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Autore: LH2    29/05/2013    3 recensioni
Alzai la testa leggendo l'ora.
Venti minuti e sarebbe tutto finito: l'anno passato, le persone incontrate, i posti visitati.
Con lo schiocco delle dita, tutto quello che avevo vissuto sarebbe stato solo un vecchio ricordo. Forse un sogno, visto che quasi non mi capacitavo del fatto che mi trovavo da sola, a Capodanno, a bere dell'alcool di orribile qualità in un posto di cui non conoscevo neanche il nome.
Anzi non ero da sola, c'erano i mille "se" a farmi compagnia.
Se non avessi la tendenza a prendere tutto alla lettera.
Se pensassi di meno.
Se vivessi di più.
Se non rovinassi tutto con le parole.
Se non lasciassi andare via.
Se non lo avessi lasciato andare via.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5 Febbraio 2013, Shepherd's Bush Empire presents Rita Ora's concert.

-lo sapevo che non dovevo passarmela la piastra- sbuffai a Leigh, che poco attenta digitava velocemente sull'iphone.
Senza neanche voltarsi verso di me, affermo' soddisfatta -tranquilla, che l'ho portata nella borsa. Insieme ai tacchi e all'eyeliner-.
Sgranai gli occhi incredula -ma come ti e' entrata? A volte mi mette paura la tua organizzazione- risposi, avanzando di due passi lungo la fila.
-credi che ci sarà?- chiesi, dopo cinque minuti di assoluto silenzio. Dove io battevo freneticamente le dita sull'asta dell'ombrello, e lei non staccava gli occhi dal suo cellulare.
-ci deve essere. Non la sto prendendo in considerazione l'altra opzione, ad essere sinceri- disse smorzando un sorriso.
Scossi la testa sfiduciata. -non mi sono comprata quelle scarpe per nulla in effetti- ribattei arricciando il naso.
-e neanche quel nuovo rossetto, il rimmel e tutto ciò che ti sei portata a presso deduco- mi prese in giro la bionda, dandomi un colpetto sulla spalla.
La fila inizio' a velocizzarsi e la pioggia ad attenuarsi. Erano le 19:00, e tutto ciò a cui riuscivo a pensare erano le parole di Fall In Love e Niall -se non vieni al concerto- Horan.
-ti tranquillizzi un secondo?- esclamo' Leigh interrompendo il mio monologo interiore. -continuare a ripetere le parole di Fall In Love non ti aiuterà a sembrare una vera fan di Rita e neanche a toglierti dalla testa quell'idiota- si volto' sorridente -idiota in senso positivo ovviamente- termino' con voce angelica.
-giuro che e' da ieri che ringrazio Rita mentalmente. Cioe' non so se devo ringraziare più lei, te o me stessa che ha trovato gli studi dei ragazzi- aggrottai la fronte.
-ringrazi Rita perché ha deciso di fare un concerto in un buon periodo dell'anno. Me, perché ti ha convinto a venirci. E te stessa, assolutamente. Perché non c'e' un perché. Hai trovato gli studi di registrazione da Roma perciò non bisogna neanche discuterci- mi diede un bacio sulla guancia, come segno di ringraziamento e riabbasso' la testa sul cellulare, lasciandosi trasportare dall'ammasso di gente che componeva la fila.
-io sono l'organizzatrice e tu sei..- la guardai, mordendomi il labbro. -io sono..- alzo' gli occhi al cielo.
-io dico YOLO e lo ripetero' fino alla morte probabilmente-
Prima che la contagiassi, scoppiai in una risata sonora che fece voltare verso di noi più di una ragazza. -lo sai che adoro la tua filosofia, ma non e' facile seguirla a volte- ripetei alzando le spalle, in segno di scuse.
Mise il telefono in tasca e chiudendo l'ombrello, proprio davanti alla porta d'entrata, esclamo'. -tranquilla che con la storia della torta alla carota, Horan ti si ricorderà per sempre!-

Non rifiutai quando Leigh mi porto' una birra gelida. Sapevamo tutte e due che ne avevo bisogno, tanto per sciogliere un po' la tensione. Ed il bello era che non ero io a dover affrontare un concerto di quasi due ore.
Il pensiero torno' passeggero su Rita Ora e la sua Fall In Love, e di quanto quella canzone traducesse a fondo i miei più profondi pensieri.
"Don't want no one night stand, i wanna fall in love"
Diglielo Claire che non te ne frega un cazzo di una one night stand. Tanto tu sei già innamorata persa.
Innamorata che poi neanche so che vuol dire, perché fondamentalmente lui non esiste. Non esisteva fino ad un giorno fa. Non era reale fino ad un giorno fa. Non era carnale fino ad un giorno fa.
E adesso mi sento più dentro a questa "cosa" che mai. La chiamo "cosa" perché non so che significhi, e non ho voglia di confondermi il cervello più del dovuto. Non ora che sono con la mia migliore amica, a Londra, con dei tacchi nella borsa e la felicita' che mi strappa l'anima. Okey, e' stata lui la causa di questo viaggio, ma posso sempre far finta che non sia stato il motivo della mia felicita'. Sono consapevole del fatto che quell'incontro non mi porterà da nessuna parte, se non a volerlo ancora di più. Ma ora mi sento come se niente e nessuno potesse più ferirmi, e perciò so perfettamente che dovrei smettere di pensare e ringraziare in un certo senso la torta alla carota di Bakery House, che mi ha permesso di trattenerlo con me piu del tempo di una sola foto.
Finisco la birra quando la luce cala, e Rita si mostra sul palco, intrappolata da una gigantesca scatola trasparente. Sembra una bambola e per un momento, tra gli urli eccitati di Leigh e la sua performance, mi dimentico di Niall. Me ne dimentico fino a quando non parte la mia canzone preferita dell'album e mi ritrovo a cercare tra gli occhi della gente, quelli del biondo. Ascolto parola per parola, lasciando che mi inietti la giusta determinazione per vederlo ancora.
Cercarlo per Londra può essere la peggiore delle imprese, ma chi ha mai detto che trovare l'amore della propria vita sia un impresa facile?
-se e' per te, neanche il caos di Londra ti impedirà di incontrarlo- mi sussurra Leigh all'orecchio, quasi traducendo i miei stessi pensieri.
Mi piaceva la frase che aveva usato: incontro.
Un incontro e' qualcosa di fortuito, causale. Forse per questo motivo, tanto piu mi impegnavo a cercarlo, tanto meno riuscivo a distinguere i volti della gente seduta intorno a me.
-hai ragione- le risposi, accennando un sorriso. E almeno i restanti 57 minuti li passai mano nella mano con la mia amica, a ballare su canzoni che poco conoscevo ma tanto suscitavano.

***


Quando il concerto termino', non ci mettemmo molto ad arrivare alla metro. Leigh volle aspettare dieci minuti all'uscita sul retro per vedere Rita, ma quando Kyle usci' avvertendo tutti che era già andata via, ci incamminammo verso la tube. Passammo l'oyster card senza spiccicare parola.
Fui di nuovo io a rompere il ghiaccio che si era creato.
-cambiamo i programmi. KFC e casa- reputai io senza battere ciglio. Mi arrotolai una ciocca di capelli tra le dita e incrocia le gambe, prendendo a contare le fermate che portavano a Victoria.
-smettila Claire. Adesso andiamo al Mahiki come stabilito- rispose, guardandomi negli occhi decisa. -ci beviamo qualcosa e balliamo fino a quando i tuoi piedi non chiederanno pietà- aggiunse, facendomi l'occhiolino.
Scossi la testa poco convinta ma acconsentii soprattutto quando buttai gli occhi sulla borsa di Leigh, che lasciava intravedere i tacchi blu elettrico che mi ero comprata cinque giorni prima.

NIALL'S POV

-allora sei pronto?- urlai a Darragh che da ben quaranta minuti si era rinchiuso in bagno senza dare cenni di vita. Lascia cadere i gomiti sulla tavolata in marmo della cucina, allungando la mano verso un pacchetto di noccioline rimasto aperto dal giorno prima. -se non esci da li entro tre minuti, giuro che me ne vado via senza di te- continuai, auto convincendo più me stesso che lui.
La mia voglia di uscire era pari a zero, soprattutto dopo aver ordinato quattro pizze e averne divorate due intere solo per una stupida scommessa che lui mi aveva convinto ad accettare.
Ma erano giorni che gli unici spostamenti che facevo erano da casa agli studi, e non troppo frequenti deviazioni verso Nando's. Cio che più mi spingeva ad uscire comunque, erano le chiavi della mia nuova Range Rover custodite nella scatola in legno davanti alla porta di casa.
E' proprio vero che quando prendi la patente, hai voglia di guidare in ogni stupida occasione. Nell'ultimo mese l'avevo presa anche solo per andare a comprare il latte nel vicolo dietro casa mia.
Certo, non avevo scelto la macchina più inosservata al mondo, ma cavolo, avevo proprio voglia di comprarne una che in un altra situazione non mi sarei mai potuto permettere.
Non che i soldi abbiano mai condizionato le mie scelte di vita, ma questa volta mi ero voluto fare un regalo. Un grosso regalo da sfoggiare per Londra. Forse me ne ero vantato troppo, forse avevo azzardato qualche smorfia in più davanti alle fan, ma tutto solo per divertirmi un po'.
Il pensiero si catapulto' alla sera precedente ma non riuscii a visualizzarlo a fondo perché la voce di uno dei miei migliori amici, mi distrasse.
-ce l'hai fatta..- commentai, vedendolo apparire di tutto punto in cucina.
-non so te, ma io stasera sono ispirato- esclamo' alzando una mano, atteggiandosi filosoficamente.
Mi massaggiai le tempie cercando di non ridere.
-ispirato?- gli chiesi, prendendo l'ultima nocciolina e richiudendo il pacchetto.
-stasera ho voglia di fare nuove conoscenze Horan- rispose serio, sbattendo le palpebre.
Scoppiai a ridere, seguendolo verso la porta d'entrata. -allora diciamo che tu sei sempre ispirato. Le tipe che vorresti farti pero' un po' meno- sussurrai quasi, schiarendomi la voce.
Mi diede un pugno sulla spalla, prendendo le chiavi della macchina dal cofanetto e lanciandomele. Le presi al volo.
-infatti e' proprio vero che chi c'ha il pane non c'ha i denti- ammicco' tirandomi una frecciatina.
-ancora mi chiedo come tu possa essere..single- continuo' uscendo dal portone e incamminandosi verso il cortile. Alzai gli occhi al cielo, girando le tre mandate. -perche' non sono ossessionato come te idiota- scherzai. -non me ne frega niente di una botta e via. Ne ho viste così tante di ragazze fatte a stampino che ormai ho la nausea- ammisi, aprendo la portiera e aspettando che Darragh entrasse.
-come sei profondo Horan. Mi fai quasi venire voglia di rigettare tutta la pizza che ho mangiato- disse appoggiando i piedi sul cruscotto.
-wo wo wo abbassa quei piedi- gli feci segno, prima di accendere la radio. -non sporcare Lory. L'ho lavata ieri- continuai soddisfatto.
Darragh si volto' stupefatto. -Lory. Stai scherzando spero? Tu sei deviato amico!- sospiro' profondamente, portandosi la mano in fronte. -ti potresti fare il mondo e pensi a lavare..- gesticolo' senza neanche riuscire a pronunciare il suo nome -vabe hai capito eh- concluse, prima di abbassare il finestrino e lasciare che l'aria gelida londinese lo travolgesse.

Ci cambiammo nel bagno di Cafe' Nero, situato proprio davanti al Mahiki. La cameriera quasi non rovescio' il vassoio che stava portando, quando ci vide uscire vestite completamente diverse e con dei capelli sorprendentemente a posto.
-e' la piastra. E' tutto merito della piastra- commento' Leigh ridendo.
-quasi non si strozzava il tipo seduto laggiù- indicai senza farmi vedere.
-bel vestito comunque- aggiunsi osservando attentamente l'abito della bionda accanto a me. -galattico, oserei dire-. Ridemmo in contemporanea e uscimmo dalla caffetteria, più su di giri che mai.
Davanti al locale notammo qualche paparazzo ma non ci facemmo troppo caso, vista la presenza ovvia di Rita. Mi ero lasciata convincere da Leigh a pagare 20 sterline per entrare al post concerto della cantante, che per carità, era stata bravissima, ma con poche probabilità saremmo riuscite a incontrare all'interno del club.
-sicuro si trova nella sala al piano di sotto. Aka zona proeibita per i comuni mortali senza una lira- esclamai tirando fuori il portafoglio e porgendo controvoglia i soldi alla ragazza all'entrata. Feci una smorfia sofferente e aspettai che pagasse anche Leigh. Lasciamo altre 3 sterline al guardaroba e, più al verde che mai, scendemmo le scale.
La musica si fece più alta e rimasi sorpresa quando, varcando una porta, mi ritrovai alle Hawaii, circondata da frutta tropicale e ragazze abbronzate.
-ma dove siamo finite?- chiesi istintivamente a Leigh, trattenendo una risata. -cioe' fuori fa -1 grado e qui dentro fanno finta di essere al mare!- non feci in tempo a finire la frase che mi trascino' verso il bancone, ordinando due Angeli Azzurri.
Feci segno al ragazzo di annullare tutto, ma lei mi abbasso' di fretta la mano, costringendomi a sedere.
-sei matta Leigh?! Due Angeli Azzurri? Ma dico, lo sai quanto cazzo sono forti!- sebbene urlai con quanta voce avevo in gola, nessuno ci fece caso dato il livello di volume ampiamente superiore.
Leigh appoggio' le sue mani sulle mie gambe, prendendo a sfiorarle dolcemente. -rilassati okay? Siamo qui per divertirci e, fondamentalmente, non pensare- tiro' fuori il portafoglio, aspettando il conto dal ragazzo a cui aveva chiesto le ordinazioni. -facciamo che offro io. Cosi eviti di tirarmi addosso l'Angelo Azzuro- esclamo', stringendomi la mano.
Scossi la testa, come le altre venti volte in cui l'avevo fatto nel corso della giornata, e la ringraziai ancora poco convinta.
I drink arrivarono due minuti dopo, insieme allo scontrino, che a giudicare dall'espressione di Leigh era inaspettatamente alto.
-quant'e'?- provai a chiedere curiosa. Si volto' scoraggiata e butto' giù il primo sorso.
-facciamo che beviamo per non pensare okay?- esclamo' ironica.
Mi fece cenno di prenderlo e sfioro' il suo bicchiere con il mio.
-che questa serata possa non farmi rimpiangere tutti i soldi che sto spendendo per quei cinque stronzi- esclamo' divertita.
Risi sonoramente e buttai giù quanto alcool potevo, tanto per non deludere le aspettative della mia amica.
Certo Claire, non stai bevendo perché sei consapevole del fatto che sei una stupida illusa che cerca di intromettersi nel destino di un milionario ragazzino irlandese, che suona una fottuta chitarra e che a malapena sa chi e' la regina Elisabetta (che tra l'altro ha anche conosciuto).
Sconvolta di questa consapevolezza fin troppo vera, svuotai il bicchiere in meno di cinque minuti, seguita da Leigh che probabilmente stava pensando le stesse identiche cose.
-mi ci compravo un altro drink con i soldi del cappello che ho regalato a quello stronzo!- esordi' la bionda, senza senso. Sapevo a chi si fosse riferita, perciò non mi preoccupai neanche a chiederle spiegazioni. L'alcool stava facendo la sua buona parte e non negai, che vedere Leigh leggermente brilla, fosse divertente. La trascinai in pista, lasciando che l'Angelo Azzurro si impossessasse anche del mio corpo, e soprattutto testa.

-ho bisogno di andare al bagno Leigh- esclamai ridendo. Non avevo più una visione nitida del suo volto, ma era ancora riconoscibile dal vestito spaziale di Urban Outfitters.
-che hai detto?- mi chiese, tirando la testa all'indietro e alzando le braccia a ritmo di musica.
-devo pisciare Leigh!- urlai ancora più forte, facendola ridere a crepapelle.
-dai ti accompagno- disse decisa, quasi cadendo sui suoi stessi piedi. La sorressi, evitando di farla cadere e la condussi verso una sedia libera, proprio accanto al bancone delle bevande. -rimani qua okay? Vado al bagno e torno- le dissi all'orecchio, cercando di improntarglielo bene in testa. Annui' con la testa e mi spinse verso il bagno, dandomi una pacca sul sedere divertita. -e non provare ad accettare drink da sconosciuti!- aggiunsi, prima di perderla tra la folla di gente, appiccicata gli uni agli altri, che ballava.
Per quanto poco capissi cosa stesse succedendo intorno a me, aspettai impaziente il mio turno al bagno. Ripensai a quanto Leigh non reggesse e dove avremmo trovato i soldi per il taxi. Pensai a Niall che probabilmente era spaparanzato sul divano a guardarsi una vecchia partita di golf e a quanto fosse pigro e troppo prevedibile. L'ultimo pensiero, prima che entrassi nel piccolo bagno, fu come i miei capelli potessero essere ancora intatti e quanto non fossero serviti a nulla.
Temetti in cuor mio di non ritrovare più la mia migliore amica dove l'avevo lasciata una volta uscita dalla toilette, ma per mia fortuna la intravidi in lontananza. Sorrisi sollevata e la raggiungi a passo svelto.
Ci vollero esattamente due secondi per realizzare che non era da sola.
-che cosa sta succedendo qui?- esclamai, senza capire. Gia' la mia amica aveva preso una forma sfocata ai miei occhi, figuriamoci il nuovo tipo che le sedeva accanto.
Lui allungo' la mano per presentarsi, ma Leigh interruppe il movimento, interponendosi tra di noi. -non essere scortese Claire dai- disse facendo il broncio.
-non sono scortese Leigh. Vorrei solo capire chi sia…- deglutii, e quasi non mi strozzai con la mia stessa saliva.
-Darragh, mi chiamo Darragh- mi interruppe, facendomi l'occhiolino.

Giuro che in quel momento la prima cosa che mi venne in mente fu: "porca troia, e' ancora più' idiota di quello che credevo".






Dopo tutto questo tempo, ho avuto il bisogno forte di prendere il computer e scrivere.
Mi dispiace non essere piu' frequente nella pubblicazione di questa storia e di Neighbours, ma la mia vita ultimamente e' piu' movimentata di quanto sembri percio' non ho mai molto tempo e voglia. Comunque sapete bene che fino a che non clicchero' "completa", non smettero' di aggiornare.
Ho appena riletto il capitolo e ho paura io abbia velocizzato troppo le cose. Fatemi ovviamente sapere cosa ne pensate, in positivo e negativo ;)
Me ne vado a letto, che e' piuttosto tardi.
Nel prossimo capitolo credo abbiate capito, possano esserci "nuovi" incontri.
Mi farebbe piacere trovare delle vostre recensioni percio' non abbiate timori che non vi mangio lol
Notte,
con affetto Ludo.

ps: si, penso che Darragh (per chi non lo sapesse e' l'amico di Niall nella realta' lol) sia un idiota. I suoi tweet sono fondamentalmente idioti, percio' deduco che anche i suoi pensieri lo siano. Tanto vale introdurlo nella storia e prenderlo un po' per il culo :D
l'unica cosa positiva e' che gli piace Rita Ora aka la donna della mia vita.
La amo molto #js


LOVE YOU ALL, ESPECIALLY THE GIRL WHO ISPIRED ME FOR THIS STORY.
   
 
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