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Autore: Lux___    29/05/2013    7 recensioni
Non mi sono mai piaciuti i ragazzi.
Non fraintendetemi, non sono dell'altra sponda, solo che ho sempre pensato che il genere maschile fosse ancora troppo sottosvillupato perchè io uscissi con uno di loro, perchè si sa...i ragazzi di questi tempi vogliono solo una cosa, e non è il tuo AMORE!
Dopo pochi anni dalla morte di mia madre, mia sorella aveva deciso di andarsene, stanca delle regole di un padre troppo apprensivo.
Io? Io non mi sono mai opposta a tutto ciò che mi veniva imposto perchè in parte ero d'accordo, è quando però incontri l'amore vero, quello sì che ti mette nei casini proprio come è successo a me.
***
“Io non ho paura di niente” dissi quasi incerta.
“Sì che hai paura….” Mi disse con quella voce roca così fastidiosa, ma dannatamente sexy.
Rabbrividii al suo tocco caldo sopra lo zigomo e si avvicinò al mio collo, poi verso l’orecchio “..ad esempio ora tu hai una paura fottuta che io possa baciarti”.
sentì un brivido salirmi per tutta la schiena.
“…hai paura perché sai che non ti opporresti al bacio” si staccò dal mio orecchio con quel sorriso storto.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3

 
“KATNISS?!” chiese con occhi e bocca spalancati.
 
Cazzo, che vergogna.
 
Pensavo solo a lui che mi squadrava e io che mi rannicchiavo ancora di più dentro quel lurido armadio.
Mi prese una mano per aiutarmi ad alzare, sempre con la stessa faccia. Senza lasciarmi la mano mi fece roteare davanti a lui e appena finì il giro la sua espressione cambiò con la solita da depravato. Si inumidì le labbra scorrendo gli occhi su tutto il mio corpo.
Mi sentivo troppo vulnerabile a stare davanti a lui, conciata in quel modo. Non potevo neanche uscire dalla stanza perché con lui di dietro, che sicuramente mi avrebbe seguito, tutta l’attenzione della festa si sarebbe rivolta a me; almeno lì c’era solo lui che mi poteva vedere conciata in quello stato, anche se sinceramente non sapevo se era un bene o un male.
 
“WOW” sgranò gli occhi mentre parlava. Gli diedi un pugno sulla spalla che gli fece male, dato che si mise in volto una smorfia dolorante.
 
“Beh il carattere della vera Katniss c’è, ma questo corpo da dove lo abbiamo tirato fuori?!”
 
Mi sentii un pelino lusingata, ma allo stesso tempo offesa; cosa pensava che se una porta vestiti, diciamo, poco attillati debba avere un brutto fisico?
 
 “Perché come pensavi che fossi sotto quei vestiti?”
 
“Beh….” Mi squadrò per l’ennesima volta “…non di certo così!” mi guardò finalmente negli occhi. Strinsi i denti nel vedere quei laghi verdi.
 
‘Tieni duro Katniss, non fargli vedere che ti stai sciogliendo, non dargliela vinta!’
 
“Ah e che ci facevi dentro l’armadio?”
 
‘Quelle fossette io….io quasi le odio! Ma che dico quasi, io le odio proprio!’
Mi ero dimenticata dove mi aveva appena trovata “eh….storia lunga” cercai di evitare di spiegargli per filo e per segno.
 
“Giocavi a nascondino con qualcuno?” alzò e abbassò le sopracciglia avvicinandosi pericolosamente a me, mettendo le mani sui miei fianchi davanti a lui.
Non so perché ma ero troppo concentrata su quello che faceva per rispondergli; avanzò ancora verso di me e avvicinò le sue labbra al mio orecchio “…Beh allora tana per Katniss.
 
 Chiusi gli occhi nel sentire il calore del suo fiato entrare nel mio orecchio, attillò il suo corpo al mio e a quel contatto mi sentii una stupida: non ho mai permesso ad un essere di sesso maschile, apparte mio padre, di sfiorarmi e questo sì? A  Harry Styles, poi?
 
Lo spinsi “BASTA!” lo spaventai e sorpresi allo stesso tempo, probabilmente pensava di avermi ormai incastrato con i suoi giochetti da flirt. “Devi smetterla di starmi così appiccicato, di fare tutti questi tuoi giochetti così…….perchè io sennò poi…..”
 
Harry aveva un punto di domanda stampato in faccia, poi comprese più o meno cosa volevo dire “Sennò….cosa?” disse maliziosamente “ti faccio qualche effetto, Billington?”
 
“PFFFF! Sono riuscita a rinunciare, se si può dire così, ai ragazzi da quando mia ……da tanto tempo!”
 
Vidi che mi stava finalmente ascoltando con faccia seria “non penso che la cosa possa cambiare proprio adesso…e con te!” dissi quel “te” quasi schifata al pensiero che tutto quel lavoro sull’essere quella che ero, con una reputazione impeccabile, possa essere stata infranta da quel bamboccio dai capelli ricci e disordinati, i pantaloni sempre bassi e marchiato di strani tatuaggi sul corpo.
Non potevo, non esisteva che io potessi cambiare quella “me” per uno stupido stronzo puttaniere.

 
HARRY’S POV

La stavo a sentire attentamente, seguendo ogni suo minimo gesto, gli occhi quasi lucidi da far scendere le lacrime, il gesticolamento delle sue mani a causa del nervosismo; ma allo stesso tempo non riuscivo a non scrutare ogni sua forma del corpo, perfetta.
Cazzo, se avessi saputo che sotto quei maglioni XXL ci fosse stato quel ben di Dio e sotto quei larghi pantaloni quelle gambe da urlo, avrei accettato la scommessa senza pensarci due volte.
“Mi spieghi perché sei ossessionato tanto da me? Perché non mi lasci stare?! Ci sono quelle troiette che ti aspettano, ah e poi non hai una ragazza?”
 
Per fortuna Hollie quella sera non era venuta, aveva detto qualcosa riguardo degli alieni che avrebbero invaso la terra o roba simile, ma chi la sta più a sentire quella.
 
“Allora? Perché non te ne vai e la fai finita?” mi chiese quasi in tono di sfida.
 
“perché quel cretino di Zayn mi ha costretto a fare una stupida scommessa per strapparti via quella cazzo di verginità,  e adesso ho una voglia da paura di sbatterti sopra quel letto!”
 
L’onestà non è sempre la via migliore, infatti non mi sarei mai sognato di sputargli in faccia quelle cose.
 
“Ancora mi devi spiegare perché eri in quel cazzo di armadio” cambiai discorso e anche tono.
 
La vidi sbuffare e buttare gli occhi al cielo, gli feci segno di rispondere, si accorse che mi ero innervosito perciò mi accontentò:
“Cece, la mia amica, mi ha costretto a vestirmi così perchè venivamo a questa super festa” enfatizzò sulle ultime due parole “però arrivata qui mi sono vergognata ad entrare e solo dopo mi sono accorta che lei aveva le mie chiavi di casa perciò sono dovuta infiltrarmi qui con lo scopo di attirare meno attenzione possibile e riprendermi le chiavi, ma come vedi, tu hai intralciato tutto!”
 
IO?!” mi indicai stupito “sei ancora in tempo per fare tutto quello che hai programmato eh!”
 
“Sì, però tu rimani qua dentro perché se usciamo insieme gli altri capiscono male!” mi lanciò una frecciatina poco amichevole.
 
Si stava avviando verso la porta, ma poi la fermai per un polso “No aspetta, ci vado io a prenderti le chiavi!” le dissi tutto di un colpo. In effetti era meglio che lei non si facesse vedere dagli altri, conoscendo i tipi che c’erano quella sera. Suonava un po’ strano ma ero geloso che qualcun altro al di fuori di me le potesse sbavare dietro come avevo, appunto, appena fatto.
 
Mi guardò storto, confusa dalla mia decisione “Almeno non ti vedrà nessuno così, no?” provai a convincerla che lo facevo come un favore per lei, anche se in teoria doveva esserlo.
 
“Ok…grazie” disse con fatica, indietreggiò e mi lasciò passare, quando la voce di Zayn che mi chiamava da fuori la stanza mi fece sussultare e ci scambiammo degli sguardi preoccupati.
 
“Cazzo che facciamo?” mi chiese quasi tremando.
 
Lo so che Zayn era mio amico, e proprio per quello era il primo a cui non volessi far vedere Katniss così…sexy.
 
“Infilati nel letto!” gli urlai togliendomi la maglietta.
 
Mi guardò con una faccia totalmente spaventata e confusa. ”Fallo cazzo!” Si spaventò e obbedì ai miei ordini e si infilò tra le coperte, togliendosi prima però accuratamente le ballerine blu.
 
‘Che perfettina!’
 
Si stese rigidamente al centro del letto e io la scoprii parzialmente per entrare anch’io, e mi misi a cavalcioni sopra di lei. Notai il suo imbarazzo; non staccava gli occhi dai miei addominali, che aveva di fronte. “togliti la maglietta e fa qualche…verso strano!”
 
“Che cosa? nononono!” sbuffai e gliela tolsi con forza io scoprendo il suo reggiseno di pizzo bianco che le copriva un seno al quanto prosperoso, ma non eccessivamente.
 
Mi curvai davanti a lei e misi la testa nell’incavo del suo collo “gemi Katniss!” le ordinai duramente. “No Harry, neanche per finta lo facc…” la interruppi subito al quanto nervoso, stavo facendo tutto questo per lei e neanche voleva ascoltarmi “Cazzo Katniss!”
 
Subito la porta si aprii, non riuscì a vedere la faccia di Zayn, ma inizia a muovermi sopra Katniss e a baciarle il collo.
“Ah scusa amico, ci sentiamo dopo” si trattenne dal non ridere “la prossima volta chiusi a chiave, però!” ammiccò e chiuse.
 
Mi assicurai che se ne fosse andato, come avevo sentito e mi distesi accanto alla ragazza dagli occhi blu spalancati. Il suo petto si alzava e abbassava velocemente. A proposito del suo petto, incominciai a fissare la forma del suo seno coperto dall’intimo in pizzo e lei se ne accorse; imbarazzata recuperò la maglia davanti a lei mettendosi seduta sul letto e se la mise, con faccia al quanto disgustata si asciugò il collo, umido dei miei baci.
Poi mi lanciò un’occhiataccia schifata, ma i suoi occhi si diressero verso il basso, dove qualcosa l’aveva al quanto sconvolta. Abbassai anch’io lo sguardo e stavolta fui io ad arrossire per ciò che mi aveva procurato tra i pantaloni tutto quel movimento sopra di lei.
 
 “Scusa” mi limitai a dire.
 
“Scusa?!” si alzò dal letto “come-cazzo-ti è saltato in mente?!”
 
“Oh scusami Billington se ti ho salvato quel bel culo che hai!” mi alzai anch’io “So come è fatto Zayn, e se non avessimo così esagerato non gliene sarebbe fregato un cazzo se ero con una ragazza, mi avrebbe portato via anche per una stupidaggine, a parte il sesso!” mi ero infastidito del suo atteggiamento, doveva solo che ringraziarmi.
 
“Non mi potevo nascondere semplicemente nell’armadio, brutto idiota?”
 
“Ah già…è vero” mi misi una mano tra i capelli e le sorrisi timidamente quasi imbarazzato, anche se l’avrei rifatto altre cento volte.
                                                                                  ***
 
KATNISS’ POV

Ancora incredula di quello che era accaduto pochi minuti prima, stavo aspettando che ritornasse con le mie chiavi. Si era messo una mano tra i capelli e se ne era andato. Mi ha visto in reggiseno, cazzo se lo sapesse papà cosa mi farebbe, o meglio cosa gli farebbe.
Bene, ora la mia reputazione era andata a puttane, Harry avrebbe raccontato tutto ai suoi amichetti e quindi poi tutta la scuola sarebbe venuta a sapere di questa storia e con essa, anche mio padre. Non so perché ma una parte di me gioiva di questo, quasi come se mi fossi liberata di un macigno enorme sopra le spalle. Non so che mi prendeva in quei giorni, vedevo tutto così diverso, mi piacevano cose nuove e vedevo tutto diverso; sentivo che qualcosa in me stava cambiando e ad essere sincera questo mi preoccupava molto.
I miei pensieri furono interrotti dall’aprirsi della porta e vedendo Harry mi sollevai, se fosse stata un’altra persona non avrei saputo proprio come fare.
 
 Mi alzai e gli andai incontro “Le chiavi?” gli chiesi vedendo che non teneva niente in mano.
 
“Ho trovato la tua amica….ma diciamo che era impegnata con qualcun altro e non c’è stato modo di recuperarle” mi sghignazzò in faccia.
 
“Cazzo” riflettei.
 
Mi avvicinai alla finestra e la aprii in assenza di soluzioni “Puoi dormire qui!” mi sentii suggerire da dietro, stranamente lo aveva proposto senza malizia.
Mi girai e gli rivolsi una faccia frustrata “non ci penso neanche” mi sedetti sulla finestra intenta a scendere.
 
“Almeno lascia che ti accompagni e che ti aiuti a salire per la finestra di casa tua” mi rigirai verso la sua direzione “Okay..” sbuffai.
 
“Fa scendere prima me” mi prese per un braccio e mi sollevò dalla finestra.
 
 lo sapeva quel ragazzo che avevo delle gambe anch’io per alzarmi senza il suo inutile e fastidioso aiuto?
 
Con un agile salto cadde in piedi nel giardinetto e poi tese le braccia verso la finestra, dove mi ero appena seduta con le gambe esternamente a penzoloni.
 
“Dai ti prendo” mi sorrise dal basso.
 
Non mi opposi al suo aiuto, in quanto avevo una fifa pazzesca di cadere; non ero poi così agile, soffrivo di vertigini e era anche buio, ad illuminare l’atmosfera esterna c’era solo un lampione sul marciapiede, che era però distante da quel punto della casa.
 
“Dai Katniss, ci sono io a prenderti” mosse le braccia per farsi notare dato che avevo lo sguardo fisso nel vuoto.
 
Senza pensarci ancora per molto mi lanciai, sentii il vuoto attraversarmi il cuore e i battiti accelerare e due grandi mani spingere sopra le mie costole, aprii gli occhi solo dopo e mi accorsi che non ero in piedi; Ero stesa atterra, ma stranamente mi sentivo sdraiata su qualcosa di morbido.
Un gemito mi fece guardare in basso e mi ritrovai faccia a faccia con un Harry dal viso dolorante; i nostri nasi si sfioravano e intanto lui aveva già posizionato le sue manacce sopra il mio sedere.
Non so che mi stava prendendo in quel momento. Era come se qualcuno mi telecomandasse; presi le sue mani ma non gliele tolsi, semplicemente le spostai più su, nei fianchi e quando lui si accorse che non mi ero alzata come al solito mezza incazzata e non gli avevo sputato parolacce a gogò, mi rivolse un sorriso bellissimo che questa volta non riuscii a non ricambiare, facendone spuntare uno anche sul mio viso.
 
“Dai Katniss, ci sono io a prenderti” imitai scherzosamente la sua voce più profonda provocandogli una risata che mi contagiò. Ridemmo per tipo due minuti sempre in quell’assurda posizione.
 
“Ho capito ma con la grazia con cui sei sces…”
 
Perché non lo sentivo più parlare? È perché sentivo le labbra bagnate?
 
Aprii gli occhi e mi ritrovai sopra la sua bocca alla quali inconsciamente mi ero attaccata. Sentii che si era stupito di quel gesto perché all’inizio non aveva contribuito al bacio, ma dopo…..ah dopo, sì che contribuì!
Sentii che mi spronava a muovere la bocca, sentivo che voleva che la socchiudessi per permettere l’accesso alla sua lingua che gli diedi dopo un attimo. Era un bacio sempre più passionale e vedevo che a lui non dispiaceva, e neanche io ero poi così affranta dato che contribuivo con la stessa foga.
Mi fece girare e finii sotto di lui ma il bacio non finì e durò per ancora. Mi staccai quando non avevo più fiato.
Avevo un respiro irregolare e notai la stessa cosa nei suoi affanni. I suoi occhi erano incollati ai miei e mentre buttava e prendeva aria dalla bocca mi sorrise ancora una volta, un po’ di malizia stavolta c’era.
 
“UAAAAAAAAAAAAAAU!” disse spostandomi una ciocca finitami per sbaglio davanti al viso.
 
In quel preciso istante desideravo sotterrarmi e morire soffocata. Poi sentì come uno spiffero in basso sulle gambe, una sensazione strana. “Non senti anche tu fredd…oh cazzo” mi accorsi del perché.
 
“Che c’è?” mi chiese ridacchiando ancora sopra di me.
 
“Mi sa che mi sono strappata i jeans..” lo guardai negli occhi preoccupata. Scoppiò una risata cristallina dalla sua bocca. “Fa vedere” mi girò a pancia in giù. Sentii una sua risatina da dietro.
 
“Quanto è grosso lo strappo?” gli chiesi cercando di alzare un po’ la testa dal prato.
Udii la sua risata per l’ennesima volta, poi sentii la sua mano fredda che scorreva a contatto con la mia pelle nuda lungo un gluteo. “Ecco ora puoi capire fino a dove arriva, ah belle mutande” mi tirò l’elastico degli slip e di colpo scattai in piedi.
 
“Sei un maniaco” presi a camminare verso l’uscita del giardino, guardando se ci fosse nessuno. Sentii i suoi passi farsi sempre più vicini, per poi raggiungermi.
 
 “Ti ricordo che sei tu quella che mi ha baciato”.
 
 Mi fermai e gli grugnii infastidita.
“Cazzo mi si stanno strappando di più mentre cammino, Cece mi ammazza, sono i suoi pantaloni preferiti” incominciai a mangiucchiarmi l’unghia del pollice.
 
Subito dopo mi sentii più leggera;
Harry mi coricò su una delle sue spalle “che stai facendo? Mettimi giù!” incominciai a scalciare e così ubbidì, ma penso mi abbia messo giù solo perché eravamo giusto arrivati.
 
“Bene io salgo dalla finestra e poi ti vengo ad aprire da dentro” disse appoggiando le mani sulla pianta rampicante sotto la finestra di camera mia.
 
 “No! Ci penso io, Styles, tu ritorna alla festa!” lo scostai bruscamente “Ah va bene, tu Sali con i pantaloni rotti. Che sicuramente quando sarai arrivata su saranno diventati una gonna mentre io godo da qui sotto, vai su!”
 
Sbuffai e scesi dalla pianta rampicante e lui mi sostituì.
 
Aspettai quasi dieci minuti prima che mi venisse ad aprire. “Perché ci hai messo tutto questo tempo?” gli chiesi entrando.
 
“Diciamo che mi sono concesso un giro turistico della casa”.
 Lo guardai in malo modo poi salii sopra le scale e mi tolsi le ballerine nella scarpiera, per poi raggiungere il letto e buttarmici sopra con poca grazia a pancia in giù.
 
 “Chiudi la porta eh!” gli urlai.
 
“Ok” sentii una porta sbattere, ma era un rumore troppo vicino per essere la porta dell’ingresso, infatti subito dopo girai la test e trovai la porta di camera mia chiusa e in un attimo avvertii il peso del suo corpo sopra il mio, non feci in tempo neanche a spostarmi che mi spostò i capelli dall’altro lato e mi baciò su una guancia  e poi sul collo.
 
“Harry ti prego” lo pregai di lasciarmi andare, con meno durezza del solito sperando che questo metodo lo potesse convincere e così fu. Mi srotolai dalla sua presa e mi misi seduta.
 
Perché? Perché lo avevo baciato? Perché gli avevo permesso di toccarmi in quel modo? Perché avevo dato accesso alla sua lingua? ma soprattutto perché IO l’avevo baciato? e in quella maniera poi!
 
“mi spieghi a che giochetto stai giocando?” lo guardai seduta sopra il mio cuscino.
 
Lui era ancora sdraiato, girò la testa verso me “di che stai parlando?” mi chiese aggrottando la fronte.
 
“è questo quello che provochi a tutte? Fai l’occhiolino, ti sistemi quel casco di banane che ti ritrovi al posto dei capelli, le baci..”
 
“Veramente sei stat..” mi interruppe ridendo.
 
“Shh! Zitto!” lo colpii con un piede.
 “Mi hai mandato in confusione, non mi riconosco più e basta ipnotizzarmi con quegli occhi, cazzo e passarti la lingua tra le labbra, mi fai innervosire!” mi alzai.
 
 
Simulò una risata e mi raggiunse in piedi “io non ci faccio a posta, sei tu che fai tutto!” si appoggiò con una spalla all’armadio;
 aveva la stessa posizione di quando ci “incontrammo” nel bagno, con lo stesso ghigno di sempre, fino a quando la sua attenzione fu catturata da qualcosa nello scaffale vicino a lui.
 
Prese la cornice e sorrise. “Chi sono queste?” indicò le persone nella foto.
 
 Gliela presi dalle mani “Mia sorella Casey e…mia madre” riguardai quella foto nostalgica.
 Quanto avrei voluto che almeno una delle due fosse stata lì con me, per aiutarmi a capire cosa mi stava succedendo, cosa avevo,; le avrei volute abbracciare ma non c’erano.
 
 “Ah dove sono ora? Non le ho  mai viste”
 
“Ma che t’importa?!” gli presi la cornice e la rimisi al suo posto, poi però lui ne prese un’altra.
 
 “Questa sei tu ovviamente!” me la porse per chiedere conferma.
 
Annuii sorridendo e pensando a quando era stata scattata la foto.
 
“Hai lo stesso sorriso di quando eri piccola” mi guardò, poi socchiuse gli occhi quasi scrutando qualcosa. “Ferma, aspetta un attimo!” si avvicinò cautamente indicando qualcosa sulla mia faccia.
 
“Che ho?” chiesi preoccupata, toccandomi il viso.
 
 Mi tolse le mani da davanti la faccia e con entrambi gli indici mi toccò gli estremi della bocca “Anche tu hai le fossette!” disse quasi contento.
 
Di scatto andai in bagno e notai che, mentre le mie labbra si curvavano in un sorriso, in effetti apparivano due buchini vicino alla bocca.
 
 “Oh cazzo non ci avevo mai fatto caso!” guardai i suoi occhi dal riflesso dello specchio e scoppiammo a ridere.
 
 “Ora non mi puoi più prendere in giro perché anche tu ce l’hai!” mi disse stringendomi da dietro e  appoggiando il mento sopra la mia spalla. Risi ancora insieme a lui per un bel pezzo.
 
“Sei bellissima quando sorridi”. La sua affermazione provocò il silenzio assoluto e notai dallo specchio che la mia faccia aveva assunto un colorito tendente al fucsia.
Mi staccai e uscii dal bagno.
 
                                                                       ***
 
Sentii il mio corpo pesante invaso dal sonno. Sapevo di essere sveglia ma non avevo la forza neanche di aprire gli occhi.
Lo feci dopo poco, inondata dalla luce proveniente dalla finestra. Ancora insonnolita decisi di concedermi altri dieci minuti e mi rimisi a dormire abbracciando calorosamente il mio cuscino caldo, molto caldo, TROPPO CALDO. Aprii gli occhi e ne ritrovai un altro paio di fronte a me.
 
“Buongiorno principessa” mi sorrise.
 
“Che ci fai qui?” gli chiesi scioccata e scollando le braccia dal suo torso nudo
 
“Ci siamo addormentati ieri”. In effetti non avevo neanche il pigiama, ma la tuta che mi ero messa subito dopo essermi tolta i vestiti della festa.
 
 “Sì, ma perché tu sei a dorso nudo allora?” affondai la faccia nel cuscino.
 
“Mi sono svegliato prima e avevo caldo, lo sai che russi?” mi disse rimettendosi sotto le coperte con la faccia di fronte alla mia che era però sopra il cuscino.
 
 Inconsapevole che lui fosse così vicino a me girai la testa nella sua direzione “IO NON RUS..”
 
Le mia bocca fu zittita da un dolce bacio che rilassò tutti i miei muscoli. Presi il suo viso tra le mani, avvicinandolo ancora di più. Alla fine si staccò lui e mi baciò scherzosamente il naso.
Mise le coperte sopra i nostri visi e mi accarezzò dolcemente una guancia.
 
“Katniss tesoro, buongiorno”
 
 Ma se me l’aveva già detto? È così cretino? Ma.. quella non sembrava essere la voce di Harry, era sì, maschile ma la sentivo più lontana.
 
“Cazzo è mio padre” gli sussurrai. Aprii le coperte solo dalla mia parte e mi ritrovai quell’uomo dai folti capelli neri e dagli occhi blu oceano davanti.
 
“Tesoro, ma me lo potevi dire che avevamo ospiti!” si riferì alla sagoma di Harry nascosta sotto le coperte.
 
“Ehm papà io….”
 
“Se mi dicevi prima che Francesca sarebbe rimasta a dormire da noi le avrei fatto preparare una stanza da Rosita! Avrete dormito male in due in un letto” mi disse sorridendo.
 
“No signore, glielo assicuro!” sentii la voce di Harry imitare una femminile; naturalmente pur di fare la battuta maliziosa doveva combinare casini.
 
“Ma che ha?” mi chiese stranito, ovviamente si era accorto che quella non era la sua vera voce.
 
“Ehm…sono gli ormoni papà, si cresce! Su ora esci e lasciaci in pace!” lo spinsi fuori.
 
 “Sì, ero venuto a dirti che né oggi né domani ci sono perché devo andare fuori, un convegno sull’ernia”
 
“Sì..ok..nessun problema……ah e..mi devi forse dire qualcosa papà?” gli chiesi riferendomi a quello che Liam mi aveva detto l’altro giorno.
 
 “Mmh..NO! Ciao tesoro” mi baciò la fronte e scendendo le scale “Ciao Cece!”
 
Una voce dalla camera ricambiò il saluto.
Salii le scale subito dopo essermi accertata che fu uscito, aprii la porta della camera e mi ritrovai Harry con solo dei boxer blu che lasciavano a desiderare.
 
Mi coprii gli occhi dall’imbarazzo “vedo che stanotte avevi proprio caldo, Oddio..non mi dire che hai dormito così, ti prego” dissi pensando al fatto che io l’abbia potuto scambiato per un cuscino e che possa essermi avvinghiata ad un Harry quasi nudo.
 
“No no, me li sono tolti adesso i pantaloni” ridacchiò.
 
Oh grazie a Dio
 
Stavo per chiedergli perché, ma poi un pensiero attraversò la mia mente  “Oddio oggi è domenica” affermai preoccupata.
 
“Eh già” disse lui.
 
“Oh cazzo, e che ore sono?”. Guardò il suo orologio da polso “le…dieci e quarant’otto”
 
merda merda merda merda merda…” continuai riempiendo una borsa.
 
“Che c’è?” mi chiese piegando la testa. “Ho danza alle 11!” gli dissi senza riflettere.
 
‘A posto, Katniss, bella mossa!’
 
“Fai danza?!” mi chiese seguendomi e infilandosi i jeans.
 
“Sì, lo sa solo Cece perciò stai zitto!”
 
“Bah, tanto a chi lo dovrei dire? E poi perché non vuoi che si sappia?”
 
“Mio padre non vuole che io faccia danza, però per tutti questi anni ho sempre preso lezioni di nascosto”
 
‘Ma brava! Ma perché non gli racconti anche che fai il bagno con la paperella!?’
 
Uscii di casa pettinandomi i capelli e aggiustandomi la scarpa.
 
“Se vuoi ti do un passaggio” mi propose chiudendo la porta al posto mio. “No grazie, vado a piedi, ci metto poco”
 
“sì, ma è cinquantacinque!” mi avvertì da dietro.
 
 Mi girai “Vada per la macchina!”
 
Mi fece salire sul suo Range Rover nero e partì con le mie indicazioni; il viaggio fu molto silenzioso.
 
“Ecco è questa, grazie ora vado ciao” ma lo sportello non sembrava volersi aprire. Guardai Harry preoccupata.
 
“Tranquilla, è fatto a posta, aspetta ti vengo ad aprire io!” disse scendendo dalla macchina.
Perché aveva la sicura nello sportello del passeggero? Gli serviva per stuprare più facilmente le ragazze per impedire che fuggissero? Quel pensiero mi provocò un brivido lungo tutta la schiena.
 
“Ecco” aprì rimanendo attaccato allo sportello.
 
Scesi il più velocemente possibile salutandolo con un mezzo “ciao”, ma mi trattenne il polso.
 
“è così che si saluta?” mi chiese guardando ardentemente le mie labbra.
 
Quando vide che stavo avvicinando il mio viso al suo, allentò la presa su di me e la mia espressione cambiò in una del tipo “Ah ti ho fottuto, stronzo”.
 Gli diedi una leggera sberla sui ricci scompigliati dal vento e corsi dentro l’edificio.
Presi le scale, sapevo che era al quinto piano, ma essendo in ritardo avrei saltato il riscaldamento, perciò..
 
 
NIALL’S POV

Bagna,strscia,strizza; bagna,striscia,strizza; bagna,striscia,strizza
Era da un quarto d’ora che continuavo. Cercavo di stare in disparte per non disturbare la lezione. Poi si spostarono alla sbarra, perciò ne approfittai per passare lo straccio vicino alla porta. Tanto non sarebbe servita fino alla fine della lezione quando dovevano uscire tutte e per quell’ora ormai il pavimento si sarebbe dovuto asciugare sicuramente.
Tutti i miei amici dicevano che ero veramente fortunato a lavorare in una scuola di danza classica, ma soprattutto di dover farlo durante la lezione femminile.
Io non la penso però allo stesso modo; le ballerine di danza classica, si sa, portano tutti quei vestiti ultra-aderenti, ma il corpo di una ballerina non è poi così interessante: troppo magro e minuto, senza forme.
Ho studiato danza classica fin da quando ero piccolo; mia madre era una grande ballerina ed è lei che mi ha insegnato tutto quello che so. Ora però ho smesso, ogni tanto mi diletto a provare qualche passo quando la classe è vuota, ma niente di più.
Avevo lo sguardo fisso nel vuoto, quella canzone che era stata messa mi aveva fatto venire un sonno terribile. Sentii dei passi provenire da dietro le mie spalle e un viso angelico portò i mie pensieri fuori dalla realtà.
Eccola; di solito era sempre puntuale, ma stranamente la lezione era iniziata da quasi venti minuti. Katniss. Oh, il suo nome risuonava nelle mie labbra dischiuse mentre il suo volto era impegnato a sistemarsi i collant.
Dopo le lezioni mi fermavo sempre a provare qualcosa, ma da un po’ di tempo la stanza veniva occupata da lei che si torturava negli esercizi che nella lezione precedente aveva sbagliato più volte. Era una ragazza determinata e severa spesso con se stessa riguardo la danza classica; al contrario di tutte le altre che al minimo rimprovero dell’istruttrice scoppiavano in lacrime, quella ragazza aveva sempre tenuto duro e accettato le cretiche  a testa alta.
Solo una volta i suoi occhi blu avevano incontrato i miei, di simile colore;
Ricordo ancora le sue parole “ehm scusa ti puoi spostare?”; mi ero così incantato nel vederle fare così aggraziatamente quei passi, che ero rimasto come un idiota davanti alla porta, bloccando il passaggio.
Come dicevo, il corpo di una ballerina è privo di forme. Ma lei fortunatamente non aveva questo problema. Era la più in carne di tutte, non che fosse grassa, ma aveva un prosperoso seno ed era perfettamente schiantata sulle anche e sui fianchi.
Si stava ancora sistemando lo chignon, dal quale vi fuoriuscivano i biondastri e boccolosi ciuffi. Non so perché mi ero fissato con quella ragazza da mesi e mesi, era anche un tantino egocentrica e acida, e a me piacciono quelle dolci, ma forse lo era anche lei in qualche modo, nel profondo, molto nel profondo, però.
Non le staccai gli occhi di dosso neanche quando si ricompose e si avvicinò alla porta per entr….OH CAZZO IL PAVIMENTO BAGNATO!
Vidi da subito i suoi piedi scivolare tra il parquet umido, ma le mie gambe scattarono dietro le sue spalle e la presi tra le mie braccia giusto in tempo.
Tutta la classe di fermò a guardarci.
 
“Oh signorina Billington, sono contenta che quasi a metà lezione si è aggiunta a noi!” la disse sarcastica la Twain “…si metta in quinta posizione prego” la invitò poi.
 
La ragazza si alzò dalle mie braccia e si girò per guardarmi; non avevo capito se mi stava mandando delle frecciatine oppure una specie di ringraziamento perché le avevo salvato il culo, letteralmente.
Katniss si mise tra le sue compagne a svolgere l’esercizio e io mi rimisi a pulire, dopo lo sguardo assassino inviatomi da Mrs. Twain.
                                                                          ***
La lezione era appena finita e io stavo per passare a posta la cera. Tutte le ragazze si diressero nello spogliatoio esauste. Sollevai gli occhi e notai che invece una ragazza era rimasta e che l’istruttrice le stava dando qualche consiglio su un passo che avrebbe dovuto fare al saggio.
Dopo un po’ la Twain raccolse la sua borsa da terra e se ne andò, ma prima si fermò davanti a me con il suo solito sopracciglio inarcato.
Gloria Twain era una donna sulla quarantina, ma non dimostrava assolutamente gli anni che aveva; aveva un fisico perfetto, anche lei non troppo magro ma aveva pochissimo seno. I capelli neri puntualmente legati e degli occhi grigi che risaltavano le folte sopracciglia nere.
 
“Dalle un occhiata, Horan” mi disse.
 
Aveva un tono mai usato prima, quasi dolce. “Di-di-dice a me?” le chiesi stupito.
 
Mi diede un colpetto dietro la testa e se andò senza rispondere. Lo presi per un sì.
Katniss riprese a fare l’esercizio, rimettendo la musica. Mentre pulivo lo spazio di aula che non occupava, la scrutavo con la coda dell’occhio e notai che aveva difficoltà nel fare una mossa abbastanza complicata.
Era così concentrata nel fare la parte difficile del pezzo di danza che non curava neanche le basi, come le punte ad esempio. Tipico da lei; naturalmente non era la prima volta che la osservavo provare e avevo sempre notato che inconsciamente sottovalutava le cose più facili, facendole sbagliate.
 
“Piegale di più le punte..” dissi quasi sussurrando, ma lei mi sentì ugualmente.
 
‘Come cazzo aveva fatto? C’era anche la musica!’
 
Prese il telecomandino dello stereo, mettendo pausa poi si girò e mi rivolse un’espressione infastidita. “Cos’è che hai detto?” mi chiese guardandomi dall’alto in basso.
 
“No niente…che dovresti…magari….se ti va…..” blaterai insicuro. Quella ragazza da un certo punto di vista mi faceva paura; ma questo la rendeva ancora più interessante, era diversa e questo mi piaceva.
 
“COSA?!” mi incoraggiò allargando gli occhi e incrociando le braccia.
 
“…dovresti piegare di più le punte” finii finalmente.
 
Rimase per abbastanza in quella posizione, guardando pensierosa per terra.
Sbuffò e mise una gamba tesa in avanti, piegando la punta del piede. “Così va bene?” lo disse facendomi il verso, anche se vedevo dai suoi occhi che una parte di sè me lo stava chiedendo sinceramente, come un vero consiglio.
Annuii sorridendole; un sorriso che non ricambiò, non che me lo aspettassi.
Riprese l’esercizio e dopo solo pochi minuti stoppò la musica; pensavo avessi fatto qualcosa io che le avesse dato fastidio, ma con tutta la tranquillità, pur sempre esausta però, riprese il CD dalla console e la borsa con la bottiglietta d’acqua, dalla quale bevve quasi tutto il contenuto.
 
Non so da dove presi il coraggio ma… “Come mai vai già via?”
 
Si girò guardandomi storto, era più confusa che incazzata di essermi fatto gli affari suoi.
 
“…cioè, di solito provi per almeno un’oretta e il pezzo finale del balletto non lo hai fatto..”
 
“Beh, perché non c’è Michael, ed è con lui che lo devo fare. Devo fare tutte le prese, secondo te cosa faccio, mi butto nell’aria?” aveva iniziato quasi bene quella frase, ma poi riprese quel suo tono da arrogante.
 
“se vuoi ti aiuto io!” lasciai di mano il mocio e lo lasciai cadere.
 
‘Okkei, prima che risponda, Niall guarda le uscite di sicurezza e  se ti attacca di frontale, tu scappa.’
 
“Mmh…okkei..” mi disse facendo ‘spallucce’.
 
La guardai sbalordito, mentre lei appoggiava la borsa e rimise il CD.
 
“Allora?” mi chiese risvegliandomi dallo shock di prima.
 
“Ah si vai…” mi preparai di fronte a pochi metri da lei con le braccia in avanti. Le feci segno con la testa di partire e così fece poco dopo. Era quasi arrivata di fronte a me e io ero quasi pronto a prenderla, quando sull’ultimo i suoi piedi scalzi scivolarono.
 
Cazzo la cera.
 
Si fiondò con poca grazia su di me e mi fece cadere a terra con lei, ma il mio corpo le attutì la caduta.
Sembrava ancora sconvolta. Sentivo il suo petto spingere contro il mio e il suo cuore andare a mille, probabilmente per lo spavento. La guardai negli occhi e solo lì mi accorsi che non erano completamente blu; una piccola sfumatura gialla le macchiava il contorno della pupilla per poi mischiarsi con il blu oceano in cui io mi sciolsi.
 
“Deja vu” mi limitai a dire sorridendole.
 
Quando vidi un mezzo sorriso spuntarle tra le labbra mi sentivo come se avessi vinto la coppa del mondo, quel sorriso era il premio più bello che potessi avere.

  
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