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Autore: xla    14/12/2007    5 recensioni
E se Duddley fosse geloso di Harry? E se Harry fosse fidanzato e la persona che ama lo venisse a trovare a casa? Chi è il biondino, ma, sopratutto; che ci fa un furetto in casa Dursley?!... CAP 31 OVVERO: LA MARCIA NUZIALE E' INIZIATA O LO SPOSO è SVENUTO! -ULTIMO CAPITOLO- [ non tiene conto del 5-6-7 libro ] buona lettura, lasciate un segnetto baci xla
Genere: Commedia, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Famiglia Dursley | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Fuori c’è Un@ Gu3rr@!

- XI ATTO-

 

Hermione.

Ecco il nome della ragazza di Harry. Il cugino aveva avuto fortuna nel trovare una ragazza; seria, diligente, bella, studiosa… anche se dalla lettera sembrava tutto fuorché una ragazza dedita allo studio… visto che lasciava intendere ben altro, anche se lui, sinceramente, non aveva capito granché.

Perfetto. Sì. Bene. A posto. Tutto a posto… Anche lui avrebbe trovato presto una ragazza, migliore di quella del cugino: dopotutto, se l’aveva trovata lui… era solo questione di tempo.

Sissignore!

Ma allora perché sentiva come se qualcuno gli avesse strappato il cuore e ci stesse giocando alla pignatta? E sì che lui non aveva le caramelle, nel cuore. O no?

E che dire di quel fastidiosissimo senso di vuoto, pieno di farfalle che volavano allegre e contente ovunque, che sentiva allo stomaco? Era molto simile a quando aveva visto il cugino prima piangere e poi ridere di cuore. Era dunque lui la causa di tutto ciò? Beh, l’importante era che si appuntasse di fare un piccolo discorso alla madre. Oh, ma che gli dava da mangiare quella donna, animali vivi e vegeti?

Una cosa era certa: forse, da morte, quelle farfalle avrebbero fatto meno male.

-Quindi la lettera era sua. – sussurrò per convincersi da solo, tanto che Harry neanche lo sentì. Oppure voleva solo farla sembrare la cosa più ovvia del mondo. Ma ciò, evidentemente, non la rendeva meno dolorosa.

Ok. Un po’ rideva, va bene? E che cavolo: persino il cugino strambo aveva una ragazza, magari era anche quella della foto. Ma era davvero così? Oppure non poteva sopportare il fatto che Harry fosse fidanzato per il semplice motivo che… no, dai; siamo seri, al massimo poteva dire che reclamava il diritto, come parente, unico, sarebbe anche da aggiungere, della sua età ancora in vita, lui pretendeva di essere informato e di partecipare attivamente alla vita del moro. Anche quella sentimentale!

Guardando in faccia alla realtà, si sarebbe benissimo potuto dire che a Duddley non andava affatto giù l’idea che qualcuno avesse preso un posto speciale nel cuore di Harry. Così. Nulla di particolare a dire il vero, ma si sa: lui era geloso delle sue cose, come tutti i bravi bimbi che si rispettino, come tutti i viziati che si rispettino, se permettete, e basta! Solo il padrone può giocare col suo gioco e, il suddetto, si dovrebbe serbare solo ed esclusivamente per lui. Ecco come dovrebbe essere e, in verità, come era sempre stato. Ma, evidentemente, Harry non sapeva di questa regola o forse si. E Dud, dopo tanti anni di praticantato, se l’era dimenticata?

Ti piace un giocattolo, lo vuoi, ce l’hai, ci giochi e, quando ti sei stufato, i casi sono due: o lo abbandoni dentro qualche cassonetto oppure sotto il letto, ad ammuffire, mentre la tua attenzione è rivolta ormai ad altro, oppure gli eviti tutte queste pene e gli stacchi la testa. Lo fai soffrire, staccandogliela piano, se è stato un giocattolo cattivo, o, se gli vuoi bene, gli eviti di soffrire oltre e gliela stacchi di netto. Un colpo secco. E basta.

Ora hai la coscienza a posto.

Tornando al caso cugino-come-mai-lui-è-fidanzato-e-io-no - perché, fino ad ora di cosa si era parlato? - e se fosse, appunto, invidia? Già. Ma invidia per cosa, di preciso? Si chiedeva Dud, peccato che Harry lo distraeva con la sua sola presenza, completamente vestito solo di se stesso, mode Madre Natura, per la precisione. Era particolarmente difficile concentrarsi. Per uno come lui, poi…

Già… il corpo del cugino. Quel corpo.

Neanche le ragazze o certe riviste gli facevano quell’effetto! I canoni andavano rivalutati oppure era lui che era rimasto indietro con le ultime notizie. Quali: Harry Potter, alias Dio in terra?

Se solo Harry avesse potuto sentire i mille e più pensieri che saettavano nella mente del cugino avrebbe protestato, dicendo che no, lui non era affatto un Dio, ma conosceva molto bene chi lo incarnava perfettamente. In ogni sua forma. Del Dio, ovvio.

Poi Duddley ripensò a tutto quello che gli era stato raccontato e la cosa non lo convinceva poi tanto. Possibile che il caro cugino avesse fatto e detto tutte quelle cose? I casi erano due, come sempre: o tutto ciò era realmente accaduto oppure… il cugino andava in campeggio e, come di consueto, pensava di essere in una scuola per maghi. Francamente, a lui convinceva di più la seconda ipotesi…

Beh, se così è, vediamo fino a che punto si spinge la fantasia di Harry.

-Che materie hai?-

Harry perse le speranze nel trovare una motivazione fondata a tutta questa morbosità, perché sì, si trattava di ciò, era per quello che il cugino s’interessava a… lui. E sì che pensava che la sua sola presenza lo infastidisse. Alcune volte era anche arrivato alla conclusione che fosse invidia, però, a guardar bene, dal comportamento degli zii verso di lui, poteva essere tutto tranne invidia. Al massimo ci ricavavano perché non possedevano la magia per ucciderlo senza sporcarsi le mani. O, per dirlo alla zia Petunia: senza macchiare il pavimento lindo e pinto del sangue di un pazzo.

-Ce ne sono molte, come i corsi. Per esempio: l’anno scorso facevo Divinazione. – ricordò con amarezza.

-Religione?-

Harry rise – No, non ha nulla a che vedere con la religione… è più che altro… sfere di cristallo, tarocchi… sai, roba così! –

-Ti insegnano a predire il futuro e a parlare col diavolo?- va bene essere strani, ma se era così c’era da preoccuparsi sul serio!

-Sì. E cose simili. Prevedere il futuro è uno dei tanti. Tramite foglie di tè.- ridacchiò – Per non parlare del fatto che la prof non fa altro che predire la mia morte. – ridacchiò.

Duddley sussultò – M… morte? – e come faceva a stare tranquillo? – Non hai paura? –

Harry ci pensò su.

Morte. Già. Chi non ne aveva paura? La fredda Signora Morte. Con il suo mantello nero, tanto lungo che non si vedono i piedi, la falce, affilata e tagliente, scheletrica, a ricordare che nulla era eterno. E sì, anche un orologio senza lancette. A indicare che il tempo era indefinito per chiunque e orribile per te. La cupa Mietitrice.

Poi rammentò.

-No. – rispose deciso e tranquillo.

-Non hai paura?-

Ok. Harry Potter era veramente strano. E la magia non c’entrava nulla. Qui si trattava proprio di sanità mentale! Proprio quella che, a suo parere, il cugino stava perdendo.

-Non hai paura della morte?- forse aveva capito male. Sì. Doveva essere così!

-No.-

-Perché?-

Harry fissò un punto indefinito, tornando indietro con la mente – Perché l’ho affrontata troppo volte. –

*  *  *

Si era pulito bene le orecchie, quella mattina, eppure gli era parso di aver udito esattamente ciò che era uscito dalle labbra di Harry.

Che accidenti voleva dire che l’aveva affrontata troppe volte? Non è che, al posto della scuola e del campeggio, lo rinchiudevano in un manicomio? Se era così, lui era pienamente d’accordo. Quale persona sana di mente direbbe, con tale sicurezza, una cosa simile a quella? Un pazzo. Basta! Eppure… perché quegli smeraldi sembravano così veri? Sinceri? Quegli occhi che, anche se arrabbiati, sapevano sempre emanare sicurezza a chi gli stava a cuore. Ma dubitava che lui fosse tra questi. Eh già, prima c’era la cara Hermione. La fidanzatina. Poi il resto del mondo.

Ma se così non fosse, allora come se l’era procurati tutti quei tagli sul corpo? Lo deturpavano della sua immacolatezza. Anche se, in verità, non facevano altro che renderlo ancora più sensuale di quello che già non fosse. Le cicatrici seguivano precise e aderenti la sua pelle, trapassandola, lasciando segni rossi che gli donavano maledettamente. Eh, e che cavolo!

-Devono far male.- sussurrò piano.

-Mh.- fece spallucce Harry – Ho sopportato di peggio! -

Detto come se nulla fosse. Come se tutti quei massacri fossero stati poco più di carezze fatte con una piuma… mentre lui non lo avrebbe toccato neanche con un petalo di rosa… ok, lo avrebbe toccato mooolto più di un petalo di rosa, questo era vero, ma che colpa gliene si poteva fare? Tutti lo avrebbero voluto e lui ce l’aveva.

E alla faccia di tutti!

Lui aveva avuto questa fortuna, perché non afferrarla al volo?

*  *  *

-Perché…- riprese Harry - … da me non ha il nome di diavolo. Ma di Voldemort! –

-Vol…?-

Duddley non credeva che parlare facesse scoprire tutte queste cose. Era riuscito a sapere il nome della ragazza di Harry e, per tutte le cioccolate del mondo, doveva sapere anche le altre cose. A costo di cavare sillaba per sillaba dalla bocca di Harry.

Ci fece un pensierino. E anche più di uno.

-Sì. Un mostro. Ed è ancora peggio quando pensi che prima era un ragazzo come tanti!-

-E cosa ha fatto di male?- pensò - … ha forse ucciso qualcuno? –

Harry si girò di scatto verso il cugino – Qualcuno? –

Duddley assentì con la testa e lui assunse un’espressione sorniona, da far paura - Oh! Ma sì. Certo. Sì, ha ucciso solo qualche miliardo di persone –

Il cugino sbiancò – Mi… miliardo? – ma che, gli servivano delle pasticche per il cuore, quando parlava con lui? - E come ha fatto? –

Harry fece scorrere il suo sguardo su di lui.

// Ma sì, diciamoglielo, tanto: è un babbano e non li saprà mai fare. //

Mandò giù la saliva che si era accumulata in bocca e parlò – Con la magia. –

-E ci credo che i miei non ne vogliono sapere nulla! – sbottò Dud – Quella roba… è pericolosa! – si passò una mano tra i capelli. Cazzo, loro erano pericolosi. Tutto quel branco di stramboidi! E Harry.

Lui… lui era pericoloso? Magari così, nudo, non tanto. Sicuro? Ma con quel pezzo di legno in mano, forse… forse… Ma no, lui era il mollaccione Harry. Il piccolo Harry che piangeva ai temporali. L’Harry che si prendeva la colpa al posto suo. L’Harry che soffriva perché la mosca non poteva più volare. L’Harry che rincorreva le farfalle senza toccarle. Peccato che queste si divertivano a posarsi sui suoi occhiali. Veniva a rintanarsi da lui per la paura.

Ma Harry era cresciuto. Forse non piangeva più per i temporali, per il buio, per le farfalle…

Forse.

Duddley era certo che sarebbe potuto cadere il mondo, ma Harry, quel ragazzo che era cresciuto con lui, giorno per giorno, non avrebbe mai smesso di aiutare chi aveva bisogno di aiuto. Forse era più forte di lui!

Sì. Si decise: Harry era troppo imbranato per essere pericoloso.

Ma cosa c’era di bello nel togliere la vita a qualcuno?  Qui si peggiora ogni giorno di più!

-La magia, di per sé, è neutra. – spiegò Harry – Ognuno di noi ha la magia dentro di sé. Anche in te. Non è né bianca né nera. Ma arcobaleno. Tutti l’hanno. – e amen, andate in pace fratelli e sorelle miei.

Ci furono solo tre parole che Dud non volle far passare nella sua testa – Tutti voi, vorrai dire! – sputò.

Harry scosse piano la testa, con un sorriso degno del padre – Oh no, caro cugino, quando dico tutti, intendo proprio tutti.

Il cugino ammutolì e sbatté le palpebre due volte di seguito. Harry riprese a parlare.

-Però, purtroppo, fra la magia, ci sono anche incantesimi… non rose e fiori, diciamo. Che ti rendono matto… - si perse nel vuoto della stanza - … anche se… - la voce come assente – non c’è bisogno di un incantesimo, per portarti sull’orlo del precipizio. –

*  *  *

Sembrava che la sua mente stesse ripercorrendo e soprattutto rivivendo i periodi più tristi della sua vita.

Ma questo non era il momento di perdersi in tal cose. No. Basta!

-Ma… ora, questo pazzo, dove… è?-

// Mi voglio divertire un po’, dopotutto… me lo merito. Almeno un poco. //

Harry sorrise maligno e serafico al tempo stesso. Gli occhi brillarono. Il cugino perse un battito alle sue parole:

-Oh, forse tu non lo sai, ma, lì fuori… – indicò la porta – c’è la guerra! -

 

   
 
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