Titolo
originale: Tiempo
al Tiempo.
Autore
originale:
Mai Kusakabe
Traduzione:
Lilian Potter
Pairing:
MarcoxAce
(Shonen-ai, Giallo)
Avvertimenti: Spoiler
di Marineford
Disclaimer:
I
personaggi
appartengono ad Eiichiro Oda; nessuno scopo di lucro.
TEMPO
AL TEMPO
Marco
era cosciente del fatto che stesse essendo egoista. Sapeva che avrebbe
dovuto
concentrarsi e cercare di aiutare la sua ciurma, proprio come loro si
stavano
aiutando l’un l’altro mentre lui restava lì passando le ore come
un’anima in
pena. Tutti stavano soffrendo e cercando di ricomporre quello che
rimaneva
della ciurma.
Tutti
tranne Marco.
Di
tanto in tanto si ricordava che adesso, come nuovo capitano dei pirati
di
Barbabianca, era suo dovere mantenere i piedi per terra ed assicurarsi
che
tutti stessero bene. E lo avrebbe fatto. Aveva solo bisogno di un po’
più di
tempo.
Quando
erano arrivati a Marineford più di un mese fa Marco sapeva che il suo
capitano
non sarebbe uscito vivo da quell’isola, era l’unico che aveva compreso
realmente cosa aveva significato disfarsi dei macchinari che lo avevano
aiutato
negli ultimi anni. Gli aveva fatto male, Barbabianca era il suo
capitano, suo
padre e il suo migliore amico, però Marco lo aveva accettato. Sapeva
che se era
per la sua famiglia l’uomo avrebbe fatto qualsiasi cosa per mantenerli
in
salvo. E lo capiva, dopotutto anche lui provava qualcosa di simile.
Marco
non era stato altrettanto preparato a perdere anche Ace.
Durante
la guerra non aveva avuto il minimo dubbio che lo avrebbero salvato da
quell’esecuzione. Ed in un certo senso lo avevano fatto, aiutando il
fratellino
del ragazzo a liberarlo. Allora Akainu aveva attaccato, ed infine Ace
era morto.
Marco non rimproverava nulla ad Ace, sapeva perché aveva intercettato
quell’attacco ed era cosciente che, se fosse stato lui in quella
situazione con
uno dei suoi fratelli, avrebbe fatto lo stesso.
No,
Marco non era arrabbiato, deluso o consumato da nessuna classe di
emozione
negativa verso il ragazzo. Marco capiva le sue azioni e non aveva avuto
problemi ad accettarle. Il problema che aveva Marco era chiarire l’idea
che non
avrebbe più rivisto Ace, almeno non per molto tempo.
E
per questo Marco passava tutte le sue ore vigili, e molte di quelle del
sonno,
seduto di fronte alla tomba del suo amante, cercando di convincersi che
quella
lapide con gli oggetti personali di Portgas D. Ace sopra significava
realmente
quello che rappresentava. Che Ace non c’era più, che non avrebbe
riabbracciato
il ragazzo, che l’ultimo bacio che era stato in grado di dargli era
stato
quando si trovavano già su quell’isola, scavando le tombe con l’aiuto
del
Rosso, e Marco era entrato nella cabina dove Ace riposava per dire
addio.
Era
una questione di tempo. Il tempo aiuta ad imparare a vivere anche con
le ferite
più profonde nel cuore. E per questo, sapendo che Marco si sarebbe
alzato
presto da quel pezzo d’erba di fronte alla tomba di Ace, la ciurma
aspettava
senza dire niente, curando le loro ferite senza chiedere nulla al nuovo
capitano.
Lo
stesso Marco sapeva che non mancava molto tempo prima che fosse capace
di
salutare Ace.
Per
ora.
FINE
Perché,
per quanto faccia male, la realtà è che Ace non c’è più, e non so voi,
ma Marco
non è l’unico ad aver bisogno di tempo per superarlo.
Lui
può riviverlo nei suoi ricordi, e noi attraverso le nostre storie. Una
fanfic
di Mai Kusakabe che mi ha spezzato il cuore, e che non ho potuto non
tradurre perché
è unicamente la dura verità.
Una
verità che, attraverso gli occhi di Marco, non è solo straziante, ma
anche
terribilmente dolce.
Perché
lui lo amava, e noi amiamo loro. Se vi va fatemi sapere che emozioni vi
ha
provocato, e se vi è piaciuta.