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Autore: BebaTaylor    29/05/2013    0 recensioni
Dal Capitolo Tre
Solo allora si accorse della bara bianca, appoggiata su delle colonne di marmo, anche quelle bianche. La parte superiore era aperta. Lentamente Astrakan si avvicinò. Osservò il coperchio finemente decorato, fece il giro, aspettandosi di trovare la ragazza con il viso sciolto come quello delle altre persone. Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo.
Quando li riaprì e guardò all'interno della bara si pentì di averlo fatto. Il cadavere non aveva il viso deforme come quello degli altri, ma il suo. Gli stessi capelli neri, lo stesso viso ovale dai lineamenti delicati, una tiara fra i capelli.Astrakan fissò il suo cadevere a lungo, incapace di fare qualsiasi cosa. Lo stesso vestito, lo stesso mazzo di fiori.
«È colpa mia! Io l'ho uccisa!» strillò ancora il ragazzo.
Astra si riscosse. Se stava guardando il suo cadavere, allora quello era il suo funerale, e quello che urlava era suo marito.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Dodici
The Battle parte I

Astra trattene il respiro e schiacciò le sciarpe, ne aveva due, contro il viso. Lo spettacolo davanti ai suoi occhi la lasciò senza fiato. Era tutto bianco, la scala di pietra era coperta dalla neve e le rotaie del tram non si vedevano più. Si guardò attorno e vide che alcune case erano quasi coperte dalla neve, di una si vedeva solo il tetto.
Era un'unica, enorme e accecante distesa bianca.
«Fate attenzione.» disse voltandosi verso gli altri, iniziò a scendere lentamente, facendo attenzione a dove metteva i piedi, non voleva rischiare di cadere e di rotolare a valle. Pensò di essere stupida per aver comprato tutta quella roba, la valigia e la borsa le pesavano, pensò anche che avrebbe potuto lasciare qualcosa nella casupola.
Guardò le impronte lasciate da Katulaa e sperò che fosse già arrivata a palazzo ad avvertire il Saggio.
«Come ci arriviamo a palazzo?» domandò Joe.
«A piedi, non credo che qualcuno verrà a prenderci.» rispose lei. «A meno che il Saggio non decida di mandare qualcuno.»
Joe sbuffò. «Manderà sicuramente qualcuno, rischiamo di...» Joe non terminò la frase e sospirò, non voleva dire che avrebbero rischiato l'assideramento.
«Fa freddo!» si lamentò Maya stringendosi le braccia al corpo, «Si gela.» mormorò.
Astra si girò per guardarla e vide Adam togliersi una delle due sciarpe e avvolgerla attorno alla testa e alle spalle della ragazza, il ragazzo le passò una mano sulla testa coperta dal cappuccio del pesante giaccone e Astra pensò che stesse sorridendo. Per un secondo sperò che nessuno di loro due fosse il Catalizzatore, perché come coppia le piaceva molto, le sembrava che stessero davvero bene insieme.
Fissò Steve e sorrise anche se l'unica parte del suo viso che si vedeva erano gli occhi.
Lui si avvicinò a lei, «Hai freddo?» le domandò, la sua voce era attutita dalla sciarpa.
«No, sono abituata.» rispose lei, in realtà aveva freddo, non era più abituata a quelle temperature.
Dopo un tempo che parve infinito, erano scesi a valle dove li aspettava un gatto delle nevi.
«Benvenuti.» esclamò un uomo, Astra lo riconobbe, era Gerg, uno dei servitori del Saggio.
«Grazie.» mormorò in risposta e salì a bordo aiutata da Steve.
I ragazzi si sedettero mentre l'uomo salì al posto di guida.  Astra abbassò la sciarpa, l'abitacolo era piacevolmente caldo e lei incominciava a riscaldarsi, le loro cose erano state sistemate nel bagagliaio. Astra si tolse una sciarpa e la sistemò sulle gambe, ripiegandola bene.
«Sei contenta di essere tornata a casa?» le domandò Steve, seduto accanto a lei.
Lei sorrise e lo guardò. «Sì.» rispose, spostò una mano e strinse quella di lui. Alzò lo sguardo e vide Maya e Adam vicini, che parlottavano a bassa voce, mentre Joe e Kevin, seduti uno di fronte all'altro, parlavano tranquillamente. Astra guardò il pavimento del veicolo su cui si era formata una pozza, era la neve sciolta. Guardò fuori dal finestrino quel paesaggio così familiare ma allo stesso tempo estraneo, pensò che fosse a causa della neve che aveva ricoperto molte cose, o forse per quel mese a New York. Posò la fronte sul finestrino e chiuse gli occhi.
Dopo una ventina di minuti arrivarono nel palazzo del Saggio, nei sotterranei dove c'era il garage.
Salirono lentamente al piano terra mentre Gerg si occupò dei loro bagagli.
Una volta tolti gli abiti pesanti furono condotti dal maggiordomo in una sala dove nel grande camino era acceso il fuoco. Maya andò lì davanti per scaldarsi.
«E adesso cosa succede?» domandò Adam.
«Il Saggio verrà qui, andremo nella stanza dove c'è la Sfera, la toccherete e se non prenderete la scossa vuol dire che siete il Catalizzatore.» spiegò Astra.
«Scossa? Cosa?» esclamò Adam, «Non ne avevi parlato di questo!»
«Non è una forte scossa, è piccola. La Sfera lo fa per difendersi.» spiegò Astra, «Lo spiegherà meglio il vecchio... il Saggio.» disse dopo aver guardato la faccia perplessa di Adam.
«E quando arriva?» domandò il giovane.
Astra alzò le spalle. «Non lo so.»

***

Il Saggio fissò il libro con l'incantesimo, voleva essere sicuro di saperlo a memoria,non voleva rischiare di fare qualche errore che avrebbe compromesso il tutto.
Chiuse il libro e si alzò, gettò uno sguardo alla sfera e sorrise nel vedere Katulaa.
Lei non avrebbe rovinato il suo piano.
Era stato scoperto pochi minuti prima, ma ora la muta forma non gli avrebbe più causato nessun problema. Non avrebbe mai pensato che Katulaa potesse essere un problema, l'aveva sottovalutata ma da quel momento non sarebbe stata più un problema.
Uscì dalla stanza e camminò lentamente, voleva tenere i ragazzi sulle spine.
Scoppiò a ridere pensando a quello che sarebbe successo da lì a poco.

***

«Avete capito tutto?» domandò il Saggio ai Candidati, aveva spiegato loro quello che sarebbe successo: uno alla volta avrebbero messo le mani sulla Sfera, se avessero sentito una piccola scossa voleva dire che non erano il Catalizzatore, mentre se la Sfera si fosse illuminata voleva dire che chi la stava toccando era la persona giusta. Poi ci sarebbe stata la cerimonia, ma quella il Saggio l'avrebbe spiegata dopo.
I ragazzi annuirono lentamente, lo sguardo fisso sulla grande Sfera presente in biblioteca. Era grande un opale grande poco più di un pallone da calcio, posta sopra una colonna in marmo bianco.
«Chi va per primo?» domandò Astra, era eccitata, ancora qualche minuto e sarebbe finito tutto. Il loro mondo non sarebbe più stato in pericolo.
«La ragazza.» esclamò il Saggio.
Maya aprì la bocca sorpresa, guardò Astra che le sorrideva, fece un respiro profondo e si avvicinò al centro della stanza, dove si trovava la Sfera. Salì lentamente il gradino, fissò la Sfera e pensò che fosse bellissima. Lentamente e con delicatezza posò le mani aperte sulla Sfera e attese.
«Ahi!» esclamò dopo qualche secondo, aveva ricevuto la scossa. Si fissò le mani e tornò vicino ad Adam e Astra.
Il Saggio la osservò impassibile. «Chi vuole essere il prossimo?»
«Vado io.» disse Kevin e andò verso la Sfera sotto lo sguardo attento di Joe, che sperava con tutto il cuore che fosse lui il Catalizzatore, così sarebbe rimasto con lui, guardò sua sorella e Steve e si disse che probabilmente anche Astra sperava la stessa cosa per Steve.
Joe trattenne il fiato quando Kevin posò le mani sulla Sfera e imprecò sotto voce quando il ragazzo tolse le mani di scatto.
Kevin tornò accanto a lui deluso.
«È uno di voi due.» disse il Saggio indicando Steve e Adam e si alzò dalla comoda poltrona, «Chi di voi è il prossimo?» domandò passando accanto alla Sfera, mosse una mano e urtò la colonna che tremò, come anche la Sfera, che scivolò a terra e si ruppe.
Astra urlò con tutto il fiato che aveva in gola. Senza la Sfera non era possibile capire chi fosse il Catalizzatore, e senza di lui tutto sarebbe andato perso.
Il Saggio guardò i pezzi della Sfera con aria dispiaciuta, e fissò il Cuore della Sfera rotolare sotto un mobile.
«Oh oh.» disse l'anziano. «È tutto finito.» aggiunse guardando i ragazzi.
Ci fu silenzio per qualche minuto, il Saggio si avvicinò a uno scaffale e prese un lungo bastone di legno chiaro, era alto come lui e sulla punta aveva un grosso rubino rosso che rifletteva la luce del fuoco.
«È tutto finito...» ripeté, «Ma non per me!» urlo sbattendo con violenza il bastone a terra. Il pavimento tremò, così come i mobili, alcuni libri caddero per terra.
Sul pavimento apparve una crepa, seguita subito dopo da molte altre.
«Che cosa...» strillò Astra fissando la grassa crepa che oltre ad allargarsi sempre di più si stava avvicinando anche a lei.
Nella stanza calò il buio e Maya urlò. Anche Astra gridò quando sentì la terra mancarle sotto i piedi e, mentre precipitava nel vuoto, sperò che fosse un incubo.

***

Astra tossì e aprì lentamente gli occhi, sbatte le palpebre un paio di volte. Lentamente si mise seduta,spostò un pezzo di legno che le era finito sul piede e lo mosse temendo che ci fosse qualcosa di rotto, fortunatamente il piede e la caviglia erano a posto.
Passò una mano sul viso e cercò di ricordare quello che era successo prima.
Maya e Kevin non erano il Catalizzatore, questo lo ricordava. Poi il Saggio che si era alzato, ricordò la Sfera che cadeva a terra e che si rompeva, quella specie di terremoto, lei che cadeva nel vuoto...
Si alzò in piedi appoggiandosi alla parete vicina. Raccolse la sciarpa  e se la mise sulle spalle come se fosse uno scialle, aveva freddo, guardò attorno a sé cercando di capire dove fosse e ipotizzò di essere finita in uno dei corridoi sotterranei. Ma quale?
«Joe! Steve!» chiamò mentre camminava fra le macerie, gemette di frustrazione quando le rispose il silenzio. «Maya, Adam!» chiamò ancora. Avanzò ancora di qualche metro fra le macerie fino a quando non si sentì tirare per un braccio e strillò.
«Shh! Sono io!» le mormorò Adam.
Astra chiuse gli occhi sollevata. «Mi hai spaventato.» sussurrò e posò una mano sul petto, all'altezza de cuore.
Respirò a fondo e si tranquillizzò.
«Scusa.» disse Adam e abbozzò un sorriso. «Cos'è successo? Perché siamo qui?»
Astra scosse la testa e si sistemò la sciarpa che le era scivolata da una spalla. «Io... non lo so il perché.»
«E gli altri?» chiese ancora Adam, il suo tono era preoccupato.
Astra si limitò a scuotere la testa.
Avanzarono qualche metro, stando attenti al minimo rumore.
«Astra!»
Adam e Astra si voltarono, Steve spuntò da un vicoletto sulla sinistra. Il ragazzo raggiunse Astra e l'abbracciò, stringendola forte, le baciò la fronte. «Dove sono gli altri?» domandò guardando lei e Adam.
«Non lo sappiamo.» rispose Astra, portò una mano alla fronte e scostò i capelli dal viso. Soffiò sulle mani a coppa per riscaldarle, Steve le frese una mano fra le sue e e sorrise.
«Cerchiamo gli altri.» esclamò il ragazzo.
I tre si incamminarono lentamente, cercando di non inciampare nelle macerie.
«Aiuto! Hey!» sentirono urlare, era Kevin.
Astra,  Adam e Steve corsero verso  Kevin, era bloccato sotto una colonna rotta che gli bloccava le gambe, era appoggiato contro il muro con la schiena,il vis sporco dalla polvere.
Quando furono accanto a lui si accorsero che era solo incastrato, la colonna poggiava su un blocco di pietra.
«Alziamolo.» esclamò Steve rivolgendosi ad Adam.
Astra s'inginocchiò accanto a Steve e gli strinse la mano. «Ti fanno male le gambe?»
Kevin scosse la testa. «No, le gambe sono a posto.» rispose cercando di sorridere.
Steve e Adam alzarono con fatica la colonna, era molto pesante, e dopo averla spostata la lasciarono cadere, Astra chiuse istintivamente gli occhi al rumore del marmo che sbatteva contro il pavimento.
Steve  aiutò Kevin ad alzarsi. «Dov'è Joe?» domandò quest'ultimo.
«Non lo so.» rispose Astra, «Manca anche Maya.»
Kevin non disse nulla e si passò una mano sul viso. «Dobbiamo trovarli.» disse superando gli altri tre.
Astra fissò Steve, scrollò le spalle, si sistemò la sciarpa e seguì Kevin,che si muoveva sicuro in quei corridoi poco illuminati come se sapesse dove andare.
«Dove sta andando?» domandò Adam ad Astra.
«Non lo so.» rispose lei, e strinse la mano di Steve, incominciava a sentirsi in ansia per Joe. Non riusciva a capire se fosse in pericolo oppure no, sbuffò frustata e pensò a quella volta che Joe a dodici anni si era slogato una caviglia, lei anche se non era con lui aveva provato il suo stesso dolore.
«Joe! Maya!» strillò Astra, e l'eco della sua voce rimbombò nel corridoi. Scosse la testa quando non ricevette nessuna risposta.
Kevin girò in uno stretto corridoio a sinistra, scavalcò un grosso pezzo di legno, ad Astra sembrò un vecchio portone.
Kevin si fermò improvvisamente, si girò verso gli altri e fece segno di stare in silenzio.
Astra sussultò quando vide il suo viso e Adam si coprì la bocca con la mano per trattenere un urlo.
Gli occhi di Steve erano rossi, e la sclera bianca risaltava nella semi oscurità.
«Non è possibile...» mormorò Astra.
«Cosa?» chiese sottovoce Adam.
Astra lo guardò e non rispose, sapeva benissimo cosa significavano quegli occhi. Kevin era un Custode, ne era sicura.
Kevin indicò un punto poco lontano, e Astra riconobbe il pesante maglione rosso di Maya.
Adam si allontanò da Astra e Steve e corse verso di lei. Spostò un pezzo di legno e le toccò il viso. «Respira!» disse. «Credo che sia svenuta.»
Astra lo raggiunse e Maya aprì gli occhi. «Adam...» sussurrò, il ragazzo l'abbraccio e aiutato da Astra fece alzare in piedi Maya.
«Mi gira la testa.» si lamentò Maya.
«Ragazzi!» li chiamò Steve e indicò Kevin che aveva ripreso a camminare.
Lentamente Adam, Maya,Astra e Kevin lo raggiunsero.
Kevin camminava sicuro e Astra pensò che neppure lei e Joe avrebbero avuto tutta quella sicurezza nel muoversi lungo i corridoi sotterranei.
«Joe...» mormorò pensando al fratello e sentì che sarebbe scoppiata a piangere da un momento all'altro, Joe non le era mai mancato così tanto ed era preoccupata per lui.
«Non ti preoccupare, lo troveremo.» le disse Steve e la strinse a sé per qualche secondo.
Astra respirò a fondo e annuì. Alcuni piccoli pezzi di intonaco si staccarono dal soffitto e caddero, Astra alzò il viso preoccupata.
«Perché...» mormorò, il pavimento tremò e un boato risuonò nel corridoio. Steve si gettò su Astra e Adam coprì Maya mentre la scossa di terremoto faceva tremare tutto quanto.
Dopo dieci lunghi secondi la scossa cessò.
«State tutti bene?» domandò Steve, gli altri annuirono.
«Dov'è Kevin?» chiese Adam.
I quattro si guardarono, Kevin sembrava scomparso. Un urlo li fece spaventare.
«Joe!» gridò ancora Kevin.
Astra si staccò da Steve, scavalcò un pezzo di calcinaccio e corse nella direzione in cui proveniva la voce.
Steve le urlò di fermarsi, di stare attenta ma lei non lo ascoltò; si fermò quando vide Kevin inginocchiato per terra. Respirò a fondo e si avvicinò a lui, urlò quando rivide Joe riverso per terra, la fronte sanguinante e il braccio destro piegato in modo innaturale.
Kevin guardò appena Astra, e accarezzò il viso di Joe, il sangue sparì e il profondo taglio sopra il sopracciglio destro si chiuse.
Astra riuscì a percepire il calore sprigionato dalle mani di Kevin, era lo stesso che proveniva dalle mani di Joe quando guariva qualcuno.
Il braccio di Joe tornò normale e lui aprì gli occhi.
«Joe!» esclamò felice Astra, ma quando vide l'espressione ostile di Kevin smise di sorridere.
Kevin aiutò Joe ad alzarsi.
«Sto bene.» mormorò Joe mentre Steve, Adam e Maya arrivarono.
«Cosa succede?» domandò Joe fissando Kevin, i suoi occhi erano ancora rossi. «Stai bene?» chiese.
«È un Custode.» mormorò Astra.
Joe la guardò e aprì la bocca sorpresa. «Cosa? Kevin!» esclamò.
«Cosa? Cosa sarebbe?» domandò Steve.
Kevin scosse la testa e i sui occhi tornarono normali. «Cosa è successo?» mormorò.
«Tu sei... tu sei il Custode, colui che protegge l'Ambasciatore...» spiegò Astra, ma prima che potesse aggiungere altro si alzò una grossa nuvola di polvere.
Quando la polvere si diradò apparve il Saggio. «Non potete scappare!» urlò, «Voglio il potere!»
Astra si aggrappò a Steve domandandosi cosa fosse successo al Saggio, al perché fosse impazzito.
Un altro boato sconquassò l'aria, le pareti e il pavimento tremarono per alcuni lunghi secondi. Quando il tremore cessò, Astra aprì gli occhi.
Il Saggio era sparito, e quando alzò gli occhi verso l'alto vide un enorme buco sul soffitto, cercò di capire sotto quale stanza fossero ma ci rinunciò.
«Che succede?» domandò Joe, ancora sorretto da Kevin.
Astra scosse la testa. «Non ne ho idea... è impazzito.» rispose, e vide Maya seduta per terra, che si stringeva le braccia al petto, Adam era inginocchiato dietro di lei e la stava abbracciando.
«Che cos'è?» domandò Steve, «Astra?»
Lei si voltò verso di lui e spalancò gli occhi dalla sorpresa. «Il Cuore della Sfera!» strillò facendo voltare tutti quanti, «Steve, tu sei...»
Lui la fissò sorpreso e inquieto allo stesso tempo. «Sono cosa?» chiese passando la Sfera da una mano all'altra. «Il Catalizzatore.» rispose Joe, «E lui è il Custode.»
Rimasero per qualche secondo in silenzio, mentre Steve osservò la sfera che aveva nella mano sinistra. «Siete sicuri?»
Astra annuì. «Sì, siamo sicuri.» rispose, «Il Cuore della Sfera,» disse indicando l'oggetto, «è pesantissimo, solo il Catalizzatore può sollevarlo e maneggiarlo senza fatica.»
Steve non disse nulla e annuì.
Tremò ancora tutto, Maya e Astra urlano.
«Dobbiamo andarcene!» urlò Kevin indicando il fondo del corridoio, un'onda di luce grigiastra stava arrivando.
«Che cazzo...» esclamò Adam alzandosi in piedi e trascinando con sé Maya.
«Correte!» urlò ancora Kevin, la luce si avvicinava sempre di più. I sei corsero svoltando a caso dei nei vari cunicoli, fino a quando non si ritrovarono in un vicolo cieco.
«Siamo in trappola!» esclamò Adam.
«Lì c'è una scala!» disse Joe indicando una vecchia scala a pioli in metallo inchiodata al muro.
«Vado prima io.» esclamò Kevin, «Poi le ragazze.» disse incominciando a salire.
La scaletta era arrugginita e Astra temette che si potesse staccare da un momento all'altro. Kevin aprì la botola senza fatica, era solo appoggiata e non chiusa con un lucchetto o qualcosa di simile.
«Vai prima tu.» mormorò Maya. Astra annuì, respirò a fondo e si avvicinò alla scala. Strinse il metallo con forza e incominciò a salire,dopo pochi secondi Kevin l'aiutò a uscire dalla botola. Astra si guardò attorno e si meravigliò.
Era a casa, quella era la stanza della musica. Riconobbe il grande pianoforte a coda e il grosso violoncello. Li suonavano i suoi genitori. Fissò il grande camino e ricordò che quando era una bambina si metteva vicino al fuoco insieme a suo fratello e ascoltava i suoi genitori suonare.
Era persa nei ricordi quando Maya e Joe furono al suo fianco.
«Siamo a casa!» esclamò Joe.
Pochi minuti dopo erano tutti in quella stanza.
«Dobbiamo bloccarla.» disse Adam indicando la botola. «Magari non servirà a nulla, però...»
Kevin annuì. «Spostiamo quella.» esclamò indicando una pesante cassettiera in mogano. Adam e Joe lo seguirono verso il mobile mentre Steve si spostò verso una parete.
Improvvisamente, appena le mani di Kevin sfiorarono i fianchi della cassettiera questa si mosse, si sollevò di una decina di centimetri dal pavimento e si posizionò sulla botola.
Astra camminò avanti e indietro per la sala. «Non è possibile... non è possibile...» disse, si fermò e fissò Kevin, «Tu sei il Custode... non è possibile.» gli disse. Ormai ne era certissima, gli occhi rossi, il potere della guarigione, come quello di Joe, la telecinesi...
«Cosa sarei? E perché sarebbe impossibile?» domandò lui, fissò Joe e gli strinse ancora più forte la mano.
«Perché... perché fino ad ora sapevamo che il Custode era una leggenda, non pensavamo che fosse reale.» rispose Astra guardando il pavimento.
«Cosa c'è? Perché non mi guardi?» domandò Kevin, «C'è dell'altro, vero?»
Astra alzò per qualche secondo lo sguardo su di lui poi lo abbassò, si portò la mano destra alla bocca e mordicchiò le pellicine vicino all'unghia del pollice.
«Allora?» la incitò Kevin.
«Tu non sei Terrestre... tu sei di qui.» mormorò Joe.
Tutti si voltarono verso di lui, anche Kevin, che lo fissava come se non avesse capito bene quello che aveva detto. «Io... sono...» balbettò.
«Tu sei il Custode.» disse Astra.
«Come nel libro.» pronunciò Adam.
«Esatto.» esclamò Astra, «E fa anche quello che c'è scritto. O almeno dovrebbe.»
Kevin respirò lentamente, «Quindi cosa sono? Sono stato rapito anche io?»
Astra lo guardò e si sentì dispiaciuta per lui e si trattenne dall'andare da lui e abbracciarlo. «No, non sei stato rapito.» gli disse, evitando di aggiungere un "forse". «Penso che la tua famiglia si sia trasferita sulla Terra subito dopo il rapimento del Cata... di Steve.» continuò la ragazza e si avvicinò a lui.
«Anche tu hai dei poteri, e lo hai dimostrato salvando Joe. E hai appena sposato una pesante cassettiera con la telecinesi. Dovresti, e dico così perché non ne ho la certezza assoluta, averne anche altri.» Astra si fermò e lo guardò. «Tu sei una sorta di... protettore di Joe, quando lui soffre soffri anche tu, se qualcuno gli fa del male... tu... tu faresti di tutto per aiutarlo.»
Kevin rimase in silenzio e fissò Steve appoggiato a una delle pareti. «Io.. ho...» balbettò, «Credo di aver capito.» Astra annuì piano e guardò Steve,se ne stava in silenzio e lei non sapeva cosa fare o cosa dirgli.
«Tu sei uno di noi perché i tuoi poteri sono molto forti.»aggiunse Astra e Kevin si limitò ad annuire.
Astra gli sorrise e si avvicinò al fratello e gli sfiorò la fronte. «Stai meglio?» gli domandò dolcemente.
«Sì.» rispose Joerydan e si mise seduto. «Cosa facciamo?»
Astra si morse il labbro inferiore e sospirò. «Non lo so.» mormorò.
Si spostò verso Steve. «Come ti senti?» gli domandò.
Lui la guardò e scosse la testa. «Non ne ho idea.» rispose. «Lasciami solo.»
Astra annuì anche se si sentiva delusa e si allontanò e passò davanti al camino. «Dobbiamo riuscire a trovare la biblioteca, magari troviamo qualcosa che possa aiutarci.»
Si fermò e guardò gli altri, Adam abbracciava Maya cercando di riscaldarla, Kevin sosteneva Joe e Steve non si era spostato di un millimetro dal suo posto.
Respirò a fondo e fece un passo avanti,urlò quando si sentì afferrare per le caviglie, si sentì trascinare e cadde sbattendo violentemente la testa sul pavimento.
Joe urlò e corse verso la sorella, gridò ancora più forte quando vide due grosse mani nere trascinare sua sorella nella bocca del camino, la testa di Astra fece un rumore sordo quando sbatté contro la base del caminetto.
Dopo pochi secondi Astra sparì.
Steve fissò la scena inorridito, si staccò dal muro e si avvicinò al camino.
«Steve...» mormorò Adam, mentre Kevin cercava di fermare Joe che voleva buttarsi nel camino.
«Steve!» gridò Kevin quando vide il viso dell'altro: gli occhi erano rossi, l'espressione seria e indecifrabile.
Steve afferrò una delle torce appese, fece  un cenno agli altri di seguirlo ed entrò nel camino chinandosi leggermente.
«Anche lui è...» mormorò Adam.
Joe lo guardò e annuì, non sapeva cosa dire. Seguirono Steve all'interno del camino in silenzio.
Joe pensò che fosse un bene che Steve fosse anche un Custode, oltre che il Catalizzatore, ma era anche un male, perché Steve, accecato dalla rabbia, avrebbe potuto fare qualsiasi cosa per proteggere Astra, anche distruggere l'intero universo.
Dal soffitto gocciolava dell'acqua e sul pavimento c'erano diverse pozze. Se possibile, lì faceva ancora più freddo. «Joe...» mormorò Kevin, «Che diavolo ha?»
«È... un Custode, oltre ad essere il Catalizzatore.» rispose l'altro, «Molto potente e molto pericoloso.»
«Anche lui...» sussurrò Kevin, rivolto più a se stesso che a Joe, «Perché è pericoloso?»
«Perché è anche il Catalizzatore, questo lo rende pericoloso.» rispose Adam. «Esatto?» domandò rivolgendosi a Joerydan.
Lui annuì, «Sì, è così. Farebbe di tutto per proteggere mia sorella... anche distruggere tutto quanto.»
Rimasero in silenzio e continuarono a seguire Steve. Kevin si domandò se anche lui si fosse comportato in quel modo, come stava facendo Steve in quel momento. Se anche lui aveva avuto quell'espressione, quegli occhi, quello sguardo di chi farebbe di tutto per la persona che amava.
«Di là.» esclamò Steve. La sua voce era bassa e roca.
Arrivarono in un'altra stanza, uscendo dal camino.
Astra era su un tavolo di pietra bianca, circondata da candele accese e aveva del sangue rappreso sulla fronte.
Joe superò Steve e si avvicinò alla sorella ma prima che potesse sfiorarla Steve lo spinse via facendolo cadere.
«Non voglio farle del male.» esclamò Joe alzandosi, tenne le mani davanti a sé, «Voglio solo vedere se sta bene.»
Steve respirò a fondo e fece cadere la torcia per terra.
«Stalle lontano!» urlò Steve abbracciando Astra.
«Calmati Steve, non vogliamo farle del male.» disse Kevin avvicinandosi a Joe. Adam abbracciò Maya che tremava dalla paura, aveva paura per Astra e per Steve, aveva paura di una sua reazione violenta.
«State lontano!» gridò Steve e un raggio di energia partì dalla sua mano, i ragazzi si abbassarono e il caminetto venne colpito e distrutto.
Astra aprì lentamente gli occhi, la testa le faceva malissimo. «Cosa... dove sono?» mormorò.
Joe la guardò e si morsicò il labbro inferiore. Avrebbe voluto andare da lei ma rimase fermo, aveva paura di un'altra reazione violenta da parte di Steve.
Astra fissò il torace di Steve e spostò lentamente la testa, temeva che se avesse fatto un brusco movimento avrebbe vomitato. Fissò il caminetto distrutto e si domandò cosa fosse successo.
«Stai bene?» le domandò Steve.
Lei alzò il viso verso di lui e rimase sconvolta nel vedere gli occhi rossi di lui. «Steve...» mormorò. Girò di poco la testa e vide Joe. «Joe.» lo chiamò.
Lui si avvicinò lentamente.
«Vai via!» gridò Steve.
Astra lo fissò spaventata. «Steve.» lo chiamò dolcemente e lui si voltò per guardarla. «È Joe, mio fratello. Non vuole farmi del male.» gli spiegò accarezzandogli il viso.
Steve la guardò e rimase in silenzio mentre lei continuava ad accarezzargli il viso, il ragazzo scosse la testa e i suoi occhi tornarono normali. «Cos'è successo?» domandò.
«Tu sei anche il Custode di Astra, oltre a essere il Catalizzatore.» rispose Joe.
Steve lasciò Astra e fece un passo indietro, sconvolto. Si guardò attorno e vide il caminetto distrutto.
«Sono stato io?» domandò. «Che cosa.... io sarei anche il Custode?»
Astra si mise seduta e lo guardò preoccupata. «Che cosa stai dicendo?» chiese a suo fratello.
Joerydan annuì. «Sì... lui è anche un Custode... non è solo il Catalizzatore.»
Steve si allontanò ancora da Astra e finì contro il muro.
«E adesso?» domandò Adam.
«Non lo so.» esclamò Joe avvicinandosi alla sorella, «Non so cosa abbia il Saggio, non so cosa dobbiamo fare adesso... non so nulla!» aggiunse alzando la voce.
«Non so nulla.» mormorò tenendosi la testa con le mani. Kevin lo abbracciò.
«Qualcuno mi spiega cosa diavolo è successo?» domandò Astra.
Adam e Maya le si avvicinarono e le spiegarono brevemente quelle che era accaduto nella mezz'ora precedente. L'aiutarono a scendere dalla tavola e lei si avvicinò a Steve.
«Stammi lontano, ho paura di farti del male.» mormorò lui e si scostò quando Astra cercò di abbracciarlo.
Lei indietreggiò delusa e incrociò le braccia al petto. «Siamo vicini alla mia camera.» esclamò guardando fuori dalla finestra.
«Come lo sai?» domandò Kevin. «A me sembra tutto uguale.»
«La cupola della sala, anche se c'è su un po' di neve la riconosco.» rispose lei indicando fuori dalla finestra.
«Andiamo lì, allora.» esclamò Joe, «Perché qua le cose si stanno mettendo male.» disse indicando la cassettiera che traballava, come se qualcosa la colpissi con forza da sotto.
«Andiamo!» gridò Kevin, «Subito!» urlò mentre la cassettiera veniva scossa da forti colpi.

Salve, ho diviso il capitolo in due parti perché è uscito un po' lungo. Comunque la seconda parte è in lavorazione, spero di pubblicara entro lunedì 3.
   
 
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