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Autore: Ehybastaldo_    30/05/2013    5 recensioni
"Voglio organizzare questa piccola gita di sette giorni, visto che la scuola è anche finita. Diamo inizio alle nostre vacanze estive tutti insieme!" strillò felice, e lì mi bloccai.
"Tutti insieme, chi?" chiesi assottigliando gli occhi a due fessure e guardandolo storto.
Lui ridacchiò in risposta, grattandosi il collo in modo nervoso "Amici" sussurrò preoccupato.
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FACCIAMO UNA SCOMMESSA?
 
 
 
Ma cosa poteva essere tutta quella puzza? Magari un tombino della fognatura era aperto!
No, forse qualcuno era andato al bagno e si era dimenticato di tirare lo sciacquone. Sicuro. Ma chi era quel deficente?
Girandomi dall'altra parte del letto, scontrai il naso con qualcosa; spalancai gli occhi spaventata, cacciando un urlo disumano.
"Cos'è successo?" disse Rob con voce impastata dal sonno, mentre con una mano si stropicciava l'occhio destro nell'intento di darsi una svegliata.
"Da quanto tempo non ti lavi?" la rimproverai, spostandole poi il piede che era finito sul mio stomaco.
La sera prima, dopo aver litigato per una buona mezz'ora con i ragazzi, avevo preso una delle due stanze matrimoniali insieme a Rob, pensando -però, male- di aver fatto la scelta migliore per quei giorni.
"Ieri ho aspettato ben due ore impalata davanti alla porta del bagno" si lamentò, scendendo dal letto e camminando per la stanza alla ricerca di qualche vestito. Si piegò sulle ginocchia, aprì la sua valigia e cominciò ad uscire qualche indumento.
"E poi si lamentano di noi ragazze che passiamo intere giornate rinchiuse nel bagno" mormorò ancora, facendomi così ridere di gusto.
Mi girai ancora una volta nel letto quando lo scricchiolio della porta della stanza attirò la mia attenzione.
Sophy era sul ciglio della porta con una mano inchiodata sulla maniglia "Buongiorno nullafacenti; che ne dite di scendere e preparare qualcosa per quelli lì?" con la testa indicò il corridoio della casa.
"Se lo meritano?" provai a chiedere. Mi strofinai un occhio, sbadigliando ed in seguito sgranchiendo braccia e gambe come meglio potevo, poi d'improvviso il corpo -non leggero- di Sophy si stava strofinando sul mio, facendomi provare un dolore atroce all'altezza dello stomaco.
"Sophy, non sei un peso piuma" dissi con voce spezzata dal dolore. L'unica cosa che ricevetti in cambio, furono le risate divertite delle mie amiche.
"E tu ti alzi?" farfugliò Rob mentre indossava una felpa tre volte la sua taglia.
"Se poi riusco a tenermi in piedi, sì" confermai, spingendo dalla parte opposta del letto Sophy, che rise dalla scena.
"Ok, ok. La smetto" sventolò le mani in aria in segno di arresa "Ora però scendiamo a preparargli questa benedetta colazione" sbuffò, tirandomi per un braccio e obbligandomi ad uscire dalle mie morbide e calde lenzuola. Si moriva dal freddo in quella stanza, porca bizzeffola!
La guardammo male: nessuno di noi aveva intenzione di preparare la colazione per gli altri.
"Volete lavorare a quello stupido gazebo?" chiede retorica Sophy. Quando misi su una smorfia di disapprovazione, lei continuò "Ecco, almeno facciamo le carine e prepariamogli qualcosa da mangiare".
"Qualcosa di commestibile, vorrai dire" la corresse l'altra, beccandosi una gomitata dritta sulle costole.
 
Man mano che percorrevamo il corridoio, battevo forte i pugni su ogni porta che mi trovavo vicino, al passaggio, giusto per cominciare a svegliare i belli addormentati. Non avrei fatto la baby sitter di cinque deficienti per quei giorni.
"Simone, controlla cosa c'è nel frigo. Io recupero le padelle" mi ordinò Rob aprendo uno dei tanti cassetti. Ne uscì un grambiule vecchio chissà quanto e se lo legò al collo e dietro la schiena.
"Ehm... Ragazze? Non vorrei essere la solita scassaballe, ma qui non c'è nulla" esclamai il secondo dopo aver aperto il frigo, trovandolo completamente vuoto.
"Ma che geni" si stampò un cinquino Sophy alla nuca "Ieri abbiamo lasciato tutto in auto" quasi urlò, disperata.
Si lasciò cadere affranta sul divano, urlando subito dopo aver urtato contro qualcosa. O meglio, qualcuno...
Quando io e Rob ci affacciammo verso l'altra, quest'ultima era seduta a terra con una mano appoggiata sul petto al livello del cuore; Louis, di fronte a lei, mezzo assonnato e sdraiato sul divano, la guardava malissimo, massaggiandosi un fianco.
Piccolo dettaglio che avevamo completamente dimenticato! Essendoci solo cinque stanze, di cui due con un letto matrimoniale, qualcuno di noi doveva sacrificarsi per dormire sul divano del soggiorno. Per primo si era offerto Louis.
"Ma sei scemo?" gli urlò lei "Mi hai fatto perdere vent'anni di vita!".
"Tu? E io che stavo sognando la mia bella Megan Fox? Mi hai svegliato sul più bello!" rispose l'altro, irritato.
E mentre i due continuavano a urlarsi contro come due bambini, decisi di uscire dalla porta del retro per recuperare quello che potevo del cibo che ci eravamo portati dietro.
I miei occhi fissarono un punto oltre il giardinetto, attirati dalla figura di qualcuno alle prese con un martello.
"Sai usarlo?" chiesi, ridacchiando.
Gli occhi di Liam puntarono dritti nei miei per una manciata di secondi; un sopracciglio venne alzato, poi ritornò a fissare quello che aveva davanti, sbattendo il martello in una mano aperta.
"Carino il pigiama. Te l'ha portato Babbo Natale?" rispose lui, tranquillamente.
Abbassai lo sguardo sui miei vestiti e divenni rossa di vergogna notando solo allora il mio tenero Winnie the pooh stampato vigorosamente al centro della maglia. Non era un pigiama, ma la stampa del cartone animato dava l'impressione contraria.
Spostai pesantemente i miei piedi sul brecciolino che formava la stradella fino l'auto, farfugliando qualcosa incomprensibile perfino per me. Aprii lo sportello posteriore e recuperai le buste che mi interessavano.
Richiusi lo sportello con un colpo di bacino, ritornando subito verso casa.
"Non posso offendermi se la predica viene da uno che indossa una camicia da boscaiolo" dissi, prima di rientrare dalla porta del retro. Ero sicura di averlo sentito ridacchiare alle mie spalle; ma poco mi importava.
Posate le buste sul tavolo, cominciai a rovistarci dentro come una bambina, uscendone poi i cereali, il latte in cartone, qualche pacco di caramelle, patatine e altre schifezze.
"Vi rendete conto che non abbiamo niente da mangiare per pranzo e per cena?" chiesi, portando l'attenzione su me.
"Non c'è qualche supermercato nelle vicinanze?" chiese Louis, intento a fare zapping col telecomando della tv.
"Certo che c'è" mi rubò le parole di bocca, Harry. Il mio fratellastro, in tutta la sua bellezza mattutina, coperto solo un boxer, era appena entrato nella stanza fregandomi di mano un pacco di Haribo "Ah, la mia colazione è pronta" mormorò buttandosi al lato di Louis, sul divano.
Lo guardai allibita, poi sbuffai sonoramente "Hai intenzione di dircelo o vuoi andarci tu?" chiesi scocciata.
Il riccio spostò lo sguardo dalla tv, posandolo prima su me, poi su Louis al suo fianco "Amico, le porti tu?" chiese tranquillo.
Mi maledii mentalmente per aver accettato di passare una settimana con quelli lì.
 
 
 
"Chi ti ha dato la patente?" chiesi, guardando fuori dal finestrino, scocciata.
Non si poteva accendere lo stereo, non si poteva chiacchierare, non si poteva camminare a più di cinquanta.
"Senti, se vuoi guidare tu, basta dirlo" disse stizzito, Louis.
"NO" urlarono insieme Niall e Sophy seduti sui sedili posteriori, facendomi trasalire. Sorrisi beffarda, spostando poi lo sguardo sul castano al mio fianco.
"Oh, guarda! Una lumaca ci sta sorpassando" lo presi in giro.
Louis si lasciò andare ad uno sbuffo sonoro "Meno male che siamo arrivati" si lamentò, accostando poi al marciapiede.
Scesi dall'auto, sistemando la maglia leggermente stropicciata. Seguii i ragazzi all'entrata del supermarket e sfilai dalla tasca una lista di quello che ci sarebbe servito per quei giorni.
"Dividiamoci" li convinsi mostrandogli cosa avremmo dovuto prendere.
 
Niall camminava al mio fianco, cercando con gli occhi la passata di pomodoro, mentre gli altri due erano a prendere della frutta dall'altra parte del locale.
"Perchè non provi a lasciarti andare?" chiese il biondo al mio fianco.
Alzai gli occhi al cielo "Ti prego Niall, risparmiami la ramanzina, almeno tu, per favore" lo supplicai. Ma lui sembrò non sentirmi.
"Dai, tra sette giorni tutto questo sarà finito" lo guardai male, toccandomi il seno sinistro in segno di scaramanzia. "Sono serio" ridacchiò dal mio gesto, e mi feci trasportare dalla sua risata tanto contaggiosa.
Niall era forse l'unico dei quattro migliori amici di mio fratello che riuscivo a sopportare grazie alla sua spontaneatà. Non faceva o diceva mai cose con malizia; era ancora un bambino non cresciuto. Rideva per qualsiasi cosa, dalla più divertente alla più insensata. Mangiava un casino, anche se alla vista del suo fisico ben assestato non si diceva.
Si era trasferito a Londra all'età di quindici anni, socializzando subito con Zayn che lo presentò al resto del gruppo. Poi, il fatto di essere entrato nella squadra di baseball della scuola e diventare uno dei più desiderati dalle ragazze, era una storia a parte.
"Perchè non provi a conoscerlo meglio?" tentò, gettando dentro il carrello dei pacchi di pasta di forma diversa.
"Chi? Johnny Depp? So più cose di sua madre!" lo informai, sornione.
"No, Simone" sentii la mia pelle tremare. Non era solito chiamarmi col nome; di solito usava il suo 'scema' in modo affettivo. Se lo faceva, chiamarmi per nome, era solo per dimostrarmi che non stava scherzando, ma era serissimo fino alla punta dei suoi capelli castani; perchè sì, si tingeva di biondo, il mio folletto!
"Sto parlando di Liam. Dagli un'occasione, vedrai che ti rimangerai tutto quello che hai detto fin ora sul suo conto" aggrottò le labbra, assumendo un tenero broncio che solo i bambini erano capaci di fare.
Lo guardai attentamente nelle iridi celesti che aveva al posto degli occhi, perdendo momentaneamente il filo logico della discussione. Scossi la testa, cacciando via pensieri strambi che mi erano appena balenati nell'anticamera del mio cervello, e mi voltai dall'altra parte per cercare con lo sguardo gli altri due scalmanati.
"Sarei una balena arenata sulla spiaggia" dissi d'un tratto.
Sbarrai gli occhi, notando in lontananza Louis seduto dentro il carrello mentre dava delle indicazioni a Sophy su dove e come guidare l'aggeggio. Scossi la testa sconvolta: ma dove mi ero andata a cacciare?
"Non è che io abbia capito il senso della tua frase" si accostò al mio fianco Niall, confuso.
Ridacchiai divertita, sia per il tono infantile, sia perchè le mie frasi non avevano mai un senso vero e proprio.
Cosa c'entrava la balena arenata, adesso?
"Ho detto troppe cose su Liam. Se dovessi rimangiarle tutte, diventerei obesa quanto una balena" spiegai la mia teoria, illuminando il biondo che subito mi diede una pacca giococa sul fondoschiena. Era l'unico che poteva, e che faceva spesso.
"Muoviamoci, o finiremo in mezzo alla strada, sbattuti fuori a calci in culo a causa di quei due" intervenne lui, indicando con la testa Sophy alla guida di quello che, secondo loro, era una macchinina del go-kart.
 
*  *  *
 
"Chiave inglese" urlò mio fratello.
Chiave inglese, chiave inglese... Eccola!
Allungai un braccio, urtando con fare goffo la cassetta degli attrezzi, facendola di conseguenza cadere a terra con un frastuono assordante.
"Stai un po' più attenta" mi rimproverò Liam, piegandosi sulle ginocchia per raccogliere il mio disastro.
"Mica l'ho fatto di proposito" mi lamentai, abbassandomi per aiutarlo.
"Che ti serve?" mi chiese poi, tranquillo.
Alzai lo sguardo incrociando i suoi occhi castani per un millesimo di secondo.
"Questa" presi il primo oggetto che mi capitò a tiro.
"A cosa ti serve la tenaglia?" mi chiese lui, confuso.
Ups...
Lo guardai con fare teatrale, alzandomi e mettendomi con la schiena dritta "Che ne so! Qui il maestro è il mio fratellastro" scaricai la colpa su Harry.
Le labbra di Liam formarono un sorriso divertito, dandomi le spalle per ritornare al suo lavoro. Si era accorto della presa per il culo?
"La dovevano fabbricare questa chiave inglese?" urlò Harry facendomi risvegliare dal mio stato di trance.
Corsi fino ad Harry passandogli l'attrezzo che guardò, però, con disgusto.
"Com'è vero che voi femmine siete buone solo per cucinare e lavare i vestiti" si lamentò lui, scendendo dalla scala.
Mi sentii offesa; ma la cosa peggiore fu l'intervento improvviso di Rob.
"A saper cucinare" ridacchiò divertita insieme agli altri, mentre io mi limitai a fulminarla come peggio potevo con lo sguardo.
"Almeno io qui sto cercando di dare una mano" spostai il peso su un piede, poggiando le mani sui fianchi.
"E lo fai malissimo" mi voltai verso Liam. Nessuno aveva chiesto il suo parere; poteva tenerselo per se stesso!
"Ci conviene fare veloce perchè qui sembra che a momenti diluvi" ci interruppe Louis, passandomi davanti con un secchio pieno di cemento fatto dalle sue manine d'oro.
Non appena finì di dire simile frase, infatti, un lampo illuminò il cielo scuro.
"Allora porti sfiga davvero!" lo rimproverò Sophy, guardandolo in modo assassino.
"Dai ragazzi, raccogliamo tutto prima che cominci a piovere" suggerì il pakistano, velocemente.
Cominciammo a raccattare tutto quello che potevamo, mentre Harry, titubante, continuava il suo lavoretto. Per essere solo il primo giorno, però, avevamo concluso già un bel po' di lavoro.
Sapevamo cosa avremmo potuto fare dopo il diploma.
Mi piegai sulle ginocchia cercando di recuperare la cassetta degli attrezzi e qualche secchio. Sembravo un tenero vu cumprà per tutta la roba che avevo tra le mani; ma gli altri non erano messi meglio. Cominciai a camminare verso la casa in modo goffo per la troppa roba.
Qualcosa sfiorò il mio viso e, quando alzai gli occhi al cielo, un'altra goccia di acqua sfiorò la mia fronte.
"Sta per diluviare!" dissi a voce alta, per farmi sentire.
Notai cinque ragazzi corrermi in contro, nemmeno avessi detto che dentro casa ci stava una pornostar nuda seduta sul divano che aspettava loro. Che poi... Nemmeno un procione li avrebbe voluti vedere!
"Ehy" mi lamentai quando qualcuno mi diede uno spintone facendomi cadere tutta la roba dalle mani. Ma io non li capivo! Prima decidevi di aiutarli, o per lo meno provarci, e poi loro ti ringraziavano così, lasciandoti a recuperare il tutto sotto la pioggia.
Sentii la mia maglia inumidirsi sempre di più, mentre le mie amiche mi sorpassarono con le mani troppo piene per prendere altro. Notai che la fortuna mi stava assistendo; nel senso che stava lì e non faceva un cazzo!
Un'ombra mi fece alzare il viso curiosa. Liam.
"Lasciami stare, già mi avete urtato le ovaie, oltre gli oggetti" dissi scocciata.
Allungai la mano verso l'ultimo aggeggio caduto a terra, quando la mano di Liam lo afferrò nello stesso istante. Le nostre mani si sfiorarono per una manciata di secondi, prima di spostarla dalla parte opposta dell'oggetto.
"Liam!" lo richiamai "Lascialo" quasi urlai.
"Volevo aiutarti. Lascialo tu" insistette lui, tirando così l'aggeggio verso di sè.
"Se volevate aiutarmi, non mi avreste lasciata sotto l'acqua, per di più, facendomi cadere tutto a terra" ringhiai a denti stretti.
"L'ho preso prima io".
Cosa? Stavamo davvero litigando come due bambini per uno stupido attrezzo di cui non conoscevo nemmeno il nome? Mi stavo bagnando solo perchè il solito Payne restava fermo sulla sua teoria delle 'femmine in cucina'? Non sarebbe cambiato mai! Come poteva pretendere Niall che ci provassi anche lontanamente ad andare d'accordo? Avevamo idee troppo diverse per avere una normale conversazione.
"Lascialo!" girai il polso sinistro, colpendolo al braccio violentemente. Schiusi la bocca, cominciando a sventolare la stessa mano, dolente. Liam cominciò a ridere.
Ma che aveva al posto del braccio, cemento?
"Così impari" rise di gusto lui, vedendo la mia faccia assumere varie smorfie di dolore.
"Fanculo, Payne" lasciai andare l'attrezzo, dandogliela vinta, almeno per quella volta.
Stavo diventando un pezzo di acqua; non era nei miei piani prendermi la febbre in quei giorni di vacanza. 
Tenni la porta aperta, alzando gli occhi al cielo dalla lentezza del signorino Liam. Se non si dava una mossa, l'avrei lasciato marcire lì con il suo stupido attrezzo e il suo ego.
 
Quando finalmente mi passò accanto, con tutta la sua arroganza, mi sorrise. Sbuffai sonoramente, entrando in casa dopo lui.
"La doccia è mia" li avvisai prepotentemente. Sentii urlare qualcuno dal piano superiore, ma non ci feci più di tanto caso intenta a togliermi la giacca fradicia.
Gettai tutto a terra, cominciando a togliere anche le scarpe.
"Ehy, nanetta" mi richiamò mio fratello "Hai intenzione di spogliarti in sala?" mi chiese confuso. Un riccio bagnato era incollato alla sua fronte, e bastò questo per farmi ridere.
Era impressionante la gelosia che portava il mio fratellastro nei miei confronti. La cosa mi divertiva sempre.
"Stai ferma dove sei" mi minacciò; ma con una linguaccia continuai a spogliarmi.
Quando la mia vista fu oscurata dalla felpa zuppa d'acqua che portavo, intenta a sfilarla, mi sentii presa dalle gambe di peso, facendomi così urlare.
"Tarzan, posami a terra" gli ordinai. Sapevo quanto odiasse quel nomignolo, così sentii Harry muoversi nella stanza, sempre con me sulle sue spalle, sotto le risa di quelli presenti alla scena. Sperai almeno che mi avrebbe posato al bagno. Una doccia calda avrebbe aiutato a sbollentare i miei nervi già belli gonfi. Causa: Liam James Payne.
Come poteva una semplice creatura umana provocarmi tante -non belle- emozioni insieme? Insomma, chi non lo conosceva, abbagliato dall'apparenza, poteva ben pensare quanto buono potesse essere questo ragazzo. Ma non era così.
Non parlavo di tutte le battutine che mi regalava nei pomeriggi a casa mia; non parlavo nemmeno di quella volta in cui, alla festa in casa Tomlinson, mi aveva versato un drink addosso sentendosi in dovere di rinfrescarmi dal mio calore che mi aveva portato ad un improvvisato spogliarello; non stavo nemmeno parlando del giorno in cui me lo ritrovai in camera con la scusa di essersi perso per la casa. Stavo praticamente in intimo, non potevo non urlargli contro.
Diciamo che se voleva farsi odiare, mi rendeva le cose facilissime.
Harry mi posò finalmente a terra; abbassai scocciata la maglia e constatai che ero al bagno del pianoterra. Almeno una bella notizia.
"Non posso stare appresso a te per sette giorni. Contieniti" mi rimproverò.
Sfoggiai un sorriso sornione, incrociando due dita proprio dietro la schiena "Promesso" dissi con voce da bambina.
Lo sguardo di mio fratello passò oltre la mia spalla, sbuffando "Hai lo specchio dietro di te" mi spiegò alzando gli occhi al cielo. 
Cosa? Mi voltai di scatto, maledicendomi mentalmente. 
"Si, ma ora vai via che devo lavarmi" lo caccia dal bagno, rinchiudendomi dentro.
Aprii il getto dell'acqua, cominciando a sfilarmi i calzini e i pantaloni. Gettai ai miei piedi anche il resto degli indumenti ed entrai nella doccia.
L'acqua scendeva calda lungo il mio corpo, chiusi gli occhi lasciandomi andare, rilassandomi...
"Ricordati che ci siamo anche noi" sbarrai gli occhi alle parole di Zayn. Ma porca bizzeffola! Nemmeno un bagno in santa pace si poteva fare?
Sarebbe stata una dura convinvenza! Ed eravamo solo all'inizio.
 
Dopo interminabili minuti, persi di proposito, uscii dalla doccia passandomi così una tovaglia al petto. Mi guardai intorno: e bravo al cretino di mio fratello! Mi aveva portato in bagno e ora non avevo nemmeno un cambio.
Mi avvicinai alla porta, la aprii piano piano e ne uscii solo la testa. Mi guardai intorno con fare furtivo e quando non notai nessuno nei paraggi, sgattaiolai fuori dalla stanza in punta di piedi.
Salii le scale senza farmi sentire, correndo sulle punte per il corridoio del primo piano.
"Ah" urlammo all'unisono io e Liam quando ci scontrammo. Stupido Payne, non aveva altro tempo per uscire dalla sua stanza?
"Ehm.." Liam indicò il pavimento, diventando quasi viola in faccia. Gli era andata una cicca di traverso?
Abbassai lo sguardo sbarrando gli occhi. Mi piegai di corsa sulle ginocchia, raccogliendo la tovaglia che mi era scivolata di mano. Merda.
"Tu non hai visto niente!" lo minacciai con un dito. Poi mi sistemai meglio i capelli bagnati sulle spalle e, con una spallata, andai verso la mia camera.
"Non c'era nulla di importante" lo sentii ridacchiare, ma richiusi la porta dietro di me talmente forte che ebbi perfino io stessa la paura di buttare giù il muro accanto.
Ringhiai, avanzando nella stanza.
"Qualcosa mi dice che hai avuto un brutto incontro" mi prese in giro Sophy, troppo intenta a farsi le unghie sul MIO letto.
Mio per quella settimana. Purtroppo in assenza di letti avevamo dovuto dividerci. I maschi avrebbero fatto a giro per dormire sul divano, io e Rob avremmo diviso un letto matrimoniale, Sophy avrebbe dormito con uno dei ragazzi. La conoscevano tutti e nessuno aveva intenzione nemmeno lontanamente di sfiorarla, anche mentre dormiva. Sapevano che poteva diventare una vera professionista di karatè.
Mi vestii velocemente con una semplice tuta, passai la tovaglia tra i capelli giusto per dargli un'asciugata e afferrai il phon dalla mia valigia.
Dopo alcuni minuti, passai davanti allo specchio fiera del mio stato. Come prima giornata non era andata tanto male, ma già mi sentivo a pezzi. Non sapevo se fossi arrivata a sette giorni senza prima morire.
"Ho sentito che Liam voleva preparare la cena" finalmente parlò Rob, troppo intenta a leggere qualcosa di cui non mi preoccupai di interessarmi.
"Così ci ammazza tutti in un colpo" risi, sarcastica.
"Invece cucina bene!" si intromise Sophy, beccandosi una brutta occhiataccia da parte mia.
"Da che parte stai?" chiesi, offesa.
"Dalla tua, ovviamente! Ma dobbiamo dire la verità e Liam è un bravo cuoco" continuò lei. Scese finalmente dal mio letto, e camminando con uno strano passo da pinguino, mi venne in contro "Sono stata tre mesi con lui, non lo ricordi?" soffiò a pochi centimetri.
Tre mesi? Wow. Forse la storia d'amore più lunga che avesse avuto!
"Si si, come dici tu" sventolai una mano a mezz'aria. Abbassai lo sguardo sul cellulare, controllando l'orario "Ed è anche puntual.." non ebbi tempo di finire la mia domanda che "E' PRONTO" sentii urlare dal piano inferiore.
Sophy mi sorrise complice, uscendo per prima dalla stanza sempre con quella camminata da damerino. Seguii Rob verso le scale che presto ci portarono alla cucina.
Oltre il bell'aspetto del cibo, dovevo ammettere che anche la tavola era addobbata per bene.
"Payne, hai usato tutta la scorta di cibo che abbiamo per la settimana?" tirai una sedia, sedendomici sopra.
Liam mi guardò divertito, cominciando ad impiattare  "Come se avessi pagato tutto tu" mi prese in giro.
Niall cominciò a battere forchetta e coltello ai lati del piatto, proprio come un bambino. Io mi limitai ad aspettare che arrivasse la mia cena, e come prospettai, fui l'ultima ad essere servita.
Di sicuro non conosceva il bon ton.
 
 
La cena andò bene e, purtroppo, dovevo ammettere che il signorino Payne cucinava davvero bene.
"Salgo a prendere la wii" urlò Louis, correndo poi verso le scale.
Mi alzai, aiutando le mie amiche a sparecchiare, mentre i ragazzi si spostarono verso la tv, cominciando a sistemare il tutto per la battaglia che avevamo progettato per quella sera.
"Tu stai in squadra con me" mi minacciò Rob.
"Odio essere sempre l'ultima scelta" si lamentò dall'altra parte Sophy. Ridacchiai.
"Siamo otto, quindi quattro contro quattro" ci avvisò Zayn.
"Quando?" chiesi. Aprii la pattumiera e gettai le cartacce.
"Adesso" rispose con fare ovvio, il pakistano.
"Quando te l'ho chiesto!" spiegai. Un boato di risate si innalzò nel salotto, mentre Zayn cacciò fuori la lingua come per vendetta.
Mentre Louis cominciò a sistemare i vari fili, io mi accomodai accanto a Niall sul divano, spostato per l'occasione verso la porta, per fare più spazio davanti la tv.
"Tu, io, Liam e Niall" disse convinta Rob, indicandoci con l'indice.
Scossi velocemente la testa, negando con mani e piedi.
"Anzi, facciamo: io, tu, Niall e Louis" cambiò subito le squadre. Tutti annuirono, e come primi giocatori, si posizionarono Niall e Harry.
Conoscevo le abilità motorie del mio fratellastro, ma conoscevo anche Niall e la sua passione per just dance. Un punto per noi, sicuro.
 
Come previsto Niall stracciò Harry senza tante cerimonie, passandomi il telecomando per il secondo round.
Con la coda dell'occhio notai Liam tirare per un braccio Zayn, gettandolo sul divano e prendendosi il possesso del telecomando della wii.
Tolsi le scarpe sistemandomi meglio davanti la tv.
"Facciamo una scommessa?" mi voltai verso Liam, curiosa.
"Spara" e prima che potesse riaprire bocca, mi voltai verso Harry "Tu tieni il tuo culo a bada" il riccio ridacchiò.
"Stavo pensando... Che ne dici di rendere interessante questa sfida?" propose. Guardai lo schermo piatto della televisione mandare in onda vari colori, pensandoci bene.
"Del tipo?" mi feci curiosa.
"Mh, facciamo così: chi vince, decide dopo il premio che vuole" sentenziò, felice della sua idea.
Ci pensai giusto un minuto "Ci sto" allungai una mano, prepotente.
"Io sto fuori" urlò Sophy da sopra il divano. Che cosa?
"Vuol dire che sarà una battaglia solo tra noi due" soffiò soddisfatto nella mia direzione.
A noi due, Payne.

 
  

 
 
  
SALVE SALVINO(?
io sono sempre qui, non me ne vado mica uu
Anyway, primo vero, insulso, inutile, schifoso, noioso,
demente, non sufficiente.......Ho perso il filo della discussione lol
Comunque, chiedo umilmente scusa se il capitolo non è bellissimo, ma
prometto che dal prossimo sarà qualcosa di ksjdsdkjha(?)
Come vedete, questa è la lunghezza più o meno, di ogni capitolo :)
Spero vi piaccia questa cosa... Well, non ce la faccio, ve lo devo dire!
Praticamente sto già continuando a scrivere i capitoli, e ieri
sera ho finito il quarto. sajhdkas è troppo bello, non vedo l'ora
di pubblicarlo **
 
Dopo avervi fatto perdere un pò di tempo, ciau :)
Spero in qualche recensioncina <3  
   
 
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