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Autore: SilVerphoenix    30/05/2013    11 recensioni
"E' vero quello che ha detto Malfoy? O era ubriaco?" Quegli occhi verde smeraldo la passarono da parte a parte. Non riuscì a dire niente di sprezzante. "E' vero." Harry fece per dire qualcos’altro ma lei lo bloccò. "Zitto Potter. Stanotte ho fatto già troppe cazzate, magari quella di raccontarti tutto la lasciamo per la prossima notte…" Il ragazzo sorrise. "E chi ti dice che ci sarà una prossima notte Parkinson?" Lei sbuffò. "Ma dai… Se non mi avessi voluto fra i piedi, non mi avresti fatto dormire qui stanotte, quindi ho le mie buone ragioni per credere che lo farai ancora!"
La storia si svolge dopo il sesto libro, come se si trattasse del settimo. Ho cercato di restare IC quanto più possibile, il tag OOC è dovuto alle coppie.
Ringrazio tantissimo tutti quelli che anche con una sola recensione mi aiutano ad andare avanti!!Buona lettura!..
[La storia è attualmente in revisione, non so quanto durerà l'operazione ma conto di riprenderla non appena terminate le long in corso. Grazie di tutti i bellissimi messaggi che mi avete mandato... continuerà, lo prometto!]
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VII libro alternativo
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Capitolo Trentasette

 
Falco Linnaeus, un genere della famiglia dei Falconidi. Costituisce da solo la sottofamiglia dei Falconini (Falconinae) e comprende una molteplicità di specie, alcune delle quali diffuse in tutto il globo. La struttura corporea e il piumaggio di questi animali dimostrano che essi sono perfettamente atti a catturare prede vive, sia in aria sia su territori aperti.


Hermione sbuffò. Tutti i libri dicevano la stessa cosa. Lei voleva sapere di più! Perché il suo Patronus era diventato un falco? Cosa c’era in questo animale di particolare?
E perché quello di Draco era proprio quello? Cosa rappresentava per lui?
Respirò profondamente.
Innanzi tutto, doveva capire di che specie si trattasse, per avere le idee più chiare. Lo evocò con un sussurro e guardò per un istante in quegli occhi perlacei fieri, così altezzosi e sicuri da ricordarle senza alcun dubbio quelli del Serpeverde. Beh, ok, un punto per lui. I suoi occhi e quelli del falco avevano molto in comune. Ma erano quelli del Serpeverde ad avere quella particolare espressione perché dietro le iridi si nascondeva la personalità di un falco? O erano quelli del falco, del suo falco, ad essere così alteri, perché rispecchiavano la personalità di Draco?
Il Patronus svanì, ma il ricordo del suo corpo longilineo, dalle lunghe code, e delle ali appuntite, rimase come inciso nella memoria della giovane studentessa. Ricominciò a sfogliare uno dei libri che aveva trovato tra gli scaffali.
Ci mise poco ad individuare la pagina giusta: falchi di medie dimensioni.
Non i più grandi dei rapaci e nemmeno i più veloci, ma non per questo meno letali, recitava la didascalia sotto il titolo del capitolo.
Trovò subito l’immagine di un falco gemello a quello che era appena uscito dalla sua bacchetta, con la stessa gola chiara, e i segni scuri sotto gli occhi. Falco nobile, specie: Falco della Regina.
Sorrise. Era un animale bellissimo.
Poi una frase attirò la sua attenzione.
A differenza di molti altri animali, il falco sceglie una compagna per la vita, e le sarà fedele fino alla fine dei suoi giorni.
Un secondo timido sorriso esitante stava aprendosi sul suo viso, quando due mani gelide si posarono sulle sue spalle, facendola rabbrividire.
“Granger, buonasera.”
La Caposcuola chiuse con un colpo secco il libro e si affrettò a coprirlo con un rotolo di pergamena. “Cosa vuoi?”
“Come siamo acide, oggi.” Soffiò il ragazzo, ad un centimetro dal suo orecchio, accrescendo il fastidio della giovane, che fece per alzarsi in piedi. Con una leggera pressione delle mani sulle spalle, lui glielo impedì. Le posò un bacio sul collo, prima di continuare. “E così stavi cercando informazioni sul mio Patronus? O dovrei dire sul tuo?”
“Non stavo cercando proprio nulla!” Scattò su Hermione, così repentinamente che stavolta lui non ebbe la prontezza di tenerla. “Mi da fastidio quando sei così congelato!” Lo aggredì. “Mi fai entrare il freddo nelle ossa! Non potresti riscaldarti prima di venirmi vicino, dopo gli allenamenti di Quidditch?”
“Siamo a fine aprile, Hermione.” Le fece notare lui, sempre più stranito dall’atteggiamento della ragazza. Cercò di non badarci e le posò le mani sui fianchi. “Guarda che mi lusinga moltissimo la storia dei falchi. A me piace, il mio Patronus.”
“A me no.” Ringhiò combattiva lei, schivando le sue labbra. “Rivoglio la mia lontra.”
Con un sorriso sarcastico, Draco smise di cercare un contatto più intimo e si limitò a darle un buffetto sul naso, rischiando quasi che lei gli strappasse un dito con un morso. “Potresti semplicemente dirmi quello che vorrei sentirmi dire, no? Non capisco perché l’idea ti trovi così recalcitrante.”
“Mai.” Abbaiò la ragazza, maledicendo al contempo di aver scelto un angolo così protetto dagli scaffali. Fossero stati in vista, Madama Pince sarebbe intervenuta da tempo. Afferrò la borsa, spedì i libri che aveva preso nei ripiani di provenienza con un solo colpo di bacchetta, e se ne andò, borbottando tra se arrabbiata.
Draco, basito, rimase a fissarla per qualche istante prima di tornare nella zona più affollata della Biblioteca. Si lasciò cadere sulla sedia accanto a quella della sorella.
“Ti ha baciato un Dissennatore, Malfoy?” Lo prese in giro Ron, notando la sua aria turbata.
“Peggio. Non mi ha baciato una creatura molto più pericolosa. Ma che le prende, oggi?” Mugugnò lui, offeso.
“Non farci caso. Ha queste fasi, di tanto in tanto. In genere in prossimità di un’interrogazione, ma non sempre… Mione è fatta così.” Lo consolò Harry, comprensivo. Sette anni accanto alla studentessa più brillante della scuola, servivano a fargli compatire perfino il suo ex acerrimo rivale.
Pansy si batté una mano sulla fronte. “Certo, in prossimità di un’interrogazione… Come siete sciocchi.”
“E allora che le prende? Perché all’improvviso mi odia?” Domandò arrabbiato il Caposcuola.
“Draco… tra due o tre giorni le sarà passata. Per adesso, fidati, odia il mondo intero.” Cercò di spiegargli la sorella. 
Yasmin sollevò lo sguardo dal proprio tema e scoppiò a ridere. “Come sono ingenui!”
Al che, Ron la guardò come fosse un mostro pronto a sbranarlo. “Vuoi dirmi che capita anche a te?”
La Corvonero annuì con un sorriso per nulla rassicurante, prima di rivolgersi di nuovo a Pansy, un luccichio scaltro nelle iridi scure. “Ma tuo fratello lo facevo più furbo di questi qui.”
La Serpeverde si strinse nelle spalle. “Sono tutti uguali.”
Draco si coprì gli occhi con le mani. Harry passò lo sguardo velocemente tra le due ragazze, mentre Ron fissava a bocca aperta lo scambio di battute.
Yasmin saltò su allegra. “Lo sapevo. L’avevo capito già da tempo!”
“No beh sai… veramente…” Cominciò a balbettare confusamente il Caposcuola, a disagio. La sorella lo liquidò con un gesto della mano.
“E dacci un taglio, Dra. E’ palese, no? Offenderemmo la sua intelligenza a negare ancora. Errore mio, lo ammetto, non ci ho pensato. Però sta diventando naturale parlarne davanti agli altri, sai?”
La Corvonero le sorrise rassicurante. “Non temete, il segreto è al sicuro con me. Voi conoscete la mia storia, dopotutto.”
Anche Draco sembrò rilassarsi leggermente. “E va bene. Confermo. Ma sappi che fosse per me, mi libererei di Pansy buttandola nel lago. Anzi no, sono certo che perfino la Piovra la troverebbe indigesta.”
 
*
 
Nonostante sembrasse tutto essere rientrato nella solita routine, Harry quel mattino si svegliò teso.
Come sempre, pensò, il derby dei derby fa questo effetto. L’ultima partita del mio ultimo anno a Hogwarts. Sorriso. Nulla può andare storto, pensiamo a divertirci e fare il culo a Draco.
Furono questi i pensieri che lo accompagnarono per tutto il tragitto fino alla sala grande, dove lo aspettava una colazione luculliana.
Appena vide il gruppetto di amici già intenti a lavorare di mandibole, li raggiunse e si andò a sedere tra Pansy e Ron.
“Buongiorno!” esclamò agguantando un cornetto ripieno, “Siamo pronti??”
“No.” Ron lo guardò con aria affranta. “Faccio schifo, non riesco nemmeno a mangiare dalla nausea!” Disse addentando una ciambella. “Poi questo qua pare terribilmente su di giri da quando è tornato con Hermione!” Aggiunse tirando un’occhiataccia a Draco, che ormai aveva preso l’abitudine di fare colazione al tavolo dei Grifondoro.
“Non mi pare che ti manchi l’appetito, Weasley, anzi. Mi sembra che tu ti stia ingozzando come al solito.” Disse serafico il biondo abbracciando Hermione, che, colta di sorpresa, assunse una colorazione rossastra. Passata la fase incazzatura-con-il-mondo, i rapporti tra loro erano tornati sereni.
“Non siate stupidi, divertitevi e basta.” Asserì Pansy passando con lo sguardo da Draco ad Harry. “Soprattutto voi due, niente bravate.”
“Posso sempre pregare Lumacorno di darmi un’altra boccetta di Felix Felicis, Ron.” Gli sussurrò il Capitano facendogli l’occhiolino. “Basta che tu non lo dica ad Hermione! Sarebbe capace di annullare la partita, soprattutto ora che…” aggiunse, lasciando la frase in sospeso e indicando con la testa la loro amica, avvinghiata a colui che fino ad un anno prima era stato secondo solo a Voldemort nella scala delle persone detestabili.
Quando tutti ebbero finito di mangiare, il terzetto di ragazzi si avviò negli spogliatoi mentre le tre compagne si dirigevano verso l’entrata degli spalti.
“Facciamo vedere al biondino di che pasta siamo fatti, Ron!” Lo incoraggiò Harry, mentre indossava la tenuta da Quidditch. “Capito squadra??” Continuò alzando la voce e guardando i suoi compagni, ad uno ad uno.
“SI!!!”
“Sia chiaro che se vincono i Serpeverde, dovremo sopportare la boria di Malfoy direttamente al nostro tavolo, ormai! E credo che nessuno di noi ci tenga particolarmente!”
“Basta che tu non regali niente alla squadra della tua dolce consorte…!” Lo provocò Ginny maliziosa.  Il Capitano si limitò a sbuffare divertito.
“Voglio vedervi giocare come mai prima d’ora! E’ la mia ultima partita qui, e voglio che sia memorabile, per tutti noi! E il festino che faremo stasera alla Torre, lo sarà ancora di più, perché al centro della Sala Comune metteremo una coppa nuova di zecca!” Li spronò. Le sue parole vennero accolte da un boato di approvazione, e tutti insieme uscirono nel campo.
Era una giornata splendida, il sole alto e la temperatura ideale, il cielo limpido. Il buonumore non solo dei giocatori, ma anche degli spettatori, che si affrettavano verso gli spalti delle rispettive Case, era tangibile.
Harry riconobbe Pansy, vicino ad Hermione. Le mandò un bacio, mimando il gesto di lanciarlo. Lei lo vide, fece finta di prenderlo e si strinse le mani sul petto.
La amo.
Inforcate le rispettive scope, i giocatori iniziarono a fare dei giri di riscaldamento e Draco ne approfittò per atterrare vicino alla Caposcuola della squadra avversaria.
“Dammi l’in bocca al lupo, Granger!” Le disse mentre la baciava. “Anche se non ne avrò bisogno.”
“Ragazzi, prendete posto!” Il grido di Madama Bumb richiamò la sua attenzione.
“Festeggiamo dopo, piccola?” Le sussurrò spiccando il volo, talmente in fretta che la ragazza non ebbe il tempo di proferire parola.
I Capitani si strinsero la mano.
“Paura, Potter?”
“Ti piacerebbe.”
“Mi raccomando, gioco pulito e vinca il migliore! Che la partita abbia inizio!” Tuonò la Bumb, sfrecciando verso il bordo del campo.
La Pluffa passò subito in mano a Ginny che, scartando facilmente i due Serpeverde che le vennero incontro, si ritrovò davanti agli anelli.
Non sbagliare, Gin, pensò Harry mentre deviava per evitare un Bolide.
La ragazza lanciò con precisione chirurgica, mirando all’anello più lontano da sé.
“Dieci a zero per Grifondoro!” Urlò Dean Thomas, ormai sostituto riconosciuto del celeberrimo Lee Jordan, ex studente veterano della cronaca sportiva. “Vai così, Ginny, che stasera ti chiedo di uscire! Pare proprio che oggi sarà un bagno di sangue!” Proseguì facendo sfoggio della leggendaria imparzialità dei cronisti Grifondoro, guadagnandosi un’occhiata al vetriolo della Preside. La McGranitt, nonostante il suo cambiamento di ruolo, non aveva rinunciato al suo posto d’onore sulle tribune.
Eppure, né lei né il gasatissimo cronista sapevano quanto fossero vere le parole appena dette.
L’entusiasmo dei Grifondoro venne quasi subito spento da venti punti segnati magistralmente dai Serpeverde, che così riacquistarono un po’ di fiducia in se stessi.
“Forza ragazzi!!” Tuonò Draco che, sorvolando le parti alte del campo in cerca del familiare brilluccichio dorato, aveva una visuale completa dell’intera situazione di gioco. Guardò colpito una manovra dei compagni che non avevano mai provato in allenamento. Una fastidiosa sensazione gli fece accendere qualcosa nel cervello, ma si decise a scacciarla per non distrarsi dal suo ruolo.
Mentre i due Cercatori scrutavano con attenzione, il vantaggio tornò ad essere della casa del Prescelto.
“Vai così!” Gridò Harry, quasi cadendo dalla sua adorata Firebolt per l’esaltazione. “Oggi mi sa tanto che andrai in bianco, Malfoy, eh?” Sogghignò sfrecciando vicino al Capitano avversario.
“Vedremo, Potter… Io starei attento ai Bolidi piuttosto.”
Il sentore che qualcosa di insolito stava accadendo iniziò a infastidire il Capitano dei Grifondoro quando ormai il vantaggio della sua casa era tale da risultare incolmabile, anche con un eventuale presa del boccino da parte di Draco.
Hanno qualcosa di strano, pensò Harry guardando i giocatori avversari. Beh, Draco è il solito stronzo, ma gli altri…
Scansò un Bolide lanciato talmente malamente da uno dei Battitori avversari, che gli venne da pensare che quello non avesse mai visto una mazza prima d’ora.
Ok che noi siamo forti, ma loro non sono mai stati così scarsi, continuò allora, non pensando nemmeno lontanamente a cercare la pallina d’oro.
Fu proprio una picchiata di Draco a scuoterlo dalle sue elucubrazioni aree. Era appena partito all’inseguimento, quando l’intera squadra Serpeverde sfoderò le bacchette. I sei Morsmordre risuonarono contemporaneamente, lasciando tutti, compresi gli spettatori, attoniti.
Sei marchi neri apparvero nel cielo a deturpare la giornata fresca e soleggiata. I colori passarono da allegri e brillanti a spenti ed opachi.
Non sono loro! Dannazione! Pensò Harry col cuore in gola, volando più veloce che poté verso Hermione e Pansy. “Scappate!!”.
Intanto la battaglia era iniziata, i professori momentaneamente a terra in attesa che le loro scope arrivassero dopo essere state Appellate e quelli che parevano essere i soliti alunni di Serpeverde in sella alle loro Nimbus 2001 che scagliavano Maledizioni tutt’intorno.
I loro volti stavano mutando sotto i loro occhi, prendendo sembianze più mature, più adulte.
Pozione Polisucco, pensò Draco, merda, come ho fatto a non accorgermene?
“Prendete Potter! Prendete il ragazzo!” ringhiò Doholov mentre scagliava una fattura alla cieca contro gli spalti.
“Vivo o morto!”
Tre Mangiamorte virarono e partirono in picchiata verso Harry che, ancora sotto shock, era immobile davanti alle due ragazze, incapace di muovere un muscolo. I suoi occhi incontrarono quelli di Pansy.
Erano occhi che dicevano tutto, senza bisogno di una sola parola.
Dicevano ti amo.
Dicevano scappa.
Dicevano addio.
Mentre raggiungevano il Prescelto, i tre uomini in divise da Quidditch lanciavano maledizioni su chiunque intralciasse loro la strada.
“Ginny!” Strillò Ron, vedendo la sorella che precipitava dalla scopa, dopo aver fatto un tentativo di pararsi di fronte al Bambino Sopravvissuto ed essere stata centrata in pieno viso da un fascio di luce rossa.
“Arresto momentum!” squittì Vitious qualche secondo prima dello schianto, ma la velocità era talmente elevata che la rossa investì il suolo con un urto comunque considerevole.
Quando Harry si riscosse dall’intorpidimento in cui era scivolato, era ormai troppo tardi, un lampo lo centrò in pieno petto e fu letteralmente sbalzato via dalla scopa.
Mentre precipitava, vide i professori accorrere verso di lui, e poi la botta, così forte che l’aria venne sbattuta fuori con forza dai suoi polmoni, e un dolore atroce lo assaliva, ma solo per un attimo, perché poi il buio iniziò ad avvolgerlo.
Doveva proteggere Pansy…
 
*
La ragazza era sdraiata all’estremità del letto. Lui era lì, sull’uscio della porta a guardarla, incapace ancora di rendersi conto di quanto fosse bella. Si avvicinò, per accarezzarla, e la testa di lei scivolò inavvertitamente sulla sua mano. I capelli biondi si sparsero sul cuscino. Una sensazione piacevole, bella, pura.
 
*
Al suo risveglio Harry trovò il letto circondato da tutti i suoi amici.
Non riesco a muovere un muscolo, pensò mentre provava ad alzarsi.
“Si sta svegliando! Oddio Harry!” La sua ragazza gli gettò le braccia al collo, provocandogli una fitta di dolore immensa.
Il Grifondoro si trattenne dal gridare. Non devo spaventarla…
“Potter,” disse la McGranitt, “temo proprio tu sia abbonato a questo letto, stavolta c’è mancato davvero poco. Dovresti ringraziare la tua amica Granger.”
Con occhi interrogativi Harry cercò Hermione, che trovò abbracciata a Draco.
“E’ solo un Arresto Momentum, Preside…” Sussurrò arrossendo la ragazza.
“Non tutti hanno il sangue freddo di fare l’incanto giusto al momento giusto, Granger.” La elogiò frettolosamente l’anziana donna.
“Ben fatto”.
Harry cominciava a rientrare in possesso del proprio corpo, e la sensazione non era affatto piacevole, anzi ogni movimento gli procurava un dolore insopportabile. Cercò di mettersi a sedere.
“Io non lo farei Potter, hai più ossa rotte in corpo di quelle sane.” sentenziò la McGranitt.
“Qualche giorno in Infermeria non te lo leva nessuno, Madama Chips ti rimetterà in sesto, vedrai, anche se qualche brutta cicatrice rimarrà. Quando ti abbiamo soccorso, la tua tibia e il tuo perone erano più fuori che dentro alla tua gamba…”
“Cos’è successo?” Chiese il ragazzo, confuso e dolorante. “Come hanno fatto ad entrare i Mangiamorte? La scuola non è protetta?”
“Non lo so, Potter, ci stiamo lavorando.” Rispose la Preside incupendosi in viso, “Probabilmente un altro armadio svanitore, una Passaporta più potente… forse con Albus tutto ciò non sarebbe accaduto.”
Per la prima volta Harry vide la professoressa più severa di Hogwarts fragile, indifesa, delusa.
E’ anche lei un essere umano, dopotutto.
“Lei è la strega più brillante e potente che io conosca, Preside, e le ricordo che un anno fa ci sono già riusciti, con il professor Silente.” Le disse Hermione, con tono fermo. “Senza di lei non avremmo mai respinto sei Mangiamorte esperti.” Continuò, abbassando la voce.
“Dove sono ora?” chiese Harry, preoccupato, la voce ridotta a un sussurro.
“Azkaban, riceveranno il bacio a breve.” Rispose la McGranitt, incontrando il suo sguardo.
“Ginny è quasi morta, Harry.” Riuscì a dire allora Ron, che era rimasto in silenzio fino ad allora. “Madama Chips dice che ce la farà, ma non si è ancora svegliata”.
Confuso com’era il ragazzo non si era accorto che il letto vicino al suo non era vuoto.
La guardò.
Ginny...
La sua ex ragazza era immobile, il leggero movimento del torace che testimoniava il fatto che fosse ancora in vita.
“Sono certo che ce la farà, Ron.” mormorò Harry, sull’orlo delle lacrime. “Sai quanto è tosta.”
Un brusco cenno del capo dell’amico accolse la sua affermazione. Legato com’era alla sorellina minore, Ron di certo si sentiva terribilmente in colpa per non averla protetta a dovere.
“Ci sono stati altri feriti?” Domandò con il cuore in gola il Bambino Sopravvissuto Ancora Una Volta.
“Fortunatamente no. Siamo riusciti ad avere ragione degli avversari in breve. E’ stato folle da parte loro tentare un’incursione solo in sei.”
Il ragazzo annuì. “Grazie. Volevano me, li ho sentiti chiaramente. Tutti i casini che succedono, sempre tutto a causa mia…” Cominciò a biascicare confusamente.
Un minuto di silenzio colse il gruppetto di persone. Fu poi la Preside a riscuotere tutti dalla catalessi momentanea.
“Ah, Potter, non credo che Serpeverde abbia qualcosa in contrario nell’attribuirvi la vittoria della partita, anche se andrebbe annullata.” Aggiunse, “Vero signor Malfoy?”
“Per questa volta, va bene…” Sorrise tristemente il biondo, sempre tenendo stretta Hermione.
“Dove sono i ragazzi della squadra? Intendo, cosa gli hanno fatto, per prendere il loro posto?” Si preoccupò il Capitano di Grifondoro.
“Erano stati rinchiusi in una camera del loro dormitorio. Se n’è occupato il giovane Nott. E’ già stato espulso, per questo.” Rispose secca la Preside.
Dopo qualche chiacchera di sollievo per attutire la tensione, la piccola folla che accerchiava Harry iniziò a scemare e lui cominciò a sentire le palpebre pesanti, tanto che scivolò in un sonno profondo nemmeno cinque minuti dopo che la porta dell’Infermeria si era richiusa alle spalle degli amici. Solo Pansy rimase con lui, la testa appoggiata al suo cuscino, tenendogli la mano tra le proprie. Perché è questo che succede in una coppia. Si sta vicini, sempre. Nel bene e nel male.
Harry non le disse cosa aveva sognato quando era incosciente. Non ce n’era bisogno. Però sorrise a quel ricordo, prima di lasciarsi trasportare nel mondo dei sogni.
 
 

 
 
 
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Ci siamo!!! Anche questo va in onda... Ovviamente, non c'è bisogno che sia io a dirvi che morti feriti mutilati e via dicendo sono colpa di Albezack.. prendetevela con lui!!! ;)
Doppio aggiornamento anche oggi, trovate il 12 di Stella Cadente già postato! Visto che vi penso sempre??
Passiamo ai ringraziamenti, così posso dedicarmi alle vostre recensioncine... Grazie a BlaBlaBliss, AcquadiCristallo, Hermione, Nutelfrog, Gyugyka, Isabella, Justsay, Marianne e Cate!!! Siete meravigliose...la mia forza <3
Per il Patronus, lo confesso, la lontra di Hermione non mi ha mai dato pace, e finalmente i suoi sentimenti per Draco mi hanno dato modo di cambiarla! L'animale che ho scelto ha anche una sua valenza... Il Falco della Regina prende il nome da Eleonora D'Arborea, che proibì la caccia di questi animali considerati fino a quel momento una specie 'impura'... non trovate che sia azzeccato, considerando la storia di quei due??
Fatemi sapere che ne pensate del capitolo, mi raccomando!!!;) Ci tengo!!! Grazie a tutti i lettori silenziosi, mi fa piacere vedere quanti siete... Se trovate il tempo, lasciatemi un commentino! A presto!!!
  
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