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Autore: staygood    30/05/2013    11 recensioni
Anastasia è una ragazza che vive da sola, le uniche persone che conosce sono la sua migliore amica Jen ed il suo allenatore George. La sua vita verrà sconvolta dall'arrivo di un ragazzo di nome Harry il quale si presenyta per una lezione di atletica e perde la testa per la ragazza. vita molto diverso rispetto a quello della ragazza, lui cerca di cambiare affinchè la loro relazione possa essere stabile.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Bondage
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CHAPTER 4

Oh.Mio.Dio. Allora è sono queste le emozioni di cui tutti parlano quando una persona si innamora? È davvero così complicato e confuso quando sei innamorato?
« Provo delle emozioni forti quando lo vedo, quando penso a lui mi si contorce lo stomaco ma non so se vuol dire che mi sia innamorata. Non mi sono mai innamorata,questa sarebbe la prima volta. » dissi un po' a disagio.
«Devo dire che è un bel vedere quel ragazzo, hai dei buoni gusti, ma la sua reputazione non è una delle migliori.» disse prndendomi per braccio e facendomi sedere sul divano. « Perchè? Cosa ha fatto? » chiesi preoccupata.
Jen mi spiegò che lui era un ragazzo con problemi economici e aveva una fissa per i giochi d'azzardo ed era per questo che era in debito con molte persone. Quando Jen mi informò di ciò ebbi un flashback.
«Non me ne frega un cazzo se ti piace quella ragazza, devi portarmi quei fottuti soldi entro domani mattina.» così aveva detto Louis quella mattina al bar. Chiesi gentilmente a Jen se poteva lasciarmi a casa per ragionare, anche se la mia intenzione non era quella, ma bensì andare da Louis e chiedergli se ciò che pensavo era vero cioè se Harry era nel suo stesso giro.
Arrivai davanti alla sua porta, bussai più volte finchè non mi accorsi che la porta era stata distrattamente lasciata aperta. Entrai e immediatamente fui inondata da un forte odore di fumo, tossii ancora non abituata a quel forte odore per poi andare verso il salotto. Mi girai e vidi che Louis era seduto in un tavolo circondato da uomini grossi e pelosi, tranne uno più giovane e magro rispetto a loro. Quel ragazzo era la causa del forte odore di fumo, infatti portava in bocca una sigaretta quasi finita ed in mano reggeva un bicchiere di wisky(?) mentre gli altri avevano soltanto delle carte tra le mani e avanti a loro una grande quantità di oggetti di valore.
« Vuoi unirti a noi dolcezza? » chiese il ragazzo con la sigaretta, spostando dalla fronte un ciuffo che gli era caduto.
« Chiudi il becco Zayn, non è qui per giocare. » disse Louis in tono severo.
Si avvicinò a me e mi prese per il braccio stringendomelo dolorosamente e portandomi in cucina.
« Cosa diavolo ci fai a casa mia? »
« Sono qui per chiederti una cosa importante. » dissi strofinandomi il braccio ancora dolorante.
« Cioè? »chiese incitandomi.
Feci un lungo respiro e mi decisi a parlare.
« Ricordi quando ti ho incontrato al bar la prima volta? Stavi parlando al telefono con una persona, quella persona era Harry? »
La sua espressione si fece vaga, guardò ovunque tranne che dalla mia parte, poi rivolse lo sguardo verso di me.
« Sai quanti Harry abitino a Londra? E quanti ne conosca? Qualche indizio? »
« Moro, capelli ricci, occhi smeraldo, fossette, atletico. »
« Ah, quel bastardo intendi? Si,era lui al telefono. Come fai a conoscerlo? »
« Non credo siano affari tuoi come e se io lo conosca ciò che voglio sapere è se è nel tuo stesso giro. »
« No, neanche per sogno vorrei una schiappa come lui nel mio giro, creerebbe solo debiti e guai e gli unici a rimetterci saremmo noi. Comunque come sta la tua amica? Le potresti chiedere se uno di questi giorni usciamo insieme? »
« Cos'è non hai le palle per chiedere ad una ragazza di uscire? »
« Non è per questo, il fatto è che per colpa tua lei è scappata e non mi ha dato il tempo di chiederlo, ecco il punto. »


Tornai a casa e mi misi nel letto a dormire dato che negli ultimi giorni avevo passato notti quasi completamente insonni.
Mi infilai sotto le coperte sprofondando la faccia nel morbido cuscino cadendo immediatamente in un sonno profondo.
< Lasciami stare, fermo cosa fai! No,no ti prego no! Vattene! > sentii una voce familiare gridare dall'altra parte della porta di legno. Ero piccola, spaventata, indifesa, in un buio angolo di quella fredda casa. Il legno invece di trasmettere calore sembrava marmo freddo e il contatto faceva venire i brividi, l'atmosfera era gelida come al solito e le grida di supplica ormai erano una musica che facevano parte della casa.


< Aiuto! Ahhh! > gridò supplichevole la voce di una donna.
Spalancai la porta, oltre la soglia vidi quella stessa donna che stava gridando a squarciagola a terra rannicchiata piena di lividi e vicino a lei una pozza scarlatta, il sangue provaniva dal braccio dove vi era infilato un pezzo di vetro che teneva stretta in mano. Il viso della donna non era completamente visibile, ma non appena girò il viso un groppo mi si formò in gola, cercavo di urlare ma sembrava che la voce mi si vosse bloccata e tutto ciò che riuscii a fare fu piangere, singhiozzando ripetutamente. L'uomo con la bottiglia in mano si girò verso di me e punto la parte tagliata della bottiglia verso di me, il suo viso era coperto da un cappello nero perciò non riuscii a distinguere chi fosse, l'unica cosa che riuscii a fare fu scappare... < Ana,Ana,torna qui,Ana, non te ne andare.. >


< Ana, svegliati, Ana > sentii qualcuno squotermi sempre più energicamente, alla fine mi sveglia sbattebdo più volte le palpebre. Guardai in su e per un attimo stentai a credere a ciò o per meglio dire chi avevo davanti, arricciai il naso cercando di rendere ancora più nitida l'immagine che avevo davanti agli occhi.
< Ana non sono un miraggio, sono davvero io. > disse sfoggiando uno dei suoi sorrisi ipnotici.
< Dimostramelo non ci credo. > dissi con tono provocatorio.
Alzò il sopracciglio destro, poi si strinse le spalle come per acconsentire a ciò che gli avevo chiesto,senza nemmeno accorgermene due morbide labbra stavano accarezzando le mie, dischiusi la bocca dando spazio alla sua lingua di entrare nella mia bocca e unirla alla mia in una danza passionale. Si staccò dalle mie labbra lasciando baci umidi intorno alla mia bocca per poi arrivare alle lacrime le quali, molto probabilmente mi erano scese durante quel sogno terribile, al solo pensiero mi venivano i brividi.
< Perchè stavi piangendo nel sonno? Hai fatto un incubo? > chiese preoccupato.
< Peggio. > dissi quasi in un bisbiglio.
< Cosa c'è peggio di un incubo? >
< Un ricordo. >




SPAZIO AUTRICE



*SBADABAAAAAAAM*
SIGNORE E SIGNORI ECCO A VOI IL CAPITOLO NUMERO QUATTRO.
Okkey ora basta fare la scema, allora prima di tutto vorrei ringraziare le 13 recensioni fatte al terzo capitolo e poi mi vorrei scusare di non aver più aggiornato ma sapete ho avuto il blocco dello scrittore.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e recensite in tante.
Vi ricordo il mio nick di twitter @vogliadiunkoala.
Baci Eli. :*
















  
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