mentre apriva gli occhi impastati dal sonno. “Scusa amico ma non ti svegliavi!” Dissi semplicemente. “Devo parlarti.”

Non potevi aspettare domattina?” rispose Lou, prendendo in mano l’orologio e guardando l’ora. Inutile ripetere tutto l’elenco di insulti che ricevetti, che dovetti bloccare con un semplice “Guarda che lo so che sei innamorato di Styles.” Tutti gli epiteti affibbiatimi si interruppero, lasciando spazio ad una espressione incredula. “Guarda che lo so che scopavate, e sono anche piuttosto deluso Lou.” gli dissi, aprendo la lattina di birra e iniziando a sorseggiare. Vidi il dolore attraversare i suoi occhi, e le labbra piegate in una smorfia di sofferenza. “Zayn, io.. Mi dispiace. Se avessi saputo prima che ti piaceva e che..” lo interruppi, con un gesto della mano.

Lou, sono deluso perché non scopate più. E’ davvero un peccato non scoparsi Harry Styles. Devi continuare a farlo.” gli dissi semplicemente, mentre nel suo volto c’era sorpresa, incomprensione.

Ho visto quanto hai sofferto LouLou. Non dovevi rompere con lui solo per me, non dovevi. E soprattutto ho visto anche quanto ci tenga a te quell’altro testa di cazzo, quindi storia chiusa, tornate pure a scoparvi con gli occhi e non, io sono fuori, anche se in realtà non sono mai stato dentro.”

Restammo così in silenzio. Zayn Malik a scolarsi la terza lattina di birra e Louis Tomlinson, che seduto sul letto si chiedeva cosa fosse successo.

Scusa se non te l’ho detto Zayn.” Mi disse poi, con uno sguardo triste, i miei occhi nei suoi. “Ma è stato troppo difficile per me. Mi sono odiato, per essermi innamorato di Harry. E ancora di più mi sono odiato per averti fatto del male, inconsapevolmente. Scusami Zayn.”

Non è colpa tua.” fu l’unica cosa che riuscii a dire. E non ci furono più parole, ma solo un abbraccio durato un’infinità, un’amicizia risanata e un cuore spezzato.

Va da lui.” dissi, porgendogli il barattolo e avviandomi verso la porta, con la mia birra in mano, pronto ad ubriacarmi come non mai. E guardai Louis Tomlinson come non lo guardavo da tempo, e vidi l’arcobaleno intero, perché era pieno d’amore e gratitudine.

Grazie.” mi disse, alzandosi e iniziandosi a vestire. Avevo sentito abbastanza ringraziamenti per quella sera, così gli sorrisi e me ne andai.



Vetro - Zayn Malik. (Finale.)


Era marzo, e Niall Horan e Liam Payne camminavano per i corridoi della scuola tenendosi per mano, fregandosene del resto del mondo e sorridendo come non avevano mai fatto.

Era marzo, e Harry Styles e Louis Tomlinson si tenevano per mano di nascosto, perché era ancora troppo presto.

Era marzo, e Zayn Malik era completamente solo. Se c’era una cosa che Zayn aveva capito, era che lui non aveva un colore suo, perché lui amava giostrarli, mischiarli insieme e poi separarli. Ma quando qualcuno gli chiedeva che colore fosse, Zayn non sapeva rispondere. E questo perché in realtà, Zayn non era nessun colore. Zayn era di vetro. Lasciava trasparire le emozioni che provava per i colori, assorbiva quelli degli altri. Imparava ogni singola sfumatura di ogni persona, che poi si rifletteva dentro di lui, nel suo vetro personale. Non si sapeva effettivamente cosa volesse Zayn da questo vetro. Non si sapeva se voleva romperlo, e sprigionare un mondo di colori. Non si sapeva neanche se voleva conservarlo, e quindi vivere a spese dei colori degli altri. Ma una cosa certa su Zayn c’era: qualcuno più in là nel tempo, avrebbe trovato il modo di trattare bene il vetro di Zayn Malik, e lo avrebbe colorato e decorato, fino allo sfinimento, per sempre. Ma quel qualcuno doveva ancora arrivare, e Zayn Malik, nel frattempo si accontentava di rinchiudersi nei colori degli altri, aspettando i suoi.

   
 
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